Tim Cook, chiù iPhone per tutti

Per anni Apple è stato il brand informatico elitario per eccellenza. Qualità a prezzi alti cui molti aspiravano ma che non tutti si potevano permettere. Questo aspetto è stato enfatizzato talmente tanto in passato che alla fine è divenuto una cifra universalmente accettata dell’approccio Apple: “se vuoi il computer con la Mela sgancia il quattrino” o, da un altro punto di vista “chi più spende meno spende”. Con l’avvento dell’iPod prima, poi dell’iPhone e dell’iPad, ovvero quei prodotti che hanno permesso all’azienda di compiere lo shift da Apple Computer Inc. a Apple e basta, la tendenza ha iniziato ad invertirsi e se oggi l’Average Selling Price dei prodotti della Mela rimane alto, oggettivamente anche i Mac (che si vendono esponenzialmente di più) sono diventati molto più abbordabili.

A Tim Cook questa tendenza sembra piacere, e parecchio, tanto che a sentire Toni Sacconaghi di AllianceBernstein (già Bernstein Research) il COO vorrebbe definitivamente sfatare il mito “classista” di una Apple che fa prodotti per ricchi.

Tim Cook, il profilo sul New York Times

Il New York Times ha pubblicato un interessante profilo di Tim Cook. Il Chief Operative Officer di Apple ha preso ancora una volta le redini mentre l’iCEO è assente per questioni di salute ed è dunque comprensibile l’attenzione mediatica verso colui che con ogni probabilità è destinato a diventare il prossimo Amministratore Delegato di Apple.

L’articolo è denso di particolari, ma in buona misura il succo si può riassumere in un a singola frase: Tim Cook è letteralmente devoto all’azienda ed è un instancabile genio del reparto operativo, anche se manca dello spirito creativo che invece contraddistingue Steve Jobs.

Q1-2011: appunti dalla conference call

Si è da poco conclusa la conference call per l’annuncio dei risultati fiscali durante la quale il CFO di Apple Peter Oppenheimer e il COO Tim Cook hanno illustrato come da consuetudine consolidata la situazione finanziaria e risposto alle domande poste dagli analisti collegati in teleconferenza.

E’ stata una call mediamente ricca di informazioni, ma abbastanza piatta, senza particolari rivelazioni su nuovi prodotti  (we don’t speak about future products) e senza la verve delle occasioni in cui la presenza di Steve Jobs spariglia le carte, come successo durante il precedente appuntamento, ad ottobre, quando l’iCeo ha sparato a zero contro la frammentata piattaforma Android.

Nessuna domanda sulla questione più scottante, ovvero la salute di El Jobso. Non si sa per buona creanza o per un severo indottrinamento preventivo da parte delle PR, sta di fatto che nessun analista ha chiesto lumi sulle condizioni dell’iCEO. Del resto c’erano numeri di un certo rilievo su cui concentrare l’attenzione.

Apple senza Steve Jobs, la questione della successione

Tim Cook e Steve Jobs

La domanda che mi sono sentito rivolgere più spesso, ieri, dopo l’ufficializzazione del nuovo periodo di congedo per malattia di Steve Jobs non è nuova: “Apple avrà ancora successo quando Steve Jobs non ricoprirà più un ruolo di primo piano dell’azienda?”. E la vecchia storia della successione, che si ripropone anche in queste ore come un deja vu un po’ particolare, di cui è facile individuare l’origine: si parlava dello stesso identico problema nel 2009 e ancor prima nel 2004, quando a Jobs fu diagnosticato un tumore al pancreas. In entrambi i casi fu Tim Cook a fare le sue veci in quelle che vengono definite “day to day operations”.

In tanti, compreso Massimo Mantellini nel suo blog sul Post, sostengono che nessuno può davvero fornire una risposta a questa vexata quaestio. Beh, in realtà non è del tutto vero. Una risposta a questa domanda l’aveva fornita lo stesso Steve Jobs tre anni fa. Gliela aveva rivolta Fortune.

Apple Store online e App Store sbarcano in Cina

Come riportato da AppleInsider, nella giornata di ieri è stato aperto l’Apple Store online anche per la Cina, insieme ad una versione di App Store in lingua cinese.

