iPod, iTunes e i DRM: procede la class action

Nel 2011 la corte del Northern District of California ha approvato lo status di class action per una vecchia causa contro Apple relativa alle restrizioni imposte dall’azienda agli utenti iPod con l’applicazione dei DRM Fair Play.

E’ una vecchia storia, di cui abbiamo parlato più volte: nel 2005 tre utenti fecero causa a Cupertino accusando l’azienda di comportamento anti-concorrenziale perché i propri iPod non erano in grado di riprodurre musica (protetta da DRM non Apple) acquistata da altri store musicali diversi da iTunes e allo stesso tempo la musica acquistata da iTunes Store non poteva essere riprodotta su altri lettori.

Si tratta di una causa che si regge su presupposti un po’ instabili ma che adesso una firm di consulenza legale che ha preso in carico la gestione della class action vuole sfruttare fino in fondo. Nei giorni scorsi una buona parte di coloro che hanno acquistato un iPod fra il 12 settembre 2006 e il 31 marzo 2009 sono stati avvisati tramite email della propria “partecipazione automatica” alla class action.

I CEO di Apple e Samsung si incontreranno per tentare l’accordo sui brevetti

Il CEO di Apple Tim Cook e il CEO di Samsung Gee-Sung Choi si incontreranno presso un tribunale di San Francisco discutere di un potenziale accordo che ponga fine alla battaglia legale in corso fra le due aziende.
L’incontro, che tecnicamente prende il nome di Magistrate Judge Settlement Conference, sarà presieduto e moderato dal giudice Joseph Spero e vedrà la partecipazione congiunta anche dei due capi dell’ufficio legale delle società. Nel caso di Apple tale ruolo è ricoperto da Bruce Sewell.
E’ bene precisare che non siamo di fronte ad un occasione scaturita dalla “buona volontà” di una delle parti: è stata la giudice Lucy Koh, colei che presiederà le udienze della prima causa statunitense fra i due giganti, a suggerire la possibilità di tentare una Alternative Dispute Resolution, l’accordo fra le parti che eviti il ricorso alla vera e propria battaglia in aula.

Un utente fa causa ad Apple: “Pubblicità Siri ingannevole”

Una federal class action (una causa, in pratica) contro Apple perché il suo assistente vocale, Siri, non avrebbe le prestazioni vantate, e sbaglierebbe in alcuni casi. Gli spot pubblicitari sarebbero ingannevoli.

Un’azione legale contro una versione beta, lascio a voi giudicare. Dopo il salto tutti i dettagli.

Apple propone accordi di licenza a Samsung e Motorola?

Apple ha iniziato a proporre accordi extra-giudiziali a Motorola e Samsung per chiudere alcune delle cause in corso in varie parti del mondo.
E’ quanto scrive il Dow Jones Newswire, secondo cui gli avvocati di Cupertino avrebbero chiesto royalties variabili fra i 5 e 15$ per ogni dispositivo Android venduto. In buona sostanza per mettere la parola fine ad un conflitto che dura ormai da anni, Samsung e Motorola potrebbero accettare di pagare una “tassa” su ogni telefono o tablet dotato dell’OS di Google da essi prodotto e venduto.
E’ la soluzione Microsoft: non sembrano ricordarlo in tanti, ma HTC, Samsung e altri piccoli produttori (fra cui Acer) pagano già una royalties di circa 10$ per dispositivo Android all’azienda di Redmond.
La stipula di licenze sulla proprietà intellettuale è forse l’esito più auspicabile per l’attuale, ormai ingestibile, situazione di conflitto costante fra Apple e i suoi concorrenti nel mercato Mobile. Allo stesso tempo è una soluzione in palese contrasto con la volontà di Steve Jobs.

