Nella seconda metà del 2011 una lunga serie di suicidi portò all’attenzione del mondo le condizioni dei lavoratori della Foxconn, la mega-conglomerata che impiega centinaia di migliaia di operai per assemblare dispositivi delle maggiori aziende del settore dell’elettronica di consumo, Apple compresa.
All’inizio del 2012, sulla spinta di una serie di inchieste che porteranno il New York Times ad aggiudicarsi il premio Pulitzer, Apple intensificò i controlli sui fornitori orientali e favorì una (costosa) ispezione presso Foxconn da parte della Fair Labor Association.
A più di un anno di distanza, però, ci troviamo ora a raccontare la stessa storia. Nel giro dell’ultimo mese altri tre operai del gigante cinese si sono tolti la vita.
Suicidio Foxconn
Nuovo suicidio alla Foxconn di Chengdu
Un dipendente Foxconn impiegato nello stabilimento di Chengdu si è tolto la vita ieri, saltando dal tetto di uno dei dormitori del complesso industriale. La notizia della morte del giovane operaio, di nome Xie, si è rapidamente diffusa su Sina Weibo, il più diffuso social network cinese.
Secondo quanto riporta MIC Gadget diversi utenti avrebbero lamentato un tentativo di censura da parte delle autorità locali.
Esplosione di Chengdu, Foxconn sapeva del problema delle polveri?
Venerdì scorso una violenta esplosione ha distrutto uno degli edifici dello stabilimento Foxconn di Chengdu, uccidendo tre dipendenti e ferendone circa una ventina. La causa dell’incidente, ha spiegato l’azienda, è stato l’imprevisto accumulo di polvere di alluminio nel sistema di ventilazione nel settore della fabbrica destinato alla lucidatura e pulitura degli iPad 2.
Foxconn si sta sforzando di far apparire l’esplosione come una fatalità imprevedibile grazie al consueto sforzo mediatico gestito da PR occidentali. La storia che racconta l’associazione cinese SACOM (Students and Scholars Against Corporate Misbehaviour) in un rapporto di due settimane fa (download PDF) è molto diversa e parla di problemi già noti, che Foxconn avrebbe volutamente ignorato.
Foxconn, suicida un ingegnere di 25 anni
Il 2010 ormai si è chiuso, ma la triste scia di suicidi che funesta Foxconn prosegue anche nel nuovo anno. La prima, e speriamo ultima, “vittima” del 2011 si chiama Wang Ling ed era un ingegnere 25enne che lavorava allo stabilimento Foxconn di Shenzhen.
La storia della ragazza è diversa da quella degli altri dipendenti Foxconn che si sono tolti la vita lo scorso anno e nel 2009, sia perché Wang Ling non era una semplice operaia ma svolgeva mansioni d’ufficio, sia perché a spingere al suicidio la ragazza sarebbero state le pressioni e gli insulti di un suo superiori. E non è tutto. Pochi giorni prima di gettarsi nel vuoto, la dipendente era stata ricoverata in un ospedale psichiatrico su richiesta dell’azienda e dichiarata schizofrenica.
Foxconn: i ragazzini che costruiscono gli iPhone
Foto pubblicata per gentile concessione di J. Pouille
Il giornalista francese Jordan Pouille, corrispondente da Pechino per il periodico francese La Vie, poco prima di Natale è tornato a visitare gli stabilimenti Foxconn di Shenzen, in cui già era stato a giugno. Ne ha scritto sul suo giornale e sul suo blog, ha fatto molte foto e un video. E’ una testimonianza importante e precisa, che mette a nudo qual è il vero problema di Foxconn e che dovrebbe essere letta da chiunque abbia ricevuto in regalo per Natale un iPhone o un altro prodotto marchiato Apple, Nokia, Sony, HP (…).
