Foxconn: chi fa da sé fa per tre

Buona parte del fatturato Foxconn, il grande produttore asiatico di dispositivi elettronici di consumo, è legato ad un unico cliente: Apple. E’ il motivo che con ogni probabilità sta spingendo Hon Hai Precision Group (di cui Foxconn è una diretta controllata) a cercare una diversificazione della produzione che non esclude la possibilità del lancio di una serie di prodotti a marchio dell’azienda. Un processo che non riguarderà solamente l’hardware, ma anche le forniture di software e contenuti per i dispositivi che Foxconn assembla per i propri clienti orientali.

Apple pubblica il Supplier Responsibility Report 2012, la lista dei fornitori e aderisce alla FLA

Poche ore fa Apple ha pubblicato il report 2012 sulla Supplier Responsibility (link PDF), un esteso documento con cui l’azienda spiega che cosa è stato fatto nell’ambito della garanzia dei diritti dei lavoratori assunti dai fornitori dell’azienda, in particolar modo quelli che hanno sede nell’area della Greater China e più in generale nel sud-est asiatico.

Il documento, disponibile nella pagina dedicata del sito Apple, enumera con dovizia di particolari il tipo di ricerche effettuate dagli ispettori Apple e molte delle violazioni riscontrate e successivamente corrette. E non è tutto, perché sempre oggi Apple ha comunicato la propria adesione alla Fair Labor Association, un consorzio no-profit che si batte per la tutela dei diritti dei lavoratori.
A testimonianza dell’importanza della questione Tim Cook ha inviato un’email interna ai dipendenti Apple per segnalare la pubblicazione del report sulla Supplier Responsibility.

I produttori cinesi utilizzano i display scartati da Apple per i cloni?

Secondo quanto riportato da alcune fonti taiwanesi, i produttori orientali utilizzerebbero i pannelli capacitivi che non hanno superato i test di qualità di Apple per iPad 2 per realizzare i famosi cloni dei prodotti dell’azienda di Cupertino, che sono sempre più simili agli originali e che rappresentano un mercato decisamente importante per il paese (a discapito di Apple, ovviamente).

Le fonti hanno confermato al DigiTimes che i pannelli IPS da 9,7” scartati da Apple non vengono distrutti ma potrebbero essere sfruttati dai produttori locali per equipaggiare i prodotti clone venduti sul territorio cinese. I pannelli, realizzati principalmente da Samsung e LG, hanno una produzione stimata per 12-15 milioni di unità nel secondo trimestre, mentre gli iPad previsti per la vendita sono “solo” 7-9 milioni.

Foxconn aumenterà i costi di produzione?

Il gruppo Hon Hai, di cui fa parte il noto produttore elettronico Taiwanese Foxconn, continua ad essere protagonista delle headlines dei media che si occupano di tecnologia. Secondo quanto scrive Reuters citando l’analista finanziario di CitiBank Chang Kaiwei, l’azienda sarebbe pronta ad aumentare i propri prezzi per una serie di importanti clienti, quali Nokia, Microsoft, Sony Ericsson e ovviamente Apple.

Il report va preso decisamente con le molle visto che l’agenzia di stampa non cita direttamente la fonte di CitiBank bensì una testata Taiwanese che per prima ha pubblicato l’indiscrezione. Difficile capire quindi di quale entità possa essere l’aumento e se si rifletterà sul costo finale dei prodotti delle aziende interessate.

Caso Devine, il manager vuole pagare la cauzione

Nuovo sviluppo nel caso del manager Apple Paul Devine arrestato con l’accusa di frode telematica e riciclaggio di denaro che vendeva  informazioni riservate sui futuri prodotti ad aziende cinesi fornitrici dell’azienda di Cupertino.

Devine, tutt’ora in carcere, si è offerto di pagare la cauzione di circa 612.000 dollari che lo potrebbe far uscire. Il manager sostiene di poter raccogliere la somma attingendo a dei conti esteri di sua proprietà in cui, è lecito supporre, potrebbe aver depositato almeno una parte del denaro ottenuto grazie ai propri loschi traffici.

UPDATE: ieri pomeriggio (notte da noi) il giudice Howard Lloyd del Tribunale di San José ha stabilito che Devine Possa essere rilasciato una presentata ufficilamente alla Corte l’ipoteca sulla casa della madre del Manager ex-Apple (440.000 dollari il valore dell’immobile).

