Carrier IQ, Apple fa chiarezza

Ieri vi abbiamo parlato di Carrier IQ, l’azienda statunitense il cui software di tracciamento dati installato su circa 150 milioni di smartphone di vari produttori (dati della compagnia) si è rivelato essere una vera e  propria fonte di informazioni sulle abitudini degli utenti.
Il bubbone è esploso definitivamente grazie alle ricerche dello specialista di sicurezza su Android Trevor Eckhart, che in un video ha mostrato quante e quali informazioni fosse in grado di recuperare il suo smartphone HTC a sua totale insaputa.
Tracce del software di Carrier IQ sono state rinvenute anche in iOS, anche se il software, almeno su iOS 5, non è attivo di default mentre sui precedenti sistemi al massimo poteva rilevare posizione e informazioni statistiche sulle chiamate. Apple ha in ogni caso ritenuto opportuno fornire una propria versione ufficiale sulla questione.

Lo ha fatto, come di consueto, tramite una pubblicazione di fiducia quale è All Things Digital, sotto forma di statement “gentilmente concesso” da un portavoce:

“Abbiamo smesso di offrire supporto a Carrier IQ con iOS 5 sulla maggior parte dei nostri prodotti e lo rimuoveremo completamente con un futuro aggiornamento software. Con qualsiasi dato diagnostico inviato ad Apple, gli utenti debbono approvare attivamente la condivisione delle informazioni e se lo fanno i dati vengono inviati in forma anonima e criptata e non includono alcuna informazione personale. Non abbiamo mai registrato pressioni dei tasti, messaggi o qualsiasi altra informazione personale a fini diagnostici e non abbiamo alcuna intenzione di farlo in futuro.”

Anche altri importanti nomi del settore cercano di fare chiarezza sulla propria posizione: Verizon si smarca, RIM dice che se i carrier installano robaccia loro non ne sanno nulla e più o meno sulla stessa linea si posiziona anche HTC. AT&T e Sprint invece ammettono l’uso dei servizi di Carrier IQ ma specificano che il software è stato utilizzato solo per fini legali.

Nel frattempo il senatore Al Franken, lo stesso che aveva avviato l’interrogazione nei confronti di Apple e Google ai tempi del locationgate, ha provveduto a chiedere spiegazioni alla Carrier IQ circa la natura delle informazioni loggate dal sistema.

 

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