Programma di riciclaggio Apple, ora disponibile anche in Italia

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Forse qualche più assiduo lettore ricorda quando scoprimmo che SONY utilizzava l’immagine di un Mac sulla sezione relativa al supporto dei portatili VAIO. In quell’occasione bastarono pochi giorni perché SONY, sicuramente attenta a ciò che si dice di “lei” in rete, modificasse l’immagine sul suo sito con quella di un VAIO.

Forse, anche Apple inizia ad essere attenta (e non poco) a ciò che si dice di lei in rete. E forse ci sono altri uomini della Mela, oltre al nostro fantomatico anonimo dipendente di Cupertino, che spulciano la rete e leggono di ciò che si dice di Apple. Anche di quel che diciamo qui su The Apple Lounge. È solo un’ipotesi ma dopo un nostro articolo in cui lamentavamo la disparità di “trattamento” che Apple riserva ai vari paesi, tre cose sono cambiate. E piuttosto velocemente considerato che parte di ciò che lamentavamo è cambiato in meno di un mese.

Ad iOS 4.2 non piace WIND

WIND. Più vicini. Questo è ciò che campeggia insieme al logo del gestore di telefonia mobile italiano in alto a sinistra sul suo sito.

Probabilmente saranno molti i lettori di The Apple Lounge che troveranno pregnante lo slogan di WIND che con molte sue opzioni ha avvicinato molti utenti che, seppure lontani, possono sentirsi più vicini (si pensi ad esempio a Noi2). Ma non siamo qui certo a sponsorizzare il gestore blu arancio o le sue tariffe ed opzioni. Siamo qui a far notare quanto ancora WIND ed Apple non siano affatto più vicine. Anzi, più lontane.

iPhone 5, Nuovi indizi sul sensore da 8 Megapixel

Qualche giorno fa vi parlavamo della presentazione di un nuovo sensore da 8 Megapixel sviluppato da OmniVision che, per dimensioni e periodo d’inizio della produzione di massa, potrebbe essere introdotto in alcuni nuovi prodotti designed in Cupertino ed in particolare sul successore dell’iPhone della discordia: l’iPhone 5.

In quell’articolo accennavamo al perché, probabilmente, i progettisti di Apple abbiano inserito di volta in volta dei sensori più performanti rimanendo sempre un passo (o anche due) dietro alla concorrenza. Ed il motivo era che il melafonino, oltre a telefonare, deve agganciarsi ad internet. Ma se le reti dei gestori di telefonia mobile non sono abbastanza prestanti non ha molto senso produrre foto e video molto “pesanti” (in termini di MegaByte).

Ma forse qualcosa sta per cambiare.

Apple Store Online, Tanti p(a)esi e tante misure


Il titolo può già dare qualche indicazione di cosa andremo a raccontarvi. Parliamo di ciò che offre e pubblicizza Apple sui suoi store online dei vari paesi in cui il negozio virtuale è “aperto”.

Abbiamo fatto un giro sugli store e, ce ne sono delle belle. I più penseranno alla solita storia della differenza dei prezzi dei prodotti tra il negozio U.S.A. ed il nostro italiano. In realtà, quella è l’ultima delle cose che abbiamo notato e che i più accaniti sostenitori di Apple (quasi come se chi scrive su The Apple Lounge sia un sostenitore dello Zune e di Windows VISTA) sono soliti giustificare col fatto che i prezzi dello store a stelle e strisce non includono le tasse che variano a seconda degli stati degli U.S.A..

Questa volta ciò che abbiamo notato va oltre.

