Apple rivede le previsioni di fatturato per il Q4 2013

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Apple ha annunciato oggi di aver venduto ben nove milioni di iPhone, fra 5S e 5C, nel primo weekend di lancio dei due nuovi dispositivi. E’ una cifra enorme, che supera ogni aspettativa (gli analisti avevano posto l’asticella della “sufficienza” a 6 milioni di unità) e che probabilmente ha colto di sorpresa anche Cupertino. Tanto che la divisione capeggiata dal Chief Financial Officer Peter Oppenheimer ha provveduto a comunicare alla S.E.C. una revisione in positivo delle previsioni finanziare per il trimestre in corso.

La “grande siccità” di prodotti Apple del 2013

siccitàIl prossimo 10 giugno, giorno del keynote inaugurale della WWDC 2013, saranno passati 230 giorni dal 23 ottobre, data dell’ultimo Apple Event che ha introdotto il nuovo iPad mini e gli iMac di nuova generazione.
Ad aprile, occupandomi del problema, parlavo della possibilità che Apple stesse lavorando a qualcosa di grosso. Non ho cambiato parere, ma avuto tutti modo di constatare che un’assenza così lunga di novità ha provocato effetti “collaterali” da non sottovalutare.

Nuovo record: AAPL chiude a 211,61$

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Apple vola in borsa sulla scia delle ultime indiscrezioni sul tablet e in virtù dei dati preliminari sulle vendite natalizie ricomprese nel primo trimestre dell’anno fiscale 2010 diffusi oggi da alcuni analisti.
Il titolo AAPL ha chiuso a 211,61$ (+1,23%), battendo così il record storico di 209,04$, cifra di chiusura del titolo lo scorso 24 dicembre. Durante le contrattazione AAPL è salito ancora più su spingendosi fino a 213,95$, anche in questo caso nuovo massimo storico per le azioni di Cupertino.

AAPL sale? Merito dei netbook


Il titolo di Apple sta salendo. Dopo un lungo periodo passato a navigare in acque tempestose sotto la soglia dei 100$, AAPL ha risalito la china e sembra si prepari ad una nuova ascesa. Gli analisti alzano i propri prezzi obbiettivo e quasi tutti guardano speranzosi ai numeri che verranno snocciolati mercoledì prossimo durante la conference call di presentazione dei risultati del secondo trimestre 2009.

Ma come mai in un periodo di dissesto economico senza precedenti, in cui anche il market share di Apple si è relativamente ristretto, il titolo dell’azienda continua a guadagnare terreno? Secondo Mikako Kitagawa di Gartner Research il merito (o la colpa, a seconda dei punti di vista) è dei netbook. E di un piccolo acronimo: ASP.

Un nuovo giovedì nero per AAPL

Il titolo di Apple ha perso ieri 6,72 punti percentuali chiudendo a 80,49$ per azione, praticamente la quotazione di AAPL di quasi due anni fa (Gennaio 2007). Il picco negativo arriva dopo un periodo di forti oscillazioni: dapprima il crollo del titolo a fine settembre dovuto al downgrade del rating da parte di due analisti buontemponi, poi una leggera ripresa stroncata dal falso infarto di Steve Jobs che ha fatto scendere il valore sotto la soglia psicologica dei 100$, di seguito ancora una risalita fino a 110$ registrata a metà ottobre ed ora di nuovo il baratro degli 80,49$. Tutto questo nonostante Apple sia una società sana, con una disponibilità di liquidità invidiata da tutto il settore, e previsioni rosee (nel limite che al termine “roseo” può imporre lo zeitgeist attuale).

AAPL torna a quota 110$

I potenti della terra hanno legiferato e sono riusciti a iniettare una buona dose di fiducia negli investitori. Le borse di tutto il mondo hanno risentito positivamente delle scelte degli ultimi giorni dopo la tremenda picchiata della settimana scorsa, i sette giorni più neri che si ricordino dal 1929. Nel proprio piccolo anche AAPL ha potuto cavalcare la prima inversione di tendenza dall’esplosione della bolla dei mutui subprime registrando un buon +13,9% e raggiungendo quota 110$ ad azione, lontano dalla pericolosa soglia psicologica dei 100$. Riuscirà l’evento di oggi ad aiutare ulteriormente la risalita del titolo di Apple?

AAPL, un’altra giornata nera

Quella di ieri è stata un’altra giornata nera per il titolo di Apple dopo il crollo delle quotazioni avvenuto lunedì. Alla chiusura dei mercati AAPL ha perso l’8,27% e adesso solamente dieci centesimi lo separano dalla pericolosa soglia psicologica dei 100$.  La schizofrenia che ha assalito Wall Street non ha fatto danni solo in quel di Cupertino: Sun  (-7,74%), RIM (-7,37%), Google (-5,16%) ed HP  (-3,82%) sono solo alcuni dei titoli tecnologici del Nasdaq che ieri hanno vissuto un’altra giornata da dimenticare. Per i produttori di computer e dispositivi elettronici la causa scatenante di questo sensibile calo (oltre al maelström finanziario che sta per inghiottire il Nasdaq, è ovvio) è una ricerca di ChangeWave che mostra un drastico calo nelle intenzioni di acquisto di prodotti elettronici da parte dei consumatori americani.