Apple ottiene un’ingiunzione contro Motorola in Germania

Nuovo colpo di scena legale in Germania nella battaglia in corso fra Apple e Motorola.
Ad avere la meglio sull’avversario questa volta è Apple, dopo le recenti vittorie “relative” di Motorola presso il Tribunale Regionale di Mannheim.
Il giudice Peter Gruntz del Tribunale Regionale di Monaco I ha decretato ieri la violazione del brevetto europeo 2059868 da parte di Motorola Mobility e ha imposto di conseguenza l’attivazione di un ingiunzione grazie alla quale Apple potrà costringere l’azienda concorrente a ritirare dal mercato tutti prodotti interessati dalla decisione o forzare un update del software.

Apple VS Motorola in Germania: stop alle ingiunzioni

Apple è riuscita a “mettere al sicuro” le vendite dei dispositivi iOS in Germania, dove la commercializzazione di iPad, iPhone e iPod touch rischiava di essere messa in dubbio da una ingiunzione ottenuta da Motorola a dicembre e contro la quale l’azienda di Cupertino si era già appellata.
Dopo la decisione favorevole a Motorola, emessa dal tribunale regionale di Mannheim, Apple aveva fatto ricorso in appello presso la Alta Corte Regionale, che ora ha deciso di “mettere in stand-by” qualsiasi potenziale richiesta di blocco delle vendite da parte di Motorola almeno fino alla formulazione della sentenza d’appello, per la quale potrebbe essere necessario attendere anche più di un anno.

Il caso in questione non è quello che ha costretto Apple a sospendere le funzionalità di push mail per gli utenti iCloud in Germania, una decisione derivata da un’altra diatriba legale, sempre con Motorola, anche in quel caso dibattuta presso il Tribunale Regionale di Mannheim.

Nuova causa Apple contro Motorola in California

Venerdì scorso Apple ha depositato una nuova causa contro Motorola in California nella quale sostiene che iPhone 4S è protetto dalle licenze sottoscritte dall’azienda con il fornitore di Chip Qualcomm. E’ una causa il cui scopo è quello di fermare le ingiunzioni di Motorola contro il dispositivo in Germania, basate secondo Apple sulla presunta violazione di brevetti e tecnologie che Cupertino ha già ottenuto in licenza da un’altra azienda, Qualcomm appunto, a sua volta licenziataria di Motorola.
L’iPhone 4S era stato l’unico membro della famiglia iPhone a non subire il breve blocco delle vendite in Germania seguito all’ingiunzione emessa dal Tribunale di Mannheim una decina di giorni fa, ma Motorola sta cercando di attaccare anche il più recente modello di telefonino con altri “claims” presso i tribunali tedeschi.

Motorola vuole il 2,25% del fatturato iPhone?

Venerdì scorso, a seguito di un’ingiunzione emessa dal Tribunale Regionale di Mannheim, Apple ha brevemente interrotto la vendita dei dispositivi iOS (escluso l’iPhone 4S) in Germania. Inizialmente si è pensato ad una immediata attivazione del blocco, ma poi nel giro di poche ore tutto è tornato alla normalità con la sospensione dell’ingiunzione grazie al ricorso in appello da parte dei legali Apple.
Nella sua dichiarazione ad All Things Digital una portavoce di Cupertino ha specificato la ragione del ricorso: Apple ha più volte tentato di ottenere in licenza la tecnologia di Motorola, ma l’azienda non ha offerto condizioni giuste e commisurate al valore del brevetto in questione, che per altro copre uno standard del settore.
L’esperto di proprietà intellettuale Florian Mueller ha incrociato vari documenti, ricercato e scartabellato finché non ha scoperto, avvenimento più unico che raro, i termini della richiesta di Motorola ad Apple: il 2,25% del fatturato che l’azienda ha generato con l’iPhone fin dal lancio.

