La puntata di Report che andrà in onda questa sera alle 21:30 su Rai Tre sarà dedicata al Wi-Fi e ai rischi per la salute che potrebbero derivare dall’uso delle reti senza fili per la connessione ad internet. Report però non manderà in onda una delle attente e puntuali inchieste cui la trasmissione ci ha da sempre abituato, ma presenterà un controverso documentario mandato in onda dalla BBC nel maggio del 2007 in cui la connessione wireless viene equiparata alla comunicazione cellulare e in cui si insinua, senza addurre prove scientifiche fondate, la pericolosità dell’installazione di reti Wi-Fi nelle scuole e nei luoghi abitati.
Questo il testo di presentazione dell’inchiesta che si può leggere sul sito di Report:
“Le comunicazioni senza fili ci danno la libertà di utilizzare un computer come usiamo un telefono cellulare. I governi e le compagnie telefoniche hanno deciso di puntare sul Wireless e stanno installando ripetitori e centraline ovunque, anche nelle scuole. WI-FI, un’inchiesta di BBC Panorama, investiga sulle accuse di alcuni scienziati secondo i quali lo smog elettromagnetico potrebbe provocare, a lungo termine, danni alla salute.”
Davvero non riusciamo a capire perché Report, isola felice di coscienza e sana denuncia nel desolante panorama dell’informazione giornalistica italiana, abbia deciso stavolta di presentare al pubblico un inchiesta di questo tenore, quando in Italia la presenza del Wi-Fi nelle scuole o negli enti pubblici è tutt’altro che una pericolosa realtà.
Non stiamo prendendo posizione senza coscienza di causa. L’inchiesta di BBC Panorama che vedremo questa sera è già disponibile online (Google video – saltate i primi due minuti di Eastenders) ed è dunque possibile farsi un’idea della scarsa obiettività con cui nel documentario si è cercato di sostenere la tesi di alcuni scienziati secondo i quali le reti senza fili non farebbero altro che aumentare i rischi legati all’esposizione all’inquinamento elettromagnetico.
Premesso che Wi-Fi e cellulari, pur funzionando nel campo delle microonde, lavorano a frequenze diverse, è scorretto non soltanto dal punto di vista tecnico ma anche da un punto di vista dialettico paragonare con questa disinvoltura reti Wireless e reti cellulari. Ci piacerebbe inoltre poter concordare con il sommario di Report quando sostiene che governi e istituzioni sono sempre più interessati all’implementazione di reti Wireless. Forse la redazione di Report ha riadattando dall’inglese con eccessiva leggerezza e non ha tenuto nella giusta considerazione la situazione disastrosa del Wi-Fi nel nostro paese.
Nell’Italia del “pacchetto sicurezza” Pisanu, che impone regole che nemmeno il tanto vituperato Patriot Act statunitense si è sognato di introdurre nel settore delle telecomunicazioni, il Wi-Fi pubblico e diffuso rimane un’utopia. Date le premesse, è dunque incomprensibile la scelta di considerare le reti Wireless come fonti di smog elettromagnetico. Nel frattempo i tralicci dell’alta tensione ronzano sopra le nostre teste mentre Radio Vaticana appesta l’etere indisturbata e senza vergogna con ripetitori e antenne sparsi per tutto lo stivale insinuandosi su qualsiasi cono d’ombra delle frequenze di altre emittenti. Per non parlare di un altro tipo di inquinamento tele-comunicativo, subdolo e di matrice politica, che nel 2009, se la legge 112/04 non verrà revisionata o abolita, costerà quasi un miliardo di euro di multa europea a tutto il popolo italiano.
Stasera guarderemo Report con attenzione e interesse, nella speranza che Milena Gabanelli sappia introdurre con le dovute cautele un argomento così delicato e che sappia precisare con dovizia di particolari l’ambiguita scientifica del servizio realizzato dalla BBC, che esattamente un anno fa fu contestato a più riprese dal Guardian, che lo definì “ingiusto”, e da WiFi Networking News, che lo definì, eloquentemente, “terrible“. Anche Bad Science, noto blog inglese, baluardo di una corretta comunicazione scientifica, si interessò alla questione e pubblicò una lettera della BBC in cui la rete televisiva ammetteva la natura controversa del documentario:
“Sfortunatamente, allo stato dei fatti non vi sono prove lampanti circa l’effetto di una esposizione a lungo termine al Wi-Fi questo è il motivo per cui abbiamo realizzato il programma. […] Tuttavia questo stesso fatto solleva questioni circa l’opportunità di installare il Wi-Fi nelle classi senza che siano state effettuate ricerche a lungo termine circa i possibili rischi per la salute.”
Mi sono adoperato per alcuni minuti nel tentativo di trovare una metafora che riassumesse efficacemente la risibile posizione della BBC, ma alla fine ho deciso che il sarcasmo del primo commento al post di Bad Science sarebbe stato difficilmente superabile:
“Vorrei fare un documentario sulle scimmie radioattive invisibili che vivono in fondo al mio giardino. Prendetemi pure in giro, ma allo stato dei fatti non ci sono prove lampanti circa la presenza di suddette scimmie e questo è il motivo per cui vorrei realizzare un tale programma.”
