WikiLeaks rivela gli sforzi di Apple contro la contraffazione cinese

iPad clone

iPad clone

Tra i tanti dossier pubblicati da WikiLeaks in questi anni, oggi ne spunta uno interamente dedicato ad Apple. Sembra che già nel marzo del 2008 Apple abbia messo in piedi un team per cercare di contrastare la contraffazione cinese, purtroppo però questa iniziativa non ha incontrato i favori del governo locale.

Il gruppo di lavoro avrebbe dovuto controllare rigorosamente negozi, ambulanti e magazzini alla ricerca di iPhone, iPad, iPod ed altri cloni palesemente ispirati ai prodotti Apple.

Google VS Apple, la guerra delle acquisizioni [Infografica]

Google ed Apple non sono più pappa e ciccia ormai da qualche anno: nonostante le crepe fossero evidenti già da tempo, la rottura si è ufficialmente compiuta con le dimissioni dell’allora CEO di Big G, Eric Schmidt, dal C.D.A. Apple nell’agosto del 2009.
Ma come si misura pubblicamente la rivalità fra due aziende concorrenti? Le dichiarazioni pubbliche, anche se avvelenate, lasciano il tempo che trovano. Il modo migliore è quello di seguire gli avvocati (e quindi le cause legali interconnesse che agitano il mare dell’I.T.) oppure il denaro, visto che entrambe le aziende dispongono di un discreto capitale spendibile inglobando aziende esterne.
GigaOM ha sintetizzato lo scontro delle acquisizioni fra i due giganti, che si sono sempre approcciati in maniera differente ad una delle operazioni più delicate che un’azienda possa effettuare: da una parte Google che acquisisce con una relativa semplicità e arriva a colpi di teatro come la recente retata Motorola, dall’altra Apple che nonostante l’incredibile ammontare di liquidità in banca tende sempre e comunque ad acquisire solo quelle startup o aziende che possono essere funzionali alla strategia aziendale già tracciata.
Trovate l’infografica completa dopo il salto. Fate clic sull’immagine per vederla ingrandita.

Anche Acer vittima dell’effetto iPad

Ieri Acer ha presentato i risultati finanziari del secondo trimestre fiscale 2011. Per gli investitori le notizie non sono positive, visto che l’azienda per la prima volta non riporta alcun profitto a causa del forte calo subito dalle vendite di PC portatili nel corso dell’ultimo anno. La perdita ammonta a 234,3 milioni di dollari.
Qualcuno potrà dire che è una resa dei conti sulle strategie commerciali intraprese negli ultimi anni, visto che gran parte delle revenues di Acer derivano dal settore netbook. Gli amati-odiati piccoli portatili dal costo contenuto che vengono venduti con un bassissimo margine si vendono molto meno rispetto al passato e sono senza dubbio i PC che di più hanno subito la concorrenza dei tablet (se ne parla da più di un anno). Il che equivale a dire, oggi come oggi, la concorrenza dell’iPad.

Google, Apple e gli altri alla guerra dei patent: quali saranno le prossime mosse?

Nella sua invettiva contro i concorrenti di Google rei di essersi accordati e di aver soffiato a Big G i brevetti di Nortel, il capo dell’ufficio legale di Big G, David Drummond, ha scritto qualcosa su cui riflettere: il valore della proprietà intellettuale si sta gonfiando oltre misura.
E’ vero, ma quello che non ha detto è che Google è uno dei soggetti che ha attivamente favorito una situazione come questa, che alla fine ha portato ad un risultato indiretto alquanto clamoroso come l’acquisizione di Motorola. Per prendersi l’azienda e soprattutto il suo preziosissimo parco brevetti, Big G sgancerà la bellezza di 12,5 miliardi di dollari (un valore decisamente gonfiato per un’azienda in rosso e con non pochi problemi), ovvero più del profitto incassato nel corso dell’ultimo anno (circa 8 miliardi). Una mossa che certi osservatori giudicano intelligente e coraggiosa ma che ha invece tutta l’aria di essere affrettata e dettata dalla necessità.
Lo scenario adesso si complica e non è facile capire quali saranno le prossime mosse dei grandi avversari. L’impressione è che la fase di studio, fatta di cause parallele fra Apple, Microsoft e i produttori di dispositivi Android, sia quasi al termine e che si prepari uno scontro termonucleare finale. L’altra ipotesi è che i brevetti possano efficacemente funzionare da deterrenti reciproci e che si sfoci in una sorta di guerra fredda conveniente per tutte le parti in causa.

