Il co-fondatore di Microsoft apre la guerra dei brevetti

Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, il co-fondatore di Microsoft, Paul Allen, ha sporto denuncia nei confronti di Apple e di altre corporation per la presunta infrazione di brevetti posseduti dalla sua azienda. Nella giornata di venerdì Allen ha praticamente denunciato mezza Silicon Valley, accusando i giganti di Internet come Facebook, Google e eBay di aver fatto fortuna utilizzando quella che lui ritiene tecnologia propria.

Rivolgendosi alla corte di Seattle il cinquantasettenne esperto di software rivendica i diritti di funzionalità che troviamo tutti i giorni navigando sul Web e per le quali le aziende che ne fanno uso dovrebbero pagare le rispettive royalty. Che la battaglia abbia inizio; nessuna delle aziende chiamate in causa è disposta ad accettare le accuse del signor Allen. Un portavoce di Google, ad esempio, ha dichiarato che “Questa causa contro alcune delle più innovative aziende americane riflette l’infelice abitudine di alcune persone nel competere presso le aule di tribunale piuttosto che sul mercato”.

Larry Page accusa Jobs di voler “riscrivere la storia”

Le calde temperature estive hanno riacceso il dibattito tra Google ad Apple, ormai acerrimi rivali nel settore della telefonia mobile. In base a quanto riportato dall’agenzia Reuters, Larry Page (co-fondatore di Google) ha accusato l’amministratore delegato di Apple, Steve Jobs, di aver “riscritto la storia” nelle sue dichiarazioni effettuate negli ultimi mesi.

L’argomento del dibattito è, come potete immaginare, il duello tra Android e iPhone. Secondo Jobs, infatti, Google ha seguito (in senso cronologico) Apple nel settore degli smartphone con la piattaforma open-source Android.

Nuova finestra Compose per Gmail su iPad

Il 3 aprile scorso, in concomitanza con il lancio statunitense dell’iPad, Google lanciò una nuova versione del proprio client di posta online in HTML5 ottimizzata per l’iPad. Senza dubbio molti degli utenti iPad sanno di cosa sto parlando e utilizzano l’interfaccia di Gmail quotidianamente.

Da ieri c’è un’ulteriore novità. L’interfaccia di composizione della email non occupa più la sezione a destra del menu, ma cliccando sul bottone per la creazione di un nuovo messaggio nella versione per iPad di Gmail si apre in una finestra flottante dedicata che permette di focalizzare meglio l’attenzione sulla scrittura del messaggio e sfrutta maggiormente la larghezza dello schermo.

Google abbandona Windows e passa a Mac OS?

In base a quanto riportato dal Financial Times, Google si troverebbe in una fase di transizione per quanto riguarda la scelta del sistema operativo da installare sui propri computer.

Molti impiegati di BigG avrebbero confermato che le direttive sono quelle di abbandonare Windows, praticamente installato sulla maggior parte delle macchine client, per motivi di sicurezza. La transizione, che coivolgerebbe oltre 10.000 impiegati in tutto il mondo, sarebbe iniziata lo scorso gennaio, a causa degli ingenti attacchi informatici subiti in seguito all’annuncio di cessare la censura sulla ricerche in Cina.

Google I/O: iPad VS Android

Si è da poco chiusa Google I/O 2010 , la due giorni di Big G dedicata agli sviluppatori durante la quale Google ha presentato numerose novità e innovazioni. Uso volutamente la parola “innovazioni” perché l’impressione generale che ho ricavato da questo evento è sicuramente positiva. Per quanto uno possa reputare iPhone OS superiore ad Android (e sotto certi versi è innegabile che lo sia, sotto altri punti di vista è vero il contrario) è sicuramente cosa buona e giusta l’esistenza di un concorrente forte nel mercato delle piattaforme mobili.

Ci sono però alcuni aspetti in cui Google dovrebbe imparare molto da Apple e uno di questi è  senza dubbio il planning dei keynote. Questi eventi sono una vetrina dell’immagine pubblica dell’azienda e svolgono un grosso ruolo nella percezione generale del brand. Ecco perché scivoloni come quello mostrato dal video in apertura si potrebbero evitare. Non ho ben capito perché abbiano voluto farlo, ma sta di fatto che durante il keynote di mercoledì scorso, per mostrare la stessa applicazione su iPhone OS e Android, è stato scelto di mettere a confronto un iPad con uno smartphone Android, con risultati tutt’altro che brillanti per quest’ultimo.