The Beatles su iTunes e le non-promesse disattese

Il fatto che la special news from iTunes di ieri fosse “solamente” l’arrivo dell’intera discografia dei Beatles su iTunes ha deluso i più. Il parere generale è che Apple ha disatteso le aspettative che avrebbe in un primo tempo contribuito a generare con il mega-teaser piazzato sulle home page internazionali. Non è così, e vedremo perché, ma va specificato per prima cosa che quella di ieri non è esattamente una notizia da nulla. La discografia completa dei Beatles arriva per la prima volta su uno store musicale digitale ed è concessa in esclusiva mondiale ad Apple, almeno fino al 2011. Normale dunque che a Cupertino abbiano voluto generare un hype di questa portata e dedicare all’evento un’operazione di marketing senza precedenti per un singolo gruppo su iTunes.

Apple Store Grugliasco, dei licenziamenti e delle polemiche

La Genius Bar dell'Apple Store di Grugliasco

Nei giorni scorsi alcuni ex-dipendenti in prova presso il nuovo Apple Store di Grugliasco (TO) hanno denunciato su varie pubblicazioni nazionali il modo a loro dire ingiusto con cui sarebbero stati cacciati dalla dirigenza del negozio prima della fine del loro periodo di prova. Molti di voi ci hanno segnalato questa notizia e forse vi sarete pure chiesti perché non ne avete letto anche qui su TAL. Il motivo è semplice: i primi articoli apparsi sui giornali parlavano di “dipendenti in prova licenziati”, rimarcando la presunta ingiustizia di questi “allontanamenti”. Una non notizia, in pratica, dato che secondo la legge nel periodo di prova sia l’azienda che il dipendente possono risolvere il rapporto di lavoro anche senza preavviso.

Ieri l’Espresso ha pubblicato però la lettera di Marco Savi, uno dei 4 “allontanati” di Grugliasco. E’ una lettera che sposta il problema dall’allontanamento alle modalità di formazione, di cui Savi contesta i metodi e, a suo dire, la palese inadeguatezza. Ne esce un quadro non certo idilliaco sulle dinamiche interne allo Store di Torino. Savi in particolar modo denuncia l’incompetenza dei manager e gli aspetti eccessivamente “motivazionali” del training, che secondo lui hanno comportato una scarsa preparazione tecnica dei dipendenti.

Nella lettera di Savi si riconoscono alcuni aspetti tipici delle dinamiche della formazione all’interno di una grande azienda che possono non piacere ma che non sono prerogativa di Apple. Per capirne di più ho chiesto ad una nostra fonte, che a tutt’oggi lavora per uno degli altri tre Apple Store italiani, di dirci la sua sulla questione alla luce della lettera inviata da Marco Savi all’Espresso.

iBookstore dopo sei mesi: un vero e proprio fallimento?

Prendiamo spunto da un interessante post scritto da David Winograd su TUAW a proposito della situazione di iBookstore e iBooks. A distanza di sei mesi dalla presentazione di iPad e della sua libreria digitale (estesa successivamente anche ad iPhone) è giunto il momento di tirare le somme.

Quella che doveva essere la risposta di Apple ad Amazon e al suo Kindle si è rivelato essere più o meno un esperimento fallimentare. A giustificare questa tesi basta considerare un po’ di numeri; il Kindle store vanta ben 700.000 titoli tra libri, riviste e blog da scaricare. Per quanto riguarda lo store digitale dell’azienda di Cupertino non sono stati rilasciati dei dati ufficiali ma basta togliere dal conto il materiale in pdf per giungere ad una semplice conclusione.

Apple e Google rinnovano il loro accordo per Safari

Apple e Google

Apple e Google

Eric Schmidt, attuale CEO di Google, ha annunciato sulle pagine di BusinessWeek di aver prolungato l’accordo con Apple per l’inclusione di Google come motore di ricerca predefinito nel browser Safari.

Il motore di ricerca di Google rimarrà quindi il search engine impostato di default nel browser Apple anche se in Safari 5 esiste comunque una opzione che permette di scegliere il motore di ricerca preferito tra Bing, Yahoo! e Google.

