La stretta di Apple sulle app che offrono incentivi per vedere la pubblicità

Guarda questo video e guadagna 5 tentativi. Condividi quest’applicazione su Facebook per ottenere una vita extra. Sono tanti i giochi gratuiti per iPhone e iPad presenti su App Store che ricorrono a questi stratagemmi per pubblicizzare applicazioni o contenuti al fine di monetizzare o far crescere un’app e spingere alla fruizione di materiale pubblicitario. Ora Apple ha detto basta: le prime bocciature dell’App Store segnalano che anche questa “pacchia” ha molto probabilmente i giorni contati.

iPacchi, il caso delle app con nomi chilometrici

Le modalità di scoperta delle applicazioni su App Store da parte degli utenti sono più d’una. Ci sono le selezioni dello staff, “elite” ambitissima per ogni sviluppatore. Oppure le classifiche generali o di categoria, meccanismo che offre visibilità ed è per questo oggetto di infiniti tentativi di scalata truffaldina da parte di developers con sufficiente pelo sullo stomaco.

Moltissimi utenti, però, utilizzano direttamente il campo ricerca per trovare applicazioni che già conoscono o scoprirne di nuove.
E qual è il metodo migliore per far comparire la propria app nei risultati di ricerca? Semplice: infilare nel titolo o nella descrizione determinate parole chiave. In alcuni casi, però, questa semplice pratica di buon senso va un po’ oltre, con risultati che riportano al centro dell’attenzione le metodiche di controllo e selezione dell’App Store.

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iPacchi: scalare le classifiche di App Store con un template e 20.000 dollari

Si possono fare 10.000 dollari al giorno sull’App Store partendo dal template di un’applicazione acquistato online per 10$?
La risposta è sì, se lo sviluppatore che lo sfrutta ha a disposizione un capitale da investire in un semplice quanto difficilmente tracciabile sistema per spingere la propria app in testa alle classifiche dei giochi più acquistati su App Store.
Non stiamo parlando di Flappy Bird, ma di un gioco altrettanto insignificante chiamato Red Bouncing Ball Spikes, presente su App Store addirittura in due versioni di due sviluppatori diversi.

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CandyJam, gli sviluppatori contro King per il trademark di Candy Crush

Un anno fa King, la software house che sviluppa fra gli altri il famoso gioco ad alto tasso di ludo-dipendenza** Candy Crush**, ha depositato svariate richieste di Trademark fra le quali spicca quella per la parola “Candy”.

La settimana scorsa l’ufficio brevetti americano ha approvato le richieste e da allora King ha iniziato a far valere i propri “diritti” nei confronti di altri sviluppatori che hanno utilizzato le parole Candy (e Saga, altro trademark approvato) nel nome dei propri giochi su App Store.
La risposta della “community” non si è fatta attendere ed è nata l’operazione CandyJam.

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iPacchi: Sturmovik HD, finto simulatore di volo

Speravamo che l’avvento di iOS 7 portasse con sé una maggior attenzione da parte di Apple all’ormai annoso problema degli iPacchi, applicazioni taroccate e zeppe di valutazioni false che appestano le classifiche dell’App Store.
Se oggettivamente la situazione non è più quella di un annetto fa, gli iPacchi purtroppo ancora abbondano e riescono a scalare le classifiche.
Ne è un esempio “Sturmovik HD”, un’app che si spaccia per il noto simulatore di volo IL–2 Sturmovik ed invece non è altro che uno sparatutto 2D.

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Non lasciate giudizi su App Store se utilizzate la beta di iOS 7

Alla fine della scorsa settimana Team 17 ha lanciato su App Store una versione esclusiva per iOS di Worms 3. E’ un’ottimo adattamento del concetto di base del gioco su dispositivi iOS, migliore delle precedenti versioni semplicemente “tradotte”. Il gioco funziona molto bene su iPad e iPhone ed è decisamente divertente.  Non è un caso che lo staff editoriale lo abbia messo in evidenza su App Store.
Eppure, se guardiamo le recensioni, Worms 3 ha una media di 3 stelle. Ma come è possibile?
Semplice: ci sono troppi non-sviluppatori che evidentemente non hanno capito cosa diamine significhi “beta per sviluppatori”. worms

50 miliardi di app scaricate, iPacchi compresi

ipaccoLa scorsa settimana Apple ha festeggiato il superamento dei 50 miliardi di applicazioni scaricate dall’App Store.
Un traguardo ragguardevole, raggiunto dopo nemmeno cinque anni dal lancio, nel luglio del 2009.
Nonostante i festeggiamenti e la nuova pietra miliare, ai quei download continuano a contribuire, soprattutto nei mercati periferici, applicazioni che sullo Store non dovrebbero neppure starci. Un’esempio è Unlimited HD Backgrounds 4 WhatsApp, che di recente ha scalato le classifiche delle app a pagamento nello Store italiano.

