HTC merita il massimo rispetto. L’azienda ha recentemente prodotto uno smartphone che ha un design chiaramente ispirato ad iPhone 6 e iPhone 6 Plus. HTC sostiene però che proprio loro, per primi, hanno usato l’alluminio per produrre un telefono. E proprio loro, per primi, hanno scelto di creare una scocca unibody per i loro telefoni. Quindi se qualcuno ha copiato qualcosa è Apple che ha copiato i vecchi dispositivi dell’azienda.
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FKA Twighs è sulla pagina di Apple Music, ma alla sua etichetta discografica la cosa non piace
Se avete visitato la pagina di Apple Music nelle ultime settimane non avrete potuto fare a meno di notare un video dell’artista FKA Twigs che balla sotto al logo del servizio in streaming di Apple. Si tratta solo di uno dei molti artisti che compaiono nel materiale promozionale di Apple per Apple Music. Il problema è che le etichette discografiche che sono dietro molti di questi artisti (proprio come FKA Twigs) non sono grandi amanti dell’offerta di Apple. E anzi, si oppongono strenuamente al servizio.
HTC promuove uno One M9 in oro fotografandolo con iPhone
Mentre aspettiamo l’inizio della WWDC, che modo migliore per divertirci che guardare HTC che presenta il suo nuovo telefono fotografandolo con un iPhone?
Mac Pro: il marketing di Apple si dà alle parolacce
Il marketing di Apple è diventato un po’ più sboccato. Non solo il VP per il Marketing Phil Schiller aveva introdotto il nuovo Mac Pro dicendo: “Can’t innovate anymore my ass“, ma ora sembra che il marketing per il nuovo computer di punta di Cupertino sia incentrato sulle parolacce.
Lo stato del marketing Apple – Sondaggio
Negli ultimi tempi le critiche e il “sentimento negativo” che vuole Apple “in difficoltà” non ha risparmiato neppure la divisione Marketing di Phil Schiller.
Spot “sbagliati” e subito ritirati, critiche di alto livello che arrivano da personaggi del calibro di Ken Segall e un appeal presso la stampa che non è più quello di una volta sono tutte facce della stessa medaglia.
Nei giorni scorsi, in particolar modo, non sembra aver sortito l’effetto sperato neppure la nuova campagna Why iPhone, da troppi associata ad un vero e proprio riconoscimento dell’importanza del lancio del Samsung Galaxy 4, nuovo concorrente dell’iPhone 5.
Che ne pensate di questo recente sforzo pubblicitario? Campagna azzeccata o troppo sulla difensiva? Rispondete al nostro sondaggio e diteci la vostra nei commenti.
Why iPhone: Apple lancia una nuova campagna pubblicitaria sul Web
La divisione marketing di Apple ha decisamente preso sul serio il lancio del nuovo Samsung Galaxy S4 e cerca di offuscare la copertura mediatica della concorrenza con una nuova iniziativa web-based. Le interviste rilasciate da Phil Schiller nei giorni scorsi erano il preludio al lancio della nuova campagna “Why iPhone”, che per ora consta di una pagina del sito Apple.com in cui vengono illustrati i principali aspetti che a detta di Cupertino rendono diverso l’iPhone 5 da qualsiasi altro smartphone sul mercato.
Ken Segall: Samsung sta battendo Apple nel marketing
Le pubblicità Apple hanno fatto la storia dell’advertising contemporaneo. Sono ben pochi i professionisti del settore restii ad ammetterlo.
Ken Segall ne sa qualcosa, visto che era uno dei più importanti creativi della TWBA / Chiat / Day, la storica agenzia partner di Apple, e colui a cui si devono sia la campagna Think Different sia il nome iMac.
Ed è proprio lui, adesso, a mettere in discussione l’egemonia di Cupertino in questo settore. Qualcosa è cambiato, secondo Segall, e ad insediare la superiorità del marketing Apple sarebbe addirittura l’ultima arrivata: Samsung.