Caso Devine, i verdoni del manager nascosti nelle scatole da scarpe

Paul Devine, il manager Apple accusato di riciclaggio di denaro e frode telematica che vendeva informazioni riservate sui prodotti della Mela ad alcuni fornitori orientali, continua a sostenere la propria innocenza. Gli sarà sicuramente più difficile provarla, adesso che i federali hanno rinvenuto nella sua abitazione 150.000 dollari in contanti nascosti in alcune scatole da scarpe.

Il procuratore del Dipartimento di Giustizia Michelle Kane ha dichiarato alla stampa che sono già stati “identificati un buon numero di conti esteri e un importante quantitativo di denaro”. In possesso dell’accusato anche l’equivalente di altri 20.000$ in valuta straniera. Rivelati anche alcuni particolari in più sul tipo di informazioni “smerciate” dal manager Apple.

Caso Devine, si dimette dirigente della JLJ Holdings

Il caso Devine, il manager Apple che cedeva informazioni riservate a diversi fornitori orientali di Apple in cambio di mazzette, continua ad arricchirsi di nuovi particolari.
Ora dalla Reuters arriva la notizia delle dimissioni del Presidente del C.d.A. della JLJ Holdings, il gruppo con sede a Singapore che controlla la Jin Li Mould, una delle aziende citate nella causa civile che Apple ha intentato contro il proprio dipendente. Andrew Ang, complice di Devine, era un manager presso la medesima ditta (ma non vi lavorerebbe più dal 2009) nonché cognato del dirigente dimissionario.

Nuovi sviluppi nel caso del manager Apple che intascava mazzette

Pegatron, una controllata di Asustek Computer, ha sospeso una manager di alto livello responsabile di un’unità produttiva con sede in Cina perché coinvolta nel caso Devine, il manager Apple accusato di aver intascato mazzette da fornitori asiatici in cambio di informazioni riservate sui prodotti in cantiere a Cupertino. Diverse aziende utilizzavano i dati comprati dalla talpa per negoziare contratti favorevoli.

La manager sospesa era a capo di una fabbrica della Kaedar Electronics, un’azienda acquisita da Pegatron nel 2008. Ma il direttore finanziario di Pegatron Jonathan Chang ha fatto sapere a Bloomberg che i pagamenti sono stati effettuati dalla Kaedar in buona fede e che la responsabile riteneva che si trattasse di comuni esborsi di natura commerciale.

Chimei Innolux (Foxconn), un altro probabile suicidio

Un dipendente della Chimei Innolux, una controllata di Foxconn, è morto cadendo dal tetto di un dormitorio dello stabilimento dell’azienda a Foshan City, nella provincia del GuangDong. Lo segnala la Xinhua, l’agenzia di stato cinese.

Secondo gli organi di stampa della Repubblica Popolare l’operaio che ha perso la vita era uno stagionale diciottenne originario della provincia di Hebei, nel Nord della Cina, e non è ancora stata esclusa la possibilità che si sia trattato di un incidente e non di un suicidio.

Wintek ammette l’intossicazione da esano di 62 operai

Il produttore taiwanese Wintek, che fornisce LCD e altri componenti ad Apple, Nokia e diverse altre aziende delle settore dell’elettronica di consumo, ha ammesso pubblicamente che un gruppo di 62 operai dello stabilimento di Suzhou (15 in più di quanto precedentemente dichiarato)  ha riportato una grave intossicazione da esano, un componente chimico altamente tossico utilizzato per la pulizia di precisione dei display. 41 di essi sarebbero ancora in ospedale, nonostante l’intossicazione sia avvenuta la scorsa estate.
Secondo quanto scrive il Global Post, un portavoce dell’azienda ha reso noto che i nuovi casi sarebbero emersi durante un test sanitario successivo, adducendo il periodo di “incubazione” dei sintomi dell’intossicazione da esano come giustificazione per il ritardo con cui è stata resa pubblica la vicenda.

Apple aggiorna al 2010 la pagina sulla Supplier Responsibility

Nel corso dell’ultimo anno i rapporti fra Apple e i fornitori orientali che producono materialmente i prodotti progettati in California hanno fatto notizia più di una volta. Il fatto più grave è stato certamente il suicidio di Sun Danyong, un lavoratore di Foxconn accusato di aver sottratto alcuni prototipi di iPhone 4G, ma hanno fatto discutere anche gli scioperi dei dipendenti Wintek, che chiedevano condizioni più eque e nell’ultimo caso il reintegro di una sorta di tredicesima che l’azienda aveva deciso di abolire.

E’ dunque questo il clima che accompagna l’annuale aggiornamento delle pagine sulla Supplier Responsability sul sito di Apple. Come comprensibile (ma non del tutto accettabile) da nessuna parte si fa menzione dei problemi che hanno complicato i rapporti con l’estremo oriente nel 2009.