La scorsa settimana si sono sommate almeno un paio di notizie legali di rilievo relative a cause in cui è attualmente coinvolta Apple. Per i legali di Cupertino, in entrambi i casi, si tratta di buone nuove. La prima causa in questione è quella che vede contrapposto il co-fondatore di Microsoft, Paul Allen, e un buon numero di aziende della Silicon Valley. La seconda è l’ormai nota Apple VS HTC. L’ITC ha riconosciuto come valide le richieste di infrazione di due brevetti targati Cupertino da parte della fu High Tech Computer Corporation.
Il caso Allen VS Silicon Valley, come qualcuno ha rinominato la più recente causa intentata contro Google, Apple, Facebook e altri giganti del settore dal multimiliardario Allen, si prenderà una bella pausa.
Il giudice distrettuale Marta Penchman ha infatti accettato la richiesta di riesame della validità dei brevetti di Allen da parte dell’U.S. Patent Office, che dovrà decidere se i “patents” in questione siano da rivedere o se addirittura non si sarebbe dovuti approvarli del tutto. Il riesame, come spiega PaidContent, in questa tipologia di casi è garantito raramente, perché ha due caratteristiche fin troppo favorevoli per gli accusati: finisce quasi sempre per ridurre la portata dei brevetti (e in alcuni casi alla loro cancellazione) e soprattutto è una procedura lunghissima, che può richiedere anche diversi anni per il completamento.
Il motivo per cui in questo caso la richiesta è stata approvata è che i brevetti di Allen sono talmente generici e ingarbugliati che il giudice ha ritenuto fosse necessario l’intervento del Patent Office per sbrogliare la matassa. Come se non bastasse al “povero” Allen è toccato anche operare un rimpasto nella sua squadra di avvocati, perché una firm da lui assunta lavorava anche in casi minori per una delle aziende accusate.
Il caso che vede contrapposte Apple e HTC ha registrato una svolta abbastanza importante venerdì scorso. Secondo quanto riporta Bloomberg da fonti dirette, l’ITC (International Trade Commission) ha appurato la violazione di una parte di due dei dieci brevetti di cui Apple contestava la violazione da parte dell’azienda Taiwanese. La difesa di HTC non è dunque servita a molto, anche se questa decisione da parte dell’ITC non ha ancora conseguenze dirette: la decisione presa dal giudice amministrativo Carl Charneski dovrà essere approvata dalla commissione in seduta plenaria e HTC ha già annunciato che ricorrerà in appello. Il legale dell’azienda ha annunciato che HTC farà di tutto per difendersi e smarcarsi dall’accusa di aver violato questi due brevetti. Brevetti che, per la cronaca, sono gli stessi che Apple ha contestato nella causa contro Motorola.
Di particolare rilievo, come fa notare anche John Paczkowski [via], il fatto che almeno uno dei due non sia relativo all’hardware del produttore quanto al software integrato sugli smartphone di HTC, vale a dire Android.
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