iTunes in the Cloud non prima del 2012 in UK


Brutte notizie per chi (al di fuori degli USA) sperava di utilizzare iTunes in the Cloud e iTunes Match magari entro la fine dell’estate. Secondo una fonte riportata dal giornale britannico The Telegraph, infatti, il servizio non sarà attivo in Gran Bretagna prima del prossimo anno. E, sebbene non possiamo esserne certi, se non lo sarà in UK difficilmente lo sarà negli altri paesi europei, Italia compresa.

Un portavoce per la Performing Right Society (PRS), società che difende i diritti dei musicisti, ha dichiarato al giornale britannico che le negoziazioni con Apple, per garantire il pagamento dei diritti a musicisti, compositori e case discografiche, sono iniziate ma sono ancora in una fase “fortemente preliminare”.

I Beatles scalano le classifiche su iTunes Store

Ad appena un paio di giorni dal lancio dei Beatles su iTunes, gli album dei Fab Four hanno già conquistato le classifiche di vendita degli album su iTunes Store. Nella top 50 americana sono entrati non solo i 15 album pubblicati martedì ma anche il costoso Box Set con la discografia completa che nonostante il prezzo (149$, 149€ in Europa) ha conquistato il 12° posto.

Buona anche la risposta del pubblico italiano. Non tutti gli album sono entrati nella top 50, ma sono sei quelli che hanno scalato la top 20. Ancor più sorprendente la posizione nella classifica nostrana del Box Set: è in settima posizione e in assoluto è il più venduto fra gli album dei 4 di Liverpool.

EMI teme l’eccessiva influenza di iTunes Store

Uno dei problemi che le case discografiche si trovano ad affrontare nel prossimo futuro è l’eccessivo peso di alcuni attori del mercato della musica digitale, iTunes Store (Apple, per estensione) in particolare. Lo sostiene la EMI in un recente comunicato che ha fatto seguito all’ultimo report dei risultati fiscali. Secondo la major, che fu la prima fra le grandi etichette a concedere il proprio catalogo ad Apple senza il vincolo dei DRM, uno dei rischi possibili da non sottovalutare è:

“La sostanziale dipendenza da un numero ristretto di negozi musicali online, in particolare iTunes Store, per le vendite su internet, e la risultante influenza che essi possono esercitare sulla strutturazione dei prezzi nei negozi musicali online”.

DOJ: l’inchiesta su Apple va oltre la musica

In base a quanto appreso da una fonte anonima che si è rivolta al New York Post, l’indagine iniziata ad inizio settimana dal Department of Justice (DOJ) statunitense nei confronti di Apple non si limita al settore musicale.

All’inizio della settimana scorsa, il New York Times riportava che il Dipartimento di Giustizia americano ha intrapreso un’inchiesta informale per indagare sulle strategie impiegate dall’azienda di Cupertino nel mondo della musica. In base alla notizia, lo scopo principale degli investigatori è cercare di capire se Apple abbia o meno fatto pressioni nei confronti di Sony Music Entertainment e di EMI per indurle a cessare la collaborazione con Amazon, uno dei maggiori concorrenti di Apple nel settore della musica digitale. Le indagini sono ancora all’inizio e gli inquirenti sono ancora in cerca di eventuali prove a riguardo.

Sir Paul: colpa di EMI se i Beatles non sono su iTunes

A quasi un decennio dal proprio debutto e dopo più di 10 miliardi di canzoni scaricate, l’iTunes Store ancora non è riuscito a mettere in catalogo la discografia della band più famosa di tutti i tempi. Le trattative per portare la musica dei Beatles sullo store online di Apple sono in stallo da anni. Ora Sir Paul McCartney lo dice chiaro e tondo: questa situazione non è colpa sua, ma della EMI, la casa discografica che detiene parte dei diritti sulle canzoni e gli album dei Fab Four.

“A dire il vero non so come si sia potuti arrivare a una situazione così assurda”, ha detto Macca a Newsbeat (BBC Radio). “So che da parte di iTunes c’è la volontà di farlo, quindi un giorno succederà”.

Pink Floyd VS EMI: il giudice dà ragione alla band

La High Court londinese ha dato ragione ai Pink Floyd nella causa che la band ha intentato contro EMI. Il gruppo sosteneva che il contratto discografico in vigore con la propria casa discografica non permettesse la vendita di singoli brani attraverso servizi come iTunes Store o Amazon Mp3 e riteneva insufficienti le royalties derivanti dalle vendite online.

