OS X Lion sugli hackintosh con UniBeast

Vi ricordate quel periodo, due o tre anni fa, durante il quale tutti sembravano volere un hackintosh? La moda geek del momento consisteva nel riuscire ad installare una qualche versione di Leopard su alcuni dei netbook in commercio. Era prima che Psystar sparisse definitivamente dalla circolazione e prima che il promettente esperimento Efi-X si rivelasse per quello che realmente era: una mezza truffa ben congegnata.
Ad oggi il mercato dei netbook è al collasso, stroncato dall’iPad, e di Psystar, dopo la chiusura imposta a seguito della batosta legale subita contro Apple, non si sente più parlare.
Per quanto gli hackintosh paiano essere una delle tante vittime dell’avvento dell’era post-PC, c’è ancora qualche smanettone che si diverte a far girare Mac OS X su hardware non Apple. E a quanto pare, grazie ad UniBeast, un nuovo pacchetto software che sta tutto in una penna USB, installare Lion su PC non è poi così complicato, anzi.

Psystar perde anche l’appello, addio ai cloni

Psystar, il produttore di Mac cloni protagonista di una lunga battaglia legale con Apple, ha perso anche il processo di appello e può ormai dire addio ad ogni lontana speranza (se mai ce ne fosse stato ancora un piccolo barlume) di rientrare sul mercato con i suoi hackintosh. Sono passati 3 anni e mezzo da quell’aprile del 2008, quando Apple denunciò per la prima volta l’azienda per aver immesso sul mercato dei cloni dei computer di Cupertino con il nome di Open Mac (poi mutato in Open Computer).
Sfoderando una narrativa che pescava a piene mani dalla retorica del Davide contro il Golia di turno Psystar provò a rispondere per le rime con una controdenuncia e riuscì a far rimbalzare la causa nei tribunali almeno fino al dicembre 2009. Bei tempi, quando la causa Apple di cui si parlava di più era poco più grave di una lite per il parcheggio e non era ancora scoppiata la guerra termonucleare per la conquista del settore mobile.

Apple VS Psystar, un caso ancora aperto

Vi ricordate di Psystar? Si esatto, il produttore di cloni Mac con sede in Florida, al centro di una lunga battaglia legale con la Apple, che a seguito dell’ingiunzione di un tribunale californiano ha dovuto interrompere la propria attività nel dicembre scorso. Vi farà sicuramente piacere scoprire che il caso giudiziario che vede scontrarsi i fratelli Pedraza e i legali di Cupertino è ancora aperto. Eravamo rimasti fermi al gennaio di quest’anno, quando Psystar aveva dichiarato di voler depositare un appello contro la decisione del giudice William Alsup, che aveva imposto la chiusura dell’attività all’azienda.

Poi più nulla. Il motivo del lungo silenzio mediatico sulla vicenda è dovuto alla natura secretata dell’appello inoltrato dai legali del clone-maker, che evidentemente aveva le proprie buone ragioni per non voler rivelare la propria nuova strategia. Sforzo che Apple ha pressoché vanificato rispondendo a quell’appello con documenti pubblicamente consultabili dai quali si evince che adesso Psystar vuole provare a convincere i giudici della necessità di una totale reinterpretazione del codice in tema di copyright.

Psystar ricorre in appello

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Per dirla con Carlo Lucarelli, se questa fosse un’antologia di racconti sarebbe “A volte ritornano”, di Stephen King. Ebbene si, come avete potuto intuire dal titolo Psystar è tornata alla carica e ha depositato ufficialmente la richiesta per il ricorso in appello. Forse i fratelli Pedraza sono ancora insoddisfatti della batosta che gli è stata rifilata dal giudice Alsup del tribunale della California del Nord, o forse cercano semplicemente per cercare di rimandare il più possibile la scadenza dei termini per il versamento dei danni ad Apple, dato che la liquidazione del risarcimento non diverrà operativa fino a che le diatribe legali non saranno del tutto appianate.

