Apple rilascia Mac OS X 10.6.3 (Build 10D548) agli sviluppatori

La scorsa notte Apple ha rilasciato agli sviluppatori una nuova build (10D548) del prossimo “major update” di Snow Leopard, che giungerà alla versione 10.6.3. La build precedente del sistema operativo era stata rilasciata lo scorso 22 gennaio.

Apple ha aggiunto 9 ulteriori miglioramenti ed ha rimosso tutti i problemi noti della build precedente. Questa nuova build interessa, principalmente, 5 diversi componenti del sistema operativo, ovvero AirPort, driver grafici, iCal, QuickTime e la stampa.

iPad: raccomandazioni sul design delle App

Se siete interessati allo sviluppo di App per iPad, internet è già ricca di risorse che fanno per voi, ivi incluse raccomandazioni sul design dell’interfaccia, modelli di icone e gallerie di esempi. Le stesse persone che hanno amato l’interfaccia di iPhone stanno pensando a 1024×768 motivi per trasportare il tutto sul più grande schermo di iPad.

iPhone SDK: contratto modificato. In serata nuovo iPhone OS?

Questa sera potremo assistere a qualche importante novità anche in casa iPhone perché ieri è visibile dai developers un avviso di modifica di contratto con una data ben precisa: il 27 gennaio 2010, ovvero oggi, il giorno in cui finalmente scopriremo fattezze e features dell’inedito tablet. Sempre che esista e non sia stata tutta una montatura mediatica.

Quello che però è ormai certo sono gli imminenti cambiamenti della iPhone SDK: l’avviso di prossima modifica contrattuale, infatti, non lascia dubbi. “Need to update this for the 27th launch“, si legge nell’immagine proposta qui sopra. Tale frase è sufficiente per dare il via ai più diversi rumors anche se l’indiziato è uno in particolare: oltre al tablet (o iSlate, iPad, iPhone gigante, iCosoSenzaTastieraMaGrandeComeIlMioMacBook), infatti, potremo vedere la prima bozza di quello che sarà iPhone OS 4.0. Pronti ad essere stupiti su più fronti?

App Store, un successo oltre le aspettative

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Quello che ora viene definito il “modello App Store” da addetti ai lavori, giornalisti e blogger per Apple è stato innanzitutto una grande scommessa: una piattaforma globale in cui poter acquistare applicazioni avrebbe potuto essere un flop di dimensioni colossali. Avrebbe potuto anche essere un’idea positiva e nulla più: App Store, invece, viene preso addirittura come modello dai vari application store dei diversi produttori (Nokia, BlackBerry, Samsung e così via).

Un successo globale che il Financial Times definisce addirittura come “inaspettato“: l’importante traguardo dei 2 miliardi di App scaricate ad ottobre non era nelle previsioni dell’azienda di Cupertino. Da parte integrante di iTunes, App Store ha saputo guadagnarsi a suon di download una indipendenza: non serve più ad Apple mettere le varie classifiche Top nella homepage di iTunes perché l’utente ormai conosce benissimo la strada del “negozio virtuale di applicazioni più grande del mondo“.

Tapulous, ovvero come guadagnare 1 milione di dollari al mese con App Store

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Siccome è Natale si tende a dare spazio alle favole, alle belle storie che possono diventare realtà. Quando invece la storia è vera, come quella di Tapulous, si resta quasi increduli perché sembra impossibile che i sogni, talvolta, possano diventare realtà.La notizia arriva da Reuters, fonte decisamente attendibile: Tapulous ha venduto più di 20 milioni di copie dei suoi giochi in App Store.

Una cifra importante che proietta la piccola software house (20 dipendenti in totale) nell’olimpo dei developers di App Store. Circa 1 possessore di iPhone/iPod touch su 3 ha una App sviluppata da Tapulous installato nel proprio device: un successo commerciale inaspettato soprattutto per chi, come Tapulous, è partito dalle nebbie di Installer ancor prima che App Store divenisse realtà.

iPhone: HTTP Live Streaming obbligatorio

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Dal feed RSS per gli sviluppatori di applicazioni per iPhone emerge che d’ora in poi, per poter diffondere video in streaming sul melafonino, sarà necessario utilizzare il protocollo HTTP Live Streaming.

