iPhone e geo-location: due parlamentari U.S.A. chiedono spiegazioni

Con l’uscita di iOS 4 Apple ha provveduto a modificare i termini di iTunes Store per adattarli alle novità del rinnovato sistema operativo e per ricomprendere nei termini d’uso alcuni aspetti relativi ad iAd, il network pubblicitario mobile che partirà ufficialmente il primo di luglio.

A Cupertino hanno pensato anche che fosse il momento di dare una rinfrescata alla propria privacy policy e hanno dato una sistemata al documento ufficiale inserendo un paragrafo sulla condivisione delle informazioni di geo-localizzazione che ha provocato ondate di indignazione nei media (con punte di notevole isterismo complottista).

Ora due congressmen statunitensi, il democratico Edward J. Markey (Massachussets) e il repubblicano Joe Barton (Texas) hanno chiesto spiegazioni su quelle modifiche direttamente a Steve Jobs.

iAd, la nuova privacy e l’opzione di Opt-out

Una delle principali novità di iOS 4 è senza dubbio iAd, il network pubblicitario di Apple che verrà avviato ufficialmente il 1° luglio. Manca poco alla partenza del servizio e come comprensibile Apple ha proceduto a modificare termini e condizioni di iTunes Store e di iOS 4 in modo da ricomprendere alcuni aspetti relativi al tracciamento delle informazioni degli utenti a fini pubblicitari.

In particolar modo i termini di iTunes Store sono stati modificati per poter ricomprendere l’opzione di opt-out dai servizi di raccolta delle informazioni profilate, mentre nel nuovo documento sulla privacy pubblicato ieri l’azienda dice esplicitamente che in alcuni casi le informazioni sulla posizione geografica degli utenti possono essere collezionate a fini pubblicitari e per l’implementazione di alcuni servizi.

WWDC 2010: Bumper, giroscopio e iAd

Come di consueto, quando Steve Jobs presenta un nuovo dispositivo come iPhone 4 di ieri, alcune cose rischiano di passare più inosservate di altre. In questo articolo ne raccogliamo alcune delle quali si è parlato meno come i Bumper colorati per iPhone 4, il nuovo giroscopio e iAd.

Google: FTC approva l’acquisizione di AdMob

Durante la giornata di ieri la U.S Federal Trade Commission (FTC) ha approvato, con 5 voti favorevoli contro 0, l’acquisizione di AdMob per 750 milioni di dollari da parte di Google. Al di là dell’aspetto di cronaca, la notizia può diventare interessante se interpretata con una certa chiave di lettura.

Tra le motivazioni espresse, infatti, viene citata Apple e il suo nuovo servizio di advertising mobile iAd, sottolineando come l’acquisizione di AdMob sia giustificata da un crescente livello di competitività nel settore pubblicitario. In pratica, secondo la Commissione, la scelta di Apple di lanciare un proprio servizio di advertising ha “oscurato” i problemi di antitrust legati all’acquisizione di AdMob da parte del concorrente Google.

Apple introduce il programma “ViP” per applicazioni iPhone

Con il rilascio dei termini di licenza dell’ultimo iPhone OS 4 (a causa dei quali Apple potrebbe essere oggetto di un’indagine dell’antitrust), oltre le varie dispute riguardo il divieto di utilizzare cross-compiler, si è capito che Apple avrebbe trovato il modo di fornire ad iAd una posizione privilegiata rispetto agli altri network di advertising per dispositivi mobili.

TechCrunch è venuto a conoscenza di una mail con allegato (l’immagine di apertura) inviata da Quattro Wireless (recentemente acquisita da Apple) ad un developer di applicazioni per iPhone nella quale si legge: “Siamo lieti di annunciare il lancio di un nuovo programma durante questo mese chiamato ViP (Verification of iTunes Purchase).”

Robert Reich difende Apple e l’innovazione

“Perché la Federal Trade Commission minaccia Apple con la possibilità di una causa legale per abuso del proprio potere economico,  ma non alza neppure un sopracciglio contro la crescente ed enorme forza economica (e politica) della JP Morgan Chase o di una qualsiasi altra delle quattro grandi banche di Wall Street?”

