Foxconn, nuovo stabilimento a Chengdu?

Secondo quanto riporta il China Daily, citando a sua volta il West China Metropolis Daily, Foxconn avrebbe intenzione di aprire un nuovo stabilimento nei pressi di Chengdu, Cina centrale. La notizia sarebbe passata inosservata se non fosse evidente lo sforzo di Foxconn nel trovare soluzioni alternative alla concessione di aumenti ai lavoratori delle proprie fabbriche.

Dopo l’ondata di suicidi che ha colpito lo stabilimento dove si assemblano iPhone 4 e iPad (assieme a molti prodotti di altri brand internazionali), Foxconn aveva promesso un aumento che avrebbe portato il salario minimo dei lavoratori a 2000 yuan a testa. Fino ad oggi pare che tutte le energie dei dirigenti della controllata del gruppo Hon Hai vengano però spese nella ricerca di stratagemmi logistici che permettano la delocalizzazione della produzione in aree in cui il costo della vita e del lavoro è inferiore rispetto al Sud della Cina.

Apple aumenta la produzione di iPad a due milioni di unità

In base a quanto sostenuto in un rapporto di DigiTimes, Apple ha deciso di aumentare la quantità di iPad da produrre, fissando il limite a ben oltre due milioni di unità per il mese di luglio.

Nonostante le opinioni dei detrattori, che vedono tutt’ora un vero flop nel primo tablet di Apple, la domanda crescente (sostenuta anche dall’inizio delle vendite in molti altri paesi, oltre gli Stati Uniti) ha spinto l’azienda di Cupertino ad aumentare gli ordini di produzione ai suoi partner orientali per soddisfare appieno le aspettative dei clienti.

iPhone 4 dovrà affrontare l’aumento dei costi di produzione

Da un’interessante indagine condotta dal New York Times emerge che i produttori di hardware asiatici, tra cui Foxconn (uno dei maggiori partner di Apple), stanno lottando contro l’aumento dei costi di produzione in Cina, in modo da mantenere la competitività e un certo margine di profitto nel mercato attuale.

L’analisi condotta dal New York Times prende come esempio il nuovo arrivato iPhone 4, il quale dovrà affrontare i crescenti costi di produzione delle aziende asiatiche, soprattutto cinesi. Come viene sottolineato nell’articolo, le cause di questo fenomeno sono da attribuire a diversi fattori, tra cui “l’aumento del costo della manodopera causato dalla carenza di operai e dal disagio, l’emergente moneta cinese che rende le esportazioni più costose, l’inflazione e i crescenti costi di housing”, che potrebbero determinare un aumento significativo dei prezzi di produzione per tutte le aziende che vendono prodotti elettronici come Apple.

Apple in Cina: il parere del CEO di Lenovo

Apple si sta lasciando sfuggire l’opportunità cinese, e meno male. Si può riassumere così il pensiero di Liu Chuanzhi, CEO del produttore cinese di computer Lenovo, sulla strategia commerciale di Apple in Cina. Nonostante i dirigenti di Cupertino abbiano di recente affermato la volontà lanciarsi alla conquista del mercato della Repubblica Popolare, secondo il top manager gli sforzi compiuti finora sono minimi e non avrebbero ancora fruttato.

“Siamo fortunati che Steve Jobs abbia un carattere così scontroso e non gliene importi nulla della Cina” ha dichiarato Chuanzi al Financial Times. “Se Apple dedicasse ai consumatori cinesi lo stesso nostro impegno saremmo nei guai”.

Apple Store Shanghai aprirà il 10 luglio

Il primo Apple Store di Shanghai aprirà i battenti il prossimo sabato, 10 luglio. Si tratta del primo di una lunga serie di negozi che Apple è intenzionata ad aprire nell’area della Greater China (come comunemente si indica la Cina comprese Shanghai e Hong Kong) e sarà l’equivalente asiatico del Cubo di vetro sulla Quinta Strada di New York.

Il punto vendita si sviluppa interamente nel sottosuolo; a rivelarne la presenza in maniera assai spettacolare all’esterno è un grande cilindro di vetro alto dodici metri attraverso cui si potrà accedere all’area interrata.
Nel frattempo, a testimoniare la frenetica attività della divisione internazionale di Apple Retail arrivano le prime foto delle location dei due Store che verranno inaugurati in Spagna.

Google abbandona Windows e passa a Mac OS?

In base a quanto riportato dal Financial Times, Google si troverebbe in una fase di transizione per quanto riguarda la scelta del sistema operativo da installare sui propri computer.

Molti impiegati di BigG avrebbero confermato che le direttive sono quelle di abbandonare Windows, praticamente installato sulla maggior parte delle macchine client, per motivi di sicurezza. La transizione, che coivolgerebbe oltre 10.000 impiegati in tutto il mondo, sarebbe iniziata lo scorso gennaio, a causa degli ingenti attacchi informatici subiti in seguito all’annuncio di cessare la censura sulla ricerche in Cina.