Pouille racconta le storie di alcuni degli operai-ragazzini di Shenzen. Non c’è sfruttamento di lavoro minorile, ma praticamente tutti i dipendenti che vivono e lavorano nella iPod city hanno un’età compresa fra i 18 e 23 anni. Foxconn non vuole impiegare manodopera più “vecchia”. E’ uno dei parametri che secondo l’azienda del magnate Terry Gou favorisce la produttività, al pari dell’organizzazione scientifica delle fasi di lavoro e alla disciplina militare cui bisogna sottostare per non essere licenziati.
Foxconn, ancora un suicidio
Qualche giorno fa, nel commentare le foto dei dormitori di Shenzen pubblicate da Gizmodo, scrivevamo che le tristi e umilianti reti di protezione installate all’altezza del primo piano di molti edifici del complesso industriale avevano sortito l’effetto voluto e assieme ad altre misure erano servite ad interrompere la scia di suicidi di dipendenti dell’azienda.
Purtroppo tale considerazione viene smentita dalla notizia più triste: ieri un altro dipendente Foxconn si è ucciso lanciandosi dal tetto di uno dei dormitori della iPod City di Shenzhen. Le famigerate reti nulla hanno potuto per impedire il peggio. Si tratta del 14° suicidio del 2010.
Foxconn, le foto dei dormitori di Shenzhen
Quel che da queste parti pensiamo dei modi di Gizmodo è abbastanza noto. Ma ogni tanto va dato a Gizmodo quel che è di Gizmodo, e questo è uno di quei casi. Ieri la testata del gruppo Gawker ha pubblicato un breve reportage fotografico realizzato da Joel Johnson (ex Boing Boing). Johnson si trova a Shenzhen, in Cina, per realizzare un pezzo per conto di Wired U.S.A. sulle condizioni di lavoro degli operai di Foxconn, il grande produttore che annovera fra i propri clienti grandi marchi del calibro di Apple, Nokia, HP e molti altri.
Nelle immagini pubblicate da Gizmodo, tutto lo squallore di un grande dormitorio in cui vive una parte degli operai che producono iPhone, iPod e altri gadget elettronici nella fabbrica di Shenzhen.
Abusi e sfruttamento, Foxconn nega
Il produttore elettronico taiwanese Foxconn, fornitore di Apple, Dell, Hp e altre grandi aziende è di nuovo al centro dell’attenzione dopo la pubblicazione da parte dei media cinesi e occidentali di un report che accusa l’azienda di sfruttare i lavoratori attraverso l’organizzazione militaresca del lavoro e di abusi ai loro danni.
Lo studio è stato condotto da una ventina di università della Repubblica Popolare, di Taiwan e Hong Kong intervistando un campione di 1700 operai che hanno lavorato o lavorano per la Foxconn. Secondo questa analisi le condizioni di lavoro all’interno degli stabilimenti del grande produttore elettronico non sarebbero affatto migliorate dopo l’ondata di suicidi che li ha colpiti nel corso della prima metà dell’anno.
Il gruppo Hon Hai, la megaconglomerata di cui Foxconn fa parte, ha risposto con fermezza e sostiene che quelle mosse dal gruppo di studiosi che hanno patrocinato la ricerca sono solamente “accuse non circostanziate”.
Dipendenti Foxconn, su col morale
Foxconn, il produttore Taiwanese di dispositivi elettronici fra i principali fornitori di Apple, Nokia e Sony, ha avviato una nuova campagna a metà fra la trovata mediatica e il counseling psicologico di massa per tentare di risollevare il morale generale delle centinaia di migliaia di dipendenti dopo la recente ondata di suicidi – 12 dall’inizio dell’anno.
Da sempre abituata al generale disinteresse dei media occidentali, la controllata della Hon Hai Precision si è trovata improvvisamente sotto i riflettori e ha deciso di rispondere con una sorta di “operazione simpatia” nel tentativo di dare un’immagine diversa dell’azienda, le cui fabbriche sono sempre più spesso additate come tipici esempi dell’alienante sistema di produzione cinese nel settore dell’elettronica di consumo.
