A corredo dei risultati fiscali del Q2 2013, Apple ha annunciato anche l’intenzione di rafforzare il piano di re-immissione di capitali sul mercato iniziato un anno fa. E’ la strategia di investimento del tesoretto di Cupertino da quasi 180 miliardi che Wall Street desiderava di più, tanto che la risposta del mercato è un secco rialzo nell’After Hours nonostante il calo dei profitti del 18% anno su anno.
dividendi
Apple pagherà altri dividendi, o comprerà ancora azioni
Apple ha un serio problema di liquidità. Non perché ha troppi pochi soldi in cassa, anzi, al contrario: ne ha troppi e deve trovare un modo per spenderli, possibilmente creando valore per gli azionisti.
Secondo la rivista online Quartz, che piazza un interessante scoop che batte sul tempo Wall Street Journal, Fortune, BusinessWeek o altre pubblicazioni che di solito hanno l’egemonia su questo tipo di notizie, il piano è quello di insistere sul programma di Stock Buyback e sul pagamento di un dividendo più alto agli azionisti.
Oggi a Cupertino l’assemblea degli azionisti Apple
Si terrà quest’oggi, a Cupertino (alle 9:00 ora locale), l’assemblea annuale degli azionisti Apple. E’ un incontro particolarmente atteso, per lo meno dagli addetti ai lavori, perché sul tavolo ci sono diverse questioni interessanti.
Come fa notare su Fortune Philip Elmer-DeWitt, come tutti gli incontri di questo genere, anche l’assemblea degli Apple shareholders deluderà tuttavia le eccessive aspettative cresciute nel corso delle ultime settimane.
I dividendi Apple come segno dell’era Cook
L’annuncio di un programma di dividendi e di repurchase delle azioni AAPL da parte dell’azienda, ufficializzato ieri da Tim Cook e Peter Oppenheimer, è arrivato a dipanare l’interrogativo più quotato fra gli analisti Apple negli ultimi mesi: cosa diamine se ne faranno Tim e Co. di quei 100 miliardi che hanno in banca?
La risposta, come abbiamo visto, è semplice: ci saranno i dividendi, una ri-acquisizione di circa 10 miliardi di dollari di azioni nel corso di tre anni neutralizzerà la diluizione del titolo e avanzeranno abbastanza soldi per continuare con la strategia di acquisizioni e acquisti in larga scala della componentistica che hanno caratterizzato le operazioni Apple nel corso dell’ultimo decennio.
Su un piano più concettuale e non prettamente economico la scelta su cui Tim Cook ha messo ieri il sigillo ha un significato diverso: è la prima vera, grande decisione presa dal Board Apple e dagli Executive responsabili delle questioni finanziare da quando Steve Jobs se n’è andato, lo scorso ottobre. E per quanto possa essere scioccante, è un passo necessario verso il distacco dal modo in cui Steve gestiva le cose.
Apple e i dividendi, un altro analista tenta la previsione
Ci avviciniamo alla fine del 2011 e inevitabili arrivano, in tutti i settori, le previsioni per l’anno nuovo. Possono forse fare eccezione gli analisti finanziari che si occupano di Apple, ovvero personaggi che passano l’intero anno solare a sciorinare previsioni sbagliate nella stragrande maggioranza dei casi? Certo che no.
Howard Wart di Gamco Investors, ad esempio, ha provato a sganciare il carico da 11, dichiarando con ostentata sicurezza che Apple si appresta ad annunciare un importante dividendo nella prima metà del 2012.
Una dichiarazione che poteva tranquillamente passare inosservata se non fosse che è arrivata durante un’intervista di Bloomberg Television, con conseguente diffusione tramite gli altri seguitissimi canali media dell’impero Bloomberg.
L’ultima volta che un analista si avventurò nel magico mondo immaginario dei dividendi Apple era l’agosto del 2010, quando Toni Sacconaghi di Bernstein Research si spinse fino ad inviare una lettera al board per sostenere la necessità di una ridistribuzione di almeno una parte degli introiti agli azionisti. Ridistribuzione che ad oggi non è di certo avvenuta.