Anche SetteB.IT ha dato risalto alla questione. Contatteremo Report, segnalando il nostro articolo, e naturalmente vi terremo informati circa un’eventuale risposta.
Le immagini dell’articolo sono tratte dal documentario di BBC Panorama.
Se state cercando un’offerta interessante per acquistare un nuovo iPhone, inizia ad essere decisamente più…
In queste ultime ore l’azienda di Cupertino ha rilasciato la beta 2 di iOS 18.2…
Sappiamo come la scorsa settimana Apple abbia annunciato una nuova gamma di MacBook Pro con…
Può essere sicuramente ancora interessante provare ad acquistare un iPhone di qualche anno fa per…
Apple ha ufficializzato, come ormai sappiamo da qualche giorno, il nuovo Mac mini con processore…
Continua ad essere eBay il sito di e-commerce che propone le offerte migliori per quanto…
View Comments
“Vorrei fare un documentario sulle scimmie radioattive invisibili che vivono in fondo al mio giardino. Prendetemi pure in giro, ma allo stato dei fatti non ci sono prove lampanti circa la presenza di suddette scimmie e questo è il motivo per cui vorrei realizzare un tale programma.”
AHAHAHAHAHAHAHAH!
Si può capire perché anche Report sia caduta così sul bit: i giornalisti sono abituati alle polemiche, basano il loro lavoro sulle parole, presentano documenti con tabelle di numeri spesso insensati, contrappongono tesi uguali e ignorano la gran parte dei fatti i dei dati, non applicano mai il ragionamento alle questioni trattate ma solo le espongono, paradossalmente non cercano di guardare le cose da un altro punto di vista. Tutto ciò funziona bene quando si occupano di politica, delinquenza, società, economia, che sono attività commensurabili al loro lavoro: giochi lessicali; non funziona più quando si occupano di tecnologia (e di scienza) perchè queste sono discipline razionali oltre che logiche, non ci si possono raccontare sù chiacchiere vuote o approssimative perchè ci sono elementi concreti che definiscono le questioni: tecnologia e giornalisti sono incommensurabili.
Per questo motivo sono spesso i tecnici o gli scienziati, ricercatori che scrivono articoli su questi temi (cioè coloro che costruiscono o applicano l'argomento, non coloro che lo guardano) magari rischiano di non farsi capire ai molti o di essere noiosi fino allo zapping, ma almeno non dicono stupidate.
.
Poi se questo servizio di Report sembra così approssimativo rispetto agli altri, potrebbe essere perchè per gli altri argomenti noi che ascoltiamo non abbiamo conoscenze di valutazione diretta su quegli altri argomenti e quindi ci lasciamo "intortare" più facilmente su quelli. Sembrano servizi migliori ma saranno circa uguali a questo, come qualità. Quando hanno trattato argomenti che conoscevo un po' ho riscontrato delle inesattezze, superficialità, manchevolezze...
Di certo ci saranno molte persone che quando sentiranno dire che "il computer a scuola fa venire il cancro" ci crederanno, come quando gli hanno detto lo stesso per i cellulari, e penseranno: "Quanto sono bravi quelli di Report che dicono quello che gli altri tacciono".
.
La vita è così :-)
Sono ONDE MORTALI; quasi quanto le scie chimiche. SIETE DEI BUGIARDI!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Che il wi-fi sia dannoso non è provato quindi come si permettono di parlarne male quando è una scoperta che si può ritenere utile e pratica ? Se parlano così del wi-fi cosa diranno a proposito del wifi-max che sta per arrivare ? GIà, perchè il wifi-max non ha portata di 200 metri, ma 50 KILOMETRI !!!!!! Inoltre per sfuggire alle sue onde dovreste andare a più di 150 kilometri orari. Penso proprio che ne vedremo delle belle
@Pio ottimo intervento, e condivido soprattutto la parte finale. Il problema è che spesso in altri casi l'intento è propositivo , come domenica scorsa quando hanno parlato della speculazione sfrenata dei palazzinari romani e italiani e poi però hanno inconfutabilmente confrontato la nostra situazione di delegificazione (per utilizzare impropriamente un termine d'attualità) con la ferrea regolamentazione francese e spagnola, oppure come quando hanno parlato dei rischi dell'agricoltura intensiva da un punto di vista della conservazione ecologica e dell'ambiente, o ancora come quando hanno raccontato l'esperienza di quel paesino tedesco che ha deciso di farsi l'elettricità in loco da solo.
In ciascuno di questi casi e in tutti gli altri report si è posto domande scomode per i veri poteri forti. Eventuali errori e imprecisioni sono comprensibili e possono naturalmente far arrabbiare chi ritiene che non vi sia stata un informazione completa. In ogni caso però la scomodità dell'inchiesta era sempre palese e le risposte stizzite di chi viene punto sul vivo erano quantomeno eloquenti. In più si partiva da situazioni al limite della legalità e sempre da fatti comprovati, dal punto di vista scientifico o giuridico.
