Il nuovo Galaxy Note 3 di Samsung ha lasciato qualche sospetto ai recensori di ArsTechnica, che quando hanno provato ad effettuare dei benchmark sul dispositivo per verificarne le performance, hanno scoperto che risponde fin troppo bene: “Lo Snapdragon 800 2,3GHz di Samsung supera di gran lunga lo Snapdragon 800 2,3GHz di LG [montato su LG G2]. Cosa rende uno Snapdragon così differente dall’altro?”. La risposta: Un trucco di Samsung per fare risultare il suo telefono più veloce di quanto non sia realmente.
Truffa
Compra due iPhone tramite un annuncio online, si ritrova due mele in scatola
Chiunque abbia un po’ di sale in zucca non comprerebbe mai prodotti elettronici per più di mille euro da una persona contattata online senza controllare ciò che gli viene venduto. Non rientra in questa categoria di individui la ragazza australiana che nel tentativo di acquistare un paio di iPhone sottobanco per circa 1500 dollari australiani si è portata a casa due scatole (originali, almeno quelle) con dentro un paio di mele.
Apple truffata da alcuni riparatori autorizzati in Cina
Si sente parlare molto spesso di cloni cinesi di prodotti di punta del mercato tech: iPhone e iPad di Apple sono senza dubbio quelli che vanno il maggior numero di imitazioni.
Prodotti di questo tipo possono essere ottenuti, per ovvie ragioni, al di fuori dei canali ufficiali. Ma non sono l’unica forma di contraffazione da cui devono guardarsi i consumatori cinesi. Alcuni distributori autorizzati Apple avevano infatti trovato un sistema neanche troppo ingegnoso per ingannare Apple e ritrovarsi fra le mai iPhone “semi-autentici” a prezzo nullo.
MacKeeper per Mac, il software che ce la mette tutta per sembrare un malware
Girovagando per il Web con il vostro Mac vi sarà capitato più di una volta di imbattervi nella pubblicità di MacKeeper, un software per la manutenzione del Mac che promette di velocizzare, ripulire, ottimizzare e migliorare sicurezza e prestazioni del vostro computer Apple. Il robottino bianco simbolo dell’applicazione è praticamente onnipresente e i metodi di advertising dell’applicazione spesso sono talmente invadenti da lasciar supporre che l’applicazione sia una piccola truffa iper-sponsorizzata. Non è una truffa, a quanto pare, ma le tecniche di marketing adoperate dalla Zeobit, i produttori del software, e dai loro affiliati continuano ad essere quantomeno discutibili.
Contro le app truffa Apple blinda gli screenshot, ma non è sufficiente
Nell’ambito della nostra rubrica iPacchi ci siamo occupati più e più volte di applicazioni fake che “pretendevano” di essere giochi famosi che in realtà non esistono in versione iOS. Truffe vere e proprie che sfruttano un nome simile all’originale (come God of War, Far Cry Black, Super Mario) e l’upload di nuovi screenshot falsi dopo l’approvazione dell’applicazione.
Ieri Apple ha finalmente messo una pezza a questa falla bloccando la possibilità per gli sviluppatori di caricare nuove immagini dell’app dopo la “promozione” da parte del team di controllo.
Acquista un iPad a 200$, scopre che è solo un pezzo di specchio
La prossima volta che penseremo di aver trovato un’occasione per acquistare ad un prezzo convenientissimo l’ultimo prodotto Apple, sarà utile ricordarsi di questa storia tanto amara quanto divertente, che ha visto per protagonista Jalonta Freeman, ignara acquirente statunitense di un iPad (più o meno).
iPacchi: Sfondo Animato, Blocco Schermo e la Schermata Iniziale
All’apertura del keynote della WWDC Tim Cook ha snocciolato alcuni dei notevoli numeri macinati fino ad oggi dall’App Store. Le applicazioni disponibili sono arrivate a 650.000, le app scaricate finora sono più di 30 miliardi, e 5 miliardi di dollari sono finiti nelle tasche degli sviluppatori.
Un po’ di quei soldi, purtroppo, sono finiti anche nelle tasche di sviluppatori come Binh Do, un developer esperto nella creazioni di iPacchi di prima categoria, come questa “Sfondo Animato – Blocco Schermo e la Schermata Iniziale” che ci ha segnalato il nostro lettore Andrea.
iTunes e l’impossibilità di segnalare le app truffaldine
Nel corso degli ultimi mesi qui su TAL vi abbiamo proposto a più riprese la nostra rubrica iPacchi, dedicata alle app-truffa e più in generale a tutte quelle applicazioni che non fanno quello che dicono, funzionano male, copiano spudoratamente altre franchise dell’App Store e, ciò nonostante, rimangono indisturbate al loro posto su App Store.
L’esperienza con la rubrica, fresca di un paio di casi come quelli di Allarme Terremoto e il finto Counter-Strike, mi suggerisce un paio di considerazioni.
La prima è che Apple da quest’orecchio non ci sente. Non pretendiamo certo che da Cupertino ci leggano ma apprendere che applicazioni del calibro di TV Italia Premium ed altre di cui abbiamo parlato stanno ancora al loro posto (spesso ben piazzate in classifica) è quantomeno frustrante.