L’Associated Press riporta alcune dichiarazioni della Burson Marsteller, una firm di pubbliche relazioni assoldata dalla Foxconn proprio al fine di condurre questa campagna.
Foxconn, un altro suicidio
Ancora un altro dipendente di Foxconn ha perso la vita “cadendo” da un dormitorio di
Foxconn ferma uno stabilimento in India
In base a quando riportato da Google News, Foxconn, uno dei maggiori partner industriali di Apple, ha interrotto la produzione di uno stabilimento situato in India in seguito al presunto avvelenamento di circa 250 operai.
I lavoratori, infatti, sono stati ricoverati presso una struttura ospedaliera in seguito all’inalazione di sostanze tossiche. Secondo quanto dichiarato dall’azienda all’inizio della settimana, la catena di produzione dello stabilimento di Chennai (India meridionale) è stata fermata nella giornata di lunedì e si prevede che tutto torni alla normalità nel giro di una settimana.
Chimei Innolux (Foxconn), un altro probabile suicidio
Un dipendente della Chimei Innolux, una controllata di Foxconn, è morto cadendo dal tetto di un dormitorio dello stabilimento dell’azienda a Foshan City, nella provincia del GuangDong. Lo segnala la Xinhua, l’agenzia di stato cinese.
Secondo gli organi di stampa della Repubblica Popolare l’operaio che ha perso la vita era uno stagionale diciottenne originario della provincia di Hebei, nel Nord della Cina, e non è ancora stata esclusa la possibilità che si sia trattato di un incidente e non di un suicidio.
Foxconn: non abbiamo mai ricevuto sussidi da Apple
Torniamo a puntare l’attenzione su Foxconn, il partner taiwanese di Apple, più volte al centro della cronaca in questo periodo a causa dell’elevato numero di suicidi avvenuti tra i dipendenti del distretto.
È notizia di qualche tempo fa che Apple, nel tentativo di contenere il malcontento degli operai e scongiurare il pericolo di altri suicidi, avesse annunciato di voler elargire ai dipendenti Foxconn dei bonus sugli stipendi calcolati in base ad una percentuale sulla vendita dei propri prodotti.
Foxconn, nuovo stabilimento a Chengdu?
Secondo quanto riporta il China Daily, citando a sua volta il West China Metropolis Daily, Foxconn avrebbe intenzione di aprire un nuovo stabilimento nei pressi di Chengdu, Cina centrale. La notizia sarebbe passata inosservata se non fosse evidente lo sforzo di Foxconn nel trovare soluzioni alternative alla concessione di aumenti ai lavoratori delle proprie fabbriche.
Dopo l’ondata di suicidi che ha colpito lo stabilimento dove si assemblano iPhone 4 e iPad (assieme a molti prodotti di altri brand internazionali), Foxconn aveva promesso un aumento che avrebbe portato il salario minimo dei lavoratori a 2000 yuan a testa. Fino ad oggi pare che tutte le energie dei dirigenti della controllata del gruppo Hon Hai vengano però spese nella ricerca di stratagemmi logistici che permettano la delocalizzazione della produzione in aree in cui il costo della vita e del lavoro è inferiore rispetto al Sud della Cina.
Steve Jobs: scambio di email riguardo i suicidi presso Foxconn
I tragici eventi degli ultimi mesi presso la fabbrica della Foxconn in Cina hanno attirato l’attenzione sulle disperate condizioni di lavoro alle quali sono sottoposti i dipendenti delle fabbriche orientali.
Un ammiratore di Apple e di Steve Jobs, Jay Yerex, ha pensato di inoltrare al CEO dell’azienda di Cupertino una mail contenente la campagna iniziata da LabourStart, finalizzata a sensibilizzare i sindacati dei lavoratori dipendenti affinché reagiscano di fronte a queste terribili circostanze.
Apple alzerà lo stipendio ai dipendenti Foxconn?