Apple favorita contro HTC grazie al parere di un giudice sul brevetto ‘263

A fine dicembre la International Trade Commission ha deliberato in favore di Apple nel caso contro HTC, imponendo il blocco delle importazioni degli smartphone della High Tech Computers negli Statesa  partire da metà aprile 2012. Per Apple era una sorta di vittoria di Pirro (come avevamo già spiegato approfonditamente), perchè la corte ha deliberato in favore di Apple decretando la violazione di un brevetto sui cosiddetti “data detectors”, mentre si è espressa a favore di HTC in relazione ad un brevetto ben più cruciale, il ‘263 sulle Realtime API.
Apple si è appellata contro quella decisione, che ha preso per buona la difesa di HTC (definita “gioco di parole formalistico” dagli avvocati di Cupertino). Adesso un giudice della corte d’Appello di Chicago, seppur nell’ambito di una delle cause con Motorola, riapre i giochi con la deposizione di un parere su quel brevetto che sembra dare apertamente ragione alla linea difensiva di Apple nell’appello contro HTC.

Accordi per non rubarsi dipendenti: al via la class action contro Apple, Google e altre aziende

Nemici quando si tratta di farsi concorrenza sui prodotti e ci sono da stringere accordi commerciali, gentiluomini disposti ad un elegante accordo sulla parola quando c’è da fare comunella per evitare diaspore incrociate di dipendenti allettati da stipendi migliori.
E’ la doppia faccia di alcune grandi aziende della Silicon Valley che emerge in maniera evidente dai documenti di una class action che verrà dibattuta in prima istanza la prossima settimana presso il tribunale di San José.
Nelle carte dell’azione legale, rese pubbliche ieri per la prima volta, ci sono prove ben circostanziate che dimostrano come Apple, Google, Pixar, Adobe, Intel, Intuit e LucasFilm avessero stretto e posto in essere un accordo di non-poaching (termine inglese che nel contesto indica l’azione di soffiare un dipendente ad un concorrente) per un periodo che va almeno dal 2005 al 2009.

Cause sui brevetti: perché ad Apple conviene tenere duro

E’ opinione di molti che la guerra dei brevetti che contrappone Apple a Samsung e diversi altri produttori di terminali Android come Motorola e Samsung sia un grande spreco di energie, un grande gioco di potere per il controllo del mercato mobile che poco ha a che fare con ciò che è meglio per il consumatore.
In realtà, per quanto possa essere vero che all’utente finale interessa ben poco delle lotte che i giganti si trovano a combattere, altrettanto non si può dire degli investitori, soprattutto degli investitori Apple.

Philip Elmer-DeWitt nei giorni scorsi ha segnalato su Apple 2.0 un recente report di Chris Whitmore, analista di Deutsche Bank, che prende in considerazione i possibili esiti degli scontri legali attualmente in corso in mezzo mondo. Dall’analisi di Whitmore si capisce perchè i legali Apple non abbiano nessuna intenzione di accontentarsi di accordi “facili” che già avrebbero potuto mettere fine a più di una causa.

HTC ha già pronti nuovi smartphone per evitare il blocco imposto dalla ITC

Un paio di giorni fa la International Trade Commission ha imposto un divieto di importazione (a partire dal 19 aprile 2012) di alcuni dispositivi HTC che violano un brevetto Apple sull’utilizzo dei cosiddetti data detectors. Una vittoria solo parziale per Cupertino, dato che nella denuncia alla ITC i legali dell’azienda lamentavano la violazione di un più ampio ventaglio di patents.
Ora apprendiamo da Bloomberg che nonostante siano passati pochissimi giorni dalla sentenza HTC è già pronta ad immettere sul mercato americano alcuni dispositivi analoghi a quelli messi al bando ma privi delle caratteristiche che nello specifico violavano il brevetto in questione. In questo modo l’azienda riuscirà probabilmente a “farla franca” e a bypassare il blocco delle vendite negli U.S.A.