Ping, il social network disconnesso

Giovedì scorso, dopo aver scaricato iTunes 10, ho attivato il mio account Ping. Ho aggiunto qualche amico, seguito un paio di artisti fra cui non c’è Lady Gaga e poi me ne sono completamente dimenticato. Questo è stato l’effetto che ha ottenuto su di me fino ad oggi lo sforzo social di Apple. Nel corso delle prime 48h di funzionamento Ping ha raccolto la bellezza di un milione di utenti. Ma quanti hanno trovato nella nuova “sub-applicazione” di iTunes quel che si aspettavano?

La sensazione è quella di essere finiti in un social network simile a Facebook e Twitter ma differente per la carenza di funzioni più avanzate che siamo ormai abituati a dare per scontate.

La prima domanda che mi viene in mente è se può superare la massa critica di accettazione, e conseguentemente continuare ad esistere, un social network che non vive nel browser ma all’interno di un programma “desktop”.

Ping come Gingo?


Qualche ora dopo la presentazione ufficiale dei nuovi iPod 2010, abbiamo visto diventare disponibile anche il download del nuovo iTunes 10 proprio come promesso al suo ampio pubblico dal sorridente Steve Jobs.

iTunes 10 ha portato, tra le altre cose, anche una vera e propria novità. Nell’era in cui tutto è 2.0, tutto è social e dove l’interazione degli e tra gli utenti è alla base di un servizio di successo, ecco che a Cupertino non hanno perso tempo dando i natali al social network musicale che, si pensa, cannibalizzerà il “vecchio” MySpace che, a causa anche del “FacciaLibro“, iniziava già a soffrire dell’abbandono degli utenti.

iPod classic: sopravviverà ancora?

L’iPod Classic sopravviverà anche all’evento musicale di quest’anno oppure fra le novità che Steve Jobs presenterà sul palco dello Yerba Buena Center domani ci sarà anche il pensionamento del lettore musicale “jumbo”? Il quesito è ricorrente, tanto che già da un paio d’anni salta fuori ad intervalli regolari. Come già avvenuto per altri prodotti (si veda Mac mini e Apple TV) la bassa frequenza degli aggiornamenti dell’iPod classic sembra suggerire un parziale disinteresse per il prodotto da parte di Apple.

La domanda se l’è posta anche Harry McCracken di Technologizer, finendo però per concentrarsi, ancora una volta, sulle specifiche. L’unica specifica che davvero conta nel caso dell’iPod classic, però, è la capacità. Ed è ciò che probabilmente terrà in vita anche a questo giro l’elefantiaco modello di iPod, magari con qualche ritocchino estetico e funzionale di natura minore.

Legittimità del jailbreak, un approfondimento

Se siete utenti iPhone e praticate il jailbreak sul vostro dispositivo, non vi sarà probabilmente sfuggito che una recente revisione del DMCA da parte dell’Office Of Copyright statunitense ha decretato la legalità formale della pratica di “liberazione” del terminale. La decisione è valida negli Stati Uniti, mentre non è ben chiaro quale sia la situazione legale all’estero e qui in Italia. Apple ha poi confermato che in ogni caso la pratica invalida ancora la garanzia del terminale, ma siamo sicuri che questa clausola sia a norma di legge?

Per cercare di capire meglio quale sia l’attuale situazione legale del Jailbreak in Italia abbiamo chiesto un parere tecnico a Gianluca Craia, consulente legale dello staff di  noze s.r.l. ed esperto di proprietà intellettuale nel mondo ICT.

Pochi giorni prima delle ferie d’agosto si è tenuta in America la ormai classica DMCA triennial review. Le novità sono state molte, e molte le riflessioni che i provvedimenti presi dai componenti del “Register of Copyrights” suscitano.

Con il Digital Millenium Copyright Act (DMCA) del 1998 è stato recepito nell’ordinamento Statunitense il WIPO Copyright Treaty e il WIPO Performances and Phonograms Treaty; nel maggio 2001 anche l’Unione Europea ha adottato provvedimenti relativi al Copyright con la direttiva Direttiva 2001/29/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 22 maggio 2001, sull’armonizzazione di alcuni aspetti del diritto d’autore e dei diritti connessi nella società dell’informazione che ha portato alle modifiche introdotte alla legge 633/1941 (Legge sul diritto d’autore di seguito e più in breve LDA).