Psystar: un fallimento anche per i suoi sostenitori

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Per quanto i suoi fondatori, i fratelli Pedraza, tentino ancora di salvare Psystar dalla chiusura totale vendendo magliette ed elemosinando donazioni, non c’è molto che possano fare. Il destino del produttore di cloni è ormai segnato. C’è la community, direte voi. Hanno ancora tanta gente che, stufa delle indicibili angherie del Golia Apple, li supporta con trasporto sincero anche dopo aver scoperto che le tanto decantate tecnologie usate dall’azienda sono state palesemente rubate alla comunità Hackintosh.

Beh pare che non sia proprio così. Qualche tempo fa Psystar ha indetto un video contest per scegliere uno spot user generated che rappresentasse lo spirito dell’azienda. Il creatore del video scelto come primo classificato di recente ha aggiunto su YouTube un commento al proprio filmato in cui senza mezzi termini spiega perché adesso, dopo alcuni mesi di utilizzo dell’Open PC, “disprezza” Psystar.

Psystar, dagli Open PC alle t-shirt di cattivo gusto

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A quanto pare i fratelli Pedraza, i fondatori di Psystar, non si vogliono arrendere alla sentenza e le stanno tentando tutte per tenere ancora un po’ a galla la loro azienda ex-produttrice di cloni, dopo che il tribunale della California del Nord ha decretato lo stop alla vendita degli OpenPC con Mac OS X preinstallato.
L’ultima iniziativa dei due “ribelli” male in arnese è tanto naif quanto pensata male: sul sito di Psystar, al posto degli Open PC adesso si può acquistare una maglietta e fare donazioni (taglio minimo 20$). Contestualmente al lancio di questa iniziativa Psystar ha annunciato anche lo stop ufficiale alla vendita di Rebel EFI, un software che permette di installare Mac OS X su comuni PC. Il giudice Alsup non ha deliberato espressamente contro il programma, ma ha velatamente avvertito che continuare a venderlo non sarebbe stata una gran buona idea.

Dietro-front! Psystar non chiude

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Venerdì sera (ora italiana) il Dow Jones Newswire, autorevole agenzia d’informazione finanziaria, ha diffuso la notizia dell’imminente chiusura di Psystar. Ben Charny, l’autore del dispaccio, citava Eugene Action, uno dei legali californiani dell’azienda, secondo il quale i fratelli Pedraza avevano già iniziato le pratiche di chiusura dell’attività e licenziato gli otto dipendenti. A quanto pare non è così.

K.A.D. Camara dello studio legale Camara & Sibley, che rappresenta Psystar nel processo ancora in corso in Florida, in uno scambio di email con ComputerWorld sostiene che l’avvocato Action è stato citato in maniera erronea: Psystar non sta chiudendo e ha ancora molte carte da giocare in tribunale (siamo curiosissimi di scoprire quali); l’azienda continuerà inoltre a vendere PC con altri sistemi operativi e il software Rebel EFI, che permette agli utenti di installare, per conto proprio, Mac OS X su comuni PC.

Buonanotte ai clonatori: Psystar chiude (?)[U]

Il destino di Psystar è segnato: l’azienda produttrice di cloni Mac, al centro dell’ormai nota battaglia legale con Apple, ha chiuso i battenti e si appresta a licenziare i propri 8 dipendenti. La decisione di chiudere l’attività non è ovviamente da attribuirsi ad un improvviso ravvedimento dei fratelli Pedraza, i fondatori clonatori, bensì alla semplice necessità di attuare la decisione del tribunale della California del Nord. All’inizio di questa settimana il giudice William Alsup ha accettato la richiesta di Apple e ha emesso un decreto ingiuntivo nei confronti di Psystar al fine di bloccare la produzione e la vendita di computer cloni in violazione del copyright detenuto da Apple su Mac OS X.

