Actions introduce la Keyboard con acquisto In App

Tempo fa vi abbiamo parlato di Actions, un’app sviluppata dall’omonima startup italiana, che si interfaccia col Mac attraverso un’apposita app server e permette di avere a portata di tap azioni e funzionalità complesse di OS X direttamente su iPad.

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Proprio come preannunciato nell’intervista che vi abbiamo sottoposto è arrivata la Keyboard come In-App Purchase, feature largamente richiesta dagli utenti ed effettivamente necessaria – col senno di poi – nello svolgere numerose operazioni.

La Commissione Europea indaga sugli acquisti in-app

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Su App Store è quasi diventata la norma. Stiamo parlando delle applicazioni gratuitamente scaricabili che contengono contenuti aggiuntivi da acquistare al loro interno. I cosiddetti acquisti in-app tanto popolari sui dispositivi mobili iOS e Android sono ora al vaglio della Commissione Europea.

Apple segnala più chiaramente la presenza di acquisti In-App

Offre Acquisti In-App

Offre Acquisti In-App

 

Forse non ci avete nemmeno fatto caso, ma c’è una piccola novità in App Store. Da oggi, le applicazioni che offrono “Acquisti In-App” vengono segnalate in maniera più chiara da Apple. Una mossa semplice ma utile che forse ci aiuterà ad evitare acquisti, appunto, evitabili.

Class action acquisti in-app: Apple scende a patti con i genitori

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Apple è scesa a patti nella causa legale del 2011 legata agli acquisti in-app. La class action era nata da un gruppo di genitori i cui figli erano riusciti a scaricare contenuti per un valore di centinaia di dollari da App Store tramite gli acquisti in-app senza conoscere la password dei genitori. Questo era possibile sfruttando la finestra di 15 minuti che rimaneva aperta su iOS dopo l’inserimento del codice per accedere ad un acquisto sullo store digitale di Cupertino.

App Store: acquisti in app gratuiti grazie ad un hack


L’hacker russo Alexey Borodin ha messo a punto un sistema per aggirare i controlli di App Store per gli acquisti in-app, sostanzialmente permettendo di scaricare qualsiasi contenuto dall’interno di una applicazione senza sborsare un soldo.

GameStore, Una strana app spunta in AppStore

GameStore by Apple

GameStore by ApplePresi dall’euforia del Capodanno e, forse, non ancora smaltite la mangiate e le bevute di rito di questi periodi di festa, a Cupertino si sono lasciati scappare qualcosa. Qualcosa di non ben chiaro, ancora in fase di test, se non proprio di sviluppo. Lo si capisce dall’immagine allegata che altri non è che l’icona del GameStore (nome “definitivo”?) che Apple deve avere in cantiere. O almeno è ciò che si potrebbe intuire visto che il progetto in questione è “ora” uscito allo scoperto. Ma, se analizziamo questa app meglio, possiamo pensare anche altro. Scopriamo dopo il salto di cosa parliamo.

Lodsys Vs Apple: ancora niente intesa per in-app purchase

Nei giorni scorsi è salito agli onori della Mac-cronaca il caso Lodsys, costringendo Apple ad una presa di posizione ufficiale per tranquillizzare i piccoli developers di App Store che avevano già ricevuto una notifica per “uso illegale” del brevetto legato alle in-app purchase. Attraverso un post sul proprio blog, Lodsys fa sapere che la questione non è chiusa e anzi snocciola pure i nomi delle grandi società coinvolte, a suo dire, in questo utilizzo non autorizzato di un proprio brevetto. Tra le società interessate troviamo Combay, Iconfactory, Illusion Labs AB, Shovelmate e Quickoffice.

Sono dunque stati coinvolti non solo alcuni piccoli sviluppatori che hanno creato applicazioni nella propria cantina ma anzi società in grado di farsi strada in App Store con prodotti di qualità. Quale sarà dunque il prossimo passo? Addio in-app purchase oppure Apple troverà un accordo?

Il problema del brevetto per le In-App Purchases – App Week


La notizia di cause legali per violazione di brevetti in cui Apple è protagonista non sono più ormai una novità ma qualcosa di inedito, invece, è all’orizzonte. Nei giorni scorsi alcuni “piccoli sviluppatori” di App per iOS si erano visti recapitare da Lodsys un avviso di violazione di proprietà intellettuale con allegata esplicita richiesta di acquistare la licenza per l’utilizzo del brevetto in questione. Il fatto incredibile è che la violazione di proprietà intellettuale contestata è legata al meccanismo di In-App Purchases fornito da Apple tramite SDK.

Nell’attesa che il tutto sia chiarito, Apple ha infatti dichiarato al Guardian che è al momento impegnata ad investigare sull’accaduto, tra gli sviluppatori è ormai nata una sorta di sfida come se il non ricevere l’avviso legale da parte di Lodsys sia sinonimo di poco peso nell’ecosistema App Store.

Apple contro i Puffi? Pufferbacco! – App Week

Secondo quanto si legge su Pockergamer, Apple avrebbe richiamato Capcom all’ordine relativamente al gioco dedicato ai piccoli amici blu, i Puffi. Il motivo? Orde di genitori PuffArrabbiati che contestano all’azienda di Cupertino la modalità di vendita con In-App Purchase definendola come truffaldina.

La situazione è riassumibile in modo molto semplice: il gioco Smurf’s Village, gratuito al download, prevede l’acquisto tramite In-App Purchase, di facilitazioni per costruire ed espandere molto velocemente il proprio PuffVillaggio. Fino a qui nulla di anomalo. Bisogna considerare però che il gioco è principalmente utilizzato da ragazzini che, acquistando i contenuti aggiuntivi all’oscuro dei genitori, hanno portato alla protesta formale di questi ultimi. Permettetemi un bel pufferbacco!

