Tutti noi ormai conosciamo la pratica censoria di Apple nei confronti di App Store: le applicazioni devono avere dei contenuti tali da essere fruibili da qualsiasi fascia di età. Nonostante questo dictat (e nonostante gli “omini” che quotidianamente controllano una ad una le migliaia di applicazioni che vengono sottoposte all’insindacabile giudizio) la censura di App Store è stata aggirata, permettendo così di includere nell’applicazione stessa delle immagini pornografiche, delle parolacce, delle ingiurie contro Steve Jobs o addirittura del codice malevolo. Il tutto senza hacking. Come è possibile?
Basta inserire ciò che la censura di Apple non deve vedere come un “easter egg“, parola che nel gergo da programmatore significa una funzionalità nascosta che l’utente può attivare in genere con una combinazione di comandi.