Walt Mossberg lascia il Wall Street Journal e elenca i prodotti che hanno cambiato il mondo

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Walt Mossberg lascia il Wall Street Journal e il suo blog tecnologico, AllThingsD. Insieme a Kara Swisher, Mossberg è noto per essere staot una delle più autorevoli voci nell’ambito del giornalismo tecnologico, e dopo 22 anni al Wall Street Journal, ha scelto di scrivere un ultimo pezzo stilando quelli che, in questo periodo, sono stati secondo lui i più rivoluzionari prodotti tecnologici. E i dispositivi di Apple si sprecano.

iSlate: quale sistema di input sceglierà Apple?

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Come fa notare giustamente John Herrman per Gizmodo “La speculazione riguardo Apple Tablet riguarda principalmente come è fatto il dispositivo, non come esso funziona. L’input del testo, più di ogni altra cosa, è il problema che Apple deve risolvere per farlo funzionare. Come faranno? Come si potrà scrivere senza una tastiera?”.

Uno spunto degno di essere commentato con la giusta attenzione; a chi sta pensando che si potrebbe utilizzare la stessa modalità di digitazione presente in iPhone, ricordo che iSlate potrebbe avere un display da 10”. Immaginate per un momento di dover tenere con le due mani il dispositivo e raggiungere tutti i tasti della tastiera virtuale con i pollici: impossibile, con rischio di artrosi dopo 10 minuti di utilizzo.

Michael Tchao, torna in Apple uno dei padri del Newton

Michael Tchao

Image courtesy of dfarber

Dopo quindici anni, Michael Tchao torna in Apple. Lo conferma il celebre quotidiano The New York Times: Tchao, uno dei padri del Newton, il precursore di tutti i PDA (Personal Digital Assistant), è stato riassunto nell’azienda di Cupertino nella giornata di lunedì.

In Apple dal 1986, si era occupato prima dello sviluppo del Mac e poi, tra il 1990 e il 1994, della produzione del Newton.

Apple Newton, come sarebbe oggi lo spot?

Non è un mistero che molti di coloro che possiedono un Newton amino ancora alla follia il proprio palmare Apple. Sebbene iPhone e iPod touch siano sotto diversi aspetti un’evoluzione di molti concetti visti per la prima volta su questo straordinario device risalente alla prima metà degli anni novanta, una nutrita schiera di utenti aspetta ancora il vero Newton del nuovo millennio. Il vecchio palmare poteva vantare caratteristiche avveniristiche per i tempi (poteva pure mandare i fax!) alcune delle quali non sono ancora state implementate da Apple sui nuovi iDevice. Due su tutte: riconoscimento della scrittura e copia-incolla. Dei fax però possiamo pure fare a meno. Video dopo il salto.

Copia e incolla su iPhone: prendere spunto dal Newton?

Non sappiamo se il nuovo firmware 2.1 che Apple ha promesso per settembre risolverà il problema dell’assenza di una funzione copia e incolla su iPhone. Possiamo dire con certezza però, e il video che vi proponiamo lo dimostra, che Apple ha già affrontato e risolto il problema su uno dei suoi dispositivi portatili: il Newton. Lo sappiamo, il paragone fra iPhone e Newton è piuttosto forzato, per lo meno per l’abisso tecnologico lungo 15 anni che li divide. In realtà il Newton, almeno per quanto riguarda il copia e incolla aveva qualche vantaggio rispetto al suo  iNipotino.

Apple e il riconoscimento della scrittura.

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E’ notizia di questi giorni che Apple stia cercando un ingegnere esperto in riconoscimento della scrittura.
La tecnologia in questione è integrata in Mac OS X con Ink, una preferenza di sistema che si attiva automaticamente al collegamento di una tavoletta grafica.

Ma molto prima di Mac OS X, il riconoscimento dei caratteri scritti a mano era stato portato al grande pubblico proprio da Apple, con un prodotto che molti vedono come il precursore di iPhone: Newton.

Newton Virus: il malware artistico che attacca i MacBook

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Newton Virus è un’applicazione che può essere installata su un MacBook o un MacBook Pro e provoca la caduta verso il basso delle icone presenti sul desktop e della barra dei menu come se fossero affetti dalla forza di gravità. Una vera opera d’arte informatica, direte voi. E infatti Newton Virus, opera del collettivo artistico londinese Troika, fino al 12 maggio sarà esposto al MOMA di New York nell’ambito della mostra Design and the Elastic Mind.