Stasera invece Report proporrà un'inchiesta vecchia di un anno che la stessa BBC ha ammesso essere controversa con la lettera di cui sopra, che attacca tutto tranne un potere forte. L'impressione è che la redazione, dovendo scegliere alcune inchieste internazionali sulla questione "rischi nascosti per la salute" non sia andata troppo per il sottile e non abbia davvero considerato con attenzione la differenza fra la situazione inglese e quella italiana. Se bisogna parlare di smog elettromagnetico e dei presunti rischi per la salute che ne derivano perché non partire dai veri inquinatori invece che prendersela con una tecnologia la cui diffusione nel nostro paese è ancora ad uno stadio pre-puerperale?
Una precisazione. C'è una grandissima differenza fra il fare un'inchiesta sull'incidenza della leucemia nei bambini che vivono vicino ai tralicci dell'alta tensione o vicino ai ripetitori di Radio Vaticana e realizzare un documentario sulla base delle affermazioni di alcuni scenziati che dicono: "non bisognerebbe usare il Wi-Fi perché non sappiamo se possa fare male o meno,. Siccome noi propendiamo per il micchiere mezzo vuto è meglio spingere perché questa tecnologia non si diffonda".
@Stefano: hai ragione. Dobbiamo difendere le nostre aure dall'attacco delle armate di Satana. ;-)
Bravo Camillo, sono proprio le legioni di Satana, di un Satana mascherato da Salvatore.
http://www.tankerenemy.com/
Bravo Camillo, sono proprio le legioni di Satana, di un Satana mascherato da Salvatore. :)
http://www.tankerenemy.com/
Mah, quando leggo queste cose pseudo-scientifiche penso sempre al giro di soldi che poi c'è sotto...
Vi ricordate di quegli aggeggetti che "assorbivano" le radiazioni elettromagnetiche?
O dei ricavi delle aziende farmaceutiche in tempi di presunte epidemie di aviaria o di SARS... virus che in posti con densità di popolazione elevatissime e condizioni igieniche a dir poco precarie hanno fatto registrare un numero di casi molto contenuto... fossero stati davvero così letali e contagiosi sarebbe stata un'ecatombe... ed intanto tutti siamo corsi a vaccinarci per l'influenza (quella normale, che non si sa bene cosa c'entrasse), per non parlare delle scorte accumulate di un farmaco anti-retrovirus di una nota multinazionale farmaceutica...
Eh beh, tutti quanti dobbiamo campare, pure i giornali che titolavano in prima pagina "pappagallo morto di aviaria in gran bretagna"...
Titolo originale: The Largest Biological Experiment Ever
Fonte: http://www.eldoradosun.com
Traduzione di Amanda Adams "La Leva di Archimede"
Segnalato da "Foster".
Nel 2002, Gro Harem Brudtland, allora capo del WHO (World Health Organization), disse ad un giornalista norvegese che i cellulari erano stati banditi dal suo ufficio a Ginevra perché se un telefono cellulare era a meno di 4 metri di distanza si ammalava.
La signora Brundtland è un medico e il precedente Primo ministro della Norvegia. Questa sensazionale notizia, pubblicata il 9 marzo del 2002 da Dagbladet, fu completamente ignorata da tutte le altre testate giornalistiche nel mondo. La settimana seguente un suo dipendente, Michael Repacholi, responsabile del progetto internazionale EMF (campi elettromagnetici), minimizzò pubblicamente le preoccupazioni del suo diretto superiore. Cinque mesi dopo, per ragioni che molti sospettano legate all’annuncio riportato in precedenza, la signora Brundtland ha dato le sue dimissioni dal comando del WHO dopo appena un mandato.
Niente potrebbe dimostrare più chiaramente la schizofrenia collettiva di quando si parla delle radiazioni elettromagnetiche. Rispondiamo a tutti quelli preoccupati per la loro salute (come fa intendere il progetto EMF), ma ignoriamo ed emarginiamo coloro, come la Sig.ra Brundtland, che ne hanno già subito i danni.
Come consulente degli effetti sulla salute della tecnologia wireless, ricevo chiamate che possono essere approssimativamente suddivise in due gruppi: le persone solamente preoccupate, che chiamerò gruppo A, e quelle già ammalate, che chiamerò gruppo B. A volte vorrei organizzare una conferenza telefonica ed invitare i due gruppi per farli confrontare, abbiamo bisogno di una comprensione globale del problema in quanto siamo sulla stessa barca. Un individuo del gruppo A, preoccupato, solitamente chiede il tipo di protezione da usare sul cellulare ed il tipo di auricolare. A volte chiede anche qual è la distanza che ci dovrebbe essere tra la sua abitazione ed un ripetitore. Un individuo del gruppo B, ammalato, vuole sapere quale protezione usare per la sua casa, come si può curare o, sempre più di frequente, in quale parte del paese trasferirsi per salvarsi dalle radiazioni.
Questo articolo è stato scritto come un piccolo manuale, prima di tutto per mettere tutti sulla stessa linea d’onda e poi per chiarire alcune cose in modo che si possano effettuare scelte razionali verso un mondo più sano.
