Class action contro Apple, Google ed altre aziende che non si rubano i dipendenti

Lo studio legale Lieff, Cabraser, Heimann & Bernstein ha annunciato l’avvio di una class action nei confronti di Apple, Google, Intel, Adobe ed altre aziende del medesimo settore, ree secondo l’accusa di essersi messe d’accordo per non rubarsi vicendevolmente ingegneri e altri dipendenti. Lo studio legale sostiene che siano stati messi in pratica dalle aziende mutui scambi di favori con veri e propri patti di “no-solicitation”. Tali accordi avrebbero comportato una maggiore immobilità del mercato del lavoro nel settore I.T. e soprattutto avrebbero contribuito a limitare il potenziale di carriera dei dipendenti e l’ammontare dei loro stipendi, che potevano essere tenuti al medesimo livello in assenza di offerte migliori da parte di aziende concorrenti.

Google rilascia Chrome Canary per Mac OS X

La versione Canary di Google Chrome è ora disponibile anche per Mac. Si tratta di una versione molto particolare del browser di Google dedicata agli appassionati di informatica – leggi smanettoni – che sono pronti a rischiare la pace della loro navigazione Web per testare in anteprima tutte le feature che gli sviluppatori del progetto Chromium di Google stanno sviluppando proprio in questo momento per le future versioni stabili di Chrome.

La prossima versione di Safari difenderà la privacy

safari privacyCome riportato dal Wall Street Journal, la prossima versione del browser Safari disporrà di un meccanismo aggiuntivo che permette all’utente di non inviare informazioni personali ai servizi di advertising, proteggendo al meglio la proprio privacy.

Lo strumento, noto con il nome “do-not-track”, è già disponibile nell’ultima versione del browser progettato da Apple inclusa nella seconda preview di Mac OS X Lion (Mac OS X 10.7) rilasciata agli sviluppatori qualche settimana fa. Come saprete, attualmente i maggiori servizi di advertising (tra cui Google) sfruttano le informazioni inviate involontariamente dall’utente (attraverso il proprio browser) per realizzare delle pubblicità “su misura” per ogni cliente in base alle sue preferenze.

Google e il ruolo di Steve Jobs in un nuovo libro

Di recente è stato messo in vendita un libro di Steve Levy su Google intitolato: “In The Plex: How Google Thinks, Works and Shapes Our Lives”. Il testo si prende la briga di raccontare gli ultimi anni di Google, le relazioni tra la compagnia di Mountain View e quella di Cupertino, oltre che spiegare quale sia stato il ruolo di Steve Jobs al momento della creazione di quella che è oggi una delle compagnie più importanti della Silicon Valley.

Gartner pubblica le nuove previsioni sul mercato degli smartphone

gartner 2011

Ad un anno e mezzo di distanza dal rilascio delle ultime previsioni sul mercato degli smartphone, Gartner ha pubblicato la nuova evoluzione prevista per questo settore in rapido divenire. Con non poco stupore, apprendiamo che le previsioni sono praticamente stravolte rispetto alle precedenti, a soli 18 mesi di distanza, segno che la rapida evoluzione del mercato non consente di stabilire con precisione come evolverà a lungo termine.

Secondo le ultime previsioni, infatti, la piattaforma Android di Google dovrebbe ottenere il 49% dello share del mercato smartphone (senza considerare tablet o media player, ma solo telefoni cellulari) entro il prossimo anno; a partire dal 2015, inoltre, Windows Phone di Microsoft dovrebbe scavalcare iOS di Apple ottenendo il secondo posto tra le piattaforme per smartphone.

Google One Pass, la risposta di Big G agli abbonamenti in-app

La novità degli abbonamenti in-app non avuto nemmeno il tempo di sedimentare che già Google ha presentato la sua controproposta. Si chiama One Pass ed è “un sistema di pagamento che consente agli editori online di addebitare ai clienti il costo di articoli e altri contenuti”.

One pass è legato al servizio Google Checkout ed è diverso nell’approccio rispetto alla proposta di Apple. Quello che potrà ingolosire di più gli editori, però, è che Google potrebbe accontentarsi di una fetta degli introiti decisamente inferiore rispetto al 30% preteso da Apple.

Apple conferma il secondo posto tra i produttori di smartphone

Secondo un’indagine condotta dall’IDC a proposito delle vendite di smartphone nel quarto ed ultimo trimestre del 2010, l’azienda di Cupertino consolida la seconda posizione (ottenuta nel trimestre precedente).

Al primo posto troviamo sempre Nokia che insieme a RIM inizia a risentire fortemente dell’influenza dello smartphone di Apple e, soprattutto, dei cellulari che utilizzano il sistema operativo Android di Google. Come potete vedere dall’immagine di apertura, Apple con il suo 16,1% di share mantiene saldamente la seconda posizione dietro al colosso finlandese (con il 28% di share), guadagnando terreno rispetto al produttore di Blackberry (passato dal 19,9% al 14,5% anno su anno).

iPad subisce l’avanzata di Android nel Q4 2010 (o no?)