Addio Psystar, Apple ottiene l’ingiunzione permanente

Il giudice William Alsup del tribunale della California del Nord si è espresso circa la richiesta di ingiunzione permanente nei confronti di Psystar da parte di Apple, ordinando al produttore di cloni di terminare immediatamente la vendita di qualsivoglia prodotto che violi o istighi a violare il copyright di Mac OS X. Il caso Psystar in California è insomma ufficialmente chiuso. Questa delibera pone il sigillo sulla causa, la cui conclusione già si era delineata nelle scorse settimane con l’accordo fra Apple e Psystar sull’entità del risarcimento danni.

Psystar ferma le vendite di cloni ma ricorrerà in appello

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A seguito dell’accordo stipulato con Apple nella giornata di martedì, Psystar ha fermato la vendita dei propri cloni Mac. Sullo store dell’azienda non ci sono riferimenti al caso ancora in corso, Psystar si è limitata a classificare i propri Open PC con la dicitura Out of Stock, impedendone l’ordine ai (pochissimi) potenziali acquirenti.

Nonostante gli ultimi sviluppi possano suggerire il contrario, non è affatto tempo di dichiarare chiusa la questione: in un’intervista a Computer World uno dei legali dell’azienda produttrice di cloni ha dichiarato che vi sarà un ricorso in appello. S’intuisce che questa decisione ha qualcosa a che fare con l’accordo stipulato con Apple che prevede che il risarcimento dei 2,7 milioni di dollari di danni non diventi esecutivo fino alla chiusura definitiva del procedimento e di qualsiasi sua “appendice” ulteriore.

Apple VS Psystar: raggiunto un accordo

Apple e Psystar hanno raggiunto un accordo che metterà fine al procedimento legale ancora in corso presso il tribunale della California del Nord senza che che vi sia bisogno di andare a processo. L’azienda produttrice di cloni ha depositato formalmente la propria risposta alla richiesta di danni formulata da Apple a seguito della decisione del giudice Alsup, che accettando la richiesta di Summary Judgement di Apple ha stabilito la violazione del copyright di Mac OS X da parte di Psystar.

L’azienda produttrice di cloni ha accettato una richiesta di danni pari a 2,37 milioni di dollari (comprese le spese legali) relativa alla violazione del copyright di Mac OS X, mentre Apple, come confermato in una risposta congiunta depositata sempre nel pomeriggio di ieri, in cambio lascerà cadere le altre accuse “minori”, relative al marchio e ad altri aspetti secondari del caso.

Psystar: un fallimento mascherato da rivoluzione

Pochi giorni fa Apple ha formalizzato le richieste di risarcimento nei confronti di Psystar a seguito della sentenza del giudice William Alsup. Circa tre settimane fa la corte della California del Nord ha approvato la richiesta di summary judgement presentata da Apple stabilendo che Psystar, con il proprio operato, ha violato il copyright di Mac OS X e infranto il DMCA (Digital Millennium Copyright Act).

Anche se la vicenda legale che vede contrapposte le due aziende è ormai alle battute finali (è probabile che Psystar decida di non andare a processo e di patteggiare i rimanenti capi d’imputazione) resta la curiosità sul “reale movente” che ha portato alla fondazione dell’azienda stessa. Ancora una volta chi pensa che l’obiettivo fosse la “liberazione del codice” di Mac OS X è decisamente fuori strada.

Apple chiede i danni e un’ingiunzione permanente per Psystar

In un documento depositato presso il tribunale della California del Nord Apple ha formulato la richiesta formale di un ingiunzione permanente che impedisca a Psystar di continuare a vendere i propri cloni Mac e il programma Rebel EFI, un software che permette di installare Mac OS X su PC. Nel medesimo documento i legali di Cupertino hanno anche quantificato per la prima volta (ancora in maniera piuttosto vaga, come si usa in questi casi) il possibile risarcimento per danni.
Le richieste fanno seguito alla decisione del giudice William Alsup che circa due settimane fa ha accettato la mozione di summary judgement depositata da Apple, sentenziando che Psystar (la cui mozione analoga è stata rifiutata) ha violato il copyright di Mac OS X.

