Florian Mueller di FOSS Patents è noto per i suoi articoli sullo scenario legale di Apple e sui brevetti dell’industria della telefonia mobile. Mueller ha di recente fatto una scoperta peculiare: un giudice che aveva costretto Apple a scrivere sul suo sito che Samsung non aveva violato i brevetti di Apple con il Galaxy Tab, sta ora lavorando per la compagnia coreana in un altro processo (contro Ericsson) in veste di esperto di brevetti.
causa
Apple VS Samsung: ritardato il lancio di Galaxy Tab 10.1 in Australia
La battaglia legale tra Apple e Samsung continua, questa volta con un risultato tangibile che va oltre minacce e le accuse sui documenti legali. Come riportato da Bloomberg, Samsung ha accettato di ritardare il lancio del Galaxy Tab 10.1 in territorio australiano fino a quando la causa con Apple non sarà risolta.
Apple chiede l’archiviazione della causa su iTunes e DRM
Apple ha chiesto che la causa del 2005 riguardante i DRM e iTunes venga archiviata. L’accusa rivolta da RealNetwork a Cupertino è di avere deliberatamente scelto di non permettere la riproduzione su iPod di contenuti multimediali scaricati da software diversi da iTunes in modo da mettere in una posizione di svantaggio la concorrenza. Come ricorderete fino a un paio di anni fa Apple controllava tutta la musica venduta su iTunes Store attraverso una protezione digitale (il sistema di DRM FairPlay).
Apple fa causa a Sector Labs per violazione di copyright
Solo ieri vi abbiamo parlato della causa mossa da una azienda del New Jersey nei confronti di Apple, per violazione di brevetti riguardanti il sistema di compressione e adattamento automatico dei video.
Adesso è il turno di Apple dato che la società infatti ha trascinato in tribunale Sector Labs, azienda specializzata nella realizzazione di videoproiettori. Motivo del contendere? Il nome (Video Pod) di un prodotto presente nel listino di Sector Labs.
Il “pre-snoop” costa 21,7 milioni di dollari ad Apple
Un duro colpo per Apple arriva dalla Corte Distrettuale del Texas che l’ha giudicata colpevole di aver infranto un brevetto posseduto da OPTi Inc.
Il verdetto finale è stato emanato dalla corte per la causa in corso tra OPTi Inc. e Apple Inc. La disputa è focalizzata sull’utilizzo di una tecnologia brevettata di “pre-snoop” ed è apparentemente legata al brevetto statunitense N° 6,405,291, intitolato “Predictive Snooping of Cache Memory for Master-Initiated Accesses”.
Apple, coinvolta in un’altra causa legale
A movimentare la già turbolenta situazione di Apple, con Jobs che ha deciso di allontanarsi (temporaneamente) dall’azienda per motivi di salute, ci pensano l’Information Protection and Authentication del Texas (IPAT) e la Global Innovation Technology Holdings (GITH); entrambe accusano l’azienda di Cupertino (e molti altri produttori di computers come Acer, Alienware, American Future Technology, Asus, Dell, Fujitsu, Gateway, HP, Lenovo, Motion Computing e Panasonic) di usare una tecnologia protetta per la determinazione dei privilegi dei software.
La parte lesa, titolare del brevetto e dell’esclusività ad esso connessa, vorrebbe trascinare tutte le aziende sopra citate in un processo con tanto di giuria, nella speranza di portarsi a casa un’ingiunzione, il rimborso delle spese legali e, ovviamente, un risarcimento economico (che si presuppone sarà, nelle intenzioni della parte lesa, decisamente cospicuo).
Psystar: non ci accorderemo con Apple
Qualche giorno fa si era diffusa la notizia che Apple e Psystar potessero aver deciso di patteggiare una risoluzione extragiudiziale per il caso che vede protagoniste le due aziende. Tale supposizione era suggerita dall’avvio dell’ADR (Alternative Dispute Resolution) una procedura tipica dell’ordinamento giuridico di alcuni stati degli U.S.A. che prevede la possibilità per le parti in causa di accordarsi ricorrendo alla consulenza di figure legali istituzionali specializzate ma evitando processo vero e proprio. Ieri gli avvocati di Psystar hanno però fatto sapere che l’azienda della Florida denunciata da Apple non ha nessuna intenzione di desistere dal proprio proposito e vuole andare fino in fondo senza rinunciare al processo.
Caso Psystar, Apple al contrattacco
C’era tempo fino al 30 settembre per presentare una risposta alla corte sul caso Psystar da parte di Apple. E puntuale la risposta arriva. Nelle puntate precedenti: Apple in luglio ha denunciato Psystar, l’azienda della Florida che vende personal computer con OS X preinstallato. A fine agosto, con una mossa piuttosto azzardata, Psystar ha controdenunciato Apple accusando l’azienda di Cupertino di aver creato un monopolio e di aver deliberatamente violato alcune leggi antitrust con la propria pretesa di non dare in licenza Mac OS X ad altri produttori di hardware. Adesso Apple chiede al giudice William Alsup che la controdenuncia di Psystar venga lasciata cadere in occasione della prima udienza, fissata per il 6 novembre, perché lacunosa ed infondata.
Psystar assume gli avvocati anti-Apple
In molti si aspettavano che Psystar crollasse a terra sanguinando sbranata dai morsi dei diabolici mastini dell’ufficio legale di Cupertino. Cruente metafore cinofile a parte, sembra invece che l’azienda della Florida, nota per essersi fatta beffe dell’EULA di Mac OS X vendendo i propri Open Computer con Leopard pre-installato, non abbia nessuna intenzione di capitolare senza combattere. Per difendersi dalle accuse di Apple, Psystar ha infatti deciso di assumere degli ottimi avvocati californiani (se una società vende la propria sede non lo fa certo per assoldare il primo imbrattacarte di Tallahassee) che per giunta possono vantare di aver già vinto una causa contro Apple in passato.
FlashNews: addio Think Secret
Il noto blog/ezine Think Secret, importante polo informativo e nota fonte di rumors e indiscrezioni sul mondo Mac e Apple ha chiuso definitivamente in seguito ad un accordo amichevole che ha posto fine alla contesa giudiziaria fra Apple e l’editor del sito, Nick Ciarelli. La società di Cupertino aveva portato in tribunale Ciarelli ed altri blogger/giornalisti nel tentativo di arginare la fuga di notizie che mette costantemente a repentaglio la segretezza dei progetti dell’azienda. Apple chiedeva una sentenza che imponesse ai blogger di rivelare le proprie fonti, ma il primo emendamento della costituzione americana impedì che venisse applicata tale illibertaria richiesta. Il caso contro Ciarelli però aveva retto perchè leggermente differente dagli altri e si è appunto concluso con un accordo extragiudiziale fra le parti.