Apple denuncerà Samsung anche per le custodie

samsung vs apple

samsung vs apple

Durante un’udienza del caso Apple VS Samsung che si è tenuta ieri a Sidney, uno degli avvocati Apple ha dichiarato che il suo cliente farà causa a Samsung per la violazione di brevetti sulle custodie per iPad. L’azienda coreana sarebbe colpevole di aver infranto, con alcuni dei suoi accessori per i dispositivi della serie Galaxy, una decina di non meglio specificati patents e di design registrati che sono stati notificati, sempre ieri, ai legali di Samsung.
L’udienza era stata indetta per un’altra ragione: i legali di Cupertino hanno chiesto il rinvio della prima udienza del caso Samsung VS Apple, prevista per marzo, nel quale verrà discussa la presunta violazione di brevetti Samsung sul 3G da parte di vari dispositivi Apple (fra cui iPhone 3GS, iPhone 4, iPhone 4S e iPad 2).

Motorola ottiene un’ingiunzione sui dispositivi iOS in Germania

Venerdì scorso il Tribunale Regionale di Mannheim si è espresso nella causa Motorola Mobility VS Apple ed ha emesso un’ingiunzione nei confronti di Apple Sales International che impone il blocco delle vendite dei dispositivi iOS dotati di tecnologia per la trasmissione di dati cellulari (quindi iPhone di ogni modello e iPad in versione 3G) in Germania. Nella causa Motorola contesta all’azienda di Cupertino la violazione di un brevetto europeo sulla tecnologia GPRS.
E’ una vittoria importante per Motorola, anche se non del tutto definitiva, visto che l’azienda deve ancora decidere se dare il via libera all’attuazione del blocco ed Apple ha la possibilità di appellare la decisione e chiedere nel frattempo una sospensione dell’ingiunzione.

Respinta la richiesta Apple per il blocco dei Samsung Galaxy in USA

Apple VS Samsung

Piccolo grande colpo di scena nell’ancora apertissima battaglia legale fra Apple e Samsung negli Stati Uniti: la giudice Lucy Koh della US District Court del Distretto della California del Nord ha respinto la richiesta di ingiunzione preliminare che Apple aveva depositato per ottenere il blocco di alcuni dei dispositivi Samsung della serie Galaxy (smartphone e tablet). Significa in buona sostanza che i prodotti dell’azienda coreana continueranno ad essere venduti negli Stati Uniti (mentre in altri paesi alcuni modelli sono già stati bloccati). Apple, ha spiegato la giudice Koh, non è riuscita a provare che la permanenza sul mercato dei dispositivi concorrenti potrebbe causare all’azienda “danni irreparabili”. La decisione tuttavia non scagiona affatto Samsung dall’accusa di aver infranto i brevetti la cui presunta violazione è alla base della causa legale.

Apple chiede il blocco del Samsung Galaxy 10.1N in Germania

Samsung Galaxy Tab: 10.1 (sotto) e 10.1N

A settembre il tribunale regionale di Düsseldorf accolse la richiesta di Apple e bloccò le vendite del Samsung Galaxy 10.1 in Germania, colpevole di essere troppo simile all’iPad 2.
Per ovviare alla restrizione l’azienda coreana a metà novembre ha introdotto sul mercato tedesco una versione leggermente revisionata del prodotto, il Galaxy Tab 10.1N. La differenza fra la versione N del tablet e il suo predecessore sta nella cornice di metallo, che nella nuova versione è visibile anche frontalmente.
I legali di Apple non hanno però ritenuto sufficiente questo ritocco e hanno provveduto a depositare presso la corte una nuova richiesta di ingiunzione relativa al Galaxy 10.1 versione N.

L’ITC dà ragione ad Apple nel caso S3 Graphics e HTC rivaluta l’acquisizione

Qualche giorno fa l’International Trade Commission ha sentenziato che Apple non viola i brevetti su alcuni metodi di compressione delle immagini di cui S3 Graphics, un marchio della taiwanese Via Technologies, contestava la violazione. La decisione dell’ITC di archiviare il caso ha sovvertito totalmente la sentenza che uno dei giudici amministrativi della Commissione aveva emesso a luglio di quest’anno e ha inoltre provocato uno tsunami legale che molto probabilmente manderà a gambe all’aria l’acquisizione della S3 da parte di HTC.