La politica di Apple per lo sviluppo di applicazioni di terze parti è sempre stata chiara fin dall’inizio: tutti i developers devono sottostare alle condizioni dettate da Apple affinchè le loro applicazioni vengano approvate per poter essere vendute su App Store. Tra queste condizioni, una delle più importanti, vi è l’obbligo di utilizzare solo ed esclusivamente le funzioni di libreria fornite da Apple (e quindi certificate, con tanto di documentazione) al rilascio di ogni nuovo firmware e del relativo SDK (Software Development Kit).

App Store e il lato umano della censura computerizzata

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Il chiacchierato metodo di approvazione della applicazioni in App Store, contestato sia dei developers stessi che dall’utenza, ha recentemente avuto un “upgrade”: non solo è presente il controllo umano ma da qualche settimana le applicazioni vengono verificate anche da un apposito software in grado di percepire eventuali infrazioni presenti nel codice.

Un dato oggettivo, infatti, è utile ad Apple per giustificare la censura in App Store che tutti abbiamo imparato a conoscere: una motivazione inequivocabile, infatti, non permette recriminazioni. Fa sorridere in merito una recente notizia che vede Apple avvisare un developer di “non includere, nella prossima versione dell’applicazione, quelle API private che la iPhone SDK non permette“: un episodio non usuale nei tempi passati che fa quasi immaginare che la censura computerizzata abbia un “lato umano”.

Applicazioni rifiutate da App Store: sale la protesta

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Il processo di approvazione delle applicazioni per uno sviluppatore credo che possa genericamente inteso come una sorta di “compito in classe delle scuole superiori”: si prepara il lavoro (anche se in questo caso anche a casa), lo si consegna e si attende ansiosi di conoscerne l’esito. Nel caso di App Store, il developer non si aspetta ovviamente di ricever un “10” ma piuttosto attende la comunicazione riguardante l’approvazione della propria App.

Un meccanismo che credo possa innescare un po’ di ansia (soprattutto per i piccoli developers che investono tempo e denaro nella programmazione di applicazioni per iPhone e iPod touch) che, unto alla “poca trasparenza di Apple”, crea malumori quando l’applicazione viene scartata. Ora è online un sito in cui tutti gli sviluppatori possono offrire informazioni sulle proprie applicazioni rifiutate. Apple è sempre di più nel centro del mirino.

Gameloft fa marcia indietro: si ad Android

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Gameloft fa marcia indietro rispetto a quanto dichiarato qualche giorno fa da Alexandre de Rochefort e riportato qui su TAL nell’articolo “App Store è il negozio preferito dai grandi sviluppatori?“. La multinazionale, che ricordo essere uno dei maggiori produttori e sviluppatori di videogiochi distribuiti tramite download digitale, ha infatti annunciato oggi il lancio di una serie di nuovi giochi in alta definizione per la prossima generazione di cellulari Android, quali il Motorola Droid e il Sony Ericsson Xperia X10.

App Store: Schiller difende il processo di approvazione delle App

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Abbiamo riportato proprio in mattinata la notizia del cambiamento del metodo di approvazione delle applicazioni di App Store: è stato affiancato al giudizio umano un meccanismo che legge il codice e capisce se esso rispetta le regole della iPhone SDK (talvolta con qualche problemino).

Leggiamo ora su iPhoner.it che è lo stesso Phil Schiller, dopo parecchie polemiche alimentate soprattutto dal web, a scendere in campo per difendere il processo di approvazione di App Store. A quanto si legge, è possibile ipotizzare una dirigenza Apple relativamente scocciata dalle polemiche che sono montate attorno alle applicazioni per iPhone e iPod touch “non approvate”.

App Store: il processo di approvazione perde il lato umano

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Sul processo di approvazione delle applicazioni in App Store, qui su TAL abbiamo speso barattoli e barattoli di inchiostro virtuale: tanta ammirazione per l’esimio lavoro portato avanti da Apple con il suo innovativo, e pluri-copiato, negozio virtuale di applicazioni e anche tante critiche sulla gestione dell’approvazione dei contenuti che in asso appaiono. Esclusioni ingiustificate (la famosa “censura made in Cupertino”) e talvolta qualche favoritismo di troppo verso i “big” dello sviluppo.

Tutto questo, però, potrebbe essere un vago ricordo dato che da pochissimo tempo Apple ha introdotto un metodo semi-automatico di approvazione delle App. Un meccanismo in grado di capire automaticamente se il codice dell’applicazione sottoposta ad approvazione rispetta le regole della “iPhone SDK” per poi permettere all’occhio umano di controllarne solo la “non oscenità” dei contenuti.

App Store è il negozio preferito dai grandi sviluppatori?

