L’esperienza con la rubrica, fresca di un paio di casi come quelli di Allarme Terremoto e il finto Counter-Strike, mi suggerisce un paio di considerazioni.
La prima è che Apple da quest’orecchio non ci sente. Non pretendiamo certo che da Cupertino ci leggano ma apprendere che applicazioni del calibro di TV Italia Premium ed altre di cui abbiamo parlato stanno ancora al loro posto (spesso ben piazzate in classifica) è quantomeno frustrante.
La seconda considerazione, più grave, è questa: su App Store non esiste alcun meccanismo rapido per segnalare la presenza illegittima di queste applicazioni a chi di dovere.
Lo so, non vi sto dicendo nulla di nuovo, ma nei giorni scorsi ho voluto verificare quali passaggi fossero necessari per segnalare un’app truffa ad Apple. Quello che mi sono trovato di fronte è un percorso ad ostacoli non da poco.
Chiariamo subito: il fatto che si possa inserire un commento e una review solo dopo aver acquistato un’applicazione è cosa buona e giusta. E diciamo pure che l’assistenza post-vendita di iTunes funziona decentemente. Nella fattura che arriva per email accanto ad ogni applicazione c’è il link per la segnalazione di un problema con quella transazione.
Mi è capitato di ottenere rapidamente dei refund con questo sistema e generalmente il supporto è molto disponibile.
E’ pur vero che da questo punto di vista le opportunità di recesso dall’acquisto che offre Google Play sono migliori. L’utente ha quindici minuti per ripensarci e bloccare l’acquisto appena effettuato. E tutti sappiamo bene che nel caso di applicazioni come quelle che solitamente finiscono nella rubrica iPacchi 15 minuti sono più che sufficienti per accorgersi di aver comprato una schifezza.
Un alto tasso di recessi immediati sarebbe anche un’ottima cartina di tornasole sulla qualità dell’applicazione e potrebbe innescare un approfondimento da parte degli addetti dello Store, che in questo modo eviterebbero di lasciar vivere fin troppo a lungo applicazioni dagli intenti chiaramente loschi o poco puliti.
Ma cosa fare nel caso si voglia segnalare qualcosa di anomalo per un’applicazione non ancora acquistata?
Ben poco. Mentre è possibile segnalare una recensione offensiva, l’App Store non offre alcun metodo diretto per segnalare un problema riguardo l’applicativo. Basterebbe una voce “segnala un problema con l’app” nel menu contestuale che si apre premendo la freccina accanto al prezzo dell’applicazione, ma niente da fare.
L’unica possibilità è ricorrere al link al supporto, che aprirà il browser per permettere una segnalazione tramite Express Lane.
Ora, da Apple ci aspettiamo tutto tranne che un’esperienza d’uso di questo genere. Express Lane, realizzato per velocizzare la segnalazione dei problemi, altro non è che una lungaggine. Ben progettata, per carità, con un ottima navigabilità, ma pur sempre una lungaggine.
Da che si è pronti per inviare la segnalazione ci si è probabilmente dimenticati ciò che si voleva segnalare. Ma soprattutto l’invio non è associato all’ID dell’applicazione e per tanto la nostra richiesta finirà nel calderone delle segnalazioni generiche. Certo, si può aggiungere il link all’app di cui vogliamo segnalare la natura truffaldina nello spazio dedicato alle comunicazioni dell’utente, ma quello che servirebbe è niente più niente meno che un’integrazione diretta del processo all’interno di iTunes.
Venerdì mattina ho provato ad inviare una richiesta di verifica relativa a TV Italia Premium, applicazione di cui abbiamo parlato nell’ambito di iPacchi tempo fa, riassumendo brevemente (in inglese) il succo di quanto scrivevo nell’articolo. Posso capire che ci fosse il weekend di mezzo ma per adesso nessuna risposta, neppure una segnalazione dell’avvenuta ricezione della richiesta da parte del supporto.
Questo è dunque il pessimo stato dell’App Store italiano quanto a effettivo controllo di ciò che viene pubblicato e ciò che soprattutto rimane pubblicato sullo Store. L’impossibilità di segnalare una frode senza comprare l’applicazione è chiaramente una situazione paradossale e la totale impunità che caratterizza gli App Store periferici come quello italiano mina alla base il concetto fondante del marketplace Apple, ovvero il filtro preventivo, sulla base delle tanto vituperate linee guida, di ciò che ci dovrebbe finire dentro.
Non ci sono malware nell’App Store, di questo siamo certi, e del resto non vogliamo neppure che Apple si eriga a censore etico dei contenuti delle applicazioni. Per carità, l’abbiamo visto cosa succede quando i revisori sbagliano in questo senso. Ma è indubbiamente necessaria una seria revisione delle procedure di controllo a posteriori e l’istituzione di metodi di intervento rapido in casi come quelli che, ne siamo sicuri, continueremo ancora a segnalarvi nella nostra rubrica iPacchi.
Sottoscrivo tutto. Ormai la situazione sta rapidamente volgendo all’insostenibile: una buona metà delle applicazioni in top 25, gratuite o a pagamento, ha recensioni chiaramente farlocche, scritte in un italiano improbabile e prive di qualsivoglia informazione di rilievo (tutta la gamma da “Fantastikooo!” a “Bellissima……… da provare!!!!!!!”). (Sì, sospette anche considerando il tasso di scolarità medio). Per capire che si tratta di un pacco bisogna trovare l’unica mono-stella onesta nell’elenco, sommersa in un amen dagli squadroni prezzolati assunti dal developer.
Oltre alla sacrosanta possibilità di segnalare le sole sarebbe auspicabile un giro di vite sulle review, per quanto sia, lo riconosco, un lavoro mastodontico. Ma andando avanti così si farà la fine di Tripadvisor.
Avete provato su: https://reportaproblem.apple.com ?