L’azienda di Cupertino, quindi, si lancia ad ali spiegate nel mercato dell’estremo oriente, uno dei più cospicui e redditizi del momento. L’intenzione è quella di rafforzare la presenza nel mercato chinese, nel quale sono già presenti quattro punti vendita al dettaglio.

Tutti i numeri del Mac

Dopo l’evento di mercoledì si è parlato molto delle novità introdotte da Apple, dal MacBook Air alla preview di Mac OS X 10.7 Lion mentre poco si è detto della prima parte dell’evento, quella un po’ più noiosa durante la quale a Tim Cook è toccato l’onere di snocciolare numeri sulle vendite e sulla penetrazione del Mac sul mercato.

Sono numeri importanti, però, che nonostante vi sia una evidente disparità di scala con le cifre dei dispositivi iOS fanno capire quanto i Mac siano ancora di fondamentale importanza per Cupertino, con buona pace di chi sostiene che il futuro della Mela ci sia solamente l’iPhone.

Jobs: mai un iPad da 7″. Appunti dalla conference call

Steve Jobs era presente alla conference call per l’annuncio dei risultati fiscali del Q4 2010 che si è tenuta poco fa a Cupertino (ancora ascoltabile interamente da questa pagina) e dato un po’ di brio ad un evento comandato solitamente dominato dalla noia istituzionale tipica delle chiamate in teleconferenza di argomento finanziario.

El Jobso ne aveva una per tutti: da RIM, per cui ha reiterato la punzecchiatura già anticipata nel comunicato ufficiale, a Google, che con Android punta a vendere la propria openness quando tutto ciò che ottiene è una frammentazione hardware che va a discapito degli utenti. Il CEO ha poi approfittato dell’occasione per dire con fermezza che un iPad da 7″ non è un’opzione e che la concorrenza che ha scelto questo formato ha imboccato un vicolo cieco.

Sorpresa Apple TV: della nuova versione dell’hobby di Apple sarebbero state già vendute 250.000 unità.

Tim Cook non andrà alla HP

Nella giornata di ieri era stato diffuso sul Web un rumor quanto mai bizzarro a proposito del possibile passaggio di Tim Cook alla HP.

Secondo quanto riportato da diversi blog d’oltreoceano, innescati da Fly On The Wall (un sito che si occupa di gossip), il COO di Apple avrebbe lasciato il suo posto nell’azienda di Cupertino per andare a ricoprire il ruolo di CEO presso HP, in cerca di un nuovo amministratore delegato.

Le mille facce di Papermaster secondo Repubblica

La notizia dell’abbandono del SVP Apple Mark Papermaster è approdata anche nelle sezioni tecnologiche dei grandi giornali nazionali italiani, probabilmente perché considerata uno strascico della questione dell’antennagate, vicenda sulla quale i media mainstream nostrani hanno dato del loro peggio.

Ieri Repubblica ha raccolto lo spunto dell’ANSA, che ha riportato con le consuete imprecisioni la notizia dell’addio del dirigente all’azienda di Cupertino. Non vogliamo segnalare tutti gli errori e le drastiche approssimazioni di cui è infarcito il pezzo, ve lo lasciamo come esercizio. Piuttosto è interessante notare quante volte sia cambiato l’aspetto di Mark Papermaster nella foto pubblicata da Repubblica e come di tre immagini usate in tempi diversi per accompagnare l’articolo, non una sia quella del dirigente al centro della questione.

Jeff Williams nuovo Senior Vice President – Operations

Apple ha nominato un nuovo Senior Vice President. Si tratta di Jeff Williams, che supervisionerà la divisione “Operations” e dovrà rispondere al Chief Operative Officer di Apple, Tim Cook. Williams lavora per Apple da dodici anni dopo un passato alla IBM e già nella veste di Vice Presidente delle “operazioni”,  ruolo che ricopre dal 2004, si occupava della gestione della catena produttiva e del controllo qualità dei prodotti Apple, iPhone in primis. Farà più o meno le stesse cose anche adesso che fa parte dell’empireo dei Senior Executives di Cupertino, ma con maggiori responsabilità (e uno stipendio migliore).

Tim Cook riceve un bonus di 22 milioni da Apple

Nella giornata di ieri, tramite un documento regolarmente depositato al SEC (Securities and Exchange Commission) statunitense, Apple ha disposto il pagamento di un bonus pari a circa 22 milioni di dollari nei confronti del suo Chief Operating Officier Tim Cook.

