Chi lo ha visto parla di vera rivoluzione nel settore mobile e c’è pure chi si spinge a paragoni azzardati (“è come mettersi dei nuovi occhiali da vista”). Chi non lo ha ancora provato in prima persona certamente ha visto le videorecensioni o ne ha sentito parlare in maniera estremamente entusiastica.
Come avrete certamente intuito, sto parlando del Retina Display, il “risoluzionario” schermo che Apple pubblicizza come caratteristica principale del nuovo iPad di terza generazione.
Colori più brillanti, immagini più nitide, una gamma cromatica maggiore e più appagante, nonché riposante per gli occhi. E non soffre neppure “dell’ingiallimento neonatale” che invece funestava gli schermi dei due tablet precedenti nei primi mesi d’uso.
Ma possibile che questo display non abbia nemmeno un mezzo difetto e che sia davvero così perfetto?
Beh a volerci sforzare, un difetto ce l’ha ma non di natura prettamente tecnica: è la risoluzione altissima delle immagini e delle grafiche che richiede. Il risultato è che ora le applicazioni aggiornate per il Retina pesano sensibilmente di più, mentre le dimensioni in GB dello storage disponibile su iPad sono le stesse dei modelli precedenti.