L’iPhone 6 da 5,5 pollici non esiste ancora, ma è già in ritardo

Report dopo report, indiscrezione dopo indiscrezione, mock-up dopo mock-up e tutti avevamo dato quasi per certo che a settembre Apple avrebbe presentato due nuove modelli di iPhone. Uno con schermo da 4,7 pollici, l’altro ancora più grande, con un display da 5,5. Ora l’analista di KGI Securities Ming-Chi Kuo, da cui erano arrivati i rumor più convincenti su questa possibilità, ritratta e ci dice che non conviene farsi illusioni: Apple ha rimandato almeno al 2015 la commercializzazione dell’iPhone gigante, a causa di alcuni intoppi tecnici del modello più piccolo che tuttavia impattano anche sulla produzione dell’omologo da 5.5″.

iPhone 6 mockup

Apple assume Michael Gartenberg, analista di Gartner Research

michael_gartenberg-250x247Apple ha assunto uno dei più noti analisti del settore tecnologico. E’ Michael Gartenberg, che fino a non molto tempo fa ricopriva il ruolo di direttore alla Gartner Reasearch, firm assai nota nel settore e di cui Apple è uno dei clienti più in vista. Non è ancora dato sapere quale sia il ruolo specifico di Gartenberg a Cupertino, ma stando a quanto scrive Connie Guglielmo su Forbes lavorerà alle dirette dipendenze del Senior Vice President Phil Schiller, alla divisione marketing. 

Scordiamoci il nuovo iPhone 5S a giugno, parola di analista

Quando arriva l’iPhone 5S? E’ una delle domande che mi sono sentito rivolgere più spesso nel corso dell’ultimo mese da amici e conoscenti interessati a cambiare il loro iPhone 4 o 4S con la nuova versione del melafonino.
L’annuncio della WWDC, che non lascia dubbi sulla natura prettamente software delle novità che vedremo fra circa un mese, aveva già sgombrato il campo da ipotesi e illazioni. Ora anche l’analista Peter Misek ci mette il carico e sostiene, “dati alla mano”, che a giugno non ci sarà nessun nuovo iPhone. Dovremo aspettare ancora.

L'iPhone 5S immaginato da Martin Hajek per Nowhereelse.fr
L’iPhone 5S immaginato da Martin Hajek per Nowhereelse.fr

iWatch, la chimera che piace agli analisti

La chimera Apple del momento si chiama iWatch. Ne abbiamo parlato anche noi, con tutti i dovuti distinguo del caso. Difficile esimersi dal farlo, quando praticamente tutto converge verso l’esistenza, almeno in fase prototipale, di un simile prodotto. Difficile esimersi soptrattutto dopo che New York Times e Wall Street Journal hanno messo il sigillo sulla questione con dei loro articoli dedicati.
Se editorialmente parlare per ipotesi sui futuri prodotti Apple fa ben poco danno, ci si aspetterebbe comunque un po’ di prudenza su giudizi e previsioni, soprattutto da parte di chi si trova nella delicata posizione di dare consigli sugli investimenti finanziari. aapl-sphere

Quanti iPhone, iPad e Mac ha venduto Apple nel Q1 2013

Ieri una vera e propria tempesta monsonica ha colpito il titolo AAPL portandolo giù del 3,57%. Il merito del dissesto è di un report del Wall Street Journal Asia, secondo cui Apple avrebbe tagliato nettamente gli ordini per le componenti dell’iPhone 5 a fronte di un netto calo della domanda rispetto alle aspettative.
Nel frattempo Philip Elmer-DeWitt, su Fortune, ha proceduto a stilare le ormai abituali tabelle delle previsioni offerte da analisti indipendenti e “professionisti” sulle vendite dei Mac, degli iPad e degli iPhone. Nel caso di quest’ultimo prodotto, gli “aruspici” del titolo AAPL non sembrano aver notato in autonomia il grave calo di cui parlava il WSJ.