La UE indaga sui brevetti usati da Samsung contro Apple

La Commissione Europea ha aperto un’inchiesta antitrust nei confronti di Samsung, rea di aver utilizzato dei brevetti sottoposti a termini di licenza FRAND nelle cause intentate contro Apple in vari tribunali del vecchio continente.
FRAND è un acronimo che sta per “fair, reasonable and non-discriminatory” e indica un tipo di licenza applicabile a quei brevetti che hanno un valore diffuso nell’ambito di un settore in quanto attinenti a tecnologie di base utilizzate da molti attori concorrenti. E’ il caso ad esempio dei patents sulla tecnologia 3G che Samsung ha citato nelle azioni legali con cui cerca di ottenere il blocco di svariati dispositivi Apple in Europa.
Se la Commissione Europea stabilirà che Samsung ha “forzato” i termini di utilizzo dei propri brevetti soggetti a licenza FRAND, tutte le cause Samsung VS Apple in Italia, Germania, Francia, Olanda e Inghilterra potrebbero essere archiviate. Rimarrebbero ovviamente valide quelle di segno opposto, vale a dire quelle intentate da Apple.

Samsung contrattacca e cerca di bloccare iPhone 4s in Giappone e Australia

samsung vs appleSamsung sta cercando di bloccare la vendita di iPhone 4S in Giappone e Australia con due richieste di ingiunzione depositate lunedì scorso presso il Tribunale Distrettuale di Tokyo e il New South Wales Registry. In Giappone Samsung ha chiesto anche il blocco delle vendite di iPhone 4 e iPad 2. La motivazione è ancora una volta la stessa: la presunta violazione di alcuni brevetti di proprietà dell’azienda coreana da parte di Apple.
Questa mossa altro non è che l’inevitabile reazione di Samsung alla recente ingiunzione con cui il tribunale federale australiano, accogliendo la richiesta di Apple, ha bloccato le vendite del Samsung Galaxy Tab 10.1 nella terra dei canguri.

Apple VS. Samsung negli States: nuovi sviluppi

 

Ci sono nuovi sviluppi nello scontro legale fra Apple e Samsung negli States, nel tribunale in cui tutto è iniziato, la scorsa primavera, con la denuncia per plagio di Apple nei confronti dell’azienda coreana.
Il giudice Lucy Koh, del tribunale distrettuale degli Stati Uniti, durante l’udienza di giovedì scorso ha fatto sapere che Samsung, allo stato attuale, infrange almeno un paio di brevetti Apple ma che l’azienda di Cupertino potrebbe avere qualche problema nel confermarne la validità legale. E’ una situazione di stallo, anche se però sul versante “plagio del design” l’ago sembra pendere dalla parte di Apple.
Gli avvocati di Samsung, secondo quanto riporta Reuters, durante l’udienza sarebbero caduti in una “trappola” niente male.

Samsung Galaxy Tab 10.1: vendite bloccate in Australia

La Corte Federale australiana ha decretato che la richiesta di ingiunzione nei confronti di Samsung che Apple aveva avanza qualche mese fa è legittima e ha stabilito che l’azienda coreana non potrà vendere il suo Galaxy Tab 10.1 in Australia. E’ la prima grave stoccata per Samsung in Australia dopo il rifiuto di giungere ad un accorto extra-giudiziale da parte dei legali di Cupertino. L’ordine dalla California era quello di procedere serrati senza fare prigionieri: a quanto pare dalle parti di Cupertino c’era la convinzione che il giudice avrebbe preso una decisione favorevole all’azienda.
La causa australiana è basata sulla presunta violazione di un paio di brevetti (e non quindi sul plagio del design, come nel caso di quella tedesca) e la giudice Annabelle Bennett ha quindi decretato ieri che Samsung, con la sua condotta, ha effettivamente attinto in maniera impropria dalla proprietà intellettuale di Apple.