Esplorare iPhone e iPad con iFunBox su Mac o PC Windows

Con iOS Apple ha fatto una scelta netta di allontanamento dal concetto di file system esplorabile dall’utente. Significa, in sostanza, che non esiste un “Finder” o un “esplora risorse” (per gli utenti Windows e gli switcher recenti). Dopo tanti anni, questa rimane una delle prime “frustrazioni” di chi utilizza per la prima volta un dispositivo iOS.
Accedere direttamente al file system ed esplorare iPhone e iPad, però, può essere un’operazione ancora utile a vari scopi: recuperare canzoni dal dispositivo e importarle su iTunes, utilizzare l’iPhone o l’iPad come pennina USB oppure ancora modificare file all’interno dei giochi per inserire mods e trucchi. Il tutto si senza dover ricorrere al Jailbreak ma con un programma gratuito: iFunBox.

Con Documents in the iCloud, Apple cala la scure sul file system di iOS

Documents in the cloud

I keynote di Apple, non più appannaggio esclusivo di Jobs ormai, garantiscono sempre un’enorme quantità di “novità” di cui parlare, che la stampa (specializzata o meno), rimbalza da un capo all’altro.

Più o meno all’unisono, tutti hanno hanno veicolato lo stesso messaggio, che poggiava sulle 3 novità ufficiali: iCloud, Lion e iOS 5.
Eppure, in ogni keynote, c’è sempre qualcosa che viene detto sottovoce o lasciato intuire, ma che si perde tra le Demo e i numeri da capogiro dell’azienda di Cupertino.

Questa volta è toccato al file system di iOS, cui Apple ha dato definitivamente l’addio con un lapidario intervento di Jobs:

“Documents in the Cloud really completes our iOS document storage story”

Mac OS X Lion Server: 50 dollari su Mac App Store [Aggiornato]

La versione server del prossimo aggiornamento di Mac OS X, Lion Server, potrà essere acquistata separatamente attraverso il Mac App Store per una cifra davvero irrisoria se paragonata a quella con la quale venivano vendute le precedenti: appena 50 dollari.

Diversamente a quanto annunciato precedentemente, quindi, la versione dedicata ad applicazioni server non sarà integrata nella versione standard che installeremo sui nostri Mac, ma richiederà un’acquisto a sé (pari a 50 dollari, appunto).

File system ZFS: Apple lascia. Motivazioni legali dietro la scelta

zfs

Attraverso un semplicissimo comunicato, Apple ha ufficializzato la chiusura definitiva del progetto ZFS, il filesystem che avremmo dovuto già utilizzare in Snow Leopard. “The ZFS project has been discontinued. The mailing list and repository will also be removed shortly“, recita l’avviso che campeggia sulla pagina web dedicata al progetto.

Se tale file system fosse stato implementato in Snow Leopard avremmo assistito ad un’interessante rivoluzione per quanto riguarda il mercato business (e magari anche in quello consumer) con computer teoricamente “più veloci e più intelligenti”. Apple ha dunque chiuso un progetto iniziato ufficialmente nel 2007: progetto in cui l’azienda di Cupertino deve aver investito parecchie risorse.

Il mancato arrivo del files ystem ZFS in Snow Leopard e questo repentino cambio di rotta fanno pensare che non si tratti di una scelta ingegneristica quanto piuttosto di una decisione spinta da motivazioni legali.

Snow Leopard dotato di ZFS, anzi no

ZFS Snow Leopard

Era prossimo il lancio di OS X 10.5 quando il caso ZFS andò alle luci della ribalta del mondo Apple. Dopo smentite sulla sua presenza in Leopard e smentite sulle smentite (passateci il gioco di parole), ZFS, il file system sviluppato da Sun Microsystems, anche se con alcune limitazioni ed affiancando HSF+, fu incluso nella versione server del sistema operativo Apple precedente al neonato leopardo delle nevi.

Anche per il lancio di Snow Leopard non sono mancate le speculazioni su ZFS (o Zettabyte File System per chiamarlo col nome esteso che era stato previsto prima dell’utilizzo del solo acronimo). Apple lo ha dato per incluso in OS X 10.6 Server salvo, poi, fare un passo indietro per questioni, pare, legate alla licenza di ZFS.

Android pensava fosse Jailbreak, invece era un calesse

Quella che vi raccontiamo oggi è la storia di ciò che si credeva essere il Jailbreak per Android che come sapete è il rivoluzionario (o almeno così si dice) sistema operativo di Google. Una storia avvincente se non fosse che ciò che gli hacker hanno scoperto non era proprio un bug da sfruttare per il Jailbreak, ma un qualcosa di tremendamente mostruoso per gli utilizzatori. Quella che vi raccontiamo oggi è anche la storia di un intervento rapidissimo della cavalleria di Google alla difesa del castello Android: intervento che ha distrutto le intenzioni maligne degli hacker. Ma a cosa servirà poi il Jailbreak di un sistema aperto come Android…

OS X: perché deframmentare non serve.

Una delle prime domande posta dagli switcher su forum, gruppi di discussione e blog tematici è: come deframmento il disco?
La deframmentazione è un’attività atta a migliorare le prestazioni dei Pc, che spesso viene usata come placebo per la lentezza di certi computer – è sostanzialmente la versione Windows della nostra “Riparazione permessi“, che noi Mac-User facciamo come atto scaramantico prima e dopo gli aggiornamenti di sicurezza, oltre che quando ci sono problemi con il Mac una delle prime domande (o risposte) è “hai riparato i permessi?”.

Quando ancora usavo Win, qualche anno fa, sul mio Pc era installato un programma in sostituzione del tool di sistema con cui poteva essere programmata la deframmentazione in background, a certe ore, con un molteplici opzioni, a seconda che si volessero massimizzare le prestazioni del disco o lo spazio libero.
La deframmentazione è sentita dall’utente di Windows come una sorta di “prima cura”: è facile capire lo spaesamento di fronte alla mancanza di una funzionalità integrata in Mac OS X.