AAPL: due teorie sul calo delle ultime settimane

Venerdì scorso il titolo AAPL è arrivato a toccare un nuovo minimo a 505,75$, la quotazione più bassa degli ultimi 6 mesi, per chiudere poi in leggero rialzo a 527,68$.
La settimana scorsa parlavamo di come tutto il FUD diffuso in queste settimane possa aver contribuito ad un sentimento negativo generale nei confronti del titolo che ne ha determinato, almeno in parte, la discesa.
Ci sono però altre due teorie “illustri” su questo crollo di AAPL che indicano in ragioni di carattere prettamente fiscale i motivi di questo calo del titolo.

Quanti iPhone ha venduto Apple nel Q2 2012?

Il 24 aprile prossimo Apple presenterà i risultati del secondo trimestre dell’anno fiscale 2012 (1 gennaio 2012 – 31 marzo 2012) durante la consueta conference call.
In attesa dei numeri ufficiali, gli analisti – professionisti e blogger – hanno formulato le proprie previsioni, sia quelle sul fatturato e sui profitti, sia quelle sui dati di vendita di alcuni prodotti di punta. Come l’iPhone, ad esempio, che assieme all’iPad sarà senza dubbio la principale fonte di revenue per l’azienda.

Come da abitudine ormai consolidata Philip Elmer-DeWitt di Fortune ha raccolto e pubblicato le previsioni sulle vendite dello smartphone di Apple. Il consensus fra gli analisti professionisti, manco a dirlo, è drasticamente più basso rispetto a quello registrato fra i più ottimisti e storicamente più precisi analisti/blogger.

Q2 2012 Apple, previsioni degli analisti a confronto

“Nei tre anni e mezzo durante i quali ho messo a confronto analisti che si occupano di Apple per conto di Wall Street con la crescente schiera di analisti indipendenti che lo fanno per passione (e, si presume, per il proprio profitto) non ho mai visto un gap così grande, né in dollari né in punti percentuali”.

Apre così Philip Elmer-DeWitt il suo canonico articolo che precede di qualche settimana l’annuncio dei risultati finanziari Apple per il trimestre e nel quale il giornalista di Fortune mette a confronto le previsioni degli analisti delle grandi firme e quelle degli analisti/blogger indipendenti.
A questo giro “il grande gap” ammonta a ben 6,8 miliardi (19%) nelle stime sul fatturato, con gli indipendenti che come al solito sono molto più ottimisti dei propri colleghi dal colletto bianco.

AAPL vola in borsa dopo i risultati del Q1 2012

AAPL vola in borsa sulle ali di una trimestrale di cassa “da paura”, la migliore della storia Apple e la seconda migliore trimestrale mai registrata da un’azienda statunitense.
Ieri il titolo di Cupertino ha chiuso in netto rialzo, dopo una buona giornata già prefigurata dalle forti movimentazioni a pochi secondi dalla chiusura del Nasdaq, martedì, e soprattutto dall’after hours dopo l’annuncio dei risultati finanziari. AAPL, ha registrato dunque un nuovo massimo storico a 446,66$ dollari, +6,24%. Il titolo ha aperto ancora più in alto e ha toccato il massimo assoluto di 454,45$, per poi declinare “dolcemente” verso una chiusura più che soddisfacente. Adesso solo 3 miliardi di dollari (415 contro 418 miliardi) separano il market cap di Apple da quello della più grande azienda statunitense, Exxon Mobil.

L’annuncio di ottime trimestrali da parte di Apple, con vendite, fatturato e profitti in perenne crescita, non è mai stato un sufficiente indicatore della risposta di Wall Street. E parrà strano, ma anche questa volta tale affermazione trova conferma.

Quanti Mac ha venduto Apple nel Q1 2012?

Domani alla chiusura del Nasdaq (le 23:00 in Italia) Apple terrà la conference call per l’annuncio dei risultati fiscali trimestrali del Q1 2012. Per quanto, come abbiamo già ampiamente visto, ci sia parecchia attesa per scoprire quali sono i numeri di vendita di iPhone e iPad, i Mac non sono rimasti indietro e secondo analisti professionisti e blogger i computer Apple venduti durante il trimestre che ha coinciso con le vacanze natalizie potrebbe superare quota 5 milioni.
Non sarebbe una grande sorpresa alla luce delle prime stime di Gartner Reasearch che mostravano come Apple fosse l’unico fra i primi cinque produttori di PC del mercato statunitense ad aver registrato un secco +20% nelle vendite nel corso degli ultimi tre mesi del 2011.

