A dire il vero, a fare compagnia ad Apple, stavolta ci sono altre 35 aziende (tra cui Google), nella classica azione legale “cumulativa” per presunta violazione di brevetti, in cui una singola società (questa volta interpretata da InNova che, a giudicare dal sito web non dovrebbe neanche sapere che cosa sia il settore informatico) chiede risarcimenti a destra e a sinistra, cavandone generalmente qualcosa.
Cause legali
Apple contesta ad HTC la violazione di altri due brevetti
Una nuova denuncia depositata dai legali di Apple presso la corte distrettuale di Wilmington, stato del Delaware, riaccende lo scontro con HTC. Gli avvocati della squadra di Bruce Sewell contestano altri due brevetti al produttore di smartphone Taiwanese, che si sommano quindi ai 20 già contestati da Apple nell’ambito della causa intentata contro la High Tech Computer all’inizio di marzo.
I due “patents” di cui Apple lamenta la violazione sono il numero 6.282.646 e 7.380.116 e, seppure registrati e approvati in periodi differenti, entrambi riguardano la stessa tecnologia e riportano lo stesso titolo: “Sistema per l’adattamento in tempo reale ai cambiamenti nelle configurazioni di un display”.
I dipendenti del Genius Bar portano Apple in tribunale
A quanto pare non bastavano le decine di cause che ogni giorno Apple riceve da aziende concorrenti, ora ci si mettono anche i dipendenti a remarle contro.
Scherzi a parte, alcuni dipendenti del Genius Bar, sempre pronti a fornire assistenza ai clienti negli Apple Store, hanno denunciato Apple per alcune violazioni contrattuali, come la negazione dei periodi di risposo concordati e mancato pagamento degli straordinari.
Nokia denuncia ancora Apple per l’iPad 3G
Nokia ha sferrato un altro attacco legale nei confronti di Apple. Il produttore finlandese ha denunciato l’azienda di Cupertino presso un tribunale federale del Wisconsin Occidentale per la presunta violazione di alcuni brevetti. A questo giro i dispositivi incriminati sono l’iPad 3G e, ancora una volta, l’iPhone.
I brevetti di cui Nokia contesta la violazione ad Apple in questo caso sono relativi a “tecnologie per la trasmissione potenziata di dati e voce, all’utilizzo di dati di posizionamento nelle applicazioni e ad innovazioni nella configurazione delle antenne che permettono una migliore performance e consentono di ottenere dispositivi più piccoli e più compatti”.
Ciribiribì! Kodak denuncia Apple e RIM
La Eastman Kodak Company ha annunciato di aver depositato una denuncia nei confronti di Apple e Research In Motion presso la U.S. International Trade Commission. La nota multinazionale del settore fotografico sostiene che Apple e R.I.M abbiano utilizzato rispettivamente nell’iPhone e nei BlackBerry alcune tecnologie brevettate senza versare, negli anni, le royalties dovute. Contestualmente Kodak ha denunciato Apple presso il tribunale del Western District di New York per la violazione di altri brevetti relativi alle fotocamere digitali e all’utilizzo di alcuni non meglio specificati processi computerizzati.
Il “pre-snoop” costa 21,7 milioni di dollari ad Apple
Un duro colpo per Apple arriva dalla Corte Distrettuale del Texas che l’ha giudicata colpevole di aver infranto un brevetto posseduto da OPTi Inc.
Il verdetto finale è stato emanato dalla corte per la causa in corso tra OPTi Inc. e Apple Inc. La disputa è focalizzata sull’utilizzo di una tecnologia brevettata di “pre-snoop” ed è apparentemente legata al brevetto statunitense N° 6,405,291, intitolato “Predictive Snooping of Cache Memory for Master-Initiated Accesses”.
Nokia Vs Apple, come Golia contro Golia
È da poco scoppiata una nuova causa contro Apple, questa volta accusata dall’azienda numero uno nel settore della telefonia, Nokia, per la violazione di una decina di brevetti riguardanti tecnologie GSM, UMTS e WLAN, di cui abbiamo già parlato qualche giorno fa.
La contromossa di Apple, alle accuse di Nokia, non si è fatta attendere; come prevedibile, a Cupertino non hanno certo intenzione di dargliela vinta così facilmente e hanno dichiarato di voler reagire con forza alle accuse dell’azienda finlandese.
The Company’s response to the complaint is not yet due. The Company intends to defend the case vigorously.
Apple citata in giudizio per violazione di un brevetto di Eolas
Che i legali di Apple abbiano un bel po’ da fare non è certo un mistero. L’ultima causa contro l’azienda di Jobs parte dall’ipotesi di una violazione di brevetto di cui Apple si sarebbe resa colpevole.
A farle compagnia, in questo caso, ci sono addirittura altre 22 grandi imprese (tra cui Adobe, Amazon, Argosy Publishing, Blockbuster, CDW Corporation, Citigroup, Ebay, Frito-Lay, GoDaddy, Google, J.C. Penney, JP Morgan Chase & Co., New Frontier Media, Office Depot, Perot Systems Corp., Playboy, Rent-A-Center, Staples, Sun Microsystems, Texas Instruments, Yahoo e YouTube), tutte accusate di aver violato un brevetto di proprietà della società Eolas riguardante l’integrazione di contenuti web interattivi nei siti delle aziende (e non solo).
