Il mandato di Drexler scadrà in occasione del prossimo “shareholder meeting”, l’annuale incontro degli azionisti che si terrà il 10 marzo 2015. Drexler, in carica da 16 anni, è al momento il più anziano fra i membri del Consiglio di Amministrazione, dopo le dimissioni dell’altro “veterano” Bill Campbell, avvenute lo scorso anno a luglio. Il titolo, dopo che le dimissioni di Drexler saranno effettive, toccherà ad Arthur “Art” Levinson, CEO di Genentech.
CDA Apple
Il CdA Apple fa pressioni su Cook per le poche innovazioni recenti?
L’autunno e i primi mesi del 2014 ci riserveranno molte sorprese e vedremo nuovi sorprendenti prodotti. Il CEO di Apple Tim Cook lo va ripetendo ormai da mesi, quasi come se volesse riparare, indirettamente, al lungo periodo senza “lanci” di rilievo che ha caratterizzato questi primi mesi del 2013.
A quanto riporta un giornalista di Fox Business Network il CdA Apple avrebbe iniziato a fare pressioni, però, nella convinzione che un periodo troppo lungo senza novità possa rivelarsi seriamente deleterio per l’azienda.
Art Levinson, presidente del CdA, parla della Apple senza Steve
Un’azienda che ha ben chiari i propri obiettivi futuri e continua a mietere successi, anche se profondamente segnata dall’enorme vuoto lasciato da Steve Jobs.
E’ così che Arthur D. Levinson, presidente del Consiglio di Amministrazione Apple ed ex CEO di Genentech, ha descritto la Apple di quest’ultimo anno e mezzo davanti ad un pubblico di universitari presso la Stanford Graduate School of Business.
Art Levinson nuovo Presidente del C.d.A. Apple, Bob Iger (CEO Disney) nuovo membro
Apple ha annunciato con un comunicato ufficiale che Arthur D. Levinson è il nuovo Chairman Of the Board (Presidente del C.d.A) di Apple Inc, il ruolo che è stato di Steve Jobs nel breve periodo che ha separato le sue dimissioni e la sua dipartita. Nessuna sorpresa al vertice: Levinson, attualmente CEO di Genentech, ricopriva già la carica di vice-Presidente dal 2005 e ha fatto parte a fasi alterne di tutti e tre i comitati interni al Board Apple fin dall’anno 2000, quando divenne membro.
Apple ha fatto sapere anche che da oggi il C.d.A. dell’azienda ha guadagnato un nuovo membro: Bob Iger, CEO e Presidente della Walt Disney Company. Farà parte del comitato interno al Board che soprassiede allo scrutinio dei report finanziari della compagnia.
Al Gore conferma “gli” iPhone ad ottobre?
Dopo le ultime indiscrezioni sulla data di un evento Apple pubblicate ieri da una fonte attendibile come All Things Digital, non ci sono più molti dubbi: il nuovo iPhone, che sia un 4S o un 5, arriverà verso i primi di ottobre.
Ora a rincarare la dose pare arrivi anche l’involontaria conferma di Al Gore, che oltre ad essere il più famoso quasi-Presidente degli Stati Uniti è anche un membro di lungo corso del consiglio di amministrazione di Apple. Durante un convegno presso il Discovery Invest Leadership Summit, a Johannesburg, Gore si sarebbe lasciato scappare la seguente frase: “per non parlare degli iPhone che usciranno il prossimo mese”.
CalPERS vuole cambiare la Corporate Governance di Apple
Il California Public Employees’ Retirement System, vale a dire il più grande fondo pensione degli Stati Uniti, vuole cambiare i metodi con cui viene eletto il consiglio di amministrazione di Apple e di altre 57 aziende in cui investe i risparmi dei propri associati.
Allo stato attuale i membri del “Board of Directors” possono mantenere il loro posto grazie ad un singolo voto favorevole. Un metodo di riconferma del Consiglio che secondo il CalPERS svuota la comunità degli azionisti di qualsiasi potere decisionale sulla corporate governance dell’azienda. L’alternativa proposta è il voto a maggioranza per la riconferma annuale di ogni director. Se la maggioranza non c’è, il consigliere deve dimettersi.
Apple e i dividendi, perché Steve non vuole sganciare?
La crescita del patrimonio Apple graficata da Asymco
Nel corso degli ultimi anni Apple ha messo da parte una vera e propria montagna di soldi e “marketable securities” in grado di garantire una stabilità finanziaria e una liquidità da far invidia a tutto il settore. Ad oggi le riserve di Cupertino ammontano a quasi 50 miliardi di dollari. Solo 49 aziende dell’indice Standars & Poor’s 500 hanno più soldi in banca di Steve e soci.
Eppure, nonostante tutto, Jobs e il Board di Apple non sembrano avere alcuna intenzione di pagare qualche dividendo agli azionisti. Non c’è nessun obbligo di legge che imponga questa pratica, eppure Toni Sacconaghi, analista di Bernstein Research con uno storico di previsioni Apple che non depone affatto in suo favore, la scorsa settimana si è sentito in dovere di inviare una lettera aperta al CdA di Cupertino per convincere il Board della necessità di “restituire” una parte del malloppo agli investitori.
Una mossa che la dice lunga sulla scarsa elasticità di Sacconaghi, che ha dimostrato di non conoscere o di non voler sentire le ragioni di Jobs ed è l’ennesima prova di come gli analisti sentano il bisogno di ragionare a breve termine (e con una mentalità che fa molto “pre-crisi”) pur di far contenti i clienti della propria firm che pagano fior di soldi per ricevere le loro consulenze.
I validi motivi che trattengono il Board di Apple dalla condivisione della ricchezza accumulata con gli investitori sono almeno tre.
WSJ: il CdA Apple meno indipendente senza York
Con la morte di Jerome York, membro anziano del Board of Directors di Apple, il consiglio è meno indipendente dalla visione e dalle direttive della divisione operativa di Apple, Steve Jobs in testa. E’ la tesi del Wall Street Journal, che in un articolo firmato, guarda caso, da Yukari Iwatari Kane, riporta alcune vecchie dichiarazioni scottanti di York mai rivelate prima.
Sebbene facesse parte del Consiglio di Amministrazione di Apple da una dozzina d’anni, York era considerato come il membro più indipendente dall’influsso di Steve Jobs. Il compito di un Board of Directors è quello di tutelare gli investitori, anche al costo di scontrarsi con il CEO o altre figure importanti quando le loro decisioni non possono essere condivise.
York, da buon veterano della grande industria, lo sapeva bene ed è per questo che quando un anno fa venne a conoscenza delle gravissime condizioni di salute di Jobs e della contingente volontà di non renderle pubbliche fu vicinissimo a dare le dimissioni. “Mr York” scrive il WSJ “si definì disgustato per l’omissione e aggiunse che al tempo non si dimise perché voleva evitare di sollevare l’inevitabile polverone che avrebbe seguito la rivelazione delle motivazioni del suo abbandono”.
E’ morto Jerome York, consigliere anziano di Apple
Jerome York, membro anziano del consiglio di amministrazione di Apple, è morto quest’oggi per un
Domani si riunisce il CdA di Apple
Secondo quanto scrive Yukari Iwatani Kane, reporter del Wall Street Journal che si occupa spesso