Era il mese di luglio quando IBM annunciava l’intenzione di distribuire circa 50.000 unità Mac ai suoi dipendenti entro la fine dell’anno, sostituendo dunque i tradizionali PC. L’obiettivo è quello di arrivare presto a 150-200.000 unità, ma i primi risultati di questo esperimento sono molto positivi e sono stati presentati questa settimana in occasione della JAMF Nation User Conference di Minneapolis.
IBM
Dopo IBM, anche CISCO: nuova partnership enterprise per Appe
Apple ha rilasciato in queste ore una dichiarazione alla stampa nella quale annuncia una nuova partnership con Cisco. Le due aziende lavoreranno insieme per creare una corsia preferenziale per gli utenti di iOS nelle grandi aziende, ottimizzando i sistemi di Cisco per il funzionamento con iPhone e iPad. La partnership permetterà ai dispositivi iOs di funzionare in maniera più efficiente con l’hardware di Cisco, ampiamente utilizzato nelle grandi aziende statunitensi.
Rdio sbeffeggia Apple citando Apple che sbeffeggia IBM
Rdio si prepara alla concorrenza agguerrita di Apple Music, e lo fa scrivendo una lettera ad Apple. La cosa interessante è che la lettera di Rdio è ispirata ad una originale scritta da Apple ad IBM nel 1981, quando l’azienda di Cupertino si trovava a fronteggiare il gigante dell’informatica nelle prime fasi della nascita dei PC.
IBM comprerà 50.000 MacBook per i dipendenti
A partire da questo giovedì, IBM ha cominciato a scegliere tra MacBook Pro, MacBook Air o PC quando si tratta di workstation. L’azienda avrebbe infatti avviato l’acquisto di 50 000 MacBook da consegnare ai propri dipendenti.
Apple e IBM annunciano i primi frutti della partnership
Le nuove applicazioni della serie MobileFirst for iOS costituiscono una nuova classe di software professionali la cui finalità è quella di portare su iPad e su iPhone la potenza delle soluzioni big data di IBM. Banche, assicurazioni, istituti finanziari, pubbliche amministrazioni e compagnie aeree che sono già clienti dei servizi aziendali IBM potranno sfruttarli ora anche su iPad e su iPhone. Fra i primi grandi nomi ad annunciare il proprio supporto alle nuove applicazioni IBM ci sono Citi, Air Canada, Sprint e Banorte.
Apple e IBM, nuova partnership per conquistare il settore Enterprise
La nuova partnership fra IBM e Apple nasce da una necessità complementare: Apple ha bisogno dei servizi che IBM è in grado di offrire in ambito di analisi di Big Data e parametri aziendali per garantire una maggiore penetrazione in ambito enterprise; IBM può sfruttare una piattaforma già affermata (e il cui successo all’interno delle maggiori aziende è già solido) per ospitare con soluzioni semplici e integrate i propri servizi.
WSJ: Papermaster ha lasciato Apple per “incompatibilità culturale”
Il Wall Street Journal ha aggiunto qualche particolare sulla vicenda Papermaster, il Senior Vice President ex IBM che ha lasciato l’azienda di Cupertino nei giorni scorsi e che tutti hanno prontamente indicato come il capro espiatorio per la questione dell’antennagate. Secondo Iwatari Kane e Ian Sherr, il principale motivo che ha portato all’allontanamento di Papermaster non è di natura tecnica. Nello specifico avrebbero giocato un ruolo fondamentale la forte incompatibilità con lo spirito dell’azienda e l’incapacità di tenere testa al livello di maniacale attenzione ai dettagli che Apple richiede anche ai suoi più alti dirigenti.
Mark Papermaster lascia Apple, colpa dell’antennagate?
Se vi state chiedendo chi sia questo Mark Papermaster (foto al lato) probabilmente non ricordate la lunga diatriba tra Apple ed IBM che tra il 2008 ed il 2009 ci accompagnò per diversi mesi.
