Ecco Google Chrome Beta per Mac

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Dopo più di un anno di attesa, Google ha rilasciato poche ore fa la prima beta pubblica di Google Chrome per Mac. Il browser era finora disponibile sotto forma di developer preview (una versione instabile la cui installazione era consigliata solamente agli sviluppatori).

Il programma (17,6MB) si può scaricare direttamente da questa pagina di Google. Per poterlo installare è necessario un Mac Intel con Mac OS X 10.5 Leopard o Mac OS X 10.6 Snow Leopard. Fra le note positive del noto browser di Google annoveriamo senza dubbio la funzione di sandboxing delle sessioni aperte, grazie alla quale il crash di una singola scheda rimane isolato e non provoca il blocco dell’intero browser, l’utilizzo di animazioni tipiche di Mac OS X e l’integrazione del portachiavi e della correzione ortografica di sistema.

Chrome per Mac beta in arrivo (ma in versione ridotta)

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La beta pubblica di Chrome per Mac è dietro l’angolo e potrebbe arrivare già nei prossimi giorni (come anticipato ufficialmente da Google). Al momento non esiste una versione pubblica del browser di Google per Mac OS X, ma solamente una developer preview, liberamente scaricabile da chiunque ma consigliata principalmente a sviluppatori e testers.

A rivelare che potrebbe non mancare molto alla prima release pubblica è un tweet di Mike Pinkerton, membro del team di sviluppo di Chrome per Mac. Pare tuttavia che per riuscire a consegnare Chrome per Mac entro le scadenze prestabilite il team abbia dovuto scendere a compromessi eliminando dalla prima beta pubblica alcune funzioni della versione completa.

Chrome OS: anche Google ha il suo sistema operativo

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Abbiamo ora un’idea di quelli che saranno i sistemi operativi del futuro, o meglio, la “Google-versione“: ieri infatti è stato presentato nel quartier generale di Mountain View l’innovativo Chrome OS. Eh, si: dopo aver creato “IL” motore di ricerca, “LA” casella di posta (GMail è tra le più utilizzate ormai), ora Google vuole entrare definitivamente nella nostra vita noi attraverso un sistema operativo molto particolare e open source.

Chrome OS porta con sé una nuova idea di sistema operativo perché, alla stregua di Google Docs, anche questo nuovo prodotto vuole essere fruibile online. Tecnicamente è definito “a cloud-based operating system“, ovvero un sistema operativo che per funzionare necessita di una connessione internet così da interfacciarsi al server della grande G. Siccome le “web app” sono ormai la norma, perché non fare anche un “web OS”?

Risultato: tutto più veloce, immediato e moderno. Magari un pizzico troppo futuristico?

Apple ha tentato di acquisire AdMob prima di Google?

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Un articolo scritto da Serena Saitto, Brian Womack e Connie Guglielmo per Bloomberg, sostiene il recente interesse di Apple nei confronti di AdMob, società specializzata in pubblicità per dispositivi mobili con sede a San Mateo, California. Interesse subito tramontato dopo che Google ha deciso di investire 750 milioni di dollari per poterla acquisire.

“AdMob Inc. è stata contattata da Apple riguardo una possibile acquisizione prima che la compagnia accettasse un’offerta da 750 milioni di dollari da parte di Google Inc., secondo quanto riferito da persone informate sui fatti”, si legge nell’articolo. Secondo una fonte che ha preferito rimanere anonima dal momento che la negoziazione non era pubblica, Apple ha contattato AdMob poche settimane prima che Google facesse la sua offerta,

iTunes Store trema: arriva Google Audio?

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iTunes Store, uno tra i più grandi negozi virtuali al mondo con un catalogo che offre unicamente prodotti multimediali digitali, potrebbe iniziare a sentirsi minacciato dalla “grande G”. Google ha infatti annunciato il suo desiderio di buttarsi anche nel mercato della vendita di MP3 creando un proprio negozio virtuale che andrà a scontrarsi, su scala mondiale, con realtà del calibro dello stesso iTunes Store e Amazon. Non che a Google manchino capacità e possibilità per creare dal nulla un negozio di MP3 di successo: è però interessante capire come questo “Google Audio” possa convincere gli utenti, già affezionati ad uno store in particolare, a fare lo switch. Prezzi più bassi, oppure funzioni innovative in stile iTunes LP?

Levinson abbandona il C.d.A. di Google

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Si sfalda un’altra delle liaison dangereuses che univano Google ed Apple. Arthur Levinson, CEO dell’azienda farmaceutica Genentech (ora Roche) e membro del Board of Directors di Apple, si è dimesso ieri dal consiglio di amministrazione di Google con effetto immediato.
Non sono state fornite motivazioni ufficiali per le dimissioni di Levinson anche se non ci vuole molto per comprendere che la decisione possa essere seguita alle pressioni che le agenzie federali preposte alla vigilanza sulla concorrenza stanno esercitando su entrambe le società da ormai qualche mese. Jon Leibovitz, presidente della Federal Trade Commission, ha rilasciato una dichiarazione che avvalora questa tesi.