Abramsky: Steve Jobs come Henry Ford e Walt Disney

Ford, Disney, Jobs

La notizia delle dimissioni di Steve Jobs, giunta nella notte fra mercoledì e giovedì, ha generato un comprensibile tsunami di reazioni disparate e ieri ha fatto il giro di tutti i media. Non mancano ovviamente le analisi di ogni ordine e grado, comprese quelle di certe pubblicazioni blasonate che ne hanno affidato la stesura a chi di Apple non si è mai occupato e lo dimostra con strafalcioni e banalità una via l’altra.
Non possono mancare, in casi come questi, i report degli analisti finanziari, preoccupati principalmente di capire quale sarà per Apple l’effetto dell’assenza di Steve Jobs al timone. Quasi tutti concordano sul fatto che Apple potrà continuare a percorrere la sua strada di successo senza intoppi e Mike Abramsky, di RBC Capital Markets, propone un interessante paragone fra Steve Jobs e altri due visionari le cui aziende fioriscono ancora oggi nonostante i rispettivi fondatori le abbiano lasciate molti anni fa.

Quanti iPad ha venduto Apple nel Q2?

Lo scorso sabato, 26 marzo, per Apple si è concluso il secondo trimestre dell’anno fiscale 2011. In attesa che l’azienda annunci i dati di vendita e i risultati ufficiali durante la conference call del 20 aprile, gli analisti cominciano a sfornare le loro previsioni.
C’è parecchio interesse verso i risultati di vendita del Tablet, ora che l’iPad 2 è arrivato sul mercato. A dirla tutta l’iPad 2 nel secondo trimestre ha avuto a disposizione solamente 15 giorni negli Stati Uniti e 2 giorni nel resto del mondo per farsi valere, ma non è detto che la prima generazione del dispositivo non possa aver sopperito egregiamente, continuando a mantenere alto il livello generale delle vendite.
Philip Elmer-DeWitt ha raccolto su Fortune una prima tornata di stime da parte di analisti professionisti e indipendenti.

Previsioni finanziarie Apple: i blogger stracciano gli analisti

Martedì mattina, nell’articolo con cui ricordavamo l’appuntamento con la pubblicazione del report fiscale per il primo trimestre 2011, avevamo segnalato la notevole discrepanza fra le previsioni degli analisti delle grandi firm di consulenza e quelle dei blogger finanziari che seguono Apple da vicino. Come è andata? Chi si è avvicinato di più? Ma i bloggers, i non professionisti, ovviamente, come avviene ormai da un bel po’ di trimestri a questa parte.

Relativamente al fatturato, ad esempio, la stima dei blogger (consensus fra tutte le previsioni) era di 26,4 miliardi di dollari. Il consensus fra gli analisti, quella che in gergo finanziario è un soggetto virtuale chiamato “the street”, ammontava invece a 24,31 miliardi di dollari. Fatturato ufficiale? 26,74 miliardi di dollari. E su altre cifre chiave, dal gross margin ai numeri di vendita divari prodotti, la storia non cambia.

Philip Elmer DeWitt, su Fortune, ha analizzato la performance nel dettaglio: la percentuale generale di errore dei blogger è stata del 3,94%, quella degli analisti è arrivata invece al 9,04%.

Q4 2010, Apple supererà il fatturato di Microsoft?

C’è grande attesa per i dati finanziari del Q4 che verranno annunciati durante la conference call del prossimo 18 ottobre. Quello appena trascorso si candida ad essere il trimestre più remunerativo di sempre per Apple grazie ai record di vendita di iPad, di iPhone 4 e dei Mac.
A luglio il CFO di Apple Peter Oppenheimer aveva sorpreso tutti quanti con una guidance insolitamente alta, stimando revenue per 18 miliardi di dollari nel corso Q4 2010. In quei giorni una buona parte degli analisti si erano affrettati a liquidare quella di Oppenheimer come un inusuale eccesso di ottimismo, salvo poi ricredersi e rivedere, seppur non di molto, le proprie ipotesi nel corso degli ultimi giorni, sulla scia di report che parlano di circa 8 milioni di iPad venduti e di un successo senza precedenti per iPhone 4.