Tale ricompensa, che ammonta a circa 3,6 milioni al mese per 6 mesi, è stata elargita per il periodo in cui Cook ha assunto l’incarico di CEO al posto di Steve Jobs, assente tra il 2008 e il 2009 per problemi di salute. Il bonus, regolarmente approvato dal Consiglio di Amministrazione dell’azienda di Cupertino, sarà pagato con 5.000.000 di dollari cash più 75.000 restricted stock “come compensa per la sua brillante performance nel dirigere l’azienda giorno dopo giorno”.

Tim Cook parla di Apple alla Goldman Sachs

Il COO di Apple Tim Cook ha parlato ieri ad analisti di Wall Street in una conference tenuta presso Goldman Sachs. Cook non ha rivelato alcun segreto su futuri prodotti, ma ha comunque fornito interessanti dettagli sul presente e sul futuro di Apple. Ecco di seguito un riassunto dei punti salienti discussi dal Chief Operative Officer di Apple.

Apple TV. E’ ancora un hobby, ma l’istinto suggerisce di continuare ad investire in questo settore perché ha del potenziale. Apple non ha interesse ad entrare nel mercato televisivo e non costruirà una tv con Apple TV integrata.

iPhone OS. Un’analista ha chiesto se iPhone OS sia “completo” o manchino ancora dei pezzi. Cook ha spiegato che “completo” è una parola che non trova posto nel dizionario Apple. Le fondamenta ci sono, l’ecosistema e la piattaforma sono ottimi ma ci saranno sicuramente ulteriori miglioramenti.

Tim Cook diventerà CEO di GM? No

timcook-SteveJobs

Tim Cook, COO di Apple, l’uomo che ha sostituito Steve Jobs durante i periodi di assenza per malattia del co-fondatore nel corso del 2009 e del 2004, è uno dei papabili per il posto di CEO alla General Motors. L’ipotesi è stata diffusa nei giorni scorsi da Silicon Alley Insider, cui una fonte anonima avrebbe fatto sapere che Cook è il candidato migliore suggerito a General Motors dalla firm Spencer Stuart, specializzata nella “ricerca del personale” di alto livello.

L’attuale CEO ad interim di GM, Edward Whitacre, vorrebbe alla guida di GM un executive che abbia maturato esperienza in un’azienda al top per innovazione e soddisfazione dei clienti. Chi meglio di Cook potrebbe rispondere a questi requisiti? La possibilità che Cook accetti una simile offerta di lavoro, però, è decisamente bassa.

Q309: i conti in tasca ad Apple

Apple ha pubblicato ieri il form 10-Q per il Q309. Si tratta di un documento denso di informazioni finanziarie di varia natura che le aziende quotate in borsa devono far pervenire alla SEC su base trimestrale. Scorrendo il form depositato mercoledì scorso dall’azienda di Cupertino è possibile scoprire particolari interessanti sull’attività finanziaria e sui conti dell’azienda. In pratica, come suggeriamo nel titolo, è un po’ come fare i conti in tasca ad Apple.
Un paio di spunti interessanti sono saltati fuori anche con l’ultimo 10-Q relativo al trimestre finito lo scorso 27 giugno.

Q309: trimestre record per Apple

Apple ha annunciato i risultati del terzo trimestre dell’anno fiscale 2009. E’ un trimestre record, il miglior quarter non festivo mai registrato dall’azienda. I Mac venduti sono stati 2,6 milioni, un 4% in più rispetto all’anno precedente. Le vendite di iPhone fanno la parte del leone: 5,2 milioni di unità acquistate, con un incremento del 626% sul terzo trimestre del 2008.
I profitti sono saliti grazie agli ottimi risultati di vendita: fatturato di 8,34 miliardi di dollari e profitti per 1,23 miliardi, un ottimo risultato soprattutto se confrontato con i 7,46 miliardi di fatturato (1,07 miliardi di profitti) del Q308.

Dopo il salto uno schema dei numeri in dettaglio e la dichiarazione di Steve Jobs.