Apple se la prende con AppGratis ma si scorda degli iPacchi

Non sono un fan di AppGratis e non lo sono mai stato, perché credo che pubblicizzare, dietro pagamento, delle applicazioni rese gratuite solo per pomparne i download, per quanto legittimo, non sia il migliore degli schemi di marketing possibili nell’ecosistema dell’App Store.
La mia opinione personale, però, non mi impedisce di pensare che Apple abbia peccato in mancata trasparenza nella rimozione di AppGratis dall’App Store. Non fosse altro perché nel frattempo non si vedono grandi miglioramenti sul fronte della lotta ai veri truffatori che smerciano iPacchi pieni di commenti finti a 5 stelle.AppGratis

Contro le app truffa Apple blinda gli screenshot, ma non è sufficiente

Nell’ambito della nostra rubrica iPacchi ci siamo occupati più e più volte di applicazioni fake che “pretendevano” di essere giochi famosi che in realtà non esistono in versione iOS. Truffe vere e proprie che sfruttano un nome simile all’originale (come God of War, Far Cry Black, Super Mario) e l’upload di nuovi screenshot falsi dopo l’approvazione dell’applicazione.
Ieri Apple ha finalmente messo una pezza a questa falla bloccando la possibilità per gli sviluppatori di caricare nuove immagini dell’app dopo la “promozione” da parte del team di controllo.

Ad Apple non piacciono i copycats, o forse si?

Copioni nell'App Store (Copycat in the App Store) - TheAppleLounge.com

Copioni nell'App Store (Copycat in the App Store) - TheAppleLounge.comDi iPacchi ne abbiamo parlato tante e volte e sicuramente continueremo a parlarne. Quello di oggi non è propriamente un iPacco, ma può essere ricollegato a questi.

La prima caratteristica di un iPacco è quella di essere a pagamento. Da una app gratuita, infatti, non ci si può aspettare una fregatura. Al massimo, se non rispondente alle nostre aspettative, basta cancellarla in maniera indolore per la carta di credito. Il caso di oggi riguarda invece due app gratuite. Ecco perché non parliamo propriamente di iPacco.

iPacchi: un altro lettore di impronte digitali

Quando abbiamo avviato questa nostra rubrica iPacchi sapevamo di avere a disposizione una gran quantità di applicazioni di pessima qualità di cui farci beffe. Applicazioni la cui presenza su App Store è testimonianza di un certo lassismo del processo di approvazione, soprattutto sugli Store periferici.
Non pensavamo però di imbatterci in veri e propri “filoni” tematici di applicazioni truffa che promettono feature aggiuntive fisicamente impossibili da implementare su iPhone. Un esempio è la lunga serie di app per la scansione di impronte digitali, di cui fa parte anche “Scanner di Impronte Digitali per la schermata di blocco”.

iPacchi: bloccare lo schermo, le chiamate indesiderate e la carta da parati

L’inarrestabile serie di truffe che bombardano letteralmente l’App Store non accenna a diminuire, ma anzi, molti sviluppatori senza scrupoli (ehh, c’è crisi, si fa quel che si può) hanno evidentemente trovato in quello che noi chiamiamo iPacco una facile fonte di guadagni. Oggi vi parliamo di ben quattro applicazioni, tutte dello stesso produttore, con due che (non) fanno addirittura la stessa cosa.

iPacchi: Palma Lettura

Una delle novità introdotte da Apple su iOS 6 è il redesign degli Store su iPad e iPhone. I risultati della ricerca ora vengono visualizzati in maniera più navigabile (grazie anche all’integrazione del know-how di Chomp) e in generale è stata migliorata la fruibilità e l’esperienza d’uso.
Per adesso il cambiamento riguarda solo questi aspetti, però. Sul fronte iPacchi pare che la situazione non sia poi così migliorata. Palma Lettura è un esempio lampante di come anche su iOS un iPacco possa riuscire a scalare la classifica.

iPacchi: WaZapp per spedire messaggi di testo ed effettuare chiamate vocali

WaZapp

WaZapp

Pacchi, pacchi e ancora pacchi. Questa volta oggetto della nostra rubrica è WaZapp, client che fa il verso, inutile dirlo, a WhatsApp, uno dei programmi più popolari per iOS e Android. Questo WaZapp fa esattamente le stesse cose del suo ispiratore, addirittura anche l’icona è identica, una cornetta racchiusa in una nuvoletta fumettosa. E che dire del colore? Esatto, ovviamente anche l’icona tarocca è verde.

App che ne copiano altre: Apple mette a disposizione un form legale

Nell’ambito della nostra rubrica iPacchi ci siamo più volte occupati di applicazioni che violano copyright altrui passate non si sa come tra le maglie del controllo Apple. In alcuni casi, quando le violazioni di coyright arcinoti sono palesi (Pokemon Giallo, l’esempio più famoso), la rimozione avviene nel giro di poche ore o al massimo giorni. Quando un’app però ne scimmiotta un’altra, magari rubando idea e look grafico, le cose si complicano. Per venire incontro agli sviluppatori Apple ha finalmente lanciato un tool per la segnalazione di queste applicazioni. 

iPacchi: lettori di impronte digitali e stati d’animo

La recente acquisizione di Autentech da parte di Apple (ancora da finalizzare) potrebbe essere motivata dall’interesse per le tecnologie di riconoscimento delle impronte digitali sviluppate dall’azienda.
Ma perché spendere centinaia di milioni di dollari in una simile operazione, viene da chiedersi, quando su App Store ci sono già applicazioni incredibili come “Biometrici Impronta Sicurezza” che promettono di riuscire nella medesima impresa grazie alla semplice pressione del dito sullo schermo? O altre ancora più avanzate, come “Stato d’animo analizzare” che promettono di riconoscere addirittura il vostro “mood”?