Non erano solamente gli analisti di firm importanti, spesso votati alla prudenza, ad aver accolto con stupore i numeri forniti da Oppenheimer. Nel corso dei trimestri precedenti gli incassi di Apple hanno battuto la guidance interna mediamente del 19,3%. Applicando la statistica all’ultima previsione ci sarebbe da aspettarsi un quarter da 21, 5 miliardi di dollari, una cifra che circa tre mesi fa ha fatto storcere il naso anche al “financial alchemist” Turley Muller, stimato e quotato analista indipendente.

Apple TV, non è più solo un hobby?

Steve Jobs lo aveva detto a più riprese, Apple TV per noi è un hobby. Questa era ed ufficialmente è ancora la linea di Apple riguardo al set box recentemente rinnovato. Giusto all’inizio di giugno, sul palco della D8 conference, Jobs aveva reiterato questa visione e non aveva previsto grosse novità per il settore televisivo, spiegando che per i set-top box non esiste ancora una valida got-to-market strategy da adottare.

Ma nonostante la posizione ufficiale di Cupertino, l’hobby potrebbe presto diventare qualcosa di più serio. Secondo le stime di Alex Gauna, analista di JMP Research, Apple TV sta andando letteralmente a ruba negli Apple Store statunitensi e verrebbe venduta ad un ritmo che prospetta vendite per almeno un milione di unità a trimestre.

Munster: iPad è il “Mac delle masse”

Giusto ieri ci divertivamo con  le ultime trovate di Shaw Wu, analista finanziario di Kaufman Bros. Oggi è il turno di Gene Munster (Piper Jaffray), decano degli analisti finanziari che si occupano di Apple.
Le previsioni che il buon Gene ha preparato per i clienti della sua firm riguardano l’iPad, che viene definito addirittura il “Mac delle masse”, praticamente il VolksPad, come lo ha prontamente rinominato Ed Sutherland di Cult Of Mac.

L’epiteto è giustificato dal fatto che secondo Munster Apple riuscirà a vendere qualcosa come 21 milioni di iPad nel 2011, quando il dispositivo supererà definitivamente i numeri di vendita del Mac.

L’iPad fa concorrenza ai MacBook, ma sarà record di vendite

Gli analisti finanziari sono come la Panda. Se non ci fossero bisognerebbe inventarli. A darci una gioia in questo caso non è il solito Gene “I love Apple” Munster, ma un altro nome noto, Shaw Wu di Kaufman Bros. Il nostro buon aruspicino della previsione finanziaria Apple-related nel suo ultimo report indirizzato ai clienti ha formalizzato un aumento del prezzo obiettivo di AAPL da 350$ a 374$ e ha predetto vendite da record per l’iPad e per il settore Mac, con 3,8 milioni di unità smerciate nel corso dell’ultimo quarto dell’anno fiscale.

Ma dopo il colpo al cerchio ci voleva anche quello alla botte. Ecco dunque che secondo il buon Wu, che per arrivare alla sua conclusione ha consultato le sue fonti presso i produttori asiatici, l’iPad si sta pappando una fetta di mercato del MacBook entry level. Sarà vero, non sarà vero? E’ probabile, ma sta di fatto che questo aspetto marginale è diventato il principale elemento citato a destra e a manca.

Mac in crescita nelle imprese U.S.A. e in Europa

Se c’è una cosa buona nell’avere un market share ridotto come quello dei Mac è il fatto che lo spazio per crescere non manca. I primi dati sulle vendite del settore PC relativi al secondo trimestre solare del 2010 mostrano un interessante incremento delle vendite dei computer di Cupertino, ampiamente sopra la media della concorrenza.