Netbook Apple: Tim Cook torna sull’argomento

Durante la conference call dedicata alla presentazione dei risultati fiscali del secondo trimestre 2009, i dirigenti Apple sono stati interrogati ancora una volta sulla possibilità di un futuro netbook Apple. Tim Cook ha risposto per tutti:

A noi interessa creare ottimi prodotti. Quando guardo a ciò che viene commercializzato nel mercato dei netbook, vedo tastiere strizzate, hardware spazzatura, schermi piccolissimi, cattivo software. Non è una consumer experience sulla quale potremmo mettere il marchio Apple.

Apple ha il miglior magazzino, grazie a Tim Cook

Stando a una ricerca effettuata da UBS sulle modalità di gestione del magazzino delle principali società operanti nel settore dell’IT, Apple vanterebbe un piccolo primato per quanto riguarda la riduzione (al minimo) dei giorni di magazzino.

Quanto più un’azienda riesce a tenere basso quel valore, tanto più significa che è in grado di rispondere correttamente alla domanda di mercato, senza tenere scorte di prodotti invenduti in magazzino per lunghi periodi o, peggio ancora, non riuscendo a soddisfare in tempo la domanda per via delle scorte esigue.

Il primato di Apple si attesta sui cinque giorni, ma negli ultimi anni di attività tale valore, per Cupertino, è oscillato dai tre ai dieci, mentre il valore complessivo del fatturato non ha fatto altro che aumentare, arrivando al valore approssimativo attuale di dieci miliardi di dollari.

Nuovi iPhone, un Netbook e nuovi iMac secondo Sacconaghi

Toni Sacconaghi, noto analista della Sanford C. Bernstein & Co, torna a far parlare di sé portandosi appresso nuove indiscrezioni che riguardano le mosse future di Apple. Sacconaghi avrebbe avuto un colloquio direttamente con Tim Cook (al momento a capo di Apple finché Jobs non avrà risolto i suoi problemi di salute), Phil Schiller (direttore marketing di Apple, nonché protagonista dell’ultimo Macworld) e Peter Oppenheimer, responsabile finanziario.

Dall’incontro sarebbero emerse interessanti novità per il futuro; Cook, infatti, si sarebbe lasciato scappare qualche allusione relativa a un netbook di Apple, cambiamenti di prezzo per iPhone e, addirittura, nuovi modelli di smartphone.

Cook, nessun iPhone nano o Netbook nel futuro di Apple

Tim Cook, al momento a capo di Apple mentre Jobs si sta occupando delle proprie condizioni di salute, ha rilasciato una serie di dichiarazioni significative sul futuro di Apple e sui prodotti verso cui l’azienda, nonostante i rumors, non nutre alcun interesse.

Durante la conference call, relativa ai risultati fiscali del primo trimestre del 2009, Cook ha risposto a una serie di domande incentrate su iPhone nano e su un eventuale netbook di Apple. La risposta, in entrambi i casi, è stata negativa, ma vale la pena conoscere le motivazioni che sono alla base di tali scelte.

Macworld 2009 Gossip, una rassegna dei soliti noti

Molti di voi saranno convinti del fatto che ciò che di più è mancato al keynote del Macworld 2009 siano i contenuti. In realtà è mancata anche la classica fauna di Tecno-VIP endemica dell’evento. Probabilmente l’assenza di Steve Jobs ha convinto molti esponenti del gotha della Silicon Valley del fatto che il Macworld non valesse il viaggio fino a San Francisco. Come vi abbiamo raccontato anche durate il live, molti dei posti riservati ai VIP sono stati occupati dai ragazzi dell’organizzazione (che si non spogliati delle magliette rosse con la scritta keynote a tempo di record) poco prima dell’inizio dell’evento. I volti noti, salvo Al Gore, appartenevano principalmente ai dirigenti Apple. Eccovi una carrellata dei presenti.

Gene Munster: Apple si prepara a sostituire Jobs

La defezione di Steve Jobs, che non terrà il keynote al prossimo Macworld, è l’hot topic di questi giorni e tutti nel Mac Web hanno espresso la propria posizione a riguardo (noi compresi, ovviamente). Poteva forse mancare all’appello il parere del Nostradamus Cupertiniano per eccellenza, il vate dell’analisi finanziaria Apple Related, alias Gene Munster di Piper Jaffray? No, non poteva e infatti l’analista ha espresso le proprie impressioni in un report ai clienti sostenendo che la scelta di Apple di inviare Phil Schiller al prossimo keynote al posto di Jobs significa, in soldoni, che Apple si sta preparando ad un cambio storico al vertice.