Secondo il giudice Sir Andrew Morritt la clausola di “unbundling” prevista dal contratto fra i Pink Floyd ed EMI impone all’etichetta di “preservare l’integrità artistica degli album” nonostante l’ultimo rinnovo dell’accordo legale risalga a prima dell’avvento dei canali di vendita via Internet. EMI si era difesa sostenendo che l’obbligo di “unbundling” era da considerarsi valido solo per le copie fisiche.

I Pink Floyd fanno causa ad EMI per le royalties di iTunes

Moneeey! cantavano i Pink Floyd nel 1973. Moneeey! chiedono oggi i Pink Floyd alla EMI. La storica band ha fatto causa alla propria etichetta discografica perché scontenta delle royalties derivanti dalla vendita online su iTunes e servizi simili.
Al cuore della disputa legale però non ci sono i soldi (che pure giocano un ruolo) ma una motivazione artistica. A Roger Waters e compagnia non va giù che la EMI venda le singole canzoni al posto dell’intero album, alterando la natura originaria della produzione della band.

iPod Event: Beatles o non Beatles?

Una delle novità attese in occasione dell’iPod Event odierno è l’arrivo su iTunes dell’intero catalogo dei Beatles. Nel corso delle ultime settimane si sono rincorsi continui rumors sulla questione. Il fatto stesso che Apple abbia deciso di fissare per mercoledì 9 settembre l’iPod Event, rompendo in questo modo la “regola del martedì”  ha dato adito all’ipotesi che la scelta della data dipendesse proprio dalla possibilità di far coincidere l’evento con la release delle versioni digitali della discografia dei Fab Four. Proprio oggi infatti escono le versioni rimasterizzate dei dischi del quartetto di Liverpool ed anche il videogioco Rock Band Beatles. nelle ultime ore dichiarazioni di Paul McCartney, EMI e Yoko Ono non hanno fatto che rendere ancora più fumosa la questione.

Un iTunes Store pan-europeo? Forse ci siamo

Ciò che di buono era stato seminato a Settembre dello scorso anno, durante l’incontro organizzato da Neelie Kroes, Commissario Europeo sulla Concorrenza, cui aveva partecipato anche lo stesso Jobs, potrebbe iniziare a dare i propri frutti.

In quell’occasione si era evidenziata la necessità, impellente, di unificare il mercato europeo dell’e-commerce, ancora frammentato tra le diverse nazioni dell’UE. In questo modo, esisterà un unico iTunes Store europeo, dove i prezzi dei brani (ma anche gli artisti in catalogo) saranno gli stessi in tutto il vecchio continente, senza distinzioni e in un’ottica di unità e chiarezza, come spiega l’Associated Press:

iTunes senza DRM da martedì nove dicembre?

Da martedì prossimo tutte le canzoni di iTunes verranno vendute senza DRM. E’ quanto sostiene ElectronLibre, sito d’oltralpe che si è guadagnato una certa credibilità nel Mac Web prevedendo con successo in passato in passato il lancio delle serie tv su iTunes Francia. Contrattazioni fra Apple e le major sono effettivamente in corso e qualcosa si è già mosso nei giorni scorsi: alcuni utenti d’oltroceano si erano visti offrire in via temporanea la possibilità di aggiornare alcuni brani protetti ad una nuova versione priva dei lacciuoli tanto cari alla grande industria.

Le tre case discografiche interessate dalle trattative sono Sony, Universal e Warner. L’unica major che al momento ha fornito il proprio catalogo ad Apple in formato Plus (no DRM, niente FairPlay e qualità audio migliore)  è EMI.

Beatles e iTunes, il matrimonio non s’ha da fare

L’arrivo del catalogo dei Beatles su iTunes si allontana. Sir Paul McCartney, uno dei due Fab Four superstiti (o il sosia che lo sostituì dopo  sua morte secondo i teorici del PID), ha dichiarato alla Associated Press che le contrattazioni per l’inclusione dell’intero catalogo dei Beatles su iTunes Store sono ad un punto morto. Lo stesso Paul dichiarò nel maggio del 2007 alla rivista Billboard che l’accordo con Apple era già stato “virtualmente siglato”. Di lì a pochi mesi anche El Jobso disse la sua e confermò che l’accordo sarebbe arrivato più o meno a metà 2008.