Apple cambia linguaggio a proposito di virus
In base a quanto fatto notare da Computerworld Australia, Apple ha ridimensionato il linguaggio utilizzato per descrivere il livello di sicurezza offerto da OS X agli utilizzatori. Nell’apposita sezione “Perché amerai un Mac”, infatti, la frase precedente “Non è vulnerabile ai virus” è stata sostituita con una più verosimile affermazione “È sicuro fin da subito”, ponendo l’accento su meccanismi come il sandboxing delle applicazioni, FileVault e tecniche di Randomization.
“Nuovo” incarico per Phil Schiller
L’immagine di apertura non è un errore, ma mostra un cambiamento avvenuto in casa Apple. Non preoccupatevi, non vogliamo metter su una versione Mela del gioco “trova le differenze”, ma evidenziare la modifica del profilo dirigenziale di Phil Schiller.
Non è il primo cambiamento ai vertici di Apple in questa seconda metà del 2011. Dopo l’ingresso nell’olimpo della Mela di Jeff Williams ed Eddy Cue, la nomina ufficiale a CEO di Tim Cook, la prematura scomparsa di Steve Jobs e l’abbandono della corazzata (già previsto da tempo) di Ron Johnson, continuano le novità nel club dei SVP (Senior Vice President) del civico 1 di Infinite Loop di Cupertino.
Matt Groening disegna una guida per l’acquisto di un Mac (nel 1989)
Matt Groening, il celeberrimo creatore della serie animata The Simpsons e di Futurama, è oggi uno dei più noti e rispettati creatori di contenuti televisivi, ma anche lui, un tempo, è stato una persona normale alla ricerca di un lavoro. E proprio nel 1989 Groening venne in contatto con Apple per creare un documento chiamato Apple Student’s Guide: Who Needs a Computer Anyway? Ovvero La Guida Apple per lo Studente: E comunque a chi serve un Computer?
Apple è il primo marchio al mondo
Per la prima volta da quando esiste la classifica stilata (nata 13 anni fa) da Millward Brown Optimor, conosciuta con il nome di BrandZ Top 100, Apple ha completato la scalata raggiungendo il primo posto ai danni di Google. La classifica, aggiornata periodicamente, valuta i più influenti marchi sul mercato in diversi settori dal punto di vista economico-competitivo.
BrandZ nasce per classificare le più importanti aziende che creano ricchezza attraverso la vendita di beni e servizi direttamente al consumatore (che sia privato o aziendale), valutando l’importanza del marchio piuttosto che dell’azienda in sé. E’ una classifica che tiene conto di una profonda analisi finanziaria, integrata con ricerche sui consumatori (grazie ad un database con 2 milioni di sondaggi condotti in 30 diversi paesi).
Guy Kawasaki: Aldus Pagemaker ha salvato Apple negli anni ’80
Guy Kawasaki è un intrattenitore nato. Qualcuno potrebbe definirlo “imbonitore”, ma la parola giusta è Evangelist. Ed è proprio questa, Chief Evangelist, la carica che Kawasaki ricopriva alla Apple negli anni ’80. Il suo amore per la Mela e per il Mac non è mai tramontato, nonostante non sia più un dipendente Apple dal 1987, e spesso e volentieri i riferimenti ad Apple e a Steve Jobs sono punti chiave delle sue presentazioni.
Non fa eccezione il recente e divertente keynote che Kawasaki ha tenuto alla Ad:tech Conference di San Francisco la settimana scorsa per promuovere il suo nuovo libro “Enchantment” (una specie di manuale di persuasione), durante il quale non sono mancati i riferimenti all’azienda di Cupertino. Come l’affermazione che leggete nel titolo: secondo Kawasaki a salvare Apple fu il desktop publishing.
Il VP marketing lascia Apple?