Elementi fondamentali
La cosa più importante sui telefoni cellulari ed i ripetitori è che emettono radiazioni microonde proprio come le antenne Wi-Fi, i computer senza fili (portatili), i telefoni cordless e le loro unità base e tutti gli altri apparecchi senza fili. Se è un apparecchio di comunicazione e non è connesso ad un filo, emette radiazioni. La maggior parte dei sistemi Wi-Fi ed alcuni cordless usano la stessa frequenza dei forni a microonde, altri invece usano frequenze diverse. I dispositivi Wi-Fi sono sempre accesi ed emanano in continuazione radiazioni come le unità di base dei cordless che emanano radiazione anche quando il telefono non è in uso. Un telefono cellulare acceso, seppure non in uso, emana in continuazione radiazioni. Per non parlare dei ripetitori, logicamente sempre attivi.
A questo punto potresti domandare quale è il problema. Gli scienziati normalmente suddividono lo spettro elettromagnetico in “ionizzanti” e non “ionizzanti”. Le radiazioni ionizzanti, che includono i raggi x e le radiazioni atomiche, causano il cancro. Le radiazioni “non ionizzanti”, tra cui le microonde, dovrebbero essere innocue. Questa distinzione mi ricorda la propaganda dell’Animal Farm di George Orwell: “Quattro gambe buono, due gambe cattivo”. – L’affermazione “Non ionizzante buono, Ionizzante cattivo” è poco affidabile.
Una volta un astronomo, scherzò sull’eventualità che se Neil Armstrong avesse portato un telefono cellulare sulla luna nel 1969, ci sarebbe apparsa come la terza più potente fonte di radiazioni microonde nell’universo, preceduto solo dal sole e dalla via lattea. Egli aveva ragione. L’evoluzione della vita sulla terra è avvenuta con livelli trascurabili di radiazioni microonde.
Un numero crescente di scienziati asserisce che le nostre cellule usano le microonde per comunicare tra loro, come il sussurro di un gruppo di bambini al buio e che i cellulari interrompono bruscamente questa loro comunicazione. Comunque, sta di fatto che siamo tutti quanti bombardati da una quantità di microonde che superano di dieci milioni di volte la media naturale del passato, ogni giorno, se usiamo o non usiamo il cellulare. Sta di fatto, anche, che la maggior parte delle radiazioni proviene dalle tecnologie create dal 1970 ad oggi.
Per quanto riguarda i cellulari, avvicinandoli alla testa danneggi il tuo cervello in vari modi. Per prima cosa, pensa ad un forno a microonde. Il telefonino, come il forno a microonde e a differenza di una doccia calda, riscalda dall’interno, non dall’esterno. Non ci sono sensori per avvisarti del riscaldamento graduale del cervello in quanto la nostra evoluzione non è avvenuta in presenza di radiazioni microonde. Inoltre, la struttura della testa e del cervello è talmente complessa e non uniforme che si creano all’interno di esso dei “punti caldi” dove il riscaldamento può superare dai dieci alle cento volte quello dei tessuti adiacenti. Questi cosiddetti punti caldi possono crearsi sulla superficie del cervello in prossimità del cranio, in profondità o addirittura a livello molecolare.
La FCC (Commissione Federale delle Comunicazioni USA) è incaricata di stabilire le norme che regolano l’utilizzo dei telefoni cellulari. Nell’imballaggio della maggior parte dei telefoni è esposto un numero chiamato SAR (Specific Absorption Rate) che dovrebbe indicare per ciascun modello di cellulare, la quantità di energia elettromagnetica assorbita dal cervello. Uno dei principali problemi, però, sono i parametri arbitrari sulla quale si basa la FCC. Sostengono che il cervello può sopportare un surriscaldamento fino a 1 grado C per ora. A peggiorare la situazione è la procedura scandalosa usata per dimostrare la conformità degli apparecchi a questi limiti per dare ad ogni modello di cellulare un numero SAR. La procedura standard per la misurazione del SAR consiste, strano ma vero, nella misurazione su una “testa fantasma”, un fluido omogeneo racchiuso in un contenitore a forma di cranio fatto di plexiglas. Voilà, nessuna zona calda! In realtà, le persone che usano il cellulare per svariate ore al giorno, stanno in continuazione surriscaldando zone del loro cervello. Tra l’altro i parametri creati dalla FCC sono stati elaborati da ingenieri elettrici e non da medici!
La barriera sanguigna del cervello
Il secondo effetto collaterale del quale vi vorrei parlare, che è stato provato nei laboratori, avrebbe dovuto di per sé essere abbastanza, per chiudere questa industria e spaventare chiunque convincendoli a non usare più i loro telefoni cellulari. Io lo chiamo la “prova schiacciante” contro i telefoni cellulari. Come la maggior parte degli effetti biologici delle radiazioni microonde, questo non ha niente a che fare con il riscaldare.