Apple ed Eminem fanno pace, fuori dai tribunali
Ricordate la vicenda giudiziale tra la Eight Mile Style ed Apple di cui vi abbiamo parlato qualche giorno fa? La prima aveva citato in giudizio Apple e la Aftermath Records sostenendo che nessuna delle due società aveva i diritti per la vendita, via download digitale, di alcuni brani del rapper di Detroit, circa un centinaio, che quindi venivano venduti illegalmente in iTunes Store, generando profitti che si aggiravano sui due milioni e mezzo di dollari (indebitamente sottratti ad Eight Mile Style).
Diritti sulle foto, Psihoyos torna all’attacco
Louie Psihoyos è un fotografo professionista veterano del National Geographic il cui nome vi dirà ben poco. Almeno una volta, però, vi sarete imbattuti in uno dei suoi scatti più famosi, intitolato “The Information Revolution: 500 monitors” (a sinistra nella foto in alto).
Dopo il lancio di Apple TV Psihoyos denunciò Apple perché l’immagine pubblicitaria di Apple TV, seppur completamente originale, era chiaramente ispirata alla sua opera più famosa. La causa si risolse con un nulla di fatto, dato che il fotografo ritirò la denuncia dopo circa 4 mesi.
Adesso però Psihoyos è tornato alla carica e ha denunciato Apple per l’utilizzo improprio di un’altra immagine, intitolata “One Thousand Televisions in the Information Age” e basata su un rifacimento dell’originale, all’interno dell’applicazione i.TV.
Apple iTunes e antitrust: DVD Jon diventa protagonista
Photo Credits: Cocoia Blog
Jon Lech Johansen, il programmatore norvegese meglio noto come DVD Jon, padre del software doubleTwist, è stato chiamato in causa nel caso noto come Apple iTunes iPod antitrust litigation, vale a dire il procedimento contro il sistema Fair Play che prese il via nel 2005 dalla denuncia dell’utente iTunes Thomas Slattery e che da allora si è “fuso” con altre due cause simili (fonte: wiki).
A DVD Jon è stato inviato un ordine di subpoena che obbliga il programmatore a produrre tutti i documenti che testimonino il suo rapporto con Apple. Gli avvocati dell’accusa vogliono capire a fondo quali rapporti intercorrano fra Johansen e l’azienda di Cupertino in relazione a doubleTwist. Il software di Jon permette agli utenti di sincronizzare moltissimi player MP3 o smartphone con la propria libreria musicale iTunes (comprese le tracce acquistate da iTunes Store), una pratica che Apple impedisce attraverso il sistema Fair Play, ovvero proprio la tecnologia chiamata in causa nel procedimento legale.
Brevetti: nuova causa contro Apple, Microsoft e altri
Un’azienda pressoché sconosciuta fino ad oggi e che risponde al nome di Tsera LLC ha fatto causa ad Apple, Microsoft e molti altri produttori di lettori MP3 portatili per violazione di un brevetto del 2003 relativo ai touchpad di cui sono dotati tali dispositivi (la clickwheel nel caso di iPod, altri sistemi nel caso di altri produttori).
L’azienda, che ovviamente mira ad incassare dei bei soldoni con questa causa, è depositaria di un brevetto dal vago contenuto che descriverebbe, per l’appunto, un sistema per l’immissione di comandi attraverso comandi tattili che non richiedono un riscontro visivo.
Apple citata perché promuove iPhone come un ebook reader?
La MONEC Holding Ltd, che ha sede in quella tranquilla e pacifica Svizzera, ha citato in giudizio Apple per la presunta violazione di un brevetto depositato dalla MONEC circa sette anni fa.
Più che di una violazione vera e propria, stavolta sembra che siamo di fronte a un accanimento praticamente ingiustificato nei confronti di Cupertino; non solo il brevetto tutela un ipotetico (e assolutamente generico) dispositivo elettronico dotato di schermo LCD e touch-screen con funzionalità di ebook reader, ma soprattutto qui si sta parlando di iPhone che, tra le altre cose può anche essere un lettore di ebook, ma prima di tutto è uno smartphone e la funzionalità di ebook reader è solo un’applicazione che si può acquistare in un secondo momento (tra le tante disponibili).
Le E-Mail che potrebbero “inguaiare” Apple
Il caso Apple vs. Psystar sembra aver preso una piega decisamente favorevole ad Apple, ma ha contribuito a portare alla luce un problema non trascurabile: l’azienda di Cupertino non ha mai istituito una procedura standard di archiviazione delle E-Mail e dei documenti elettronici dei dipendenti. L’uso di una E-documents retention policy a livello aziendale non è obbligatorio per se ma in sede processuale una public company ha l’obbligo di produrre documenti rilevanti alla causa anche qualora essi risalgano a molti anni prima.
L’assenza di una procedura di archiviazione di tali files a livello aziendale potrebbe risultare nell’impossibilità di recuperare documenti necessari ad un dibattimento e dunque tradursi in multe salatissime, previste come pena per questa negligenza.
Apple chiude una causa ma incassa una nuova accusa
Il 2008 porta con se nuovi impegni per il team legale di Apple. Nei giorni scorsi l’azienda di Cupertino ha raggiunto un accordo extra giudiziale con Intertainer per porre fine ad una causa relativa alla violazione di un brevetto per la distribuzione dei contenuti multimediali online. Allo stesso tempo gli avvocati della mela si trovano a dover fronteggiare una nuova accusa per il presunto monopolio che l’azienda avrebbe instaurato proprio nel mercato della musica online.