Google acquisisce BumpTop 3D Desktop Environment

Durante lo scorso weekend, i dirigenti di Google hanno lavorato per l’acquisizione della società che ha realizzato BumpTop 3D, un software molto originale che permette di trasformare la vostra scrivania in un ambiente tridimensionale.

BumpTop, del quale solo recentemente è stato realizzato il porting per Mac OS X (nasce, infatti come software per Windows) modifica la scrivania del Mac da 2D in 3D, offrendo la possibilità di impilare i documenti uno sopra l’altro, appendere foto sulle pareti, scrivere post-it e attaccarli dove volete e nello stesso tempo usare le funzioni del sistema operativo come Exposé, Spaces e QuickLook.

Google compra Agnilux, la startup degli ex di PA Semi

Google ha effettuato di recente l’acquisizione di Agnilux, una startup creata da Dan Dobberpuhl e altri ex ingegneri di PA Semi, l’azienda produttrice di chip che Apple ha acquisito nel 2008.
La fondazione di Agnilux, il cui nome è formato dalle parole “agni” – fuoco in sanscrito – e “lux” – luce in latino -, è abbastanza recente e pare che Dobberpuhl ed altri abbiano reinvestito nell’azienda una parte del capitale incassato dalla vendita di PA Semi ad Apple.

Questo è più o meno tutto ciò che si sa su Agnilux, dato che al momento non vi è alcuna informazione pubblica sulla tecnologia che l’azienda sta sviluppando e che avrebbe fatto così tanta gola a Google. Gli ingegneri di PA Semi che ora lavorano per la nuova startup erano abituati ad avere a che fare con aziende del settore della difesa, prima di passare un periodo di almeno un anno alle dipendenze di Apple. E’ facile capire perché fino ad ora siano stati così bravi a mantenere il segreto su ciò a cui sta lavorando Agnilux.

Le agenzie pubblicitarie iniziano a ricevere dettagli su iAd

Dopo la presentazione della nuova piattaforma per l’advertising mobile di Apple, iAd, iniziano ad emergere i primi dettagli a riguardo.

La notizia, riportata da MacRumors, arriva dall’agenzia pubblicitaria Hill Holliday che, tramite Ilya Vedrashko, ha pubblicato un paio di giorni fa un post nel quale viene raccontato il primo incontro con il team iAd di Apple. In tale occasione, le parti hanno parlato a proposito delle intenzioni dell’azienda di Cupertino riguardo il settore della pubblicità su dispositivi mobili.

iAd piace al CEO di Google


L’introduzione di iAd, la nuova piattaforma Apple per la distribuzione di pubblicità sui dispositivi mobili della Mela, ha raccolto il plauso di Eric Schmidt, CEO di Google. Si pensava che Mountain View non vedesse di buon occhio questa palese invasione di campo ma evidentemente era un conclusione un po’ troppo affrettata.

La verità è che il successo di iAd e l’affermazione di un competitor forte nel settore dell’advertising online su dispositivi mobili è funzionale alle strategie di Google. Big G è ancora sotto la lente della Federal Trade Commission a seguito dell’acquisizione di AdMob, un’operazione che secondo molte fonti la Commissione sarebbe fermamente intenzionata a bloccare.

Google annuncia Gmail per iPad

Come riporta MacRumors, nella giornata di ieri Google ha annunciato la disponibilità di una versione del proprio servizio di posta elettronica, Gmail, realizzata ad-hoc per iPad.

Gmail è stato adattato all’utilizzo con iPad attraverso l’utilizzo dell’HTML5 per dispositivi portatili (anche a causa del mancato supporto a Flash di Adobe). L’interfaccia grafica presenta due colonne e ricorda quella del programma nativo Mail presente nel tablet di Apple.

Google su iPhone vale 100 milioni l’anno

Forse vi ricorderete che qualche tempo fa alcune indiscrezioni collaterali ai rumors su un possibile accordo fra Apple e Microsoft per introdurre di default la ricerca internet con Bing su iPhone e iPod touch a danno di Google sostenevano la possibilità che Apple fosse interessata alla realizzazione di un proprio motore di ricerca.