Il cervello è protetto da una griglia di passaggi stretti tra cellule adiacenti delle pareti dei capillari, la cosiddetta barriera sanguigna del cervello che, come una pattuglia di guardia, fa passare i nutrienti e blocca le sostanze tossiche. Dal 1988, nei laboratori di ricerca di un neurochirurgo svedese, Leif Salford, vengono eseguite diverse variazioni di questo semplice esperimento: delle cavie vengono esposte a radiazioni dei cellulari o di altri tipi di fonte di radiazioni microonde, in seguito questi ratti vengono sacrificati per esaminare l’albumina nel loro cervello. L’albumina è una componente del sangue che normalmente non attraversa la barriera sanguigna del cervello. La presenza di albumina nei tessuti del cervello è un segnale che dei vasi sanguigni sono stati danneggiati e che il cervello abbia perso una parte della sua protezione.
Questo è quello che hanno trovato costantemente i ricercatori negli scorsi 18 anni: le radiazioni di microonde in una quantità uguale alle emissioni di un cellulare hanno causato la dispersione di albumina nei tessuti del cervello. Un'unica esposizione per 2 minuti ad un normale telefonino ha provocato la dispersione di albumina nel cervello. In uno degli esperimenti, riducendo le esposizioni a 1/1000, i danni alla barriera sanguigna del cervello sono di fatto aumentati, dimostrando che i danni non sono proporzionali alla dose e che ridurre la potenza non renderà i telefoni cellulari più sicuri.
Alla fine, in una ricerca pubblicata nel giugno 2003, si è dimostrato che un’unica esposizione di 2 ore ad un cellulare, una sola volta nella vita, ha danneggiato definitivamente la barriera sanguigna del cervello; 50 giorni più tardi nell’autopsia è stato verificato che il 2% delle cellule del cervello dell’animale erano state distrutte, incluse le cellule collegate all’apprendimento, alla memoria e al movimento. Riducendo il livello di esposizione di 10 o 100 volte, per simulare la ridotta esposizione che si ha usando l’auricolare, allontanando il cellulare dal corpo o stando semplicemente nelle vicinanze di qualcuno che sta usando il cellulare, non ha cambiato il risultato della ricerca! Anche con la minima esposizione, la metà degli animali, mostrava un numero discreto o elevato di neuroni danneggiati.
Quali sono le implicazioni per noi? Due minuti al cellulare disturbano la barriera sanguigna del cervello, due ore al cellulare danneggiano definitivamente il cervello, le radiazioni “passive” potrebbero essere altrettanto dannose. La barriera sanguigna del cervello di un ratto è identica a quella dell’uomo.
Questi risultati eclatanti hanno creato talmente tanta agitazione in Europa che nel Novembre 2003 fu organizzata una conferenza sponsorizzata dall’Unione Europea, dal titolo “La barriera sanguigna del cervello – Può essere influenzata dalle interazioni delle onde elettromagnetiche?”, apparentemente per rassicurarci, quasi come lanciare un messaggio: “Stiamo facendo qualcosa!”. Realmente non hanno fatto niente, come non è stato fatto niente negli ultimi 30 anni.
Alan Frey, durante tutti gli anni ’70, fu il primo dei tanti a dimostrare che le microonde a basso livello danneggiano la barriera sanguigna del cervello. (2) Un meccanismo simile protegge l’occhio (barriera sanguigna dell’occhio) e il feto (barriera placentare), Frey ed altri dimostrarono che le microonde danneggiano anche queste barriere. (3) L’implicazione: Nessuna donna incinta dovrebbe usare il telefono cellulare.
Il Dott. Salford è molto schietto per quanto riguarda le sue ricerche. Definisce l’uso dei cellulari come “il più grande esperimento biologico mai esistito”, e ha avvertito pubblicamente che un’intera generazione di teen-ager potrebbero trovarsi a soffrire di deficit celebrali o di Alzheimer non appena raggiunta la mezz’età.
La malattia delle onde elettromagnetiche
Sfortunatamente, i cellulari non nuocciono solamente a chi li usa, e purtroppo non ci dobbiamo preoccupare solo del cervello. Il seguente sommario è stato preparato tenendo conto di un vasto numero di lavori scientifici sugli effetti delle onde elettromagnetiche (che comprendono anche le microonde), e delle esperienze di alcuni scienziati e medici da tutto il mondo, con i quali sono in contatto.
Gli organi più suscettibili alle radiazioni includono i polmoni, il sistema nervoso, il cuore, gli occhi e la ghiandola tiroidea. Le malattie legate a tali organi, come asma, disordini del sonno, ansia, ADD, autismo, sclerosi multipla, ALS, Alzheimer, epilessia, fibromi, fatica cronica, cataratte, ipotiroidismo, diabete, melanomi maligni, cancro del testicolo e attacchi di cuore, sono aumentate notevolmente negli ultimi decenni, ci sono numerose ragioni che fanno collegare tale incremento al notevole aumento delle onde elettromagnetiche nell’ambiente.
Le radiazioni microonde trasmesse dai ripetitori, sono state associate anche al diffuso seccarsi degli alberi, all’incapacità di riproduzione e la diminuzione di molte specie di uccelli, alle malattie e le deformazioni neonatali degli animali da fattoria. La documentazione a prova degli effetti biologici delle radiazioni microonde è molto vasta, raggiunge quasi i diecimila documenti. Sono sbalordito di come i rappresentanti dell’industria riescono a cavarsela dicendo che la tecnologia senza fili sia risultata innocua, o entrando ancora di più nel ridicolo, che non ci siano prove di dannosità.