Giusto per rinfrescare la memoria, Papermaster è un ex dirigente della IBM esperto in microprocessori e server-blade che, a fine 2008, fu oggetto di una contesa tra l’azienda per cui lavorava ed Apple. A Cupertino lo volevano nelle “stanze dei bottoni” vista la sua brillante carriera che in 25 anni lo portò ai vertici della IBM. Ma la stessa IBM non voleva che il suo ex dipendente passasse ad una azienda, dichiarata concorrente, a causa del know-how che Papermaster avrebbe portato con se al civico 1 di Infinite Loop.
Dopo una lunga ed estenuante trattativa legale chiusasi ad aprile 2009, Apple riuscì ad assumere Mark Papermaster e gli fece ricoprire la posizione di Senior Vice President of Devices Hardware Engineering. In altri termini, lo mise a capo dei team di sviluppo dei dispositivi mobili quali iPod ed iPhone.
Ma qualcosa deve essere andato storto.
Anteprimaᵛ: problemi con il MacBook Air
Forse non sapeva della possibilità di mandarlo in assistenza gratuitamente. E comunque in ciò che
Papermaster alla Apple dal 24 aprile
IBM e Mark Papermaster sono giunti ad un accordo. Big Blue aveva cercato di impedire che il proprio ex-dirigente venisse assunto da Apple attraverso un ingiunzione giudiziaria.
Ieri Apple ha potuto ufficialmente annunciare l’assunzione del dirigente, che come ricorderete, fu scelto per sostituire il posto lasciato vacante da Tony Fadell, il papà dell’iPod:
Mark Papermaster si unirà ad Apple nel ruolo di Vice Presidente della divisione Devices Hardware dal 24 aprile e riferirà direttamente al CEO Steve Jobs. Papermaster, che arriva alla Apple da IBM, guiderà i team di ingegneri che progettano l’hardware di iPhone e iPod.
Papermaster: l’assuzione presso Apple può danneggiare IBM
Il giudice Kenneth Karas del tribunale della California del Nord ha deciso ad inizio novembre di sospendere l’assunzione di Mark Papermaster presso Apple, a seguito dell’ingiunzione di IBM, ex-datore di lavoro del dirigente che Cupertino vorrebbe fra le sue fila per sostituire il posto lasciato vacante dal papà di iPod Tony Fadell. Il tribunale ha da poco reso pubbliche le motivazioni della decisione. Quanto riportato nel documento non fa ben sperare per Apple, che dovrà comunque attendere la fine del procedimento per sapere se potrà procedere o meno all’assunzione di Papermaster, al momento giudicata dalla corte irreparabilmente dannosa per IBM.
IBM, 3 milioni di $ di indennizzo per Papermaster
Il caso Mark Papermaster, l’ex dirigente IBM la cui assunzione presso Apple è stata bloccata da un giudice dello stato di New York su ingiunzione del colosso dell’informatica, potrebbe costare a Big Blue 3 milioni di dollari. Questa è la cifra che l’azienda deve versare a titolo di indennizzo per procedere con la causa. La cifra finirebbe dritta nelle tasche di Mark Papermaster a titolo di risarcimento qualora il giudice decida che non vi erano gli estremi per l’ingiunzione contro il dirigente. Venerdì scorso gli avvocati di Papermaster hanno inoltre sporto una controdenuncia nei confronti di IBM.
Papermaster, IBM, Apple e la racetrack memory
Il caso di Mark Papermaster, l’ex dirigente IBM la cui assunzione da parte di Apple è stata bloccata a seguito di un ingiunzione giudiziaria di Big Blue, continua a tenere banco. La ragione addotta da IBM per impedire al proprio ex-dipendente di essere assunto da Apple è la violazione del non-compete agreement firmato da Papermaster con il colosso informatico di Armonk. Electronista ipotizza però che il vero motivo sarebbe il timore da parte di IBM che Papermaster possa portare con sé conoscenze avanzate nello sviluppo della cosiddetta racetrack memory, un nuovo tipo di memoria rivoluzionaria allo studio nei laboratori di Big Blue.
Caso Papermaster: Apple potrebbe spuntarla su IBM
L’assunzione del nuovo Vice Presidente sezione iPhone/iPod Mark Papermaster da parte di Apple si è trasformata in un percorso ad ostacoli. Dopo la decisione del giudice Kenneth Karas di cui vi abbiamo parlato qualche giorno fa, Apple si è vista costretta a rimuovere la biografia del sostituto di Tony Fadell dalla pagina dei Top Executives sul proprio sito.