Dopo la batosta Psystar punta sull’Open Source

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La scorsa settimana il giudice William Alsup del tribunale della California del Nord ha deciso di accogliere la richiesta di summary judgement avanzata da Apple circa un mese fa, deliberando che Psystar con la propria attività ha violato le leggi sul copyright. Sebbene rimangano altri punti da decidere in tribunale (sempre che Psystar non abbia intenzione di patteggiare), uno dei nodi fondamentali è già stato sciolto ed Apple ha avuto la meglio. Maggiori informazioni sugli ultimi sviluppi del caso Psystar VS Apple li trovate in questo articolo: Apple vince, Psystar ha violato il copyright di Mac OS X.

Ad appena tre giorni dalla pubblicazione della prima pesante sentenza, Psystar tenta di rilanciare la propria figura di paladina dell’Open Source, rispolverando il progetto di una repository destinata a tutti gli sviluppatori che hanno a cuore la possibilità di utilizzare Mac OS X su tutte le macchine con architettura x86. Il risultato, manco a dirlo, sfocia ampiamente nel ridicolo.

Psystar: il profilo sul Miami New Times

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Venerdì scorso il giudice William Alsup, del tribunale della California del Nord, ha deciso di accogliere la richiesta di giudizio anticipato nel caso che vede contrapposta l’azienda e Psystar, noto produttore di cloni Mac con sede in Florida. Apple ha, di fatto, vinto la causa, perché è stato deciso che la violazione del copyright da parte di Psystar è effettivamente avvenuta.

E’ curioso notare che la scorsa settimana, prima che il giudizio arrivasse, nel Mac Web è stato citato a più riprese un articolo pubblicato dal Miami New Times. Si tratta di un profile sui due fratelli fondatori del clone maker Psystar, Rudy e Robert Pedraza.

Se da un lato l’articolo è interessante perché accende i riflettori sui due protagonisti di una delle più seguite diatribe legali della storia di Apple dall’altro ci sono molti punti in cui  l’articolo scade vistosamente nella retorica della lotta fra il Davide e il Golia di turno. Addirittura vengono narrati alcuni aspetti della nascita di Psystar avvolgendo il tutto in un alone epico, quasi a voler scimmiottare le origini di Apple. Peccato che il passato di un azienda non possa essere clonato senza che il risultato sembri posticcio e pretestuoso. E’ con un retrogusto molto particolare che si legge quell’articolo, ora che Psystar è fritta.

Apple vince: Psystar ha violato il copyright di Mac OS X

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Lo scorso venerdì 13 novembre il giudice William Alsup, in nome del Tribunale della California del Nord, ha deciso di accettare la richiesta di Summary Judgment depositata un mese fa da Apple e di respingere la medesima richiesta contestualmente depositata da Psystar. In soldoni significa, come spiega Groklaw, che Psystar è fritta. In sostanza la decisione del giudice agisce sul nucleo del procedimento: Psystar, nel produrre e commercializzare i propri PC cloni, ha infranto le leggi sul copyright e il DMCA (Digital Millennium Copyright Act).

Rimangono ancora aperte alcune parti del caso, relative a infrazioni minori denunciate da Apple per le quali probabilmente si andrà comunque a processo (a meno che Psystar non decida di patteggiare su quei fronti). Si può però già dire che Apple ha vinto la causa per il semplice fatto che la base su cui Psystar aveva basato la propria difesa è crollata del tutto. Apple non ha abusato della propria posizione e Psystar non aveva il diritto di vendere cloni.

Psystar: “ribelle” a spese dell’Open Source

Non molto tempo fa Psystar ha lanciato un nuovo software, noto come Rebel EFI, che al modico prezzo di 50$ permetterebbe di installare in tutta tranquillità Mac OS X su comuni PC.
Secondo quanto scoperto da un noto OSX-hacker russo di nome Netkas e riportato da un sito russo, il nuovo software sarebbe in realtà un furto perpetrato ai danni della comunità hackintosh, in cui è costume consolidato rilasciare ogni tipo di software sotto licenze Open Source.
Insomma, Psystar non solo viola il copyright saltando a piè pari le limitazioni presenti in OS X, ma vende soluzioni software proprietarie defraudando i legittimi creatori del dovuto riconoscimento.