Ho omesso dalla lista sopra una malattia: la malattia che ho io e “l’individuo del gruppo B”. Di seguito un riassunto storico. Negli anni ’50 e ’60 i lavoratori che costruivano, testavano e riparavano impianti radar, furono colpiti in larga scala da questa malattia. Così fu anche per chi, nelle industrie, costruiva o riparava forni e saldatrici a microonde. I sovietici lo hanno chiamato, giustamente, la malattia delle onde radio, ed hanno fatto ricerche approfondite a riguardo. Nell’occidente, l’esistenza di questa malattia è stata sempre negata, ma i lavoratori continuavano ad ammalarsi. Vedi le testimonianze in un’udienza del 1981 d’avanti al Congresso, presidiata dal rappresentante Al Gore, che illustrarono gli effetti dei forni e saldatori a microonde. Un altro episodio di “Stiamo facendo qualcosa!” ma realmente niente viene fatto.
Al giorno d’oggi con la proliferazione dei ripetitori radio e dei trasmettitori personali, la malattia si è diffusa come una piaga nella popolazione. La stima è che la malattia ha colpito 1/3 della popolazione, ma viene diagnosticata per quello che è, solamente quando ha disabilitato a tal punto l’individuo, che oramai non può più avere una vita sociale. Alcuni dei sintomi più comuni sono: insonnia, giramenti di testa, nausea, mal di testa, fatica, perdita di memoria, mancanza di concentrazione, depressione, dolori del torace, fischio nelle orecchie. I pazienti possono anche manifestare infezioni croniche a livello respiratorio, aritmie cardiache, sbalzi di pressione improvvise, sbalzi dei livelli dello zucchero nel sangue, disidratazione, e persino lesioni ed emorragia interna.
Quello che rende questa malattia così difficile da accettare, è che nessuna terapia potrebbe essere di successo se non si elimina l’esposizione alla causa, ma la causa ormai è ovunque.
Un sondaggio del 1998 del Dipartimento dei Servizi Salutistici della California, indica che nello stesso anno 120.000 californiani, di conseguenza 1 milione di americani, non hanno potuto lavorare per problemi relativi alle onde elettromagnetiche. (4) Il numero delle persone cosiddette elettro-sensitive sta aumentando sensibilmente in ogni paese del mondo. Sono marginalizzate, etichettate ed ignorate. Con la presenza di onde elettromagnetiche ovunque, raramente si riprendono e a volte si tolgono la vita.
Il Dott. Olle Johansson si riferisce agli ammalati dichiarando “Ci avvertono di un pericolo che c’è per tutti”. “Potrebbe essere un enorme errore sottoporre il mondo intero a radiazioni 24 ore al giorno”. Il Dott. Johansson, neuro-scienziato del famoso Istituto Karolinska a Stoccolma, dirige un gruppo di ricerca che sta documentando il peggioramento significativo della salute pubblica che ebbe inizio con l’introduzione in Svezia nel 1997 dei cellulari di seconda generazione a 1800MHz. (5,6)
Dopo un declino durato 10 anni, a fine 1997 il numero di permessi per malattia dei lavoratori svedesi è aumentato notevolmente, e nei 5 anni successivi i permessi sono più che raddoppiati.
Durante lo stesso periodo è raddoppiata anche la vendita di antidepressivi. Il numero di incidenti stradali, dopo una notevole riduzione negli anni precedenti, nel 1997 iniziò di nuovo ad aumentare. Dopo anni di declino i decessi per Alzheimer nel 1999 si alzarono di picco e sono quasi raddoppiati nel 2001. Considerando che l’Alzheimer richiede alcuni anni per svilupparsi, ecco risolto il ritardo di 2 anni a livello statistico.
Proliferazione incontrollata
Se i cellulari ed i suoi ripetitori sono mortali, i ripetitori radio e tv, con i quali abbiamo vissuto per più di un secolo, sono stati innocui? Nel 2002, Orjan Hallberg e Olle Johansson hanno scritto una relazione che analizza questa domanda dal titolo: “La tendenza al cancro durante il ventesimo secolo”. (7) Hanno trovato negli Stati Uniti, Svezia e dozzine di altri paesi, che l’aumento della mortalità per il melanoma della pelle e per il cancro della vescica, prostata, colon, seno e polmoni, erano quasi paragonabili all’aumento dell’esposizione pubblica alle onde elettromagnetiche negli ultimi 100 anni. Quando aumentavano i trasmettitori in una determinata zona, aumentavano anche i casi di quei tipi di cancro, quando i trasmettitori diminuivano, diminuivano anche i casi di cancro. Un’altra scoperta sensazionale, paese per paese, e località per località in Svezia, hanno trovato statistiche che provavano che i tumori causati dall’esposizione alle onde elettromagnetiche erano tanti quanto quelli causati dal fumo delle sigarette.