Un MacBook Air decisamente ricondizionato

Non si tratta di un pesce d’aprile a scoppio ritardato, quello che vedete nell’immagine qui sopra è veramente un MacBook Air, o meglio ciò che è rimasto di funzionante di un MacBook Air con qualche piccola aggiunta.

Microsoft crea una pagina PC vs Mac

Proprio così, Microsoft ha pubblicato una pagina in cui tenta di spiegare perché sia meglio utilizzare un PC piuttosto che un Mac. Già di per sé la cosa ha del ridicolo (opinione personale), ma quello che mi lascia basito è la quantità di assurdità riportate nero su bianco, non riesco francamente a essere più morbido. Si tratta di propaganda, di livello piuttosto dozzinale tra l’altro.

MacBook Pro Late 2010, cosa aspettarci e quando


Questa volta niente rumor. Vogliamo semplicemente fermarci a fare il punto della situazione riguardo i portatili designed in Cupertino. Nulla di più che qualche illazione, qualche idea da condividere con voi sui prossimi modelli di MacBook Pro che Apple, probabilmente, lancerà verso ottobre 2010.

Iniziamo col dire il perché è lecito aspettarsi un aggiornamento dei portatili in quella data. In quel periodo dell’anno saranno passati circa sei mesi da quel 13 aprile, giorno in cui sono stati lanciati gli ultimi modelli. Ma il motivo è anche un altro. Inizia l’ultimo trimestre dell’anno ed Apple deve prepararsi al Natale offrendo ai propri clienti qualcosa di nuovo.

Magic Trackpad: un primo passo verso il futuro

Finalmente il Magic Trackpad è sulla mia scrivania, da circa 24 ore e già con una certa soddisfazione. Ma non voglio qui parlare specificatamente dell’oggetto, per il quale è in arrivo una recensione (spero) approfondita. Ho passato i giorni dalla sua uscita fino al suo arrivo a raccogliere notizie e impressioni e una ha particolarmente attratto la mia attenzione: Magic Trackpad è più di quel che pensate, di Jonny Evans.

Il Jailbreak è legale ma invalida ancora la garanzia

Ieri il Copyright Office presso la Biblioteca del Congresso U.S.A. ha ufficializzato alcune eccezioni al DMCA (Digital Millenium Copyright Act) a seguito di una lodevole campagna di “pressione” attuata dalla Electronic Frountier Foundation. Fra di esse ve ne sono due che si applicano nello specifico al Jailbreak e che di fatto rendono tale pratica totalmente legale.

I programmi che permettono agli smartphone di eseguire applicativi non previsti dal produttore e i firmware o i software che consentono all’utente di collegarsi ad un network telefonico in maniera legale non rientrano nel novero delle opere dell’ingegno che violano la legge sul copyright.

Nel Mac Web sono volati tappi di champagne e si è gridato alla “sentenza” storica (anche se tecnicamente questa è una cosa un po’ diversa da una sentenza). Ma siamo sicuri che sia davvero cambiato così tanto rispetto a prima?

Apple “vince” il campionato del mondo di insicurezza software… secondo Gizmodo


Ci risiamo. I rapporti incrinati tra Apple e Gizmodo sono di nuovo sotto gli occhi di tutti. Questa volta i ragazzi di Gizmodo non tornano sull’argomento “Antennagate” smontato da Jobs a dalle poche lamentele degli utenti (almeno fino ad ora) riguardo ad iPhone 4. Ma attribuiscono ad Apple il gradino più alto del podio per produrre software insicuro.

Se da Gizmodo, nelle poche righe riportate, ci tengono a specificare che il loro titolo ad effetto non è da leggersi come il fatto che Mac OS X sia il sistema operativo più insicuro, le poche notizie che riportano ci danno l’idea di una informazione che continua ad essere faziosa nei riguardi della Mela.

