In App Purchase: ora anche nelle apps gratuite

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Poche ore fa, in una mail inviata agli sviluppatori registrati, Apple ha reso noto che è ora possibile integrare la funzione In App Purchase anche all’interno delle applicazioni gratuite. La funzionalità che permette l’acquisto di contenuti aggiuntivi dall’interno di un applicativo era finora limitata alle sole applicazioni a pagamento.

Si tratta di una novità importante soprattutto perché potrebbe risolvere l’annosa questione degli applicativi in versione Lite. Gli sviluppatori che vorranno fornire una versione limitata di una propria applicazione potranno consentirne lo scaricamento gratuito e potranno poi gestire dall’interno dell’applicativo stesso lo “sblocco” della versione completa del software.

Nella mail inviata agli sviluppatori Apple esplicita inoltre che:

“Utilizzando In App Purchase nella vostra applicazione può aiutare a combattere il problema della pirateria software perché vi consentirà di verificare le In App Purchase”.

Phil Schiller è il paladino dei developers di App Store?

Il sistema di approvazione delle applicazioni per iPhone e iPod touch è sempre più criticato per via di alcune scelte, talvolta apparentemente senza senso, applicate dai controllori di Cupertino. È già capitato che qualcuno tra i developers di App Store abbia giocato su questo fatto così da ottenere una pubblicità mondiale gratuita (è questo il caso del recente Ninjawords, il vocabolario che si credeva fosse stato censurato e poi vietato pure ai minori) ma allo stesso tempo è capitato anche che altri tra i developers, vedendosi rifiutata la propria App, abbiano perso mesi e mesi di lavoro. Niente paura perché ora è arrivato il paladino degli sviluppatori di App Store: Phil Schiller è sempre più al servizio della giustizia.

App Store: per Apple non è la miniera d’oro che sembra?

Qualche tempo fa vi avevamo proposto un articolo su AdWhirl, il sistema che genera i banner per le applicazioni di App Store in grado di far intascare incassi record agli sviluppatori. In questo modo il guadagno generato dalle “impressioni dei banner” finisce direttamente nelle tasche dello sviluppatore senza la percentuale che Apple intasca per ogni vendita eseguita sul suo negozio virtuale di applicazioni. Abbiamo da sempre seguito gli incassi degli sviluppatori (coloro che sono stati i più meritevoli hanno addirittura acquistato una casa) senza mai fare i conti in tasca a Steve Jobs e soci. Secondo un recente articolo di Lightspeed, gli incassi di Apple attraverso il sistema App Store coprirebbero soltanto le spese dell’infrastruttura generando un margine di guadagno davvero piccolo.

Alcuni truffatori chiedono agli sviluppatori di frodare Apple

Alla redazione di AppleInsider è giunta una mail di uno sviluppatore di applicazioni per iPhone che dichiara di essere stato contattato da un truffatore al fine di frodare Apple, tramite il suo App Store. In sostanza, e senza neanche usare mezzi termini, il truffatore dichiara di essere in possesso di molte Gift Card iTunes che utilizzerebbe per acquistare centinaia di copie dell’applicazione in vendita su App Store per poi dividersi, successivamente, i guadagni della vendita.

Ovviamente, è facile intuire che il truffatore in questione sia in possesso di Gift Card illegali, ovvero ottenute utilizzando lo stesso algoritmo che era stato individuato qualche tempo fa da alcuni hackers. Le Gift Card a prezzi stracciati, di cui vi avevamo già parlato, vengono vendute sul sito cinese Taobao.com e carte regalo dal valore di 200$ vengono commercializzate a poco più di 2$.

iPhone, arrivano tre nuovi spot

Apple ha lanciato ieri negli U.S.A tre nuovi spot televisivi incentrati su iPhone, “Itchy”, “Office” e “Student” (video dopo il salto). Lo scopo dei tre nuovi spot è di mettere in evidenza le funzionalità aggiuntive rese possibili dalle numerose applicazioni in relazione a varie tipologie di utenti. Con questi ads, ancora una volta Apple conferma la grande centralità di App Store nell’ecosistema iPhone.

Nel primo spot della serie, “Itchy” (in apertura), vengono messe in evidenza tre applicazioni “naturalistiche”: una bussola, una reference dedicata agli ornitologi attraverso cui identificare numerose specie di uccelli e una App di How To da cui, fra le altre cose, ci viene suggerito un metodo per riconoscere piante nocive come l’edera velenosa.