La scorsa settimana si sono sommate almeno un paio di notizie legali di rilievo relative a cause in cui è attualmente coinvolta Apple. Per i legali di Cupertino, in entrambi i casi, si tratta di buone nuove. La prima causa in questione è quella che vede contrapposto il co-fondatore di Microsoft, Paul Allen, e un buon numero di aziende della Silicon Valley. La seconda è l’ormai nota Apple VS HTC. L’ITC ha riconosciuto come valide le richieste di infrazione di due brevetti targati Cupertino da parte della fu High Tech Computer Corporation.
Paul Allen
Paul Allen ci riprova, rinnovata la causa contro Apple e altre aziende
Il co-fondatore di Microsoft Paul Allen non demorde e decide di continuare la sua battaglia contro Apple, Google e altre grandi aziende, ree, secondo lui, di aver violato la proprietà intellettuale della sua Interval Licensing, la società detentrice dei brevetti registrati da Interval Research, l’azienda di Allen chiusa nel 2000.
Verso fine agosto Allen aveva denunciato Apple, Google, eBay, Facebook, Youtube ed altre grandi aziende del settore IT lamentando la violazione di brevetti sull’e-commerce. A inizio dicembre il giudice del Tribunale Distrettuale, Marsha Penchman, aveva rigettato la causa, accogliendo le richieste di Apple e Google, perché troppo vaga. Secondo la Corte era addirittura difficile per gli accusati capire da cosa si sarebbero dovuti difendere. Ai legali della Interval Licensing erano state concesse circa due settimane per rivedere la causa e presentarne una versione riveduta e corretta.
Paul Allen, primo stop per la causa contro Apple e Google
Un paio di mesi fa il co-fondatore di Microsoft Paul Allen ha deciso di denunciare mezza Silicon Valley. 11 aziende dell’IT fra cui Apple, Google e Facebook sarebbero colpevoli secondo Allen di aver violato la proprietà intellettuale di una sua azienda, la Interval Licensing, nata negli anni novanta appositamente per custodire una serie di generici brevetti connessi in qualche modo alle tecnologie utilizzate praticamente da tutte le maggiori aziende dell’IT e da poco defunta.
Un vero e proprio caso di patent trolling, lo aveva definito Mark Lemley, docente di legge presso la Stanford University e specializzato in proprietà intellettuale. Proprio per questo sia Apple che Google avevano avanzato le proprie richieste di archiviazione. Venerdì scorso il Giudice Distrettuale Marsha Penchman ha deciso di accogliere tali richieste e ha sentenziato che le accuse sono troppo generiche e per gli accusati è addirittura troppo difficile capire davvero bene che cosa dovrebbero difendere.