Comprereste un Mac fatto così?

“Il Macinstosh è un computer con una storia,” scrive Curved sul suo sito. Per questo i designer dei “Curved Labs” hanno provato ad immaginare come potrebbe essere, oggi, quel computer. Il risultato uno strano mix fra un iMac, uno schermo touch come quello dell’iPad e la sottigliezza di un MacBook Air. 18

iMac Retina 5K VS Macintosh 128K

Lo schermo dell’iMac Retina 5K presentato la scorsa settimana da Apple monta un display con una risoluzione di 5120×2880. Più di 14,7 milioni di pixel. Un aumento dell’8400%, se confrontati con il monitor del primo Macintosh.

QuickLook: Steve Jobs come Clippy

Durante la fase di progettazione del primo Macintosh, Apple produsse alcuni prototipi del computer che integravano un lettore di floppy disk da 5,25″, i cosiddetti Twiggy. Erano dischi inaffidabili, che Apple aveva già utilizzato sullo sfortunato “Lisa” un paio d’anni prima.
Quella versione del Mac faceva girare un software diverso da quello che poi vide la luce e che includeva dei box di avviso con la faccetta pixelata di Steve Jobs e la scritta “Steve sez” (colloquiale per “Steve dice”).

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In altre parole Steve Jobs ha rischiato di finire nel sistema operativo dei Macintosh come precursore di Clippy, l’insopportabile assistente virtuale integrata nelle versioni di Microsoft Office dal ’97 al 2007.

Quick Look: lo spot Macintosh mai andato in onda

Qualche giorno fa, sul suo profilo di Google+, lo storico membro del Macintosh team originario Andy Hertzfeld (ora di stanza a Mountain View) ha postato un vecchio spot Apple datato 1983. Il commercial, in cui oltre a lui comparivano altri componenti storici del team per “raccontare” il Macintosh, fu giudicato troppo “auto-compiacente” e Apple decise di non mandarlo mai in onda. Del resto era un periodo in cui i “geek” non “facevano figo” come oggi. Eccolo qui, nella sua interezza, anche se probabilmente qualche spezzone lo avrete probabilmente già visto montato in altri filmati di quel periodo.

Retro Mac: Iron Man su MacPaint

Qui su The Apple Lounge ci è capitato già più volte di segnalare i fantastici video di Matt’sMacintosh, utente YouTube e Apple Lover dall’ammirevole dotazione tecnologica.
L’ultima opera di Matt è questo filmato di speedpaint che illustra la realizzazione di una versione 1984 di Iron Man su MacPaint.

Le vecchie icone Mac dello sketchbook di Susan Kare

Il Team Macintosh - Susan Kare è nascosta dietro la ragazza col completo rosa

Il reporter di Wired Steve Silberman ha pubblicato sul suo blog NeuroTribes un post interessantissimo che ripercorre la nascita delle icone bitmap del primo Macintosh a partire dagli schizzi dello sketchbook di Susan Kare.
Kare, per chi non la conoscesse, è una dei membri originari del Team Macintosh, il gruppo di “pirati” che nella prima metà degli anni ’80 Steve Jobs aveva raccolto attorno a se per creare il computer che, nella sua visione, avrebbe dovuto rivoluzionare totalmente l’industria informatica.
Nello sketchbook originale dell’artista, che approdò Apple tramite l’amico Andy Hertzfeld, si riconoscono le prime prove di quelle che diverranno icone conosciutissime e veri e propri standard visivi della comunicazione mediata dal computer. [Galleria fotografica a fine articolo]

Un Mac Museum venduto per 10.000$

Quanto può valere oggi un Mac Museum? Se il museo è quello di Gil Poulsen di Franklin Park, New Jersey, la risposta è 10.000 dollari. A causa di un imminente trasloco Poulsen è stato costretto a liberarsi della sua raccolta di computer Apple con un’asta su eBay, che si è conclusa con un’offerta vincente pari a tale somma.

Il Mac Museum di Poulsen, un vero spettacolo per gli occhi di ogni Mac afficionado, occupava interamente lo scantinato della casa del collezionista (immaginiamo la gioia della moglie). Nonostante fosse finito su alcune pubblicazioni Apple-oriented anche abbastanza note, l’esposizione non era aperta al pubblico, che poteva (e può) osservarla solo attraverso la galleria fotografica presente sul sito creato da Poulsen.

All About Apple museum birthday: la gallery fotografica.


Ieri a Quiliano (Savona) è stato festeggiato il compleanno di All About Apple museum, il più fornito museo Apple al mondo (hanno addirittura pezzi funzionanti che a Cupertino non possiedono più).
Il museo è una vera e propria raccolta di macchine storiche Apple, mantenute in piena efficienza, ma non manca il software d’epoca, così come riviste e libri di un passato non così lontano ma incredibilmente retrò per le tempistiche tecnologiche.

L’associazione che lo gestisce, configurata come Onlus, ha organizzato una festa in grande stile a partire dalle 15 fino a notte inoltrata, con conferenze, visite guidate e libere all’esposizione, buffet (ovviamente a base di focaccia ligure!).
Dopo la cena lì vicino si poteva tornare al museo, per una sessione libera di chiacchiere su prodotti Apple, hardware e software, anticipazioni su iPhone OS 3.0 (da buoni amanti Apple, ovviamente iPhone era il telefono più presente) e tutto quello di cui si voleva discorrere.

Dopo il salto, la galleria fotografica di TheAppleLounge al compleanno del museo.

Macintosh 128k: una recensione del 1984

Photo by blakespot, Flickr.

Raramente mi lascio entusiasmare da un nuovo computer. Ma il Macintosh di Apple, lanciato ufficialmente martedì scorso, ha diffuso nella Silicon Valley una febbre a cui è difficile sottrarsi. I miei sintomi sono incominciati quando ho parlato con alcuni devoti del Mac e delle varie aziende che producono software, hardware e letteratura a supporto del nuovo computer. Dal momento in cui ho avuto modo di mettere le mani sul piccolo computer e il suo onnipresente mouse, ne sono stato rapito.

Questo è l’incipit di un articolo pubblicato dal Los Angeles Times il 29 gennaio 1984, in cui Larry Magid recensiva il primo Macintosh. In barba al detto “né di venere né di marte non si principia né si parte“, anche in quel caso Apple scelse martedì 24 gennaio per la commercializzazione del Macintosh 128k.
La lettura della recensione offre alcuni spunti curiosi che ci fanno seriamente domandare quanto sia cambiato l’approccio di Apple nel corso di un quarto di secolo. Nonostante siano trascorsi ben 25 anni da allora, molti dei particolari rivelati dall’articolo suonano decisamente familiari e lasciano intuire il futuro di quella rivoluzionaria macchinetta elettronica.