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L’agenzia di stampa Reuters rivela che uno dei maggiori produttori al mondo di giochi per dispositivi “mobile”, ovvero Gameloft, ha tutta l’intenzione di tagliare gli investimenti per la piattaforma Android a causa della debolezza del suo application store, ovvero Android Market.

Una presa di posizione molto forte quella di Gameloft perché è il primo grande “brand” ad annunciare ufficialmente “la ritirata” da Android Market. Sempre in questo periodo, infatti, anche altri grandi sviluppatori stanno abbandonando la piattaforma di Google per via dello scarso rendimento della stessa. Non si può dire invece che App Store non sia remunerativo per “i big dello sviluppo”: per fare un esempio, oltre il 13% delle revenues di Gameloft sono state generate dai giochi per iPhone e iPod touch.

App Store: maggiore trasparenza sui tempi di revisione

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Buone notizie per tutti gli sviluppatori di applicazioni per iPhone e iPod touch. Dall’ account developer su iPhone Dev Center è ora possibile seguire in maniera più diretta le fasi della revisione del proprio applicativo, grazie ad una nuova features che tiene traccia dello stato attuale della procedura, un po’ come avviene su Apple Store con l’ordine di un prodotto. Come potete notare nell’immagine di apertura, le fasi sono sostanzialmente tre (“in attesa di revisione”, “in revisione” oppure “pronto per la vendita” ) e accanto a ciascuna di essere compare una precisa data di avvio della procedura.

App Store non rende ricchi gli sviluppatori

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App Store, oltre a diventare un modello per tutti i maggiori produttori di telefonia mobile, è il più fornito negozio virtuale di applicazioni per un telefono cellulare (ovvero iPhone) e un riproduttore MP3 (iPod touch). In App Store sono ora disponibili più di 100mila applicazioni: una cifra enorme, forse anche esagerata. Un cifra, però, che risponde al dictat di Apple che si può riassumere nelle parole “chiunque può vendere la propria idea in App Store“.

Lo sviluppatore è libero di proporre il proprio lavoro che, se accettato, sarà disponibile alla vendita al prezzo desiderato. Questa è un’opportunità incredibile per offrire le proprie applicazioni: una vetrina mondiale non è cosa da tutti i giorni. Peccato però, come dimostra una recente ricerca, che i guadagni non siano così spropositati come il numero di applicazioni presenti.

Apple apre l’App Store Resource Center

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Apple ha aperto una nuova sezione dell’iPhone Dev Center interamente dedicata alla gestione delle proprie applicazioni su App Store. Nell’App Store Resource Center, questo il nome della nuova area dedicata agli sviluppatori, sono state raccolte e riorganizzate informazioni già note in modo da fornire ai developers uno strumento più agevole per fugare eventuali dubbi su tutto ciò che è serve per far approdare il frutto del proprio lavoro sugli scaffali virtuali del negozio online di Apple.

Il marketing ai tempi di App Store

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Prendiamo come spunto un qualsiasi ipermercato, un centro commerciale ricco di negozi (idealmente l’ormai noto “Carosello di Carugate” dove sorgerà l’Apple Store milanese): la guerra tra i vari prodotti non avviene solamente nel luogo fisico della vendita ma anche attraverso la pubblicità, i consigli di amici e la propria esperienza. App Store, invece, è un negozio virtuale volutamente studiato da Apple per creare una grande comunità in cui sono gli stessi acquirenti a formare una “atipica” campagna pubblicitaria attraverso i giudizi e i commenti.

È l’idea originale che vince“, ho sempre scritto. Come in ogni campo, però, c’è chi prova a fare il furbetto pilotando i giudizi: per fortuna, anche in questo caso, è sempre l’idea originale a vincere.

Keywords per migliorare le ricerche in App Store

Migliaia di applicazioni in un unico grande negozio: la paura (fondata) dei developers di applicazioni per iPhone e iPod touch è quella di non raggiungere correttamente il proprio pubblico e veder così svanire i propri sogni di gloria e, perché no, anche  di ricchezza. Per essere sempre vicino alle esigenze degli sviluppatori, ma soprattutto a quelle dei clienti, App Store è un’entità in continuo sviluppo ed è in arrivo un’interessante novità per quanto riguarda le ricerche. Agli sviluppatori, infatti, è stato richiesto di compilare una lista di keywords (parole chiave) cosicché il motore di ricerca di App Store stesso, che sappiamo tutti essere talvolta lacunoso, riesca ad indicizzare i contenuti in maniera corretta.

App Store: con i prezzi troppo bassi è la fine?