Apple nella top 20 dei brand mondiali

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Interbrand ha pubblicato la classifica 2009 dei 100 più forti marchi al mondo. Per la prima volta Apple entra a far parte della top 20 in questa particolare chart che misura la potenza del brand di aziende dei più variegati settori. Il valore del marchio Apple è cresciuto del 12% rispetto al 2008 raggiungendo il valore di 15,4 miliardi di dollari.

Tale valore viene calcolato da Interbrand per ciascun marchio tenendo conto di un buon numero di fattori concomitanti. Per poter entrare a far parte di questa classifica una azienda deve incassare almeno un terzo dei propri profitti in mercati esteri rispetto al proprio paese di origine. E’ per questo che molti marchi statunitensi non sono presenti.

Google: Apple ha rifiutato Voice; Cupertino nega

Google ha pubblicato per intero la lettera di risposta all’indagine della FCC (la Commissione Federale per le comunicazioni) sull’affaire Google Voice. Il client iPhone del progetto VoIP di Big G, nonostante sia stato inviato da tempo al vaglio dei “censori” di Cupertino, continua a non venir accettato su App Store. Apple, rispondendo alle richieste di chiarimento della FCC, aveva preso pubblicamente posizione sulla questione spiegando che l’applicativo non è stato rigettato in toto ma sarebbe ancora al vaglio dei revisori.
Nel documento reso pubblico da Google, al quale sono stati tolti gli omissis che l’azienda aveva originariamente scelto di introdurre, si legge però una differente versione dei fatti: secondo Big G è stata Apple a rifiutare esplicitamente l’applicazione, e più precisamente la comunicazione di tale “rejection” è avvenuta telefonicamente. Il latore della notizia sarebbe stato il Vice Presidente Phil Schiller.

Google Latitude per iPhone disponibile. Luci ed ombre

Google Latitude, il sistema di Google che permette di localizzare i propri amici su una mappa, è finalmente arrivato anche per iPhone e iPod touch. La notizia nella notizia è che Google Latitude non è una nuova applicazione presente in App Store.

Google Latitude, infatti, è una WebApp che può essere utilizzata soltanto attraverso MobileSafari, così come tutte le WebApp. Attingendo al software di geolocalizzazione, Google Latitude permetterà ai nostri contatti di sapere la nostra posizione mentre noi curioseremo la loro.

Google Chrome OS: Schmidt discuterà la propria posizione con il board Apple

Il legame di metaforica empatia che unisce Google ed Apple non è un mistero. Si tratta di una condivisione di vedute e, in certi settori, di una condivisione di interessi che si materializza nella persona di Eric Schmidt, CEO di Google e contemporaneamente membro del consiglio di amministrazione dell’azienda di Cupertino.

La posizione di Schmidt è già passata al vaglio della Federal Trade Commission nel corso dei mesi passati. Ora, alla luce delle nuove rivelazioni sull’esistenza del progetto Chrome OS da parte del gigante di Mountain View, Schmidt è pronto a discutere del proprio eventuale conflitto di interessi con il direttivo di Apple.

Google Chrome OS: la nuova sfida di Big G

Google lancerà un proprio sistema operativo chiamato Chrome OS. L’annuncio ufficiale è arrivato poche ore fa sul blog di Big G. L’azienda di Mountain View si prepara ad immettere sul mercato un nuovo OS Open Source, leggero e veloce, basato su Linux.

Lo scopo di Google è quello di introdurre un sistema operativo che metta il web al centro dell’esperienza d’uso e in tal senso il progetto è un naturale sviluppo di ciò che Google ha già fatto con Chrome nel mondo dei browser.

Big G fa sapere esplicitamente che il Chrome OS approderà, almeno inizialmente, solo sui netbook. Il codice sorgente verrà “svelato” prima della fine del 2009, mentre le trattative con i produttori sono già in corso e i primi modelli di mini-laptop dotati del sistema operativo di Google verranno commercializzati a partire dalla seconda metà del 2010.

Google Quick Search Box: launcher e applicazione gratuita per fare ricerche sul Mac e sul web

Nome: Google Quick Search Box
Tipologia: Utility di Sistema – Licenza: Freeware
Requisiti: Mac OS X 10.5 Leopard

Google Quick Search Box è nuova applicazione gratuita per Leopard rilasciata da Google che serve per la ricerca di dati ed informazioni sul proprio Mac o sul web.
Google Quick Search Box è un progetto open-source ancora abbastanza sperimentale ma l’applicazione è già pienamente funzionante e ricca di funzionalità interessanti, azioni e menù contestuali.