Secondo quanto riporta SiliconAlleyInsider, citando fonti vicine alle operazioni di Apple, l’azienda di Cupertino ha almeno un buon motivo per non avventurarsi nel confuso mercato della ricerca su internet. Quel motivo è l’assegno da cento milioni di dollari firmato Google che Apple incassa ogni anno grazie all’accordo di revenue share con il gigante di Mountain View.

Google Chrome per Mac: nuova beta con le estensioni


Google ha annunciato la release di una nuova beta pubblica di Google Chrome per Mac. La nuova versione preliminare del software è la 5.0.307.7 ed è un upgrade importante perché per la prima volta rende disponibile le estensioni, la sincronizzazione dei bookmark ed altre funzionalità del browser anche sulla versione destinata ad un utenza più ampia.
Queste caratteristiche non erano disponibili nella prima beta pubblica di Chrome per Mac rilasciata a dicembre da Google, ma potevano già essere testate nelle versioni beta destinate ai developers.

Per aggiornare il browser di Google, se lo avete già installato sul vostro Mac, selezionate “Informazioni su Google Chrome” dal menu Chrome e verificate la versione disponibile. Se non vi viene ancora proposto l’aggiornamento (dovrebbe essere questione di qualche ora), o non avete ancora installato Chrome, potete scaricare la nuova beta direttamente dalla pagina dedicata ed installarla manualmente.

Un motore di ricerca targato Apple è possibile? [Sondaggio]

Partiamo da un dato di fatto: fra Apple e Google è guerra fredda. Pur volendo essere meno tragici, si può dire con certezza che i rapporti fra Cupertino e Mountain View non sono buoni. Tutto è iniziato con le dimissioni di Eric Schmidt, CEO di Google, dal consiglio di amministrazione di Apple. Google si è messa in testa di fare un suo browser, Chrome, un suo sistema Operativo, Chrome OS, e il suo personale iPhone-killer-che-non-killa, il Nexus One.

Poi ci sono state le schermaglie delle acquisizioni: Google che si è presa AdMob (si pensa strappandola ad Apple) ed Apple che si è presa LaLa (la voleva Google). Poi c’è stata pure Quattro Wireless, diretta concorrente di AdMob inglobata dall’azienda di Cupertino, in previsione di futuri sviluppi nel settore dell’advertising mobile in cui iPhone e iPod touch sono diventati ormai i dispositivi di riferimento.

Le ultime indiscrezioni, provenienti da fonti attendibili come BusinessWeek e CNBC, suggeriscono un avvicinamento fra Apple e Microsoft al fine di portare Bing su Safari Mobile.
L’attacco finale, secondo gli analisti, potrebbe essere a questo punto il lancio, in futuro, di un motore di ricerca targato Apple, che possa diventare un diretto concorrente di Google nel suo settore di appartenenza e permetta a Cupertino di controllare tutto “l’ecosistema”. Ma è davvero uno scenario possibile?

Bing al posto di Google su Safari Mobile?

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Un articolo su Businessweek riporta che attualmente Apple e Microsoft sono in trattativa per rimpiazzare Google come motore di ricerca predefinito su iPhone con la creatura di Microsoft: Bing.com

I ragazzi di iPhoner avevano già segnalato questa possibilità qualche giorno fa, praticamente adducendo i medesimi motivi di Businessweek, e cioè la crescente concorrenza tra Apple e Google, dovuta soprattutto al lancio del Nexus One.

Apple pronta a rivoluzionare anche il mobile advertising?

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Il noto settimanale di economia BusinessWeek riporta che presto potrebbe accendersi una forte rivalità tra Apple e Google non soo per quanto riguarda i device (iPhone Vs Nexus One): oggetto del contendere sarebbe anche il mobile advertising che secondo Steve Jobs necessiterebbe di un rapido e marcato cambiamento (“Jobs has recognized that “mobile ads suck” avrebbe dichiarato al settimanale una fonte molto vicina all’iCEO).

Apple, mettendo le mani sulla piattaforma attuale di mobile advertising, potrebbe proporne una “talmente rivoluzionaria” da diventare il nuovo punto di riferimento al posto dell’attuale AdMob (società da poco inglobata da Google). Si spiega così la recente acquisizione di Quattro Wireless, già acerrimo rivale di AdMob: per vincere in fretta la guerra, infatti, Apple necessita di un’infrastruttura già avviata che possa essere opportunamente modificata.