A margine dei dati economici di tutto rispetto snocciolati da Apple nella Conference Call appena tenuta, torna a farsi sentire un po’ di malumore da parte di alcuni developers che propongono le proprie creazioni attraverso App Store. Non mi riferisco agli sviluppatori amatoriali (quelli che, per intenderci, creano le proprie App quasi per gioco) ma ai grossi gruppi che, avendo deciso di investire considerevoli somme di denaro in App Store, vogliono avere un margine di guadagno tale da permettere anche il futuro sviluppo di altro materiale. Si è tornati dunque a parlare del prezzo base (i famosi 0,99 dollari) che, secondo alcune correnti di pensiero, uccide il meccanismo stesso alla base di App Store perché fa percepire all’utente un valore economico troppo basso delle applicazioni stesse.

Ma non è la richiesta, in genere, a fare il mercato?

App Store e sviluppatori, nuova censura

Non ci sono mai piaciute alcune scelte operate da Apple nel “magico mondo” di App Store: a causa di regole talvolta troppo rigide (talvolta irrazionali) e di qualche controllore bacchettone, ho spesso definito il negozio virtuale di applicazioni di Apple come un negozio per educande. Con questo non intendo dire che App Store debba aprire la porta alle applicazioni a “luci rosse” (qui abbiamo trattato l’argomento App Store e porno) ma vorrei almeno che a Cupertino aprissero un po’ gli occhi sulla vicenda.

Si tratta di interessi commerciali e di immagine, è vero, ma ormai ad Apple capita fin troppo spesso di scendere nel ridicolo: ora gli sviluppatori che hanno a listino applicazioni dedicate ad un pubblico adulto (17+) non avranno più a disposizione i codici promozionali con cui regalare una licenza. Il motivo è semplice: qualche ragazzino sedicenne furbetto potrebbe così avere a disposizione il prodotto vietato.

Quanto mi costa tutto l’App Store?

Quale sarebbe il prezzo dell’intero App Store? Se interpretiamo la domanda alla lettera, la cifra richiesta da Apple (se mai avesse senso vendere una gallina dalle uova d’oro) andrebbe certamente espressa in miliardi di dollari. Il senso è ovviamente figurato. Se per “comprare l’App Store” intendiamo dire “acquistare tutte le applicazioni presenti in App Store”, beh, allora un prezzo esiste.

Il bizzarro calcolo lo ha fatto busted loop. Analizzando i dati aggiornati al 7 luglio viene fuori che per comprare qualsiasi applicazione presente sullo Store virtuale di Apple ci vorrebbero 144.326,06 dollaroni americani. Le applicazioni totali attualmente sono 55.732, anche se molte di esse sono gratuite. Il costo medio delle sole applicazioni, una volta tolte dal conto quelle free (che ammontano 12.538), è di 3,34$.

Apple congela le API di Snow Leopard

Il lancio di Mac OS X 10.6 Snow Leopard si avvicina sempre di più. In occasione della distribuzione dell’ultima seed, verso la fine della scorsa settimana, Apple ha fatto sapere agli sviluppatori che le API di Snow Leopard sono congelate, ovvero non subiranno ulteriori modifiche nelle successive versioni preliminari del software distribuite durante la fase beta.
Le API sono le cosiddette “interfacce di programmazione delle applicazioni” e sono procedure già pronte e organizzate che gli sviluppatori possono utilizzare per implementare il proprio software su una piattaforma specifica. Il “congelamento” delle API ha dunque un significato ben preciso: alla release di Snow Leopard non manca molto.

Google vende devices sbloccati con Android agli sviluppatori

Da qualche tempo indirizziamo la vostra attenzione oltre che sulle diverse facce di iPhone stesso, anche sull’importanza di App Store per il successo mondiale che il melafonino sta ottenendo. Anche Google, contestualmente alla vendita del primo telefono cellulare con Android, ha introdotto “App Market“, un “negozio virtuale” in cui il possessore di un GooglePhone può scaricare applicazioni e giochi creati da sviluppatori vari. Siccome il T-Mobile G1 con Android, primo e unico telefono a montare di serie il sistema operativo di Google, è disponibile solo in America e in Inghilterra, le applicazioni vengono create solo in zone limitate del globo. Per vivacizzare App Market, in attesa di una vendita capillare nel mondo di telefoni cellulari con sistema operativo Android, Google ha deciso di vendere devices sbloccati anche agli sviluppatori che vivono al di fuori delle regioni in cui il T-Mobile G1 con Android è commercializzato.