Secondo diverse voci emerse sul Mac Web nella giornata di ieri Allison Johnson, VP Marketing e Comunicazione mondiale di Apple dal 2005, avrebbe deciso di lasciare l’azienda con sede a Cupertino per dedicarsi ad una nuova avventura imprenditoriale nel settore delle pubbliche relazioni.
In base a quanto sostengono le fonti, la Johnson avrebbe deciso di co-fondare una nuova azienda con un altro guru del settore nella Silicon Valley, l’ex dirigente delle PR di Facebook Brandee Barker. In pratica, i due dirigenti vorrebbero mettere in atto la loro esperienza acquisita nel corso degli ultimi anni in due importanti aziende come Apple e Facebook per fondare una loro società di consulenza.
Apple A5, tutta la potenza di iPad 2
Come ormai sapranno anche gli extraterrestri, ieri Steve Jobs ha presentato al pubblico il nuovo modello di iPad sul palco dello Yerba Buena Center di San Francisco. Continuiamo con il nostro roundup di notizie a tal proposito illustrando le novità del cuore del nuovo tablet dell’azienda di Cupertino, il processore Apple A5.
Un segnale forte e chiaro alla concorrenza, che come al solito in questo settore, non potrà far altro che (cercare di) inseguire. Sì, perché Apple ha deciso di passare ad un processore dual-core (paragonabile in questo senso è il Samsung Galaxy Tab 10.1), raddoppiando la capacità di calcolo (senza sacrificare l’autonomia) e rendendo il tutto ancora più sottile e leggero.
iAd sbarca in Europa a dicembre
Nella giornata di ieri Apple, attraverso un comunicato stampa ufficiale, ha annunciato che iAd sarà disponibile in Europa a partire dal mese di dicembre.
iAd, la nuova piattaforma per mobile adverstising dell’azienda di Cupertino, sarà estesa anche in Gran Bretagna e Francia dal prossimo mese, per approdare in Germania a gennaio 2011. Gli inserzionisti di maggior rilievo saranno aziende molto famose nel panorama mondiale, come L’Oréal, Renault, Louis Vuitton, Nespresso, Perrier, Unilever, Citi, Evian, LG Display, AB InBev, Turkish Airlines e Absolute Radio.
“Siamo emozionati”, sostiene Andy Miller (VP della divisione iAd), “di aggiungere importanti marchi mondiali al network iAd in Europa e creare ulteriori grandi opportunità per gli sviluppatori. In appena quattro mesi, abbiamo raddoppiato il numero di inserzionisti sulla rete e migliaia di sviluppatori ora hanno una nuova apprezzabile fonte di guadagni”.
Apple, miglior marketer del decennio per Advertising Age
Advertising Age (rivista specializzata in pubblicità e marketing) ha annunciato di aver conferito ad Apple il premio Marketer of the Decade, ovvero “marketer del decennio“.
Un premio molto importante che testimonia l’impegno di Steve Jobs negli ultimi dieci anni, il geniale CEO è riuscito a trasformare Apple da azienda di nicchia a marchio cool, giovane ed alla moda.
Il rapporto fra i dipendenti Apple e i media
Dopo l’interessante articolo riguardo i metodi utilizzati dalla divisione Marketing di Cupertino nella gestione delle fughe di notizie controllate, l’ex Senior Marketing Manager di Apple John Martellaro è tornato sulle pagine di The Mac Observer con un interessante spaccato di vita Cupertiniana che descrive il controverso rapporto fra i dipendenti Apple e i media. Quanto sanno gli impiegati di Infinite Loop delle novità in arrivo e quale attenzione dedicano alle pubblicazioni che si occupano di Apple?
Il marketing ai tempi di App Store
Prendiamo come spunto un qualsiasi ipermercato, un centro commerciale ricco di negozi (idealmente l’ormai noto “Carosello di Carugate” dove sorgerà l’Apple Store milanese): la guerra tra i vari prodotti non avviene solamente nel luogo fisico della vendita ma anche attraverso la pubblicità, i consigli di amici e la propria esperienza. App Store, invece, è un negozio virtuale volutamente studiato da Apple per creare una grande comunità in cui sono gli stessi acquirenti a formare una “atipica” campagna pubblicitaria attraverso i giudizi e i commenti.