Questo mi porta a sottolineare un’incomprensione globale. La differenza più grande tra i ripetitori dei cellulari di oggi ed i ripetitori radio, non è la sicurezza bensì il numero. Il numero di ripetitori radio negli Stati Uniti, ancora oggi, è minore di 14000. Il numero di ripetitori per i cellulari ed i ripetitori Wi-Fi superano i centomila, e di cellulari, computer portatili, cordless e “walkie-talkie” se ne contano un centinaio di milioni. Inoltre si stanno moltiplicando senza controllo le istallazioni radar ed i network di comunicazione per le emergenze. Dal 1978, quando l’Agenzia per la protezione ambientale ha per l’ultima volta censito le onde radio negli Stati Uniti, l’esposizione urbanistica per ogni abitante alle onde elettromagnetiche è aumentata di 1000 volte, l’aumento maggiore c’è stato negli ultimi 9 anni. 8
Nello stesso periodo, l’inquinamento elettromagnetico si è esteso come la nebbia dalle città a tutto il pianeta.
Le vaste conseguenze di tutto questo sull’umanità sono ignorate. Dalla fine del 1990, è stata creato negli Stati Uniti, un’intera nuova classe di rifugiati ambientali. Abbiamo un numero, sempre maggiore, di persone ammalate o morenti, che, come me, stanno cercando un po’ di sollievo dalla sofferenza, abbandonano le loro case, alcuni vivono nelle macchine, nei rimorchi o in tenda senza fissa dimora. A differenza dei terremotati, nessuno fa alcun tentativo per alleviare le nostre sofferenze. Nessuno sta raccogliendo donazioni, magari per comprare una casa protetta, nessuno prende in considerazione la possibilità di rinunciare al proprio telefono cellulare, i loro portatili o i loro cordless in modo che possiamo avere anche noi dei vicini di casa.
Le persone preoccupate, e quelle ammalate non si sono ancora aperti l’un l’altro, però si pongono domande.
Una risposta al gruppo A: Nessuna barriera o auricolare può proteggerti dal tuo telefono cellulare o dal tuo cordless. Non c’è una distanza che può essere considerata sicura dai ripetitori. Se il tuo telefono cellulare, il tuo cordless o il tuo portatile funziona nella tua casa, sei irradiato 24 ore su 24.
Al gruppo B: Creare una barriera efficace per la tua casa, è difficile ed ha poche possibilità di successo. Ci sono solo un paio di medici negli Stati Uniti che provano a curare i danni delle onde elettromagnetiche, e raramente hanno avuto successo poiché ci sono pochissimi luoghi in tutto il mondo dove ancora non sono arrivate le radiazioni.
Si, le radiazioni provengono anche dall’alto, dai satelliti; i satelliti sono una parte del problema, non la soluzione. Non c’è alcun modo per rendere la tecnologia wireless sicura.
La nostra società in appena un decennio, è divenuta socialmente ed economicamente dipendente da quella tecnologia che sta danneggiando tremendamente il mondo. Più ci “infanghiamo” in questa tecnologia, più sarà difficile uscirne. Il momento per uscirne, come individuo e collettivo, per quanto possa essere difficile, è adesso!
Pubblicato da :: Straker :: a sabato, settembre 29, 2007 17 commenti Link a questo post
Etichette: Medicina e salute, Tecnologia
domenica, settembre 23, 2007
Smart dust: ecco la polvere che spia
In seguito alla pubblicazione delle prime dichiarazioni ufficiali derivanti dalle ricerche della tossicologa dott.ssa Hildegarde Staninger, dalle quali si evidenzia uno strettissimo legame di causa - effetto tra chemtrails cospargenti smart dust (polvere intelligente) e morbo di Morgellons, è d'obbligo chiarire che cos'è la smart dust. Molti di voi avranno pensato, perlomeno all'inizio, che quanto qui si riporta, corrisponde a mera immaginazione di stampo fantascientifico, ma purtroppo per tutti noi le cose non stanno in questi termini. La polvere intelligente esiste e non viene utilizzata solo sui campi di battaglia. Intere popolazioni civili sono state, infatti, sottoposte in questi anni ad un intenso bombardamento invisibile e micidiale. Il progetto mira ad ottenere il controllo totale dei cittadini che, se non perderanno la vita, perderanno la libertà sui propri pensieri ed azioni. Sarà una popolazione di cyborgs al servizio del Nuovo Ordine Mondiale, a meno che...
Smurt-Dust: ecco la polvere che spia
di Federico Rampini
SAN FRANCISCO - Gli scienziati californiani l'hanno battezzata smart dust, "polvere intelligente". Il Pentagono la definisce "La tecnologia strategica dei prossimi anni". Un giorno cambierà la nostra vita; intanto sta già cambiando il modo di combattere la guerra e potrebbe avere un test decisivo in Iraq. Il pulviscolo intelligente è composto di miriadi di computers microscopici. Ognuno misura meno di un millimetro cubo, ma incorpora sensori elettronici, capacità di comunicare via onde radio, software e batterie.
Invisibile ed imprendibile, la polvere di intelligenze artificiali si mimetizza nell'ambiente e capta calore, suoni, movimenti. Può essere diffusa su territori immensi e sorvegliarli con una precisione finora sconosciuta. Sa spiare soldati, stando loro incollata a loro insaputa, segnala armi chimiche e nucleari, intercetta comunicazioni, trasmette le sue informazioni ai satelliti.
