Apple A4, investimento da un miliardo di dollari

Un miliardo di dollari. Secondo un report a firma Ashlee Vance pubblicato dal New York Times è questa la cifra che potrebbe aver indicativamente investito Apple per la realizzazione del nuovo chip A4, il SOC che l’azienda ha introdotto per la prima volta su iPad.

Secondo Fred Weber, esperto dell’industria del silicio, “Apple è stata la prima azienda che ha realizzato un dispositivo molto ambizioso che non è basato su chip Intel e Microsoft Windows. iPhone ha infranto alcune barriere psicologiche che le persone avevano riguardo l’utilizzo di nuovi prodotti ed ha guidato la crescita dell’elettronica di consumo”.

Indecisione del New York Times sul prezzo per iPad

I vertici editoriali del New York Times non riescono a mettersi d’accordo sul prezzo dell‘abbonamento della versione per iPad della prestigiosa testata giornalistica. Secondo quanto riportato dalle classiche “fonti anonime ben informate sui fatti” la disputa si starebbe consumando tra le due divisioni del giornale: quella tradizionale che vede iPad come solo un altro modo per vendere il giornale, e quella digitale, che preferirebbe offrire qualcosa di diverso e di meno costoso.

Steve Jobs dice sì ad una biografia ufficiale?

I libri sulla vita e le opere di Steve Jobs sono molti e fra di essi spiccano alcuni best-seller che hanno avuto un maggiore successo rispetto agli altri titoli. Tutti questi libri hanno però un tratto comune: nessuno di essi ha ricevuto l’avallo di El Jobso, tanto insofferente a questo tipo di invasioni letterarie della propria privacy da arrivare ad imporre (in passato) lo stop alla vendita negli Apple Store dei libri dell’editore Wiley & Sons che aveva osato procedere alla pubblicazione di iCon, una biografia che a Jobs proprio non piaceva.

Se è vero quanto riportato dal New York Times, però, qualcosa potrebbe essere cambiato “nella testa di Steve”. Il 55enne Jobs, reduce dal secondo grave intervento nel giro di pochi anni, pare abbia deciso di lasciare una testimonianza ufficiale della sua vita fino ad oggi sotto forma di biografia autorizzata.

Quel tweet dall’iPad che ha fatto infuriare Steve

Alan S. Murray, senior editor del Wall Street Journal, ha partecipato nei giorni scorsi con altri colleghi ad uno degli incontri con i massimi vertici della carta stampata della East Coast tenuti da Steve Jobs a New York.
L’oggetto delle discussioni era ovviamente l’iPad e una versione demo del dispositivo era disponibile durante gli incontri perché i mammasantissima dell’editoria potessero toccare con mano la rivoluzione durante uno speciale rito iniziatico officiato da El Jobso in persona.

Peccato che Murray abbia pensato bene di rovinare la giornata a Steve con un idea sicuramente suggeritagli dal diavolo o da qualche suo emissario con sede a Redmond.
Preso in mano lo scintillante iPad l’editor del WSJ non si è limitato a venerarlo provarlo ma ha osato utilizzarlo per pubblicare un messaggio su Twitter:
“Questo tweet è stato inviato da un iPad. Che dite, è fico?”

Steve Jobs a New York per stringere accordi con NY Times?

Secondo una fonte del New York Magazine, Apple avrebbe prenotato una tavolata per 50 persone al ristorante Pranna della Grande Mela per incontrare i dirigenti delle due maggiori testate giornalistiche della metropoli, il New York Times e il Wall Street Journal. La cena, che avrebbe avuto luogo merceledì sera, sarebbe stata organizzata per cercare di stringere ulteriori accordi con il mondo dell’editoria, evidentemente interessata al nuovo arrivato iPad di Apple.

Steve Jobs si sarebbe presentato sfoggiando un simpatico cappello simile a quello che vedete nell’immagine di apertura e avrebbe sfruttato l’occasione per mostrare a tutti i presenti quali sono le funzionalità e le potenzialità della “latest creation” ideata dai tecnici di Cupertino. La riservatezza con la quale Apple sta cercando contatti con la carta stampata farebbe pensare che l’azienda abbia atteso la presentazione ufficiale di iPad per guardarsi intorno e cercare possibili accordi che permetterebbero di aggiungere anche i periodici all’offerta del nuovo iBookstore, oltre ai singoli libri.

iSlate da 10″: ecco quali sarebbero le dimensioni

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In questi ultimi giorni del 2009 l’argomento caldo nel Mac Web è il nuovo iSlate, ovvero il misterioso device che fino a poco più di una settimana fa ancora tutti chiamavano, per comodità, iTablet. Negli ultimi giorni l’attenzione si è concentrata tutta sulla questione del nome e sui vari trademark registrati da Apple (l’ultimo scoperto è “iGuide“).

Per quanto riguarda le specifiche del dispositivo i rumors più recenti parlano di un tablet con schermo da 7″ o 10″. Ormai siamo abituati a vedere mockup di ogni sorta ma diciamoci la verità, è difficile capire davvero da queste ricostruzioni quali potrebbero essere le dimensioni fisiche di un tablet con display da 10″.

Nick Bilton, tech columnist del New York Times, ha fatto la prova del nove. Ha tirato fuori da un cassetto un vecchio tablet HP risalente al 2006 e lo ha messo a confronto direttamente con un iPhone, come potete vedere nella foto d’apertura.

iTablet: Jobs soddisfatto; interfaccia “sorprendente”

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Sarà l’atmosfera natalizia o sarà perché qualcuno a Cupertino ha iniziato a parlare un po’ troppo nonostante Apple faccia di tutto per evitare le fughe di notizie, sta di fatto che negli ultimi due giorni sono letteralmente esplosi i rumor sul misterioso iTablet (o iPad, o Apple Slate o Mac Tablet).