La seconda considerazione, più grave, è questa: su App Store non esiste alcun meccanismo rapido per segnalare la presenza illegittima di queste applicazioni a chi di dovere.
Lo so, non vi sto dicendo nulla di nuovo, ma nei giorni scorsi ho voluto verificare quali passaggi fossero necessari per segnalare un’app truffa ad Apple. Quello che mi sono trovato di fronte è un percorso ad ostacoli non da poco.
Phishing: una mail cerca di rubare le password degli Apple ID
Intego ha messo in guardia i clienti di Apple da una azione di phishing “ben congegnata” con la quale dei malintenzionati stanno cercando di raccogliere i dati di accesso associati agli Apple ID di migliaia di utenti dei servizi forniti da Cupertino. La mail incriminata giunge dall’insospettabile indirizzo di posta elettronica: [email protected] e, come in ogni mail di phishing che si rispetti, richiede all’utente di aggiornare le sue credenziali perché sono “out of date”, ovvero troppo vecchie.
Il link della mail sembra portare poi a http://store.apple.com (l’indirizzo del sicuro Apple Online Store) ma invia invece lo sfortunato lettore della mail a una pagina con una realistica schermata di login.
Apple contro i Puffi? Pufferbacco! – App Week
Secondo quanto si legge su Pockergamer, Apple avrebbe richiamato Capcom all’ordine relativamente al gioco dedicato ai piccoli amici blu, i Puffi. Il motivo? Orde di genitori PuffArrabbiati che contestano all’azienda di Cupertino la modalità di vendita con In-App Purchase definendola come truffaldina.
La situazione è riassumibile in modo molto semplice: il gioco Smurf’s Village, gratuito al download, prevede l’acquisto tramite In-App Purchase, di facilitazioni per costruire ed espandere molto velocemente il proprio PuffVillaggio. Fino a qui nulla di anomalo. Bisogna considerare però che il gioco è principalmente utilizzato da ragazzini che, acquistando i contenuti aggiuntivi all’oscuro dei genitori, hanno portato alla protesta formale di questi ultimi. Permettetemi un bel pufferbacco!
Caso Devine, il manager vuole pagare la cauzione
Nuovo sviluppo nel caso del manager Apple Paul Devine arrestato con l’accusa di frode telematica e riciclaggio di denaro che vendeva informazioni riservate sui futuri prodotti ad aziende cinesi fornitrici dell’azienda di Cupertino.
Devine, tutt’ora in carcere, si è offerto di pagare la cauzione di circa 612.000 dollari che lo potrebbe far uscire. Il manager sostiene di poter raccogliere la somma attingendo a dei conti esteri di sua proprietà in cui, è lecito supporre, potrebbe aver depositato almeno una parte del denaro ottenuto grazie ai propri loschi traffici.
UPDATE: ieri pomeriggio (notte da noi) il giudice Howard Lloyd del Tribunale di San José ha stabilito che Devine Possa essere rilasciato una presentata ufficilamente alla Corte l’ipoteca sulla casa della madre del Manager ex-Apple (440.000 dollari il valore dell’immobile).
Truffe su iTunes, 12 arrestati in UK
Non hanno nulla a che vedere con chi ha prosciugato il conto in banca di alcuni utenti iTunes nei giorni scorsi, ma le dodici persone arrestate in U.K. dal nucleo telematico della Metropolitan Police hanno utilizzato un metodo ormai abbastanza comune per riciclare denaro da carte di credito grazie ad iTunes Store e ad Amazon MP3 Store.
La combriccola di truffatori utilizzava account falsi per acquistare brani musicali e album “autoprodotti” utilizzando carte di credito rubate o clonate per effettuare il pagamento. La “sporca dozzina” è stata individuata dagli e-poliziotti inglesi grazie alla collaborazione con l’FBI.
Account di iTunes Store ancora sotto attacco
Stando a quanto riportato dal San Jose Mercury News e da TechCrunch, molti utenti di iTunes Store hanno notato ammanchi da centinaia a migliaia di dollari. Il fenomeno sembra colpire più che altro utenti che hanno collegato il proprio conto PayPal ai pagamenti su iTunes Store.
Caso Devine, si dimette dirigente della JLJ Holdings
Il caso Devine, il manager Apple che cedeva informazioni riservate a diversi fornitori orientali di Apple in cambio di mazzette, continua ad arricchirsi di nuovi particolari.
Ora dalla Reuters arriva la notizia delle dimissioni del Presidente del C.d.A. della JLJ Holdings, il gruppo con sede a Singapore che controlla la Jin Li Mould, una delle aziende citate nella causa civile che Apple ha intentato contro il proprio dipendente. Andrew Ang, complice di Devine, era un manager presso la medesima ditta (ma non vi lavorerebbe più dal 2009) nonché cognato del dirigente dimissionario.
