Nel profilo che accompagna l’annuncio dell’assegnazione del titolo a Tim Cook, il Financial Times indica le motivazioni che hanno portato alla scelta di Cook come persona dell’anno. Il 2014, secondo il giornale finanziario londinese, è stato l’anno dell’affermazione per il CEO Apple, che ha saputo uscire dall’ombra del suo predecessore per affermare la sua visione e i suoi valori, anche quelli più strettamente personali e legati alla sua privacy.
Financial Times
Apple modifica le regole sulle sottoscrizioni in-app
Cambio di rotta per le regole che permettono di gestire le sottoscrizioni in-app all’interno delle applicazioni per iOS. Precedentemente Apple esigeva che gli abbonamenti venduti all’esterno delle app, per le quali l’azienda di Cupertino non percepisce alcuna rendita, avessero un prezzo uguale o maggiore rispetto a quello per gli abbonamenti offerti direttamente all’interno delle app. L’obiettivo, ovviamente, era quello di indurre i clienti ad abbonarsi tramite le app stesse e consentire ad Apple di ricevere il 30% dei ricavi provenienti dagli abbonamenti stessi.
Da questa settimana, invece, questo vincolo è stato rimosso e, di conseguenza, saranno gli editori a poter liberamente fissare i prezzi degli abbonamenti, vendendoli magari ad un prezzo inferiore all’esterno, con mezzi propri. L’unico vincolo imposto ora da Apple è che “non ci siano pulsanti o link esterni nelle app per abbonarsi ai contenuti”.
Il Financial Times non approva le sottoscrizioni per iPad
Non è stato semplice per Apple riuscire a trovare gli accordi con gli editori per la presentazione del servizio di in-app subscription, che permette agli utenti di abbonarsi ai contenuti offerti in maniera automatica all’interno delle app per iPad. Nonostante le lunghe trattative c’è chi, come il Financial Times, non è ancora soddisfatto di quanto offerto dall’azienda di Cupertino.
A differenza di quanto fatto, ad esempio, dal New York Times (che ha colto la palla al balzo), l’importante giornale finanziario è ancora insoddisfatto di come Apple ha deciso di (non) gestire le informazioni degli abbonati nei confronti degli editori. Secondo quanto riportato da Reuters, infatti, i dirigenti del Financial Times non sono disposti a perdere il contatto diretto con i propri abbonati, poiché è il fulcro centrale del loro modello di business.
Steve Jobs, uomo dell’anno per il Financial Times
Per il Financial Times, Steve Jobs è l’uomo del 2010. Il CEO di Apple si è aggiudicato il premio “Person of the Year” del prestigioso quotidiano, mentre Mark Zuckerberg, fondatore di Facebook è stato indicato come uomo dell’anno dal TIME Magazine.
Steve Jobs si è portato a casa questo ambito riconoscimento grazie al suo ritorno sul palco, a gennaio, durante un evento Apple. Un ritorno vincente, in quell’occasione infatti Jobs ha presentato ufficialmente l’iPad.
FT: iAd presto in Europa
Secondo quanto scrive il Financial Times, Apple sarebbe in procinto di lanciare la piattaforma iAd anche in Europa. Dopo un avvio claudicante negli States, dovuto agli alti costi ed alla lentezza nella realizzazione degli spot, il servizio di advertising su dispositivi mobili della Mela si prepara a sbarcare dunque nel vecchio continente per cercare di conquistare nuovi clienti.
Sempre secondo il report dell’autorevole testata britannica, Apple aveva già posticipato per ben due volte il lancio di iAd in Europa e si era anche già resa disponibile, per venir incontro ai clienti, a prendere in consegna campagne pubblicitarie da meno di un milione di dollari, il limite minimo che Apple aveva fissato sin dall’inizio.
iPad: show televisivi a 1 dollaro in USA?
Dalla presentazione di iPad, Apple si sta muovendo in maniera prorompente per cercare accordi in tutti i settori, dall’editoria alla produzione musicale; l’ultima notizia riguarda il mondo della televisione.
Secondo un articolo di ieri del Financial Times, Apple starebbe pianificando di offrire singoli spettacoli di alcuni programmi televisivi negli Stati Uniti al prezzo di 1 dollaro, a partire dal lancio di iPad in aprile. Questa fase sperimentale di “pricing” sarebbe riservata inizialmente ad un numero limitato di spettacoli, con l’obiettivo di verificare se ridurre i costi della programmazione determini un incremento delle vendite. Come si legge dal Financial Times, “Alcune reti televisive hanno accettato di diminuire i prezzi dopo mesi di trattative, e dopo aver resistito inizialmente alla pressione di Apple. I dirigenti dei media sono sotto pressione a causa del calo di vendite di DVD e al taglio dei prezzi di noleggio di alcuni servizi come Redbox, che offre DVD a noleggio per 1 dollaro”.
Key: l’iPhone inglese è un successo per O2
Matthew Key, CEO del carrier inglese O2, distributore di iPhone in Inghilterra, è volato a Cupertino per un resoconto sulle vendite dell’iPhone britannico. Le notizie che portava con se hanno sicuramente rallegrato il Natale di Steve Jobs. Secondo quanto riportato dal Financial Times infatti, i dati sulla commercializzazione di iPhone in Inghilterra sono notevolmente positivi. Lo smartphone di Cupertino sta aiutando sensibilmente O2 a stipulare contratti con clienti provenienti da altri operatori e grazie all’interfaccia rivoluzionaria e alla facilità di accesso ai contenuti in rete, molti nuovi utenti hanno iniziato a sfruttare il proprio traffico dati con un’intensità mai vista prima.