Galaxy Tab 10.1 semi-libero in Europa; HTC fa causa ad Apple

Se negli annali dell’I.T. l’estate 2011 venisse archiviata come la lunga stagione della guerra legale sulla proprietà intellettuale, non ci stupiremmo. Al massimo ci stupiremmo dell’esistenza fisica di qualcosa come “gli annali dell’I.T.” ma questo non c’entra.
Mentre in Europa Samsung può tirare un misurato e temporaneo sospiro di sollievo per la parziale rilettura dell’ingiunzione emessa da un tribunale di Dusseldorf, negli Stati Uniti HTC ha provveduto a depositare una nuova causa per violazione della proprietà intellettuale da parte di Apple che coinvolge non solo i dispositivi mobili della Mela ma anche il Mac. Tutto mentre Google, come probabilmente saprete a meno che non siate tornati stamane da un campeggio ferragostano sull’Aspromonte, ha annunciato un accordo per l’acquisizione di Motorola per 12.5 miliardi di dollari. Praticamente i profitti che Big G ha messo in banca in un anno e mezzo.
In Italia invece, se proprio vi interessa, non è successo niente di tecnologicamente importante (tranne un certo update algoritmico che qualcuno ha pensato bene di rendere operativo nel peggior fine settimana – internettianamente parlando – dell’intero anno solare) perché siamo in ferie tutti quanti.

Guerra dei brevetti: Google accusa Microsoft, Apple e Oracle, tutte unite contro Android

Sul blog ufficiale di Google è comparso ieri un articolo a firma David Drummond, Vice Presidente Senior di Google e capo dell’ufficio legale di Cupertino, in cui l’alto dirigente accusa Apple, Microsoft e Oracle di voler “soffocare” Android con una serie di cause per violazione della proprietà intellettuale. Lo “sfogo” dell’avvocato capo di Google ricalca quello di Eric Schmidt, che qualche giorno fa accusava le aziende concorrenti di voler vincere nei tribunali invece che sul mercato con l’innovazione, ma va oltre e denuncia “una campagna organizzata contro Microsoft da Android, Oracle, Apple e altre compagnie, condotta attraverso brevetti di scarso valore”.
Quei brevetti di scarso valore sono quelli delle aste Novell e, soprattutto, Nortel, che un consorzio formato dalle aziende accusate da Google ha acquistato con un’offerta vincente superiore ai 4 miliardi di dollari. Brevetti senza valore per cui Google era arrivata ad offrire 3,14 miliardi di dollari.

Apple arricchisce il Fondo Permanente dell’Alaska

Nella classifica delle maggiori aziende U.S.A. per capitalizzazione di mercato, Apple occupa saldamente il secondo posto. In prima posizione c’è il gigante del “vecchio” settore petrolifero Exxon Mobil, che fra le (tante) altre cose è anche proprietario dell’oleodotto che corre da Valdez a Prudhoe Bay attraversando tutta l’Alaska.
Quando l’oleodotto fu costruito, nel 1976, fu istituito un fondo di risparmio permanente che servisse per gestirne i proventi e distribuirne gli utili negli anni a venire a tutti gli abitanti dell’Alaska.
Il Fondo Permanente nei giorni scorsi ha pubblicato i risultati per l’ultimo anno fiscale. Il valore giugno 2011, 40,1 miliardi di dollari, è il più alto mai raggiunto, grazie soprattutto agli investimenti azionari da parte dei gestori del fondo. Il titolo del portfolio che ha “performato” meglio di tutti? AAPL.