“È l’idea originale che vince“, ho sempre scritto. Come in ogni campo, però, c’è chi prova a fare il furbetto pilotando i giudizi: per fortuna, anche in questo caso, è sempre l’idea originale a vincere.
New York Times: Apple e la cultura della segretezza
Il New York Times ha pubblicato ieri un interessante articolo di analisi sulla cultura della segretezza che è ormai divenuta un marchio di fabbrica dell’azienda di Cupertino. La decisione di non rivelare nulla sulla salute di Steve Jobs (e sul fatto che egli possa davvero aver subito un trapianto di fegato) è solo una delle più recenti dimostrazioni di come la secrecy culture permei ogni aspetto della vita aziendale.
Se nel caso specifico alla base dei prolungati silenzi ci può essere la volontà di preservare la privacy dell’iCeo, in molti altri casi la segretezza è solo una scelta di marketing spinta a livelli mai raggiunti da altre aziende del settore.
Microsoft all’attacco davanti all’Apple Store
E’ ormai noto che la campagna I’m a PC di Microsoft punta ad attaccare direttamente il messaggio dei noti spot Apple della serie Get A Mac. Già da prima che l’operazione di Redmond entrasse nel vivo ci si aspettava che avremmo assistito anche a tattiche di marketing aggressivo, ma nessuno sicuramente poteva ipotizzare quanto sta accadendo a Birmingham. Microsoft ha deciso di installare un proprio stand video proprio di fronte all’ingresso dell’Apple Store della città del Regno Unito in cui i passanti possono registrare il proprio messaggio “I’m a PC” personalizzato, che l’azienda probabilmente pubblicherà su internet o utilizzerà in futuri spot.
Manila folder: quando copiare è più facile che inventare.
La CEO di Avon entra a far parte del direttivo di Apple
Apple ha annunciato questa settimana che la CEO del colosso della cosmetica Avon, Andrea Jung, è entrata a far parte della Board of Directors di Apple. La Jung, laureata a Princeton, siede anche nel consiglio d’amministrazione di General Electric ed è la prima donna che entra nel direttivo di Apple da 10 anni a questa parte. L’arrivo di Jung segue a poca distanza quello di un’altro importante membro, il CEO di Google Eric Schmidt.
Attualmente la Board of Directors di Apple è così composta:
- Bill Campbell (Chairman and former CEO, Intuit Corp.)
- Millard Drexler (Chairman and CEO, J. Crew)
- Albert Gore Jr. (Former Vice President of the United States)
- Steve Jobs (CEO, Apple, Inc.)
- Andrea Jung (Chairman and CEO, Avon Products)
- Arthur D. Levinson, Ph. D. (Chairman and CEO, Genentech)
- Dr. Eric Schmidt (CEO, Google)
- Jerry York (Chairman, President and CEO Harwinton Capital)
Key: l’iPhone inglese è un successo per O2
Matthew Key, CEO del carrier inglese O2, distributore di iPhone in Inghilterra, è volato a Cupertino per un resoconto sulle vendite dell’iPhone britannico. Le notizie che portava con se hanno sicuramente rallegrato il Natale di Steve Jobs. Secondo quanto riportato dal Financial Times infatti, i dati sulla commercializzazione di iPhone in Inghilterra sono notevolmente positivi. Lo smartphone di Cupertino sta aiutando sensibilmente O2 a stipulare contratti con clienti provenienti da altri operatori e grazie all’interfaccia rivoluzionaria e alla facilità di accesso ai contenuti in rete, molti nuovi utenti hanno iniziato a sfruttare il proprio traffico dati con un’intensità mai vista prima.