Apple alzerà lo stipendio ai dipendenti Foxconn?

Secondo quanto riportato da Engadget, che cita a sua volta il report di un giornale cinese, Apple avrebbe deciso di corrispondere ai lavoratori di Foxconn un bonus calcolato in percentuale sui profitti dei dispositivi da loro prodotti. Tale misura servirebbe a contenere il malcontento diffuso fra i dipendenti del gigante dell’elettronica cinese, il cui stabilimento di Shenzen è nuovamente balzato agli onori della cronaca nei giorni scorsi per l’ondata di suicidi che ha scosso la comunità dei dipendenti (più di 300.000) e ha scatenato una ridda di report allarmati da parte della stampa internazionale.

La fonte originale della notizia, il sito di news cinese Zol.com (controllato da CBS interactive), è una testata attendibile, ma è bene prendere la notizia con le cautele del caso. La difficoltà di traduzione giocano inevitabilmente un ruolo importante, soprattutto quando si ha a che fare con indiscrezioni non confermate di questo genere.

Suicidi alla Foxconn, l’azienda aumenta la paga

Nel tentativo di porre un freno all’ondata di suicidi nella comunità dei dipendenti dello stabilimento di Foxconn a Shenzen, il produttore cinese, fra i maggiori fornitori di Apple e altre grandi aziende dell’elettronica di consumo, ha fatto sapere che aumenterà del 20% il salario minimo dei lavoratori.

Sono già dieci i dipendenti che si sono tolti la vita nel giro di un anno. L’ultimo suicidio è avvenuto lo scorso mercoledì, mentre giovedì un altro lavoratore ha provato a tagliarsi le vene ma è stato salvato dall’intervento dei soccorsi.

Apple ha rilasciato una dichiarazione pubblica a riguardo con cui ha fatto sapere di essere in contatto diretto con l’alta dirigenza dell’azienda e di aver avviato un’indagine autonoma sulla situazione all’interno degli stabilimenti.Altre aziende che hanno stipulato contratti di fornitura con il produttore, come Nokia, Sony Dell e HP hanno rilasciato dichiarazioni analoghe nei giorni scorsi.

Apple e i diritti umani in Cina: seguirà l’esempio di Google?

Dick Durbin è un senatore americano che sta facendo pressione, in questi giorni, su Apple per conoscere la posizione dell’azienda relativamente alla salvaguardia dei diritti umani in Cina.

Apple è una delle 30 aziende tecnologiche (insieme a Facebook e Skype) selezionate dal senatore per l’inchiesta scattata in seguito alla recente decisione di Google di non aderire alle leggi di censura imposte dal governo Cinese.

Azienda cinese potrebbe denunciare Apple per iPad

Una notizia dal contenuto paradossale: un’azienda cinese, nota produttrice di cloni, che vende un tablet PC simile ad iPad potrebbe intraprendere un’azione legale contro Apple, sostenendo la netta somiglianza dei due dispositivi. Il dispositivo in questione, conosciuto come P88 e che potete vedere nell’immagine di apertura, sarebbe stata la fonte di ispirazione del nuovo device per i tecnici di Cupertino.

L’azienda cinese, che risponde al nome di Shenzhen Great Loong Brother Industrial, ha iniziato a vendere i primi esemplari di P88 l’anno scorso e, per il momento, non è coinvolta in nessuna azione legale con Apple, come confermato da Xiaolong Wu, presidente dell’azienda.

Nuovi particolari sul suicidio del dipendente Foxconn

L’entrata della cosiddetta iPod City, la città-dormitorio di Foxconn a Shenzen

Ci sono novità ed alcune precisazioni sul caso del dipendente Foxconn morto suicida a seguito della presunta scomparsa di un prototipo di iPhone 4G.
Il giovane Sun Danyong non si sarebbe suicidato gettandosi  dalla finestra del proprio appartamento, come riportato ieri da numerose fonti internazionali, ma si sarebbe lanciato dal tetto del dormitorio dell’impianto Foxconn per cui lavorava.
Questo particolare complica notevolmente la posizione di Foxconn, tanto che un addetto alla sicurezza è stato sospeso dalla direzione dell’Hon Hai Group, la holding proprietaria di Foxconn.

Continua la protesta dei dipendenti Wintek

La settimana scorsa vi abbiamo parlato della protesta di alcuni dipendenti di Wintek, l’azienda cinese/taiwanese che si occupa di produrre gli schermi touch per Apple ed altre aziende, come Nokia, Motorola e Samsung.

Motivo della protesta, vi ricordo, era il trattamento subito dai dipendenti, seicento dei quali sono stati licenziati a dicembre, mentre agli altri è stato decurtato lo stipendio nonostante vengano loro richiesti straordinari non retribuiti per poter soddisfare gli ordini dei clienti.

Ora i lavoratori di Wintek dicono che la situazione si è aggravata a causa della mancata risposta da parte di Apple e chiedono che la società di Cupertino riconosca pubblicamente le violazioni dei diritti dei lavoratori entro il 31 maggio.