Apple Vs Samsung: l’ITC accoglie la richiesta di Cupertino

L’ITC ha accettato la richiesta di Apple e avvierà un indagine per stabilire se effettivamente Samsung ha copiato i dispositivi, le interfacce e il packaging di iPhone e di iPad con i propri prodotti concorrenti, come sostenuto nella denuncia che Apple ha depositato lo scorso 5 luglio.
Lo scopo della richiesta di Apple, come sempre quando c’è di mezzo l’International Trade Commission, è il blocco delle importazioni dei dispositivi Samsung negli States. Tuttavia nella maggior parte dei casi un accordo economico viene raggiunto prima che vi sia una sentenza formale. Anche questo sarà un caso un caso che finirà con una stretta di mano e un corposo passaggio di denaro extra-giudiziale?

Brevetti: quanto ha versato Apple a Nokia e quanto per il pacchetto Nortel

Nokia ha pubblicato ieri i risultati fiscali del suo secondo trimestre 2011. I numeri sono disastrosi, con perdite pesanti che, secondo il CEO Stephen Elop, vanno attribuite alle difficoltà della transizione strategica che l’azienda sta affrontando.
Per quali siano le cause i dati parlano chiaro, in particolare il numero di smartphone venduti: 16,7 milioni. Apple, con i suoi 20,34 miloni di iPhone venduti nello stesso periodo ha ampiamente superato il gigante finlandese nel settore dei “telefonini evoluti”.
Ma c’è un altro dato che salta all’occhio dai report di Nokia: l’ammontare degli introiti legati alle licenze sulla proprietà intellettuale, nel quale è ricompreso anche il pagamento per la causa che i finlandesi e Cupertino hanno patteggiato a metà del mese scorso. Dal form 10-Q depositato da Apple contestualmente all’annuncio dei risultati del Q3 trapela inoltre la somma versata per la partecipazione al consorzio di acquisto dei brevetti Nortel.

Eric Schmidt (Google): ci fanno causa perché non sanno innovare

Steve Jobs ed Eric Schmidt, quando ancora erano "amici" (MacWorld 2007)

 

Eric Schmidt faceva parte del board Apple quando ancora l’iPhone non era altro che un progetto visionario fortemente voluto da Steve Jobs. Si dice che l’astio con cui lui e The Steve si siano detti addio dipenda dal fatto che quell’esperienza ha fornito a Schmidt le basi per avviare in gran segreto un progetto antagonista (Android) in quel di Mountain View. Ora l’ex-CEO e attuale Chairman di Google sembra essersi dimenticato il piccolo particolare e durante un discorso alla Mobile Revolution Conference di Tokyo ha sganciato una vera e propria bomba mediatica, accusando Apple di “gelosia” e “carenza di innovazione”.

Cause Apple: Paul Allen rinviato e due brevetti violati da HTC

La scorsa settimana si sono sommate almeno un paio di notizie legali di rilievo relative a cause in cui è attualmente coinvolta Apple. Per i legali di Cupertino, in entrambi i casi, si tratta di buone nuove. La prima causa in questione è quella che vede contrapposto il co-fondatore di Microsoft, Paul Allen, e un buon numero di aziende della Silicon Valley. La seconda è l’ormai nota Apple VS HTC. L’ITC ha riconosciuto come valide le richieste di infrazione di due brevetti targati Cupertino da parte della fu High Tech Computer Corporation.

Brevetti: sviluppi Nortel e cambio della guardia a Cupertino

L’acquisizione del pacchetto di preziosi brevetti su tecnologie del settore mobile di proprietà della fu Nortel da parte di un consorzio di aziende capitanato da Apple è stato approvato dai tribunali fallimentari preposti in Canada e negli Stati Uniti. Il passaggio di proprietà intellettuale dall’azienda in bancarotta e le aziende che si sono unite per acquistarli con una mega colletta da 4,5 miliardi di dollari può quindi procedere, anche se la l’antitrust deve ancora dire la sua.
Nel frattempo a Cupertino se ne va il legale responsabile del settore brevetti, Richard Lutton. Al suo posto l’avvocato B.J. Watrous. I motivi del passaggio di consegne, in un periodo così caldo per la divisione I.P. dell’ufficio legale di Cupertino, non sono noti.