Secondo quanto riportato da Engadget, che cita a sua volta il report di un giornale cinese, Apple avrebbe deciso di corrispondere ai lavoratori di Foxconn un bonus calcolato in percentuale sui profitti dei dispositivi da loro prodotti. Tale misura servirebbe a contenere il malcontento diffuso fra i dipendenti del gigante dell’elettronica cinese, il cui stabilimento di Shenzen è nuovamente balzato agli onori della cronaca nei giorni scorsi per l’ondata di suicidi che ha scosso la comunità dei dipendenti (più di 300.000) e ha scatenato una ridda di report allarmati da parte della stampa internazionale.
La fonte originale della notizia, il sito di news cinese Zol.com (controllato da CBS interactive), è una testata attendibile, ma è bene prendere la notizia con le cautele del caso. La difficoltà di traduzione giocano inevitabilmente un ruolo importante, soprattutto quando si ha a che fare con indiscrezioni non confermate di questo genere.
Suicidi alla Foxconn, l’azienda aumenta la paga
Nel tentativo di porre un freno all’ondata di suicidi nella comunità dei dipendenti dello stabilimento di Foxconn a Shenzen, il produttore cinese, fra i maggiori fornitori di Apple e altre grandi aziende dell’elettronica di consumo, ha fatto sapere che aumenterà del 20% il salario minimo dei lavoratori.
Sono già dieci i dipendenti che si sono tolti la vita nel giro di un anno. L’ultimo suicidio è avvenuto lo scorso mercoledì, mentre giovedì un altro lavoratore ha provato a tagliarsi le vene ma è stato salvato dall’intervento dei soccorsi.
Apple ha rilasciato una dichiarazione pubblica a riguardo con cui ha fatto sapere di essere in contatto diretto con l’alta dirigenza dell’azienda e di aver avviato un’indagine autonoma sulla situazione all’interno degli stabilimenti.Altre aziende che hanno stipulato contratti di fornitura con il produttore, come Nokia, Sony Dell e HP hanno rilasciato dichiarazioni analoghe nei giorni scorsi.
Foxconn: Apple interviene riguardo i recenti suicidi nelle fabbriche
Dopo i tragici eventi che hanno portato all’undicesimo suicidio tra i dipendenti di una fabbrica della Foxconn situata a Shenzhen, Apple ha deciso di rilasciare una dichiarazione pubblica a riguardo.
Un portavoce dell’azienda di Cupertino, Steve Dowling, ha dichiarato a Bloomberg: “Siamo in diretto contatto con l’esecutivo di Foxconn e crediamo che loro stiano considerando la faccenda molto seriamente. Un team di Apple sta valutando indipendentemente i passi che loro stanno compiendo per risolvere questi tragici eventi e continueremo le nostre attuali analisi delle strutture dove i nostri prodotti vengono fabbricati”.
Suicidio Foxconn, risarcimento e vitalizio alla famiglia
Un nuovo dettaglio sulla vicenda del dipendente Foxconn suicidatosi a seguito dello smarrimento di un
Suicidio Foxconn: 31.000€ di risarcimento alla famiglia
Quanto vale la vita di un lavoratore cinese? La vita di uno di quei ligi soldatini che con il proprio lavoro, in cambio di uno stipendio che in Europa o negli U.S.A. non esiteremmo a definire “da fame”, permette a noi occidentali di comperare prodotti elettronici all’avanguardia a prezzi che non potrebbero mai essere così bassi se non implicassero una catena di sfruttamento che ci viene tenuta oculatamente nascosta e spesso ignoriamo del tutto?
La domanda dobbiamo porcela, ora che i dirigenti della fabbrica della Foxconn di Shenzen hanno già dato la loro risposta. Alla famiglia di Sun Danyong, il dipendente dell’azienda morto suicida dopo la sparizione di uno dei prototipi di iPhone che gli erano stati affidati, la Foxconn ha corrisposto un risarcimento di 300.000 renminbi, ovvero circa 31.000€. Alla fidanzata del povero Danyong l’azienda ha offerto un Mac in regalo.