Psystar: Apple sveli i sistemi anti-copia di OS X

La battaglia legale fra Apple e Psystar continua. L’ultimo capitolo della saga fa seguito alle recenti richieste di Summary Judgement (giudizio anticipato) depositate presso la corte del Nord della California da entrambe le parti. Diversi stralci del documento depositato da Apple sono secretati, in ottemperanza ad un accordo firmato dal giudice Alsup poco dopo l’avvio del procedimento legale. Le parti che non possono comparire nei documenti pubblici sono quelle relative ai sistemi di sicurezza creati da Apple per impedire la contraffazione di OS X e l’installazione del sistema operativo su hardware non Apple.

Psystar adesso sostiene che quegli omissis non sono pertinenti, perché tali informazioni sono già disponibili su internet in via non ufficiale, e chiede perciò che la richiesta di Summary Judgement di Apple non venga accettata.

Psystar ed Apple chiedono il giudizio anticipato

Ci sono nuovi sviluppi nell’ormai noto caso Apple vs. Psystar. Sia il produttore di cloni con sede in Florida che l’azienda di Cupertino hanno depositato presso la corte del Nord della California una richiesta di Summary Judgement.
Si tratta di una procedura legale che permette di ottenere un giudizio da parte di una corte senza attendere lo svolgimento del processo in presenza di prove fattuali che depongano apertamente a favore di una delle due parti, tali da convincere il giudice dell’inutilità di un procedimento completo.

In parole povere sia Apple che Psystar hanno fornito al giudice William Alsup richieste che portano a supporto “prove evidenti” della rispettiva ragione, in modo che egli possa porre fine alla questione con un giudizio anticipato rispetto all’inizio del processo, previsto per gennaio 2010.

Psystar vuole certificare PC compatibili con Mac OS X

Ogni volta che pare aver toccato il fondo, la bancarottiera Psystar sembra mettersi d’impegno per dimostrare che al peggio non c’è mai fine. L’ultima idea dell’azienda di cloni Mac con sede in Florida, è quanto meno stupefacente: l’avvio di un sistema di certificazione OEM per tutti i produttori di PC che decideranno di adottare la tecnologia sviluppata da Psystar per l’installazione di Mac OS X su normali Personal Computer.

In pratica i produttori che decideranno di aderire (e pagare) potranno installare sui propri PC la tecnologia di virtualizzazione utilizzata dall’azienda, che permetterà di installare Snow Leopard su quei computer, garantendosi -udite udite- il bollino “Psystar Certified”.

Psystar vende cloni con Snow Leopard

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A nemmeno una settimana dal lancio del nuovo sistema operativo di Apple, Psystar, l’ormai nota azienda di cloni Mac, ha già iniziato a prendere ordini per i propri nuovi Open PC con Snow Leopard pre-installato. I cloni dotati di Mac OS X 10.6, dice l’azienda sul proprio blog, saranno disponibili a partire dalla prossima settimana.
Il produttore di cloni ha approfittato del lancio di Snow Leopard per aprire un altro fronte della guerra legale che lo contrappone all’azienda di Cupertino. Con una mossa analoga a quanto accaduto circa un anno fa Psystar ha denunciato Apple presso un tribunale della Florida per presunta violazione delle leggi anti trust.

Psystar: Phil Schiller era impreparato

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Nuovo capitolo della querelle Apple-Psystar. Questa volta le accuse vengono mosse da Psystar verso Apple ed il suo Senior Vice President del Worldwide Product Marketing: Phil Schiller.

La Psystar, tramite il suo blog, aveva diffuso nei giorni scorsi l’elenco dei dirigenti Apple che avrebbe chiamato a testimoniare sulla vicenda dei Mac Cloni tra cui figurava, per il 13 di agosto, proprio Phil Schiller che, a detta di Psystar, al momento della deposizione era “wholly unprepared and unwilling to testify” ovvero del tutto impreparato e poco disposto a testimoniare.