iAd, Apple taglia ancora i costi d’ingresso

Apple ha ridotto ancora una volta i costi minimi per la sottoscrizione di una campagna pubblicitaria su iAd. Bloomberg scrive che secondo un paio di fonti interne al settore adesso la quota minima da versare ad Apple non è più di 500.000$ bensi di 300.000$. Quando la piattaforma pubblicitaria è stata inaugurata i grandi inserzionisti dovevano essere disposti a sborsare almeno un milione di dollari per poter essere “ammessi” al programma.
Gli alti costi della piattaforma pubblicitaria ufficiale Apple hanno sempre funzionato volutamente da selezione all’ingresso, ma nonostante da Cupertino sostengano che il programma funziona e che sono già più di 100 le campagne di alto livello attivate (senza contare gli iAds a basso costo per gli sviluppatori), le percentuali di invenduto rimangono alte e la concorrenza sembra cavarsela molto meglio.

Apple raggiunge il 35esimo posto della classifica Fortune 500

Apple Fortune

Apple FortuneFortune ha pubblicato l’attesissima Top 500 del 2010, la classifica delle aziende più importanti del mondo per fatturato. Apple si piazza al 35esimo posto, guadagnando ben 21 posizioni rispetto alla classifica dell’anno precedente.

Con un fatturato di poco superiore ai 65 miliardi di dollari, Apple occupa un posto importante nella classifica di Fortune, la società è stata premiata per essere riuscita ad espandere il suo impero grazie a prodotti cool e di tendenza (non dimentichiamoci che nel 2010 è stato lanciato l’iPad), inoltre Apple viene elogiata per aver aperto le porte a nuovi mercati, come quello cinese.

Munster: 5.5 milioni di Pad 2 nel primo trimestre

Venerdì prossimo alle 5 del pomeriggio l’iPad 2 debutterà sul mercato americano sia in versione Wi-Fi sia in versione Wi-Fi + 3G. 14 giorni più avanti, il 25 marzo, toccherà ad altri 26 paesi, Italia compresa. Bastano questi dati per capire che con ogni probabilità l’iPad 2 ci metterà molto meno tempo a superare la soglia del milione di dispositivi venduti (il record del 2010 è di 28 giorni) rispetto al proprio predecessore e che con ogni probabilità saranno molti di più i Tablet di seconda generazione venduti nel trimestre fiscale di lancio.

Gene Munster, noto analista Apple, ha messo il sigillo ufficiale a questa considerazione di buon senso con uno dei suoi report. Il buon Gene ha sfoderato la palla di cristallo e ha dato i numeri: secondo lui saranno 5.5 milioni gli iPad venduti entro la chiusura del Q2 2011.

Assemblea degli azionisti, i punti salienti

Lo scorso mercoledì 23 febbraio, presso la Town Hall del Campus Apple di Cupertino, si è tenuta l’assemblea annuale degli azionisti della società. Steve Jobs non era presente, come prevedibile, ma a farne le veci ci ha pensato Tim Cook. C’erano in votazione diverse mozioni importanti, compresa quella sulla pubblicazione di un piano di successione per l’azienda promossa da diversi fondi pensione. Tutto, o quasi, è andato secondo i piani di Apple. Di seguito alcuni dei punti salienti dell’incontro.

iAd, Apple dimezza il budget minimo delle campagne


Apple ha rivisto al ribasso il costo del “biglietto d’entrata” per iAd, la piattaforma di Mobile Advertising che ha debuttato su iOS la scorsa estate.
L’azienda richiedeva alle agenzie e alle grandi compagnie che volessero investire in advertising su iAd una spesa minima di un milione di dollari. Una cifra che rientra sicuramente nel budget di molte firm di produzione pubblicitaria e di molti grandi brand ma comunque parecchio alta per una piattaforma appena nata.

Ora che una prima fase stagionale può dirsi conclusa, Apple ha deciso di tagliare a metà il costo “d’accesso” e basterà una campagna da almeno 500 mila dollari per poter portare il proprio marchio sulla piattaforma pubblicitaria made in Apple.

Un design innovativo per il data center Apple

Quando si pensa alle innovazioni introdotte da Apple si finisce immancabilmente per citare uno dei tanti prodotti di successo dell’azienda di Cupertino, dal Macintosh all’iPhone, dal PowerBook all’iPad. Innovativi, certamente, ma frutto spesso di innovazioni invisibili, che stanno a monte e che riguardano in primo luogo i processi di progettazione industriale, di design e le architetture operative dell’azienda.

