Apple ed elusione fiscale, la SEC dice che è tutto OK

Ricorderete certamente il polverone mediatico che si è sollevato qualche mese fa a seguito delle accuse di elusione fiscale che il Senato degli Stati Uniti ha mosso nei confronti di Apple e altri giganti dell’elettronica di consumo.

A fine maggio Tim Cook e il CFO Peter Oppenheimer testimoniarono addirittura di fronte ad un commissione ad hoc istituita dal Senato per fare chiarezza sulla vicenda. Che ora pare avviarsi a compimento con un nulla di fatto: la S.E.C., l’organismo federale di controllo fiscale sulle aziende quotate in borsa, ha confermato che non c’è nulla di illegale nella “strategia” contabile di Cupertino.

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Una petizione per chiedere ad Apple di utilizzare solo metalli e minerali conflict-free

Un minatore congolese lavora all’estrazione del Coltan. Credits: Vice

Delly Mawazo Sesete è un’attivista congolese che da anni si batte per portare all’attenzione dei media il problema dell’utilizzo nei prodotti elettronici di minerali e metalli provenienti da regioni della Repubblica Democratica del Congo dove i conflitti per il potere sulle miniere e sull’estrazione portano all’uccisione, alla tortura e alla deportazione di migliaia di persone ogni anno.

Sesete ha aperto di recente una petizione online per chiedere direttamente al CEO Apple Tim Cook l’impegno a realizzare entro il Natale del 2013 una versione dell’iPhone (e degli altri prodotti Apple) che possa dirsi totalmente conflict-free e che utilizzi dunque  tantalio, stagno, tungsteno e oro che non provengano da miniere ed estrattori che operano sotto il comando delle fazioni armate.

Pioggia di azioni in casa Apple

SVP Apple ricevono azioni come premio - The Apple Lounge

SVP Apple ricevono azioni come premio - The Apple LoungeSe vi state chiedendo cosa abbiano da ridere i Senior Vice President nell’immagine di apertura, provate ad immaginare se qualcuno ricompensasse il vostro lavoro con una pioggia di azioni “di tanto in tanto”. Questo è ciò che è successo anche ultimamente, come trapela da alcuni documenti della SEC (il corrispettivo U.S.A. della nostra CONSOB), proprio per i magnifici sei della foto.

Il premio di produzione (diciamolo all’italiana) consiste in 150000 azioni AAPL a cranio. Azioni che ad un valore di circa 400 US$ l’una fanno una cifra che, centesimo più centesimo meno, corrisponde ad una sessantina di milioni di dollari dello zio Sam. Chi non avrebbe da ridere con cifre del genere!? Ma… c’è sempre un ma.

Tim Cook riceve un bonus di 22 milioni da Apple

Nella giornata di ieri, tramite un documento regolarmente depositato al SEC (Securities and Exchange Commission) statunitense, Apple ha disposto il pagamento di un bonus pari a circa 22 milioni di dollari nei confronti del suo Chief Operating Officier Tim Cook.

Tale ricompensa, che ammonta a circa 3,6 milioni al mese per 6 mesi, è stata elargita per il periodo in cui Cook ha assunto l’incarico di CEO al posto di Steve Jobs, assente tra il 2008 e il 2009 per problemi di salute. Il bonus, regolarmente approvato dal Consiglio di Amministrazione dell’azienda di Cupertino, sarà pagato con 5.000.000 di dollari cash più 75.000 restricted stock “come compensa per la sua brillante performance nel dirigere l’azienda giorno dopo giorno”.

La SEC investiga sulla possibilità di “insider trading” in casa Apple

SEC indaga su Apple

La SEC, l’equivalente statunitense dell’italiana CONSOB (Commissione Nazionale per le Società e la Borsa), in questi giorni sta svolgendo un’indagine che vede la possibilità che sia stato commesso il reato di compravendita di azioni del gruppo di Cupertino da parte di persone informate dall’interno della società sull’andamento economico-finanziario di Apple.

Ricordiamo che l’utilizzo di notizie non pubbliche sulla situazione finanziaria di una azienda è un reato severamente punito negli Stati Uniti d’America e la commissione preposta al controllo sembra già essere alla caccia di alcuni broker che avrebbero favorito giochi azionari intorno all’azienda capeggiata da Steve Jobs.

Q309: i conti in tasca ad Apple

Apple ha pubblicato ieri il form 10-Q per il Q309. Si tratta di un documento denso di informazioni finanziarie di varia natura che le aziende quotate in borsa devono far pervenire alla SEC su base trimestrale. Scorrendo il form depositato mercoledì scorso dall’azienda di Cupertino è possibile scoprire particolari interessanti sull’attività finanziaria e sui conti dell’azienda. In pratica, come suggeriamo nel titolo, è un po’ come fare i conti in tasca ad Apple.
Un paio di spunti interessanti sono saltati fuori anche con l’ultimo 10-Q relativo al trimestre finito lo scorso 27 giugno.

Apple si apre alla SEC: compensi, spese, progetti e rischi

Apple ha consegnato ieri alla SEC (Security and Exchange Commission) il Form 10-K, un report sui bilanci e sui futuri progetti di business che le public company americane devono compilare ogni anno. I form 10-K sono pubblici e liberamente consultabili e anche se non contengono nulla di rilevante ai fini della concorrenza industriale rivelano alcuni aspetti interessanti di un’azienda come Apple che, come ben sappiamo, tiene alla propria segretezza fino all’eccesso. Dall’aumento della spesa nella ricerca e nello sviluppo, ai rischi per il futuro, scopriamo insieme i punti salienti del report (versione PDF).

Heinen paga, chiuso il caso stock options

Il caso delle stock options retrodatate è stato definitivamente archiviato, nonostante diversi fondi pensionistici alla ricerca di soldi cerchino di rinfocolare la causa. Nancy Heinen, ex-direttore dell’ufficio legale e principale imputata del procedimento giudiziario ancora in corso, ha accettato la scorsa settimana di patteggiare definitivamente pagando una multa pari a 2,2 milioni di dollari. La Heinen era stata denunciata l’anno scorso dal SEC (Security and Exchange Commission) poiché ne era stata individuata la responsabilità a seguito di una indagine interna ad Apple a cui il SEC collaborò attivamente.