Secondo gli ultimi “report” basati sulle testimonianze di misteriose fonti informate sui fatti già ci sarebbe una data per l’annuncio di un device da 7″ o 10″ (26 gennaio allo Yerba Buena Center di San Francisco) e alcuni fortunati sviluppatori sarebbero già stati contattati da Apple per preparare delle demo di applicazioni che girino ad una risoluzione maggiorata rispetto ad iPhone e iPod touch.

Ora si aggiungo nuove voci sulla soddisfazione di Steve Jobs, finalmente contento delle caratteristiche del Tablet che sarà, e sulla possibilità che il nuovo device incorpori una rivoluzionaria e non meglio specificata interfaccia.

Steve Jobs, Q&A con il New York Times

500x_jobs_returnsPhoto Credits: Gizmodo

Alla fine dell’evento che ha segnato l’ufficializzazione “mediatica” del suo ritorno alla guida di Apple, Steve Jobs si è trattenuto come al solito con i media e ha scambiato quattro chiacchiere anche con David Pogue del New York Times. L’intervista ha toccato vari aspetti salienti dell’evento di ieri. Steve ha spiegato come mai non è stata inserita una fotocamera nell’iPod touch e perché la videocamera degli iPod nano può fare i video ma non scattare foto, passando poi per Amazon per finire con un curioso elogio del gelato come ricostituente.

New York Times: Apple e la cultura della segretezza

Il New York Times ha pubblicato ieri un interessante articolo di analisi sulla cultura della segretezza che è ormai divenuta un marchio di fabbrica dell’azienda di Cupertino. La decisione di non rivelare nulla sulla salute di Steve Jobs (e sul fatto che egli possa davvero aver subito un trapianto di fegato) è solo una delle più recenti dimostrazioni di come la secrecy culture permei ogni aspetto della vita aziendale.
Se nel caso specifico alla base dei prolungati silenzi ci può essere la volontà di preservare la privacy dell’iCeo, in molti altri casi la segretezza è solo una scelta di marketing spinta a livelli mai raggiunti da altre aziende del settore.

Steve Jobs sta bene. Parola di Steve Jobs

In seguito al WWDC sui giornali americani si è fatto un gran parlare della salute di Steve Jobs, secondo alcuni apparso eccessivamente magro durante il Keynote del 9 giugno. Noi di TAL, come già scritto, non vi abbiamo riportato nessuna delle speculazioni che hanno animato in maniera piuttosto morbosa certe columns dei giornali americani in queste ultime settimane, per semplice rispetto della privacy verso una persona che è stata malata e poteva esserlo di nuovo. Se questa mattina facciamo un’eccezione è per riportare una buona notizia. Steve Jobs non è nuovamente malato, ha avuto qualcosa di più della semplice influenza a cui i portavoce di Apple avevano attribuito la sua magrezza, ma non è in pericolo di vita.

App Store arriva fra poche ore con 500 applicazioni

Apple lancerà App Store questa sera e al momento dell’apertura sugli scaffali virtuali del nuovo online store di Cupertino troveranno posto 500 applicazioni.  L’orario di lancio del nuovo Store, che gli utenti potranno usare direttamente sul proprio dispositivo mobile oppure tramite iTunes 7.7, non è ancora stato comunicato ma Steve Jobs ha dichiarato al New York Times che il numero di applicativi che saranno disponibili all’apertura ha superato più del doppio le aspettative iniziali. Una buona parte di tali applicazioni potrà inoltre essere scaricata gratuitamente.

iPhone 3G: le recensioni di Mossberg, Pogue e Baig

Mentre i comuni mortali aspettano che arrivi l’11 luglio per poter mettere le mani sul nuovo iPhone 3G, ci sono tre eletti ai quali Apple ha consegnato in anteprima un melafonino di terza generazione già da un paio di settimane. Si tratta di tre fra i più noti giornalisti tecnologici che si occupano abitualmente di Apple: Walt Mossberg del Wall Street Journal, David Pogue del New York Times e Eddy Baig di Usa Today. Ad ogni lancio di un nuovo prodotto Apple fornisce loro il device in anticipo sulla data di uscita in modo che possano provarlo e poi scriverne una recensione che verrà pubblicata sulle rinomate testate per cui lavorano. Vediamo dunque che cosa hanno scritto i tre riguardo al nuovo device made in Cupertino.

Jobs parla al NYT di MacBook Air, Kindle e Android

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Steve Jobs ha rilasciato un’intervista al New York Times dopo il keynote di martedì, in cui parla della progettazione del nuovo MacBook Air, del lettore di e-book Amazon Kindle e di Android, il prodotto con cui Google ha fatto il proprio ingresso nel mercato della telefonia.

Sarò in prima fila per acquistare un MacBook Air, ci sto sbavando letteralmente dietro” ha detto Jobs ai giornalisti del Times. Ebbene si, per chi ancora non lo sapesse, il capo supremo di Apple non può portarsi a casa tutti i Mac che vuole, a meno che non se li compri. Un aspetto bizzarro della politica dello “stipendio di 1$ all’anno” che l’iGod ha accettato per tornare ad Apple nel ’96.
La progettazione del nuovo notebook è stata una dura sfida ingegneristica durata due anni, durante i quali El Jobso e Jony Ive, capo della divisione design, hanno visto passare sotto i propri occhi più di 100 diversi modelli preliminari.