“Hacking” di App Store: Apple risponde
Avrete probabilmente sentito parlare in questi giorni di un “attacco hacker” ai danni degli utenti dell’App Store. Se ci seguite su Twitter avete probabilmente letto i nostri update sulla questione, ma non abbiamo riportato qui su TAL la notizia per il semplice fatto che tutta la faccenda è stata decisamente ingigantita da più parti. Si è arrivati a parlare di “attacchi diffusi” e account compromessi quando in realtà il numero degli utenti coinvolti è sempre stato limitato ed è tutto riconducibile alla frode messa in piedi da un unico sviluppatore.
Ma cos’è successo di preciso? Uno sviluppatore vietnamita che risponde al nome (molto probabilmente fittizio) di Thuat Nguyen ha utilizzato un buon numero di account iTunes di ignari utenti statunitensi, sgraffignati tramite vari metodi (forcing di password semplici o phishing) per spingere nella top 50 della sezione books di iTunes Store U.S.A. una ventina di applicazioni da lui pubblicate.
iPhone, attenzione alle tariffazioni anomale di Vodafone
Da un paio di mesi a questa parte ricevo periodicamente un messaggio da Vodafone, il mio gestore di telefonia mobile, anche se probabilmente ha i giorni contati dopo dodici anni di fedeltà da parte mia, otto dei quali anche in qualità di dipendente, che mi ricorda che la promozione Mobile Internet attiva sul mio iPhone non comprende le connessioni effettuate utilizzando il punto d’accesso web.omnitel.it.
Visto così, sembra un normale messaggio di cortesia inviato dall’operatore per ricordare i draconiani limiti del proprio costoso e inefficiente piano dati riservato al telefono di Cupertino, ma andando a vedere online il proprio dettaglio dei costi, si vede che a questo messaggio corrisponde un addebito di ben cinque euro.
iPhone: rivolgersi all’assicurazione per sostituirlo
Il rapporto di una compagnia inglese di assicurazioni evidenzia che il numero di “incidenti” subiti dagli iPhone aumenta vertiginosamente ogni volta che viene presentato un nuovo modello.
Semplice casualità o azioni intenzionali? Il direttore di Supercover Insurance, Carmi Korine, ha confermato che dal lancio del primo iPhone (novembre 2007) fino ad arrivare all’ultimo iPhone 3GS, il numero di denunce che coinvolgono lo smartphone prodotto da Apple aumentano del 50% durante il mese in cui viene presentato un nuovo modello. Durante questo periodo, alcune persone danneggiano volontariamente il proprio iPhone in modo da ottenere in cambio il nuovo modello.
Apple Store Online: truffe telefoniche in agguato?
Il nostro lettore Albert ci ha segnalato nei giorni scorsi un curioso avvenimento che lo ha visto protagonista. A seguito di un ordine su Apple Store online è stato contattato sul suo cellulare da un presunto operatore Apple che gli ha proposto di annullare l’ordine da poco avvenuto al fine di effettuarne uno nuovo (ma identico al precedente) per via telefonica, con un leggero sconto sul prodotto acquistato.
Albert si è giustamente insospettito quando l’operatore ha insistito per avere da lui il numero d’ordine, come se non vi fosse la possibilità di ottenerlo dal terminale come le altre informazioni già reperite sul cliente.
Trova un mattone al posto del MacBook Pro
A Napoli, se la mia conoscenza delle gergalità partenopee e della cinematografia anni ’90 non mi inganna, lo chiamerebbero un contropaccotto. Vi ricordate il tormentone di fine estate che precedette il lancio dei nuovi portatili Unibody? Si parlava insistentemente di un misterioso brick, un mattone, che poi si è scoperto essere il blocco d’alluminio da cui vengono ricavate le scocche dei nuovi portatili.
Un lettore di Consumerist, noto blog dedicato alla tutela dei consumatori, ha acquistato un MacBook Pro in un Best Buy texano e una volta aperta la confezione ha scoperto che il termine “brick”, nel suo caso, ha assunto una connotazione tutt’altro che metaforica.
Alcuni truffatori chiedono agli sviluppatori di frodare Apple
Alla redazione di AppleInsider è giunta una mail di uno sviluppatore di applicazioni per iPhone che dichiara di essere stato contattato da un truffatore al fine di frodare Apple, tramite il suo App Store. In sostanza, e senza neanche usare mezzi termini, il truffatore dichiara di essere in possesso di molte Gift Card iTunes che utilizzerebbe per acquistare centinaia di copie dell’applicazione in vendita su App Store per poi dividersi, successivamente, i guadagni della vendita.
Ovviamente, è facile intuire che il truffatore in questione sia in possesso di Gift Card illegali, ovvero ottenute utilizzando lo stesso algoritmo che era stato individuato qualche tempo fa da alcuni hackers. Le Gift Card a prezzi stracciati, di cui vi avevamo già parlato, vengono vendute sul sito cinese Taobao.com e carte regalo dal valore di 200$ vengono commercializzate a poco più di 2$.
Truffa ai danni di Apple: 9000 iPod Shuffle rubati
Apple è stata vittima di una truffa da parte di Nicholas Woodhams, un ventitreenne di