Come riporta AppleInsider, nonostante le forti vendite registrate durante l’ultimo trimestre del 2010, Apple ha subito un apprezzabile ridimensionamento della propria quota del mercato relativo ai tablet, passando dal 95% al 77% di share. Tale situazione è facilmente riconducibile all’inizio della commercializzazione di diversi modelli equipaggiati con il sistema operativo Android.

Del resto, la presenza di Google nel mercato dei tablet segna inevitabilmente la fine di una specie di monopolio in cui Apple era l’unico produttore di dispositivi di questo tipo e, come nel campo degli smartphone, ciò si traduce in un calo della relativa quota di mercato. I dati provengono da un’analisi condotta dalla firm di ricerca Strategy Analytics. Nel trimestre precedente, Apple era saldamente al comando con il 95% di share contro il 2,3% della quota relativa ad Android.

iOS conferma la leadership nel settore Enterprise

Secondo quanto emerso da un’indagine condotta da Good Technology, nell’ultimo trimestre si è delineato un aumento del 64% dello share di iPad tra tutte le attivazioni effettuate nelle oltre 2,000 aziende servite. Good Technology è un provider di servizi mobili per le aziende.

Il forte incremento ha permesso all’azienda di Cupertino di consolidare la leadership nei confronti di Google e Android, mantenendo più del doppio delle attivazioni portate a termine durante tutto il 2010. Per chi non la conoscesse, Good Technology è un’azienda che fornisce servizi di messaggistica push, gestione dei dispositivi e servizi di sicurezza per gli utenti in ambito Enterprise (di fatto rappresenta un’alternativa ai servizi offerti da RIM con BlackBerry).

Google e H.264, un breve riassunto

Nei giorni scorsi Google ha affrontato la questione del supporto video in Chrome, riassumibile nel fatto che verrà in un futuro, non si sa quanto lontano, cessato il supporto a H.264, in favore di WebM.

Quest’ultimo sarebbe in una fase di grande sviluppo, grazie al fatto di essere “open” e quindi di poter contare sul lavoro di molti sviluppatori per quanto riguarda le migliorie sia sul fronte delle prestazioni, che per quanto riguarda la sua adozione da parte dei browser, dei tool di sviluppo e dai produttori di hardware.

Google rinnova Android Market per competere con App Store

Doveva essere il grande avversario di App Store, eppure fino a questo momento non si è rivelato essere così attrattivo come lo è l’equivalente realizzato dall’azienda di Cupertino. Nonostante la presentazione di tanti nuovi modelli di smartphone che utilizzano Android, Google fa ancora fatica a reggere il confronto con iPhone per quanto riguarda la distribuzione delle app.

Per cercare di invertire la rotta, quindi, BigG ha annunciato (attraverso il blog per gli sviluppatori) l’intenzione di svelare un nuovo store per tutti gli smartphone che utilizzano Android (1.6 o superiore), in modo da rendere più semplice la ricerca e le vendite di nuove applicazioni.

Ecco Google eBooks, i libri volano sulla nuvola

Google ha inaugurato ufficialmente il suo nuovo servizio eBooks e l’annesso eBookstore, un marketplace virtuale da cui è possibile scoprire, leggere, scaricare gratuitamente e acquistare più di tre milioni di libri in formato elettronico.

La vera novità, di cui già si vociferava da tempo, è il modello che Big G ha scelto per questa nuova impresa. Tutti i volumi rimarranno “on the cloud” e il sistema integrato di Google Books, cui si potrà accedere con il proprio account Google, permetterà di leggere i propri libri “praticamente su qualsiasi dispositivo dotato di una connessione ad internet”. Per iPhone, iPod touch e iPad nonché per i dispositivi Android è disponibile un’applicazione dedicata.

Il servizio è al momento accessibile solamente negli Stati Uniti ma nel corso del 2011 è prevista l’estensione anche a paesi esteri.

iAd sotto il 10% di share a fine anno?

Nonostante le diverse previsioni favorevoli a proposito dell’andamento di mercato per quanto riguarda il mobile advertising, sembra che non sarà un fine anno felice per Apple e la sua neonata piattaforma (per la pubblicità su dispositivi mobili) iAd.

A differenza di quanto annunciato qualche mese fa dall’IDC, che aveva pronosticato un testa a testa tra Apple e Google (entrambi con il 21% di share nel mercato del mobile advertising), le proiezioni attuali vedono BigG in netto vantaggio con un dominante 59% di share, mentre Apple non riuscirà a superare la soglia dei 10 punti percentuali (8,4% per l’esattezza).