Google Chrome supera Apple Safari

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La battaglia tra i browser ha trovato un nuovo contendente all’altezza della situazione: Google Chrome. Secondo i dati forniti da Net Applications, il nuovo browser di Google ha superato Safari di Apple aggiudicandosi il terzo gradino del podio per quanto riguarda la classifica dei Web browser, grazie al recente rilascio delle beta per Mac e Linux.

La quota di mercato del browser di BigG è balzata al 4,4% nella settimana tra il 6 ed il 12 dicembre, stando alle dichiarazioni degli esperti. Un incremento dello 0,4% se paragonato ai dati di novembre, basato sull’analisi di 160 milioni di utenti unici che hanno visitato i 40,000 siti web monitorati da Net Applications. Tuttavia, il distacco dal browser di Cupertino è davvero irrisorio dal momento che la quota attribuita a Safari è del 4,37% (solo lo 0,03% in meno).

Apple vicina all’acquisizione del provider VoIP iCall?

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La prossima azienda nel mirino di Apple sarebbe iCall, secondo una fonte riportata da Silicon Alley Insider. Dopo i rumors sul presunto rinnovamento di iTunes e del suo modello di vendite e l’acquisizione di Lala, Apple sarebbe pronta ad investire nel mondo della comunicazione VoIP (acronimo di Voice Over IP). iCall è un provider di telefonia VoIP che fornisce già un client per i suoi servizi su Windows e su iPhone. Le due aziende sembrerebbero in contatto per definire un accordo che potrebbe concludersi per una cifra che si aggira intorno ai 50-60 milioni di dollari.

Apple ha grandi disponibilità di denaro. E si vede. Questo è un grande periodo per l’azienda di Cupertino che non ha risentito affatto della crisi internazionale. Anzi, mentre le grandi aziende continuano a chiudere stabilimenti e licenziare personale, Steve Jobs e soci mettono a frutto piccole porzioni dell’ingente capitale di liquidità accumulato da Apple negli ultimi anni acquisendo “piccole” compagnie emergenti. Non solo successi però, da questo punto di vista per Apple, visto che di mezzo si mette Google che fa lo “sgambetto”, come nel caso dell’accordo sfumato all’ultimo con Admob.

Benchmark: Safari leggermente più veloce di Chrome su Mac

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Tra le caratteristiche del primo browser di Google, del quale è stata rilasciata la prima beta pubblica per Mac OS X, è balzata all’occhio la velocità che possiede nel caricamento e nel rendering delle pagine. Non potevano mancare, pertanto, i risultati dei benchmark condotti per mettere a confronto le prestazioni tra quattro dei browser più diffusi al momento: Firefox, Safari, Opera e lo stesso Chrome.

ComputerWorld ha pubblicato i risultati prodotti dal SunSpider JavaScript benchmarking test, mostrando come Chrome abbia delle ottime prestazioni (ed è ancora una beta, precisiamo) ma è ancora leggermente peggiore dell’ultima versione di Safari. Tuttavia, Chrome si classifica al secondo posto precedendo Firefox 3.6 Beta 4 e Opera 10.10.

Google Chrome Beta per Mac – la recensione di TAL

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Come sicuramente avrete già avuto modo di leggere su TAL, da qualche giorno è disponibile la versione beta per Mac OS X di Chrome, il browser progettato da Google. Proprio perché si tratta di una beta non sono ancora state implementate tutte le funzionalità che presenta la release definitiva per i sistemi Windows. Nonostante quasi un anno di lavoro e 73.804 linee di codice, le funzionalità mancanti sono:

– Gestione e sincronizzazione dei segnalibri
– Compatibilità con Google Gears
– Modalità Web App
– Compatibilità con le gesture multitouch
– Modalità tutto schermo
– Task Manager
– Compatibilità con tutte le estensioni
– Invio automatico della pagina via email
– Gestione dei cookie
– Gestione dei certificati
– Gestione carattere e lingua

D’altro canto, per essere una beta, si è dimostrato un browser già abbastanza maturo; ho avuto modo di testarlo anche nella sua precedente versione per developers e devo dire che in quanto ad efficienza e velocità non ha nulla da invidiare ai più maturi rivali come Safari, Firefox e Internet Explorer. Passiamo ad un’analisi più approfondita.