Antennagate, così fan tutti


Durante la conferenza stampa sui problemi dell’antenna di iPhone 4 Apple ha messo in evidenza come tanti altri smartphone soffrano dei medesimi problemi di attenuazione di iPhone 4. Questa “presa” (ah!) di posizione ha fatto indignare non poco i concorrenti della Mela (citati e non), che hanno risposto piccati sostenendo che Apple vuole estendere all’industria un problema che è solamente suo.

L’errore di Apple non è da ricercarsi nella progettazione del dispositivo, che a fronte di un punto debole più facilmente individuabile ha una ricezione migliore di qualsiasi telefono cellulare mi sia capitato di provare. E’ stato un errore di comunicazione: Steve Jobs doveva mettere in chiaro il compromesso dell’antenna (migliore di ricezione a fronte di un punto debole più facile da individuare) già durante la presentazione del dispositivo. Ma soprattutto il CEO doveva risparmiarsi le prime risposte agli utenti, quelle della serie “hold different”, per capirci.

La conferenza stampa però ha funzionato. Adesso il problema non è più soltanto di Apple. Fioccano i video che mostrano come la death grip sia riproducibile, con le necessarie declinazioni, su un buon numero di smartphone attualmente in circolazione. Gli altri produttori stanno a loro volta commettendo errori di comunicazione abbastanza grossolani nell’intento di negare l’esistenza del problema non problema sui propri smartphone.

iPhone 4 e la pessima informazione dei TG italiani


Quello che vi riportiamo è ciò che è stato sotto gli occhi di tutti gli spettatori dei telegiornali italiani dopo la conferenza stampa tenutasi lo scorso venerdì e presenziata da Steve Jobs riguardo il caso “Antennagate” tanto portato avanti da Gizmodo.

Sotto gli occhi di tutti c’è stata la pessima, scadente, ridicola e pietosa informazione che sempre più spesso viene fornita ai telespettatori da giornalisti che, in quanto iscritti all’albo, credono e talvolta hanno la presunzione di avere il dono di poter parlare con pari competenza su un qualsiasi argomento.

Ciò che vi andremo a descrivere è come i telegiornali italiani hanno curato il caso iPhone 4 avvalendoci dell’ottimo lavoro svolto dallo staff di setteB.IT in merito.

Altrocunsumo “diffida Apple dal distribuire il telefonino” “leader del momento”


Onore a chi sa ricredersi e tornare sui suoi passi cambiando strada. Certo è che se il cambio di rotta è repentino e segue il vento del momento la cosa lascia pensare. Un esempio lo ha dato in queste ore Altroconsumo sul suo sito. In circa 48 ore il sito che difende i consumatori ha completamente cambiato la sua opinione riguardo ad iPhone 4.

Se il 13 luglio la quarta versione del Melafonino veniva definita da Altroconsumo come un terminale che non delude, anzi, accoglie molte richieste” e “uno dei telefoni leader del momento ecco che il 15 luglio, un giorno prima dell’attesa conferenza di Apple, fa un incredibile passo indietro e diffida Apple dal distribuire il telefonino difettoso dopo i suoi test.

Apple non mente, tutti devono sottostare alle leggi della fisica


I lettori più assidui si staranno chiedendo se si tratti di un errore di pubblicazione. Ebbeno no. È solo che abbiamo voluto utilizzare la medesima immagine di apertura usata nell’articolo di ieri con cui iniziavamo ad informarvi di ciò che era emerso durante la conferenza stampa di Apple.

Se abbiamo fatto questa scelta è perché abbiamo trovato giusto ribadire un concetto fondamentale: se considerate iPhone 4 come uno smartphone non perfetto allora dovete considerare tutti gli smartphone ed i telefoni cellulari non perfetti. E ve lo vogliamo dimostrare anche noi con un nostro piccolo esperimento.