Papermaster è stato denunciato da IBM, l’azienda per cui lavorava prima della proposta di Apple, poiché avrebbe violato il non-compete agreement firmato a suo tempo con BigBlue, che al momento, legalmente parlando, tiene ancora il coltello dalla parte del manico. Ma con un piccolo colpo di scena alla Perry Mason, John Gruber di Daring Fireball ha scovato un precedente in una sentenza di un caso analogo datato 1998 che deporrebbe nettamente a favore di Apple.
Caso Papermaster: IBM vs Apple, 1-0
Uno a zero per la IBM e palla al centro. Il primo giorno di lavoro di Mark Papermaster alla Apple si allontana. Il giudice della U.S. District Court Kenneth Karas ha deciso infatti che l’ingiunzione preliminare di IBM, volta ad impedire l’assunzione di Papermaster a Cupertino, debba essere accettata. Papermaster, ex dirigente IBM, è stato assunto da Apple per sostituire Tony Fadell a capo della divisione iPod/iPhone. Non è servita a nulla la lettera di risposta all’ingiunzione depositata venerdì da Papermaster in cui il neo assunto spiegava che, a suo parere, la IBM e la Apple non competono direttamente nel mercato dei prodotti consumer di cui lui si occuperà per conto dell’azienda di Cupertino. Il giudice è stato inflessibile: al momento Papermaster non può lavorare per Apple.
Papermaster: Apple e IBM non sono competitori diretti
“IBM non progetta, produce o vende prodotti elettronici di largo consumo. […] Apple, per contro, è nel settore della progettazione, realizzazione e vendita di hardware orientato alla fascia consumer e relativi prodotti”. Sono le parole con cui Mark Papermaster, ex dirigente IBM e nuovo Vice Presidente di Apple alla guida della divisione iPod/iPhone al posto di Tony Fadell, ha risposto ufficialmente alla denuncia contro di lui depositata nei giorni scorsi dalla sua ex-azienda.
Apple assume ex-dirigente IBM: future innovazioni o problemi legali?
E’ di questi giorni la notizia dell’assunzione da parte di Apple di un esperto di microprocessori e server Blade, precedentemente posto in alcune file “abbastanza-alte” dell’IBM.
La persona in questione si chiama Mark Papermaster e probabilmente, non fosse per la sua abilità, non si troverebbe citato in giudizio dal suo ex datore di lavoro.
Ottenendo un posto (interessantissimo) a Cupertino ha infatti attivato una delle clausole incluse nel precedente contratto e, più precisamente, una che ne vieterebbe l’assunzione presso aziende concorrenti a distanza da un anno dal suo distaccamento da IBM.
La faccenda, per quanto interessante dal punto di vista giuridico (con tutta probabilità si procederà per vie legali), ci distoglie da cose ben più importanti: perchè Apple vuole un esperto di chip?
IBM vuole passare a Mac?
Il mondo trema e il cielo sta per cadere. Big Blue, il gigante cattivo che ventiquattro anni fa veniva preso a martellate da una atletica signorina in un noto spot Apple, vuole passare a Mac? Non proprio. Secondo quanto riportato da un documento interno di IBM, l’azienda ha iniziato a testare la possibilità di fornire computer Apple ai propri dipendenti. Per adesso si tratta di un semplice esperimento, limitato nel numero di dipendenti coinvolti, che mira ad ottenere un feedback sulla reale interoperabilità di più sistemi operativi all’interno delle strutture aziendali. In parole povere anche alla IBM si sono accorti dell’errore chiamato Vista.
Mac OSX Leopard è certificato UNIX
Le versioni Client e Server di Mac OSX 10.5 Leopard hanno ottenuto la certificazione di conformità allo standard UNIX 03. E’ quanto si legge in un comunicato di The Open Group, l’ente che ha sviluppato i più recenti standard di conformità UNIX ( Single UNIX specification versione 3). TOG è un consorzio di aziende di cui fanno parte anche IBM,HP e Sun Microsystems.