Dietro la polvere intelligente c'è uno dei più potenti motori del progresso tecnologico americano, la Defense Aduanced Research Projects Agency (Darpa) che è stata all'origine di innovazioni fondamentali, compresa Internet. E' il braccio scientifico del ministero della Difesa, gestisce finanziamenti federali distribuendoli alle migliori università, che, in cambio, collaborano ad accrescere la supremazia degli Stati Uniti nelle tecnologie avanzate. Per la smart dust la Darpa si è affidata al dipartimento di ingegneria elettronica e di informatica di Berkeley diretto da Shankar Sastry. Ci lavorano gli scienziati Kris Pister, David Culler ed un ricercatore italiano, Bruno Sinopoli. Gli elementi di base della loro costruzione sono i Merns, micro-elactro-mechanical systems. Sono micro-computers che integrano capacità di calcolo, parti meccaniche figlie della nano-robotica, più i sensori elettronici: cioè termometri, microfoni miniaturizzati, nasi e microspie che captano movimenti o vibrazioni. I Mems esistono da tempo, ora le ricerche ne hanno perfezionato la produzione a costi sernpre più bassi e questo apre l'opportunità per usarli in quantità enormi. I progressi della miniaturizzazione rendono i micro-apparecchi sempre più affidabili e ne allungano la vita, le batterie possono alimentarsi con le variazioni di temperatura o le vibrazioni. Il lavoro degli scienziati californiani ha fatto compiere ai Mems il salto verso la polvere intelligente. "Il risultato finale è costituito da networks invisibili disserninati nell'ambiente - spiega Bruno Sinopoli - che interagiscono fra loro e trasmettono informazioni".
La produzione è affidata ad un'azienda privata della Silicon Valley, la Crossbow, che mette già in mostra alcune applicazioni della polvere intelligente. Le più ambite, però, non le vedremo mai. Come sostiene la Darpa, la rivoluzione dei microsensori diffusi nell'ambiente "diventerà la primaria fonte di superiorità nei sistemi di armamento". L'obiettivo è dichiarato ufficialmente sul sito Intemet della Darpa http://www.darpa.mil, perché per lavorare con gli scienziati di Berkeley anche i militari devono adottare certe regole di trasparenza. Si tratta di dispiegare in massa sensori remoti per scopi di ricognizione e sorveglianza del teatro di battaglia".
L'informazióne non è stata divulgata dalla Difesa, ma gli scienziati californiani non hanno dubbi: la polvere intelligente ha già fatto la sua prima apparizione su un vero campo di battaglia in Afghanistan, dove gli americani hanno cosparso nubi di smart dust sulle zone più impervie e montagnose. Il prossimo test potrebbe essere l'Iraq dove, in caso di intervento militare - e anche molto prima - la polvere intelligente verrà cosparsa dal cielo e finirà mimetizzata nella sabbia del deserto per monitorare spostamenti di truppe, artiglierie o rampe dei missili Scud.
I Mems potrebbero fare la loro comparsa anche incorporati nelle nuove tute da combattimento dei marines. È un altro progetto per il quale il Pentagono ha stanziato 700 milioni di dollari: fabbricare una tuta leggera fatta di nuovi materiali adatti alle condizioni nel deserto, ma dotata di sensori intelligenti nelle sue fibre. Una corazza agile per i climi torridi, capace di fermare i veleni delle armi chimiche e di monitorare la salute dei militari esposti ad aggressioni batteriologiche. I sensori elettronici visibili ai raggi infrarossi garantiscono poi il riconoscimento tra i soldati americani nei combattimenti notturni, in modo da evitare le vittime del "fuoco amico".
La polvere intelligente non è stata pensata solo per la guerra. Il gruppo di scienziati di Berkeley ha commciato a utilizzare il pulviscolo di micro-computer per fini pacifici. Sparsi nelle foreste della California, hanno il compito di sentinelle anti-inquinamento e nella prevenzione degli incendi; grazie alla loro ubiquità sentono e segnalano all'istante le minime fonti di calore. I networks di sensori intelligenti della smart dust hanno fatto il loro esordio in funzione antisismica: l'università califomiana li sta sperimentando in alcuni immobili per verificare come le strutture reagiscono internamente alle scosse di terremoto; la precisione di queste micro-apparecchiature consente di percepire lesioni interne che sfuggono agli occhi più esperti, ma possono minare la resistenza degli edifici.
Un altro campo promettente sembra essere quello della home automation, o casa intelligente. Spalmata sui muri con la vernice, una miriade di micro-computer consentirà di auto-regolare la temperatura e la luminosità dell'ambiente in modo da eliminare ogni spreco di energia. Sempre che non finisca per spiare chi in casa ci abita. A finanziare ricerche sulle applicazioni della smart dust con i fondi federali non c'è più solo il Pentagono. Ora è sceso in campo anche un fondo di venture capital che nella Silicon Valley tutti conoscono bene: si chiama In-Q-Tel ed è una filiale della Cia.
Fonte: "la Repubblica" di giovedi 31 ottobre 2002