Apple accusata di condizionare il mercato delle memorie flash

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Il Korea Times riporta le accuse di un dirigente di un’azienda coreana produttrice di memorie NAND flash (che ha preferito rimanere anonimo) rivolte alle ambigue strategie di mercato di Apple. Secondo la fonte Apple sfrutterebbe la sua posizione dominante sul mercato, grazie all’utilizzo estensivo di memorie flash per iPhone e iPod, per pilotare in modo scorretto e non regolare il prezzo di tali supporti di memoria a proprio vantaggio. Il sunto dell’accusa è che Apple contribuirebbe al drastico abbassamento dei prezzi delle memorie flash ordinando ai produttori di realizzare più unità di quante in realtà poi ne acquisterà da essi.

In pratica, la strategia di Cupertino è quella di ordinare consapevolmente e regolarmente a produttori come Hynix e Samsung quantità di memorie flash maggiori di quelle che in realtà vengono acquistate quando l’ordine è pronto. Successivamente, Apple attende fino a che la sovrabbondanza di merce nei magazzini dei produttori li costringe ad abbassare i prezzi per unità ed in seguito acquista solo una parte più ristretta della merce stoccata, lasciando che sopravviva una sorta di sovrapproduzione cronica.

Le richieste di memorie flash da parte di Apple mandano in crisi il settore

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La legge economica fondamentale prevede una correlazione tra domanda ed offerta; all’aumentare della prima, teoricamente, dovrebbe seguire un aumento della seconda. Quello che però studiamo sui libri, nella maggior parte dei casi, difficilmente descrive correttamente la realtà, trattandosi sempre di astrazioni o di modelli (economici, in questo caso) esaminati nelle variabili essenziali, che a fatica descrivono completamente il mercato reale.

Se così non fosse, i produttori di memorie flash di tipo NAND, non dovrebbe far altro che gioire dell’alta richiesta che a Cupertino hanno di questi supporti, utilizzati sia negli iPhone che negli iPod. A quanto pare, invece, le richieste di Apple di memorie flash sono talmente alte da assorbire quasi completamente le capacità produttive delle industrie del settore.

Apple investe mezzo miliardo di dollari in memorie flash con Toshiba

Apple continua ad investire, significativamente, in memorie flash NAND cercando di assicurarsi rapporti di fornitura a lungo termine con Toshiba. L’investimento, da 500 milioni di dollari, è stato annunciato ieri e si tratta di un’operazione strategica volta a garantire un sufficiente approvvigionamento di memorie per tutti i dispositivi Apple che utilizzano tale componente (tra cui iPhone, iPod Touch, iPod Nano e iPod Shuffle).

Per stessa ammissione di Tim Cook:

“We view flash as a very key component for us, because as you know we use it so many of our products.”

(“Vediamo le [memorie] flash come un componente chiave per noi dato che, come sapete, le utilizziamo in molti dei nostri prodotti”, ndA)

Apple ordina 100 milioni di memorie flash da 8 Gigabit

Se i rumors di questa mattina sull’arrivo dei nuovi componenti per iPhone non erano sufficienti, ecco giungere delucidazioni in merito agli ordini di Cupertino che lasciano poco spazio all’immaginazione: 100 milioni di memorie flash NAND da 8 Gigabit sarebbero state ordinate da Apple, arrivando addirittura a minacciare l’approvvigionamento di altri fornitori.

Le memorie flash in questione, fornite principalmente da Samsung Electronics, verranno successivamente ricombinate per ottenere le capacità di storaggio “canoniche” cui siamo abituati: 16 o 32 GB (Gigabyte).