A mettere in evidenza i dati è l’analista di Needham Charlie Wolf che in un report diffuso ieri evidenzia la crescita le vendite dei Mac nel mese di giugno. A sorprendere sono in particolar modo i numeri relativi al settore business. Interessanti anche il picco di acquisti di computer Mac effettuati da enti governativi U.S.A. e la crescita nell’ambito dell’home computing in Europa.

Apple 3° produttore di laptop al mondo (se si considera l’iPad)

Che cos’è l’iPad? Un Tablet, ok. O uno slate, se preferite dirla à la Microsoft. Ma va considerato più come un computer portatile oppure come un iPod touch un po’ più cresciuto? Per tagliare la testa al toro Apple lo ha infilato in una terza categoria, del tutto nuova, a metà fra i due dispositivi da cui eredita alcuni delle caratteristiche migliori.

Ma se questa spiegazione può andare bene ai consumatori ben educati dal marketing, non è sufficiente per chi, come gli analisti finanziari, ha bisogno di schematizzare e categorizzare con una precisione maggiore. E la questione, se inserire l’iPad nel gruppone dei dispositivi mobili “evoluti” oppure nel calderone dei netbook, non è una mera diatriba semantica da addetti ai lavori perché il numero di tablet venduti aiuta, e non di poco, a spostare l’ago della bilancia nelle stime di vendita dell’una o dell’altra categoria.

AAPL: calcoli ipotetici e previsioni controcorrente

Gli investitori che hanno dato fiducia ad Apple nel momento difficile, in quel buio 1997, all’albeggiare della seconda era Jobs, oggi che il titolo di Cupertino ha raggiunto i suoi massimi storici possono decisamente sorridere: la fiducia riposta nell’azienda è sta ampiamente ripagata.

E se proprio in quel periodo un utente, al posto di un computer, avesse comprato anzi delle azioni AAPL, oggi quanto si ritroverebbe in tasca?

Kyle Conroy, partendo da un suggerimento spuntato fuori originariamente da alcuni commenti su Y Combinator, ha realizzato una tabella che mostra quanto avrebbe fruttato un investimento pari al costo di un prodotto Apple nel corso degli ultimi 13 anni.

Ma nel clima di generale esaltazione delle magnifiche sorti e progressive delle quotazioni del titolo Apple c’è anche chi avverte dei rischi di un possibile sell off in quel di maggio. Un avviso destinato a rimanere inascoltato mentre il titolo si avvierà verso un inesorabile ribasso?

Tim Cook parla di Apple alla Goldman Sachs

Il COO di Apple Tim Cook ha parlato ieri ad analisti di Wall Street in una conference tenuta presso Goldman Sachs. Cook non ha rivelato alcun segreto su futuri prodotti, ma ha comunque fornito interessanti dettagli sul presente e sul futuro di Apple. Ecco di seguito un riassunto dei punti salienti discussi dal Chief Operative Officer di Apple.

Apple TV. E’ ancora un hobby, ma l’istinto suggerisce di continuare ad investire in questo settore perché ha del potenziale. Apple non ha interesse ad entrare nel mercato televisivo e non costruirà una tv con Apple TV integrata.

iPhone OS. Un’analista ha chiesto se iPhone OS sia “completo” o manchino ancora dei pezzi. Cook ha spiegato che “completo” è una parola che non trova posto nel dizionario Apple. Le fondamenta ci sono, l’ecosistema e la piattaforma sono ottimi ma ci saranno sicuramente ulteriori miglioramenti.

Shaw Wu: nuovi iMac in ritardo per colpa della CPU


In molti si aspettavano che Apple, in occasione del keynote del 6 gennaio scorso, svelasse, fra le altre cose, una nuova versione di iMac. Shaw Wu, analista finanziario della nota firm Kaufmann Brothers, sostiene che il ritardo nell’arrivo di una versione rinnovata dell’all-in-one di Apple è da attribuirsi a tre ragioni. Prima fra tutte l’indecisione da parte di Apple circa l’implementazione di una CPU a 2 o 4 core nel modello di iMac che verrà.