Apple modifica le regole sulle sottoscrizioni in-app

Cambio di rotta per le regole che permettono di gestire le sottoscrizioni in-app all’interno delle applicazioni per iOS. Precedentemente Apple esigeva che gli abbonamenti venduti all’esterno delle app, per le quali l’azienda di Cupertino non percepisce alcuna rendita, avessero un prezzo uguale o maggiore rispetto a quello per gli abbonamenti offerti direttamente all’interno delle app. L’obiettivo, ovviamente, era quello di indurre i clienti ad abbonarsi tramite le app stesse e consentire ad Apple di ricevere il 30% dei ricavi provenienti dagli abbonamenti stessi.

Da questa settimana, invece, questo vincolo è stato rimosso e, di conseguenza, saranno gli editori a poter liberamente fissare i prezzi degli abbonamenti, vendendoli magari ad un prezzo inferiore all’esterno, con mezzi propri. L’unico vincolo imposto ora da Apple è che “non ci siano pulsanti o link esterni nelle app per abbonarsi ai contenuti”.

iTunes Subscription: il 50% degli utenti accetta la cessione dei dati

Non è un mistero che la raccolta di informazioni anagrafiche sulla propria clientela abbia un peso importante nelle economie di molti editori di riviste e periodici. Non a caso durante le prime fasi del lancio delle nuove iTunes Subscriptions una delle principali paure che trattenevano gli editori dall’accettare i termini e le condizioni di Apple era quella di dover rinunciare alla profilazione approfondita dei propri lettori.
Ora sembra che molti pezzi grossi del settore abbiano iniziato a ricredersi, a partire da Hearst e Condé Nast che nei giorni scorsi hanno iniziato il roll out di versioni delle proprie app/riviste aggiornate per supportare gli abbonamenti in-app di Apple. Il motivo di questo cambiamento di rotta lo svela Jeff Bercovici di Forbes: circa il 50% degli utenti accetta di condividere informazioni con gli editori volontariamente, cliccando sul pulsante “consenti” quando compare il pop-up di opt-in previsto dalle API delle in-app subscription.

Il Financial Times non approva le sottoscrizioni per iPad

Non è stato semplice per Apple riuscire a trovare gli accordi con gli editori per la presentazione del servizio di in-app subscription, che permette agli utenti di abbonarsi ai contenuti offerti in maniera automatica all’interno delle app per iPad. Nonostante le lunghe trattative c’è chi, come il Financial Times, non è ancora soddisfatto di quanto offerto dall’azienda di Cupertino.

A differenza di quanto fatto, ad esempio, dal New York Times (che ha colto la palla al balzo), l’importante giornale finanziario è ancora insoddisfatto di come Apple ha deciso di (non) gestire le informazioni degli abbonati nei confronti degli editori. Secondo quanto riportato da Reuters, infatti, i dirigenti del Financial Times non sono disposti a perdere il contatto diretto con i propri abbonati, poiché è il fulcro centrale del loro modello di business.

Apple, contenuti in abbonamento su App Store

Abbonamenti App Store

Abbonamenti App StoreSe ne parlava da tempo, adesso è ufficiale, Apple ha lanciato su App Store il nuovo sistema di acquisto dei contenuti tramite abbonamento, in modo simile a quanto fatto da Rupert Murdoch con il suo The Daily.

Da oggi sarà quindi possibile per gli editori offrire abbonamenti a contenuti o nuovi numeri di quotidiani e riviste scegliendo la formula che preferiscono, abbonamento settimanale, mensile, bimestrale, trimestrale, semestrale o annuale.