Steven Levy smentisce e Fake Steve Jobs chiede scusa

Ieri abbiamo dedicato un articolo alle esternazioni di Dan “Fake Steve Jobs” Lyons sulle presunte pressioni operate da Apple su Newsweek per evitare che il settimanale lo assumesse nella posizione che attualmente ricopre.

Lyons, durante una puntata di Reliable Sources (CNN), accusava Apple di aver contattato Steven Levy, suo predecessore nella redazione del noto rotocalco statunitense, per invitarlo a passare parola alle alte sfere della rivista al fine di convincerle che assumere Fake Steve Jobs avrebbe deteriorato i rapporti fra Cupertino e la testata.

Nell’articolo esprimevamo un certo scetticismo, segnalando en passant una prima smentita ufficiosa da parte di Steven Levy, inaspettatamente chiamato in causa senza possibilità di replica. Beh, ora Steven Levy ha risposto ad una richiesta di chiarimenti via email a  Jay Yarow di Silicon Alley Insider smentendo categoricamente quanto asserito da Lyons. Ad una richiesta di commento Lyons ha risposto a sua volta ammettendo di essersi “espresso male”.

Dan Lyons: Apple chiese a Newsweek di non assumermi

In una puntata del programma della CNN Reliable Sources, Dan Lyons ha rivelato che Apple fece pressioni per non farlo assumere dal noto settimanale americano Newsweek. Al di là dei suoi meriti giornalistici, Lyons è noto presso il grande pubblico come creatore Fake Steve Jobs, il personaggio parodia del CEO di Apple.

Lyons, che prima di approdare a Newsweek al posto del noto tech columnist Steven Levy scriveva per Fortune, ha approfittato della visibilità offertagli dalla CNN per spiegare la sua visione del rapporto fra Apple e la stampa. Il tutto partendo dal fatto che  lui, a differenza di altri giornalisti scelti, non è toccato un iPad da recensire prima del lancio e che Newsweek, a causa della sua presenza nello staff che conta del settimanale, è rimasto escluso dal circolo delle pubblicazioni amiche.

iCon: una nuova serie TV firmata Dan Lyons

Dan Lyons (foto), il columnist di Newsweek meglio noto come “Fake Steve Jobs” sarà l’autore di una nuova sitcom satirica che andrà  in onda prossimamente sul canale via cavo statunitense Epix . La serie, che si comporrà di episodi della durata di mezzora, si chiamerà iCon e sarà incentrata sulla figura di Tom Rhodes, un capitano d’azienda della Silicon Valley potente, bizzoso e dall’ego sconfinato. Si nota una certa somiglianza, almeno nella vaga descrizione affidata per adesso ai comunicati stampa, con un certo tizio di nome Steve. E di sicuro non può essere Ballmer, ma solo perché la Microsoft ha la sua sede fuori dalla Valley. Indovinate di chi si tratta?

AT&T dice la sua sull’Operazione Chokehold di Fake Steve Jobs

Ieri vi parlavamo di una curiosa iniziativa nota come Operazione Chokehold (strangolamento), messa in piedi un po’ per satira e un po’ per gioco da Dan Lyons, giornalista di Newsweek meglio noto come Fake Steve Jobs, ed intesa come protesta per il pessimo servizio che AT&T offre agli utenti iPhone negli USA. Fake Steve ha pubblicato sul suo blog un finto memorandum interno ad Apple che faceva riferimento a questa sedicente operazione di boicottaggio che consisterebbe nell’invitare il maggior numero di utenti iPhone ad attivare la propria connessione dati venerdì a mezzogiorno per un’ora consecutiva.

Un portavoce di AT&T, interrogato da Cult of Mac, ha fatto sapere che il carrier è a conoscenza della natura satirica dell’idea di Lyons ma ha precisato anche che l’istigazione di una protesta di questo genere è un atto irresponsabile.

Fake Steve Jobs lancia l’Operazione Chokehold contro AT&T

chokehold

Gli utenti iPhone italiani hanno molto da rimproverare ai propri carrier, in primis per il cartello anti-concorrenziale delle due sorelle TIM e Vodafone finalizzato a tirare verso l’alto il prezzo del melafonino per convincere il maggior numero di utenti a sottoscrivere contratti capestro. Negli U.S.A. la concorrenza nel mercato della telefonia mobile gode di salute decisamente migliore, ciò nonostante sembra che anche gli utenti iPhone statunitensi non se la passino meglio di noi. Il problema di fondo è il pessimo servizio offerto da AT&T, unico partner di Apple per la distribuzione del melafonino, le cui reti 3G sembrano reggere molto male il peso di un gran numero di dispositivi collegati e comandati da utenti vogliosi di generare traffico dati.

Dan Lyons, giornalista di Newsweek, meglio noto come Fake Steve Jobs sta provando a cavalcare l’onda del malcontento generalizzato e vorrebbe riuscire ad organizzare una sorta di Network-strike, un’azione dimostrativa coordinata e plurale volta a mettere in ginocchio il network di AT&T ad un’ora prefissata in segno di protesta. 

I giornalisti americani e la salute di Steve Jobs

Mercoledì scorso Steve Jobs ha annunciato ufficialmente di aver preso una aspettativa di cinque mesi per motivi di salute con una lettera indirizzata ai dipendenti Apple, successivamente resa pubblica dall’azienda. La decisione di rendere nota tale comunicazione è stata operata da Apple nel tentativo di placare l’orda di indiscrezioni e morbosa curiosità suscitate nei media dalla precedente comunicazione di Steve, ovvero la mail risalente alla vigilia del keynote con cui Jobs chiariva, in parte, la ragione della sua assenza al Macworld.
Il tentativo, evidentemente, non è andato a buon fine, e nella giornata di ieri, tutte le maggiori pubblicazioni statunitensi si sono sentite in dovere di “dire la loro” su ciò che sta accadendo e accadrà a Steve Jobs, e ad Apple di conseguenza.
S’interpellano oncologi, si scomodano endocrinologi con provata esperienza nella cura delle patologie del pancreas, fino ad ipotizzare tutto e il contrario di tutto, interpellando fonti segrete che mai come in questo caso si rivelano numerose e immancabilmente ben informate.

Breve guida al gergo della Mela

Molti Apple maniaci si saranno accorti che una delle caratteristiche non dichiarate dei prodotti di Apple è la capacità di generare soprannomi. Proprio così: per i più vari motivi, quasi tutto ciò che ruota attorno al mondo Apple, dai prodotti ai personaggi, ha uno o più nickname. Queste alternative linguistiche hanno spesso il pregio di mescolare sapientemente cultura tecnologica e cultura di massa e offrono un nutrito corpus di sinonimi a chi scrive about Apple, ma rischiano di rimanere leggermente oscure a chi non è già edotto sulle Cupertiniane questioni. Non sempre inoltre il contesto aiuta a capire termini e locuzioni convenzionali che fanno parte di questo gergo e che spesso vengono mutuati direttamente dalla blogosfera anglosassone. Questa breve guida, senza alcuna pretesa di esaustività, vuole provare a mettere un poco d’ordine nel lessico familiare di chi si occupa di Apple e dintorni.