Se lo chiede Robert Reich, professore di Diritto Pubblico a Berkeley e Segretario del Lavoro sotto la presidenza Clinton, in un intervento dal titolo eloquente, “Apple isn’t the Problem. Wall Street’s Big Banks are the Problem”, pubblicato sul suo blog e sull’Huffington Post.

Il tema dell’articolo è l’indiscrezione su una possibile indagine dell’antitrust nei confronti di Apple a seguito dell’inclusione di alcune postille nei Terms Of Service del SDK di iPhone OS 4 che impediscono l’uso di compilatori cross platform di terze parti come l’iPhone packager di Flash CS5 e la collezione e la condivisione di alcune tipologie di dati di profilazione degli utenti da parte delle apps, una mossa che potrebbe favorire iAd (sempre che la piattaforma di Apple usi davvero quei dati una volta a regime).

Indagini antitrust anche per iAd?

Secondo quanto riportato ieri dal New York Post, la Federal Trade Commission e il Dipartimento di Giustizia statunitense sanno lavorando ad un’indagine antitrust preliminare nei confronti di Apple per il blocco dei compilatori cross-platform per iPhone, introdotto nei T.O.S. del nuovo SDK per iPhone OS 4.

Il Wall Street Journal ha ripreso e confermato la notizia, conferendo un pizzico di credibilità in più all’indiscrezione. Secondo i reporter Thomas Catan e Yukari Iwatari Kane le autorità antitrust stanno cercando di fare chiarezza anche in merito ad un’altra sezione dei TOS che impedirebbe agli sviluppatori, di trasmettere dati analitici a terzi. Il sospetto è che in questo modo Apple potrebbe impedire l’accesso ai dati pubblicitari per i servizi concorrenti favorendo di fatto la propria nuova piattaforma iAd.

iAd: pubblicità per un milione di dollari?

Secondo quanto riporta MacRumors, in un articolo apparso sul The Wall Street Journal si legge che Apple avrebbe intenzione di far pagare fino a un milione di dollari le aziende interessate a partecipare come inserzionisti per la nuova piattaforma di advertising mobile iAd.

Addirittura, le aziende interessate ad essere partner del lancio del nuovo servizio potrebbero pagare fino a 10 milioni di dollari. Cifre di queste dimensioni confermano che Apple mira ad attirare soprattutto aziende di grosso calibro piuttosto che piccole realtà al momento presenti nelle pubblicità che siamo abituati a consultare sui nostri iPhone.

Le agenzie pubblicitarie iniziano a ricevere dettagli su iAd

Dopo la presentazione della nuova piattaforma per l’advertising mobile di Apple, iAd, iniziano ad emergere i primi dettagli a riguardo.

La notizia, riportata da MacRumors, arriva dall’agenzia pubblicitaria Hill Holliday che, tramite Ilya Vedrashko, ha pubblicato un paio di giorni fa un post nel quale viene raccontato il primo incontro con il team iAd di Apple. In tale occasione, le parti hanno parlato a proposito delle intenzioni dell’azienda di Cupertino riguardo il settore della pubblicità su dispositivi mobili.

iAd piace al CEO di Google


L’introduzione di iAd, la nuova piattaforma Apple per la distribuzione di pubblicità sui dispositivi mobili della Mela, ha raccolto il plauso di Eric Schmidt, CEO di Google. Si pensava che Mountain View non vedesse di buon occhio questa palese invasione di campo ma evidentemente era un conclusione un po’ troppo affrettata.

La verità è che il successo di iAd e l’affermazione di un competitor forte nel settore dell’advertising online su dispositivi mobili è funzionale alle strategie di Google. Big G è ancora sotto la lente della Federal Trade Commission a seguito dell’acquisizione di AdMob, un’operazione che secondo molte fonti la Commissione sarebbe fermamente intenzionata a bloccare.

Steve ed Eric: un caffé per fare la pace?

Sebbene negli ultimi tempi le notizie riguardanti i due CEO, Steve Jobs ed Eric Schmidt, riportano più che altro liti furibonde e dichiarazioni al vetriolo, qualcuno ha scattato loro qualche foto mentre chiacchierano fuori da un bar a Palo Alto e le ha inviate a Gizmodo.