Il bubbone è esploso definitivamente grazie alle ricerche dello specialista di sicurezza su Android Trevor Eckhart, che in un video ha mostrato quante e quali informazioni fosse in grado di recuperare il suo smartphone HTC a sua totale insaputa.
Tracce del software di Carrier IQ sono state rinvenute anche in iOS, anche se il software, almeno su iOS 5, non è attivo di default mentre sui precedenti sistemi al massimo poteva rilevare posizione e informazioni statistiche sulle chiamate. Apple ha in ogni caso ritenuto opportuno fornire una propria versione ufficiale sulla questione.
Lo ha fatto, come di consueto, tramite una pubblicazione di fiducia quale è All Things Digital, sotto forma di statement “gentilmente concesso” da un portavoce:
“Abbiamo smesso di offrire supporto a Carrier IQ con iOS 5 sulla maggior parte dei nostri prodotti e lo rimuoveremo completamente con un futuro aggiornamento software. Con qualsiasi dato diagnostico inviato ad Apple, gli utenti debbono approvare attivamente la condivisione delle informazioni e se lo fanno i dati vengono inviati in forma anonima e criptata e non includono alcuna informazione personale. Non abbiamo mai registrato pressioni dei tasti, messaggi o qualsiasi altra informazione personale a fini diagnostici e non abbiamo alcuna intenzione di farlo in futuro.”
Anche altri importanti nomi del settore cercano di fare chiarezza sulla propria posizione: Verizon si smarca, RIM dice che se i carrier installano robaccia loro non ne sanno nulla e più o meno sulla stessa linea si posiziona anche HTC. AT&T e Sprint invece ammettono l’uso dei servizi di Carrier IQ ma specificano che il software è stato utilizzato solo per fini legali.
Nel frattempo il senatore Al Franken, lo stesso che aveva avviato l’interrogazione nei confronti di Apple e Google ai tempi del locationgate, ha provveduto a chiedere spiegazioni alla Carrier IQ circa la natura delle informazioni loggate dal sistema.