Una di queste “innovazioni invisibili” Apple la sta plasmando in questi mesi in North Carolina, all’interno del data center di Maiden, nella contea di Catawba: secondo quanto rivelato da due aziende del settore, la Instor e la Electrorack, Apple avrebbe ordinato rack e strutture su misura, diverse da qualsiasi altro prodotto presente sul mercato, per rispondere a particolari requisiti di progettazione.

Mac App Store, Pixelmator guadagna un milione di dollari in venti giorni

Pixelmator

Pixelmator

Pixelmator, pubblicato venti giorni fa su Mac App Store (al lancio, praticamente) ha già generato guadagni per un milione di dollari. Lo annunciano Saulius e Aidas Dailide, i due fratelli autori del programma. Con un post sul sito ufficiale della compagnia, i due ragazzi ringraziano tutti coloro che hanno acquistato il software e assicurano che presto rilasceranno nuovi aggiornamenti per Pixelmator.

Saulius e Aidas hanno fatto una scelta coraggiosa decidendo di vendere Pixelmator solo su Mac App Store, una manovra sicuramente rischiosa, che tuttavia ha pagato molto, visto l’enorme successo commerciale riscontrato dall’applicativo.

Causa Kodak, dall’ITC primo stop alla causa contro Apple e RIM

Poco più di un anno fa, nel gennaio 2010, la Eastman Kodak Company ha fatto causa ad Apple e RIM per la violazione di alcuni brevetti relativi alla visualizzazione di anteprime delle immagini su dispositivi portatili. L’azienda aveva confermato che l’obbiettivo era quello di ottenere il pagamento di royalties sulle tecnologie che le società denunciate avrebbero utilizzato senza permesso.

Per Kodak arriva però la prima doccia fredda: il giudice Paul Luckern della International Trade Commission ha deciso che le richieste di Kodak presso la commissione non sono valide. Non si tratta però di una sentenza definitiva ma solo di una prima indicazione che poi i commissari potranno decidere se confermare o meno entro il 23 maggio.

Apple cerca un nuovo CFO? Si, ma anche no

Apple è alla ricerca di un nuovo Chief Financial Officer? Secondo la nota testata finanziaria Bloomberg la risposta alla domanda è “sì”, ma da Cupertino hanno già provveduto a smentire: “Peter non se ne andrà da Apple”.
Archiviare tutto come semplice report non confermato sarebbe però un po’ affrettato perché a quanto pare qualche movimento alla ricerca di un nuovo executive ci sarebbe stato, secondo i giornalisti di Bloomberg.

In particolare i recruiters di Apple avrebbero avvicinato Laurence Tosi, il CFO di Blackstone Group. Tosi, tuttavia, avrebbe confermato la propria volontà di rimanere al suo posto ai dirigenti della sua firm finanziaria.
Ma se la posizione di Oppenheimer non è a rischio e allo stesso tempo Apple sta conducendo una ricerca per una figura analoga alla sua, che cosa bolle precisamente in pentola?

Paul Allen ci riprova, rinnovata la causa contro Apple e altre aziende

Il co-fondatore di Microsoft Paul Allen non demorde e decide di continuare la sua battaglia contro Apple, Google e altre grandi aziende, ree, secondo lui, di aver violato la proprietà intellettuale della sua Interval Licensing, la società detentrice dei brevetti registrati da Interval Research, l’azienda di Allen chiusa nel 2000.

Verso fine agosto Allen aveva denunciato Apple, Google, eBay, Facebook, Youtube ed altre grandi aziende del settore IT lamentando la violazione di brevetti sull’e-commerce. A inizio dicembre il giudice del Tribunale Distrettuale, Marsha Penchman, aveva rigettato la causa, accogliendo le richieste di Apple e Google, perché troppo vaga. Secondo la Corte era addirittura difficile per gli accusati capire da cosa si sarebbero dovuti difendere. Ai legali della Interval Licensing erano state concesse circa due settimane per rivedere la causa e presentarne una versione riveduta e corretta.