Il 2012 di Apple, il primo anno senza Steve

Il 2012 che si chiude oggi è stato un anno particolarmente importante per Apple. Un anno di transizione che ha portato con sé cambiamenti e “assestamenti” dopo la tragica morte di Steve Jobs che ha segnato la conclusione del 2011.
Un anno durante il quale si è compiuta  una trasformazione fondamentale e la Apple di Steve Jobs è diventata la Apple di Tim Cook. Riviviamo insieme i momenti più importanti degli ultimi 365 giorni.

La crisi Foxconn

L’anno si è aperto con una prima, seria, “crisi” che il nuovo CEO ha dovuto affrontare con fermezza. Una serie di articoli del New York Times hanno messo puntato i riflettori sul problema Foxconn, ovvero sulle condizioni di centinaia di migliaia di lavoratori cinesi che ogni giorno producono iPhone, iPad, Mac e gadget tecnologici di ogni marca e modello.

Un problema che non riguarda solo Apple ma per il quale è finito nella “rete” giornalistica del New York Times solamente il pesce grosso. La risposta è stata chiare e decisa. Cook ha preso in carico il problema in prima persona, si è fatto vedere in Cina, ha pubblicizzato in maniera massiccia il programma di controllo della produzione già in essere e lo ha rafforzato, lanciando un’ispezione generale delle operazioni di Foxconn e di altri fornitori asiatici in collaborazione con Fair Labor Association.

C’è chi con questa storia si è giocato faccia e credibilità. E’ Mike Daisey, autore teatrale che ha scritto un monologo su questo argomento, spacciando per vero un racconto che in realtà atteneva solo alla finzione del palcoscenico. Dopo una comparsati importante sul programma radiofonico This American Life, Daisey ha ritrattato e rivelato quanto fino a quel momento aveva evitato di dichiarare, ovvero che la gran parte del suo racconto era soltanto opera di fantasia.

A poco più di due settimane dall’inizio dell’anno Apple lancia iBooks 2 e iBooks Author, prodotti destinati al settore Education.
A fine gennaio arriva John Browett a dirigere la divisione Retail di Apple. Cook difenderà la scelta contro le critiche che piovono sulla decisione. Browett, che ha un passato di insuccessi, non è considerato all’altezza del compito dalla stragrande maggioranza degli osservatori. Critiche che, visti gli sviluppi di fine ottobre 2012, si riveleranno più che fondate.

OS X Mountain Lion

A metà febbraio arriva la “bomba”: a sei mesi dall’uscita di OS X 10.7 Lion, Apple presenta in anteprima Mountain Lion, la versione 10.8 del sistema operativo.
La novità sta più che altro nelle modalità di lancio del nuovo sistema operativo, che un gruppo scelto di dirigenti “capitanati” dal SVP della divisione Marketing, Phil Schiller, illustra in anteprima ad una selezione di giornalisti e blogger.
In occasione di questi incontri, assai inusuali, Schiller avrà a dire: “Ora facciamo le cose un po’ diversamente”. E’ la prima seria e positiva avvisaglia del cambiamento in corso.

Sfondi OS X Mountain Lion

Mountain Lion arriverà, con tempismo perfetto, il 25 giugno 2012. E’ un sistema che avvicina iOS e OS X ancora più di quanto non abbia già fatto Lion, rivelando così la direzione presa da Apple per il futuro del suo SO desktop di punta. Aspettiamoci, fra non molto, l’annuncio di OS X 10.9, dato che, fra le altre cose, Schiller ha rivelato anche l’intenzione di rendere annuale il ciclo di update di OS X. E’ una scelta ritenuta indispensabile affinché i sistemi operativi dei Mac possano tenere il passo di iOS, con cui saranno sempre più integrati.

La crisi EPEAT

A giugno, dopo la WWDC (quest’anno sold-out nel giro di un paio d’ore) e a seguito dell’annuncio di un nuovo sorprendente MacBook Pro di nuova generazione con display Retina, ecco la seconda crisi importante dell’era Cook.

L’EPEAT minaccia di non poter approvare il nuovo computer con gli standard esistenti ed Apple annuncia il ritiro dei propri prodotti dal registro. Una mossa con implicazioni importanti, dato che negli States molte istituzioni non possono mettere in capitolo spese per prodotti elettronici che non sia approvati EPEAT.

E’ Bob Mansfield, SVP della divisione Hardware, a prendere il toro per le corna. Con un pubblico annuncio si scusa pubblicamente per “l’errore” compiuto e ritratta la posizione di Apple. I prodotti tornano così nel registro e la crisi rientra.
Il risultato del braccio di ferro e di quella che sembrava una debacle gestita male, è in realtà tutt’altro che sfavorevole ad Apple. Nel giro di pochi mesi l’EPEAT “prende” spunto dalla situazione per rivedere alcuni aspetti obsoleti dei propri standard ed anche il MacBook Pro con Retina Display ottiene l’importante certificazione.

