La Cina indaga sugli Apple Store non autorizzati [Update]

Come vi avevamo riportato qualche giorno fa, la fama di infallibili clonatori associata ai cinesi non smette mai di stupirci. Non contenti nel limitarsi a clonare tutti i dispositivi mobili prodotti da Apple, sembrerebbe che un imprenditore locale abbia deciso di aprire un vero e proprio Apple Store, clonando lo stile dei veri punti vendita al dettaglio dell’azienda di Cupertino.

In seguito all’evidente curiosità innescata dall’incredibile scoperta, secondo quanto riportato da Reuters, il governo orientale ha aperto un fascicolo per indagare meglio sull’accaduto, mentre diversi clienti (giustamente) adirati sono tornati nello store per chiedere una prova della legittimità dei loro acquisti.

Documenti segreti svelano alcuni dettagli del mondo retail Apple

Il Wall Street Journal, nei giorni scorsi, è venuto a conoscenza di alcuni documenti riservati Apple che contengono alcuni dettagli circa i colloqui con gli impiegati, il livello di retribuzione e alcune regole (anche bizzarre) in vigore all’interno degli Apple Store.

Tra le curiosità più interessanti, troviamo alcune regole di comportamento e di linguaggio che gli impiegati dei punti vendita al dettaglio devono rispettare quando parlano con i clienti. Ad esempio, è proibito correggere i clienti quando non pronunciano in maniera corretta il nome di un prodotto, così da non farli sentire a disagio.

Apple continua a difendere il lavoro sostenibile

In base a quanto riportato ufficialmente in questo report, continua con attenzione l’impegno di Apple nel monitorare le condizioni di lavoro dei dipendenti impiegati dai suoi fornitori asiatici. Nell’ultimo documento pubblicato dall’azienda di Cupertino a questo proposito, infatti, si afferma che sono stati condotte delle indagini in 127 strutture di produzione in tutto il mondo.

Tra questi 127 impianti, 90 sono stati controllati per la prima volta mentre per i rimanenti 30 si è trattato di un ulteriore controllo. Nel documento si mette in risalto che, nonostante molti vendor utilizzino gli stessi fornitori sparsi per il globo terrestre, per oltre il 40% dei fornitori esaminati si è trattato del primo controllo in assoluto effettuato da un’azienda cliente esterna.

Wintek: i dipendenti revocano lo sciopero

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Lo scorso 15 gennaio di dipendenti dello stabilimento di Suzhou della Wintek, azienda Taiwanese che produce gli schermi touch di iPhone e iPod, sono entrati in sciopero. I lavoratori chiedevano spiegazioni sulla morte di alcuni dipendenti che si presume possa essere correlata alle condizioni di lavoro insalubri in fabbrica e sospettavano che l’azienda non volesse concedere il bonus per il nuovo anno lunare (una sorta di tredicesima).

Secondo quanto riportato dal DigiTimes, la Wintek Corp. ha annunciato che i lavoratori hanno interrotto lo sciopero e ripreso a lavorare a seguito della concessione del bonus e che non vi sono stati rallentamenti nel ciclo di produzione. Nessun riferimento, però, alla risoluzione dell’altra questione che avrebbe portato gli operai ad incrociare le braccia, ovvero la possibilità che l’esposizione ad agenti chimici nocivi come l’esano possa aver provocato la morte di alcuni dipendenti.

Cina: sciopero violento dei dipendenti Wintek Corp.

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Come riportato da Bloomberg, la fabbrica di Wintek Corp. a Suzhou (Cina) ha subito lo sciopero di oltre 2.000 dipendenti che hanno anche provocato danni materiali ai beni dell’azienda. L’azienda è legata ad Apple per la fornitura di alcuni componenti elettronici che vengono impiegati nella fabbricazione degli iPhone; lo sciopero potrebbe mettere a rischio la produzione dei pezzi ordinati da Cupertino.

In un articolo pubblicato sul China Daily, emerge che le lamentele dei dipendenti dell’azienda cinese si sono manifestate, la scorsa settimana, attraverso uno sciopero violento durante il quale sono stati danneggiati materiali e veicoli appartenenti alla società, accusata di essere responsabile di un numero eccessivo di morti causate dalla sovraesposizione a materiali chimici tossici, come l’esano (un composto utilizzato in prodotti per pulire i pannelli touchscreen e che può provocare danni al sistema nervoso).

Continua la protesta dei dipendenti Wintek

La settimana scorsa vi abbiamo parlato della protesta di alcuni dipendenti di Wintek, l’azienda cinese/taiwanese che si occupa di produrre gli schermi touch per Apple ed altre aziende, come Nokia, Motorola e Samsung.

Motivo della protesta, vi ricordo, era il trattamento subito dai dipendenti, seicento dei quali sono stati licenziati a dicembre, mentre agli altri è stato decurtato lo stipendio nonostante vengano loro richiesti straordinari non retribuiti per poter soddisfare gli ordini dei clienti.

Ora i lavoratori di Wintek dicono che la situazione si è aggravata a causa della mancata risposta da parte di Apple e chiedono che la società di Cupertino riconosca pubblicamente le violazioni dei diritti dei lavoratori entro il 31 maggio.

I dipendenti Wintek chiedono aiuto ad Apple

I dipendenti di Wintek, azienda con sede a Taiwan e produttrice di schermi multitouch per conto – tra gli altri – di Apple, hanno protestato ieri davanti agli uffici a Taipei dell’azienda fondata da Jobs e Wozniak, cercando di richiamare l’attenzione sulle loro condizioni lavorative.

Muniti di cartelloni (e MacBook Pro) con sopra la parola “responsabilità”, i dipendenti si sono riuniti per protestare contro gli abusi e i comportamenti di Wintek, che a Dicembre ha lincenziato in tronco quasi 600 dipendenti e costringe i rimanenti a lavorare per una paga nettamente inferiore, senza contare le ore di straordinario non retribuite che i dipendenti sono costretti a fare per soddisfare gli ordini di cui Winktek si fa carico (Apple a parte).

MobileMe: la lettera completa di Steve Jobs

Ieri vi abbiamo parlato della lettera di Steve Jobs ai dipendenti in cui il CEO di Apple ha parlato senza mezzi termini del problematico lancio di MobileMe. La mail, dal tono informale, mostra un interessante spaccato di vita Cupertiniana che lascia intuire come Steve in fondo non abbia proprio sotto controllo tutti gli aspetti della galassia Apple e come le decisioni, giuste o sbagliate, vengano spesso prese anche da altri dirigenti. Non è da escludere comunque che dietro i toni ottimisti di questa mail si celi un El Jobso infuriato che non ha esitato a far saltare qualche testa (la responsabilità di MobileMe è stata ora affidata ad Eddy Cue). Dopo il salto la traduzione completa della mail di Steve Jobs.