Google TV? Troppo complicata

David Pogue e Walt Mossberg, due giornalisti famosi per le loro recensioni dei prodotti Apple, hanno messo a confronto le due nuove soluzioni per la televisione digitale di Apple e Google, Apple TV e Google TV, o meglio, hanno espresso i propri dubbi a proposito della black box di BigG.

iAd più che generare introiti aiuta la concorrenza?

iAd

iAd

Sembra che iAd, piuttosto di generare guadagni solo per Apple, abbia in realtà aiutato la concorrenza stimolando le varie aziende che vogliono investire in pubblicità a guardare con interesse questo settore in cui Apple non è l’unica a fornire gli ad.

Le piccole società che iniziavano ad occuparsi di questo settore, quando Apple annunciò iAd a luglio, temevano di perdere completamente il loro business in favore della casa di Cupertino. Molte di esse, ora spiegano però che Apple ha in realtà dato una scossa a questo mercato generando introiti per tutti.

Apple e Google si contendono BOKU

appe contro google per boku

appe contro google per boku

BOKU è un’azienda che si occupa di pagamenti tramite cellulare, in gergo mobile payments. In particolare è possibile acquistare beni, perlopiù digitali, semplicemente facendosi scalare l’ammontare economico dal proprio conto telefonico oppure facendoselo addebitare sul proprio abbonamento. In questo modo viene letteralmente bypassata la necessità di utilizzare una carta di credito o un conto corrente e vengono eliminati i tempi o i costi necessari per usufruire di servizi come PayPal.

Questo servizio particolarmente innovativo non è certamente passato inosservato ed Apple, che è sempre alla ricerca di “occasioni” per investire in modo strategico grazie al suo gruzzolo da 51 miliardi di dollari, pare si sia dimostrata interessata ad incorporare questa società acquistandola.  Guarda caso anche Google sembra si stia muovendo in questa direzione, ostacolando proprio la società con base a Cupertino.

Larry e Sergey volevano Steve Jobs come CEO di Google

Sergey Brin e Larry Page, i due co-fondatori di Google, avevano pensato a Steve Jobs come CEO di Google quando erano alla ricerca di un Chief Operating Officer per l’azienda nel 2001. Lo rivela un nuovo episodio di Game Changers, la serie di documentari di Bloomberg TV dedicata ai grandi innovatori della Silicon Valley di cui avevamo già parlato in occasione della puntata dedicata a Steve Jobs.

All’inizio del decennio, su pressione dei venture capitalist che allora gestivano gli investimenti, Sergey e Larry si erano messi a cercare qualcuno che potesse gestire a dovere un’azienda che non voleva smettere di crescere. In quel periodo i loro viaggi a Cupertino erano routine.

Google e Apple contro Paul Allen

Qualche tempo fa il co-fondatore di Microsoft Paul Allen ha denunciato 11 grandi aziende della Silicon Valley per la presunta violazione di alcuni brevetti software concessi circa una decina di anni fa ad una sua azienda. Fra di esse anche Facebook, YouTube, AOL, Google e Apple. I patent contestati sono abbastanza generici e Mark Lemley, docente della Stanford University intervistato dal WSJ per un pezzo sulla serie di denunce, non aveva esitato ad assimilare l’azione legale di Allen ad un vero e proprio caso di patent trolling.

La prima delle aziende chiamate in causa a rispondere per le rime ad Allen è stata Google, che lo scorso 18 ottobre ha chiesto alla corte di lasciar cadere le accuse. Adesso si è unita anche Apple con una richiesta di archiviazione depositata il 21 di questo mese.

iAd guadagna terreno nei confronti di Google

iAd

Secondo quanto riportato da AppleInsider, il nuovo servizio di mobile advertising introdotto da Apple, iAd, non si lascia affatto intimidire dalla concorrenza di Google.

In base ad una recente stima effettuata dalla IDC (International Data Corporation), Google, Microsoft e Yahoo hanno “perso share velocemente” sin dall’introduzione di iAd nel mese di luglio. Sempre secondo i dati emersi dalla ricerca, entro la fine dell’anno, sia Apple che Google avranno il 21% di share (ovvero Google perderà circa il 6% del mercato, rispetto al 27% dello scorso anno).

Apple e Google rinnovano il loro accordo per Safari

Apple e Google

Apple e Google

Eric Schmidt, attuale CEO di Google, ha annunciato sulle pagine di BusinessWeek di aver prolungato l’accordo con Apple per l’inclusione di Google come motore di ricerca predefinito nel browser Safari.

Il motore di ricerca di Google rimarrà quindi il search engine impostato di default nel browser Apple anche se in Safari 5 esiste comunque una opzione che permette di scegliere il motore di ricerca preferito tra Bing, Yahoo! e Google.