L’FTC indaga sui legami tra Apple e Google

La Federal Trade Commission americana (l’equivalente dell’Antitrust italiano) sta esaminando i rapporti che intercorrono tra Apple e Google per verificare se i loro legami intaccano, in qualche modo, le normative antitrust.

Come ben sappiamo, infatti, le due società sono molto vicine tra loro: basti pensare che Eric Schmidt (direttore generale di Google) e Arthur Levinson (ex direttore generale di Genentech) fanno entrambi parte dei Consigli di Amministrazione sia di Google che di Apple, violando (forse) la sezione 8 del The Clayton Antitrust Act del 1914 che vieta, per l’appunto, ad un soggetto di essere contemporaneamente amministratore di due società concorrenti. Ma il punto su cui la FTC si sta interrogando è proprio questo: Google ed Apple possono definirsi concorrenti?

Una nuova Gmail, ma non per tutti

Sul suo blog dedicato al mondo mobile, Google annuncia la disponibilità di una nuova applicazione web, compatibile con l’iPhone e con i cellulari dotati di sistema operativo Android, ovvero per i telefoni che hanno un browser basato sul motore open source Webkit, per la gestione della casella di posta elettronica del servizio Gmail.

Questa nuova applicazione, che sfrutta le ultime tecnologie delle specifiche HTML 5 e Google Gears, utilizza in modo molto aggressivo il caching, così da poter permettere l’uso dell’applicazione anche nel caso di una caduta della connessione web.

Pesci d’aprile su TAL e nel Web

Come ormai si sono già accorti molti dei nostri lettori, su TAL abbiamo tentato di mettere paura a tutti i Mac User con la storia di OSX32.Peix.14.es, il presunto virus per Mac OS X e Linux che infetta le reti. Si trattava, ovviamente, di un pesce d’aprile. Non siamo andati fino in fondo e abbiamo subito svelato l’arcano in maniera implicita a fondo articolo, ma qualcuno c’è cascato comunque.

Molti dettagli della storia lasciavano intuire da subito la natura del post, a partire dal nome del virus che conteneva la parola peixes (pesce in portoghese) e la data, “14”. Altri particolari sono invece reali: Charlie Miller è davvero un esperto di sicurezza, anche se non ha mai rilasciato quella dichiarazione, e a Stanford il dipartimento di Computer Science ha sede per davvero nel William Gates building.

Come era logico aspettarsi, non siamo stati gli unici ad aver messo su il classico pesce. Ecco una rapida carrellata dei migliori April Fools scovati in giro per il Mac Web e oltre.

Vodafone HTC Magic in arrivo ad Aprile

Ecco che Vodafone ha tolto gli ultimi veli che coprivano il primo telefono cellulare con sistema operativo Android per il mercato italiano. La vera alternativa al tanto osannato iPhone 3G si chiama Vodafone HTC Magic e sarà disponibile a partire dalla seconda settimana di Aprile al prezzo, per la versione “ricaricabile”, di 449 Euro. Come oramai abitudine, sottoscrivendo un contratto è possibile portarselo a casa addirittura gratuitamente.

Personalmente sono molto interessato a vederlo dal vivo per capirne i pregi e difetti e, perché no, anche per compararlo al mio amato iPhone 3G bianco. Voi che ne pensate?

iPhone: Google Latitude presto in arrivo?

Altra grossa novità da parte di Google per tutti i possessori di iPhone e iPod touch: sarebbe infatti in imminente arrivo, anche per i prodotti portatili touch di Cupertino, il recente servizio Latitude. Il condizionale in questi casi è quasi un obbligo perché non si hanno ancora dati certi da parte di Google a riguardo ed è solamente presente l’indiscrezione lanciata dall’immagine proposta qui sopra. Non sorprende affatto che Google voglia portare anche su iPhone l’innovativo servizio Latitude, data la “forte amicizia commerciale” tra i due colossi dell’informatica: in questo modo, infatti, sarà davvero possibile rimanere perfettamente in contatto con i nostri amici e parenti.

Google Mobile App nasconde delle funzioni aggiuntive

Che App Store abbia scatenato l’ingegno di tantissimi sviluppatori nel mondo è innegabile: all’interno degli scaffali virtuali del negozio virtuale di Apple si trova proprio di tutto, da un incredibile gioco automobilistico con protagoniste le Ferrari a (ahimè) una App in grado di riprodurre il suono delle puzzette. Non mi sarei mai aspettato, invece, di scoprire che anche il team di sviluppo che Google ha rilegato alla Google Mobile App per iPhone fosse composto di burloni. La Google Mobile App per iPhone e iPod touch presente in App Store nasconde alcune funzionalità aggiuntive che dovrebbero essere addirittura tre. Per ora ne è stata svelata una che permette di personalizzare l’App: un simpatico regalo di Natale posticipato e un interessante modo per attrarre i visitatori allo stand di Google del prossimo MacWorld.