Malgrado parecchi esperti, con virgolette d’obbligo, facciano quotidianamente suonare le campane a morto per Apple, la Mela è sempre lì: in cima. Anzi, guadagna posizioni, almeno a giudicare dal report 2013 di Interbrand sui «Best Global Brands». Secondo la società di consulenza americana – che ogni anno pubblica una delle più seguite classifiche sull’andamento e gli asset dei grandi marchi – Apple ha addirittura scalzato Coca Cola dal primo posto, ponendo fine a un dominio che durava da tredici anni grazie a un aumento di valore del 28% (l’anno scorso era arrivata seconda in virtù di un balzo spaventoso: +129%). Ora Cupertino vale 98 miliardi di dollari più qualche, ehm, spicciolo (trecento milioni o giù di lì). Cinque miliardi in più di Google, che fa un altro salto di +34% passando dal quarto al secondo posto. Coca Cola, con il suo misero +2%, scivola al terzo posto, davanti a IBM.
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Best Global Brands: Apple sale al 17° posto
Interbrand pubblica annualmente una classifica dei migliori 100 marchi commerciali del mondo e in questa edizione Apple è posizionata al 17° posto. Nonostante non sia l’azienda che ha guadagnato più posizioni, solo tre rispetto ad esempio a BlackBerry che ne ha guadagnate addirittura nove, l’azienda di Steve Jobs è quella che ha incrementato più di tutte il suo valore: ben il 37% in più rispetto allo scorso anno, un punto percentuale in più rispetto a quanto ottenuto dalla grande G di Google.
Apple è passata dalla 43ª posizione del 2004, alla 41ª nel 2005, alla 39ª nel 2006, alla 33ª nel 2007, alla 24ª nel 2008, alla 20ª nel 2009: 26 posizioni in 7 anni.
Apple nella top 20 dei brand mondiali
Interbrand ha pubblicato la classifica 2009 dei 100 più forti marchi al mondo. Per la prima volta Apple entra a far parte della top 20 in questa particolare chart che misura la potenza del brand di aziende dei più variegati settori. Il valore del marchio Apple è cresciuto del 12% rispetto al 2008 raggiungendo il valore di 15,4 miliardi di dollari.
Tale valore viene calcolato da Interbrand per ciascun marchio tenendo conto di un buon numero di fattori concomitanti. Per poter entrare a far parte di questa classifica una azienda deve incassare almeno un terzo dei propri profitti in mercati esteri rispetto al proprio paese di origine. E’ per questo che molti marchi statunitensi non sono presenti.