I dipendenti Wintek chiedono aiuto ad Apple

I dipendenti di Wintek, azienda con sede a Taiwan e produttrice di schermi multitouch per conto – tra gli altri – di Apple, hanno protestato ieri davanti agli uffici a Taipei dell’azienda fondata da Jobs e Wozniak, cercando di richiamare l’attenzione sulle loro condizioni lavorative.

Muniti di cartelloni (e MacBook Pro) con sopra la parola “responsabilità”, i dipendenti si sono riuniti per protestare contro gli abusi e i comportamenti di Wintek, che a Dicembre ha lincenziato in tronco quasi 600 dipendenti e costringe i rimanenti a lavorare per una paga nettamente inferiore, senza contare le ore di straordinario non retribuite che i dipendenti sono costretti a fare per soddisfare gli ordini di cui Winktek si fa carico (Apple a parte).

Dalla Cina con furore: HiPhone Nano

Non ci siamo inventati nulla, la ditta cinese che lo produce (quelli del clone più famoso di iPhone insieme al Meizu) l’ha proprio chiamato così: HiPhone Nano.
Si tratta di una versione tarocca di un modello di mini-iPhone che Apple non ha ancora nemmeno immaginato (e che probabilmente non produrrà mai). Nella fattispecie sembra il risultato di un esperimento di ingegneria genetica finalizzato all’incrocio fra uno Star-TAC e un iPod nano di prima generazione ad opera di uno scienziato pazzo daltonico su commissione di una setta di luddisti nord-coreani.

Apple aveva già fallito nell’incrocio fra iPod e cellulare Motorola con il dimenticabilissimo Rockr. Quell’esperimento, però, ebbe perlomeno un esito indirettamente positivo: Steve Jobs capì che per ottenere un telefono-iPod che potesse davvero piacere alla gente Apple doveva fare tutto in casa propria, in quel di Cupertino.
In ogni caso io impazzisco per l’orologio finto-analogico. Ce lo aveva anche il mio Philips Savvy all’inizio di questo decennio, anche se meno bello. Foto di HiPhone nano aperto (si, perché è un flip-phone) dopo il salto.

Dalla Cina, iTunes Gift Card a prezzi stracciati?

Le iTunes Gift Card, a noi più note con il nome di Carte Regalo iTunes, sono delle carte prepagate (nei tagli da 15€, 25€ e 50€) che permettono al possessore di acquistare contenuti dall’iTunes Store. Ovviamente, il prezzo di vendita delle stesse corrisponde al valore dei contenuti che è possibile acquistare: sarebbe impossibile comprare una gift card per 5€ e spenderne 25€ su iTunes Store. O forse no?

A quanto pare, il cinese Taobao.com ha messo in atto proprio un commercio del genere: dalle pagine del sito, è infatti possibile acquistare una gift card iTunes dal valore di 200$, pagandola appena 2,6$. Ma come è possibile?

Barclays Capital: bilanci e previsioni in casa Apple

La fine dell’anno è sempre più vicina, e come tradizione, anche in casa Apple, è tempo di bilanci e previsioni.
Bilanci che nonostante il trend positivo degli ultimi mesi, hanno mostrato un evidente calo delle vendite per quanto concerne il novembre appena passato. L’undicesimo mese dell’anno non è stato un buon mese per la Apple, che nonostante i tradizionali sconti del Black Friday, secondo i dati preliminari di NPD ha chiuso con vendite in ribasso nel settore desktop.

A margine di questi dati, proprio pochi giorni fa Ben Reitzes, analista della Barclays Capital, ha tirato le somme sulla situazione di Apple e sui progetti fututi dell’azienda di Cupertino.

Nuovi MacBook, arrivano altre immagini

Dalla Cina arrivano nuove immagini della presunta scocca di un MacBook dopo quelle già pubblicate stamattina che raffiguravano invece la probabile struttura di un nuovo  MacBook Pro. Come si può notare dalle foto pubblicate ad inizio post anche in questo caso la scocca è d’alluminio a riconferma, nel caso si trattasse di immagini reali, che per i laptop di fascia media Apple abbandonerà la plastica bianca o nera in favore del metallo.

MacBook: nuove foto spia da Taiwan?

Il sito taiwanese Apple.pro ha pubblicato delle immagini rubate della scocca  del nuovo MacBook. Le foto mostrano l’alloggiamento per lo schermo e, da quanto è possibile intuire, il retro dello stesso alloggiamento. Tutti i pezzi sono realizzati in alluminio e questo particolare coincide con quanto finora trapelato da diverse fonti circa l’abbandono del case in plastica bianco per i laptop di fascia medio-bassa di Apple. Come sempre non è facile capire se queste immagini siano affidabili o meno. Tuttavia il sito da cui provengono è lo stesso che qualche tempo fa aveva pubblicato i primi scatti rubati del presunto case del nuovo MacBook Pro. Altre immagini dopo il salto.