Warner Bros vende i suoi film su App Store

Tramite MacRumors siamo venuti a conoscenza di una nuova iniziativa realizzata dalla celebre casa cinematografica Warner Brothers, che ha iniziato la vendita dei propri film attraverso App Store grazie alle apposite “App Edition” delle pellicole. Si tratta, in pratica, di app stand-alone dedicate ognuna ad un titolo diverso, come quella di “Inception” o de “Il cavaliere oscuro”, scaricabili gratuitamente tramite iTunes.

All’interno delle app, come potete vedere dal video di apertura, è possibile guardare gratuitamente i primi cinque minuti del film ed un sottoinsieme dei contenuti extra come giochi, indovinelli e colonne sonore. Tramite l’in-app purchase, inoltre, è possibile acquistare il titolo per la visione integrale; l’utente può scegliere tra la visione in streaming (sia Wi-Fi che 3G) e il download del contenuto per la riproduzione offline. Dopo l’acquisto è possibile accedere anche a tutti i contenuti extra.

Apple, contenuti in abbonamento su App Store

Abbonamenti App Store

Abbonamenti App StoreSe ne parlava da tempo, adesso è ufficiale, Apple ha lanciato su App Store il nuovo sistema di acquisto dei contenuti tramite abbonamento, in modo simile a quanto fatto da Rupert Murdoch con il suo The Daily.

Da oggi sarà quindi possibile per gli editori offrire abbonamenti a contenuti o nuovi numeri di quotidiani e riviste scegliendo la formula che preferiscono, abbonamento settimanale, mensile, bimestrale, trimestrale, semestrale o annuale.

Apple chiarisce la questione della Sony Reader app

In risposta alla questione emersa nella giornata di oggi a proposito del rifiuto, da parte di Apple, dell’app realizzata da Sony per la lettura di libri digitali, l’azienda di Cupertino è intervenuta per chiarire ufficialmente la sua posizione in merito.

All Things Digital, infatti, ha ricevuto una comunicazione ufficiale da parte di Apple nella quale l’azienda sostiene di non aver affatto cambiato le politiche di approvazione delle app in merito all’acquisto di materiale aggiuntivo. Tuttavia, è stato deciso di far rispettare in maniera più rigorosa la regola che obbliga gli sviluppatori ad implementare anche il meccanismo di in-app purchase qualora si decidesse di permettere l’acquisto di materiale aggiuntivo al di fuori dell’app stessa.

Apple blocca un’app di Sony per e-reading, cosa ne sarà di Kindle?

Nella giornata di oggi sono emerse diverse notizie a proposito del rifiuto di un’app progettata da Sony per la lettura di libri digitali poiché non prevede l’acquisto dei contenuti tramite il sistema in-app purchase. La reazione, probabilmente frettolosa, di molti blog e siti del Mac Web è stata quella di giungere alla conclusione che presto la stessa sorte spetterà alla simile app di Amazon, Kindle, che non prevede l’acquisto dei contenuti all’interno dell’app stessa (bypassando il 30% di ritenute da parte di Apple).

Tutto nasce da un articolo pubblicato in giornata dal New York Times nel quale si può leggere che “Apple ha rifiutato un’applicazione per iPhone di Sony che avrebbe permesso alle persone di comprare e leggere e-book dal Sony Reader Store. Apple ha comunicato a Sony che da adesso, tutti gli acquisti all’interno dell’app devono passare attraverso Apple, ha detto Steve Haber, Presidente della divisione di lettura digitale di Sony”.

In App Purchase: ora anche nelle apps gratuite

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Poche ore fa, in una mail inviata agli sviluppatori registrati, Apple ha reso noto che è ora possibile integrare la funzione In App Purchase anche all’interno delle applicazioni gratuite. La funzionalità che permette l’acquisto di contenuti aggiuntivi dall’interno di un applicativo era finora limitata alle sole applicazioni a pagamento.

Si tratta di una novità importante soprattutto perché potrebbe risolvere l’annosa questione degli applicativi in versione Lite. Gli sviluppatori che vorranno fornire una versione limitata di una propria applicazione potranno consentirne lo scaricamento gratuito e potranno poi gestire dall’interno dell’applicativo stesso lo “sblocco” della versione completa del software.

Nella mail inviata agli sviluppatori Apple esplicita inoltre che:

“Utilizzando In App Purchase nella vostra applicazione può aiutare a combattere il problema della pirateria software perché vi consentirà di verificare le In App Purchase”.

Applicazioni iPhone: “In-App Purchase” non decolla

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Tra le grandi novità di iPhone OS 3.0, lasciando da parte il copia-incolla e il poter scrivere le email con il proprio device posizionato in orizzontale, c’è il sistema “In-App Purchase“. Questa nuova feature, che al momento della sua presentazione aveva creato molto interesse intorno a sé, non sembra aver trovato ampio interesse da parte del pubblico ma anche degli sviluppatori: poche, infatti, sono le applicazioni che offrono tale sistema. A parlare degli scarsi profitti generati è il simpatico Brian Greenstone, CEO di Pangea Software, con cui anche noi di TAL ci siamo intrattenuti spesso via E- Mail. Brian non è soddisfatto dai profitti ricavati attraverso il sistema “In-App Purchase”: perché questo sistema non genera i profitti sperati? Avete già acquistato componenti aggiuntivi per le vostre applicazioni?