La guerra dei brevetti

Il 2012 è stato un anno importante anche per l’evoluzione dello scontro legale fra Apple e Samsung sulla questione dei brevetti.
Dopo una lunga serie di udienze preliminari e tentativi di mediazioni fra le parti dettati più dalla “buona educazione” che da una reale intenzione di trovare un accordo, lo scontro si sposta in tribunale durante l’estate.

A fine luglio inizia un processo con giuria che, secondo gli standard statunitensi, durerà meno di un mese ma sarà sufficiente a rivelare una enorme quantità di informazioni e dettagli su prodotti, prototipi e progetti Apple fino a quel momento tenuti segreti.

Prima della fine di agosto è già tutto finito e il verdetto è a dir poco storico: Samsung viene ritenuta colpevole di una serie di violazioni e la giuria impone un risarcimento danni superiore al miliardo di dollari. Non è una vittoria definitiva su tutti i fronti, ma sicuramente Apple esce vincitrice dallo scontro.

Nulla è ancora definitivo, però. Il giudice deve finire di ratificare ancora la decisione della giuria e Samsung ha annunciato subito l’intenzione di ricorrere in appello. Lo scontro fra i due titani, insomma, non può essere relegato al passato con l’addio al 2012.

E’ invece definitivamente finita la querelle con HTC, che con una mossa già vista in altre occasioni ha scelto la via più ragionevole, quella dell’accordo extra-giudiziale, e ha accettato di chiudere la questione con un esborso indefinito la concessione di una licenza incrociata dei brevetti di cui veniva contestata la violazione. Non si conosco i dettagli della trattativa ma è evidente che non è HTC ad averne tratto guadagno, se non tappando una volta per tutte il rubinetto delle spese legali da sostenere per uno scontro che non avrebbe portato a nulla.

Nella prossima pagina: i prodotti Apple del 2012 >>

4 commenti su “Il 2012 di Apple, il primo anno senza Steve”

  1. Bell’articolo, complimenti.
    Mancano secondo me un paio di notizie:

    – Il crollo in Borsa delle azioni Apple passate dai 700$ a poco più di 500$ in breve tempo.

    – E il “premio” come peggior pubblicità dell’anno dato proprio ad Apple! I tempi delle pubblicità “1984” e “Think different”sono completamente finiti.

    Buon anno!

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  2. Bellissimo articolo. Affascinante, dettagliato, ben articolato. Solo qui si leggono cose davvero interessanti e strutturate. Un augurio di un buon anno a tutti voi!

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  3. Questo è un articolo! Tanti blog dovrebbero imparare da voi (non faccio nomi)…
    Il percorso di Apple del 2012 mi è piaciuto, soprattutto Tim Cook che si è rilevato un ottimo organizzatore; è evidente che il problema si è presentato dal lato software con iOS 6, un sistema operativo povero di novità campeggiato dal flop mediatico delle mappe. Tim Cook ha dimostrato di essere un CEO capace di affrontare i problemi riassettando le responsabilità dei capi divisionali eliminando il marcio; lo vedo quindi come un buon gestore più come guru futuristico come poteva esserlo Jobs, possiamo forse comparare l’operato di Steve all’accoppiata Cook-Ive che incarna sia l’aspetto organizzativo che quello creativo.
    Un commento lo voglio fare al prodotto dell’anno, ossia l’iPad mini, che si è rilevato un prodotto in un categoria riuscita (pur presentando caratteristiche hardware al di sotto delle aspettative), dopotutto si sarebbe creata troppa competitività con l’iPad che nei prossimi mesi dovranno comunque rilanciare in occasione di un aggiornamento corposo e prestazionale del mini. L’aspetto dolente del 2012 è stato il settore pro, pur presentando il bellissimo MacBook Pro Retina, le novità software sono state pressoché assenti: personalmente mi aspetto un Logic X, un Aperture X (anche se sono apparsi dei libri su amazon che fanno ben sperare) oltre che una rinnovata suite di iWork e il fatidico Mac Pro ormai atteso da millenni. Ciò che spero nella Apple del 2013 è un miglioramento generale del lato software: un iOS 7 profondamente cambiato e adeguato alle novità della concorrenza, un OS X 10.9 più integrato con iOS (anche se non attendo stravolgimenti in quanto li prevedo per la versione 11 che magari si chiamerà proprio iOS 8) e novità dal settore pro. Insomma, una Apple che parte nel 2013 con uno spirito nuovo: cosciente delle grandi sfide del futuro, più umile nell’ammettere i propri sbagli ma, da quanto visto, desiderosa di ricorrere ai ripari.

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