L’assunzione di Kevin Lynch nel ruolo di Vice President of Technology alla Apple ha scatenato una ridda di commenti di natura diametralmente opposta da parte di esperti e commentatori.
Da un lato chi ritiene che l’ex CTO di Adobe sia un’ottimo acquisto per Cupertino, dall’altro coloro secondo cui Lynch è un vero e proprio “bozo” (vedi nota), in particolar modo a causa delle sue posizioni sulla “questione Flash”. Fu proprio lui a rispondere con toni alquanto accesi a quei Thoughts on Flash con cui Steve Jobs spiegò per filo e per segno i motivi per cui non voleva il plugin di Adobe sui suoi dispositivi mobili. Un video virale in cui il nuovo Vice Presidente distrugge alcuni iPhone 3GS, in particolare, ha fatto il giro del Web e suscitato un acceso dibattito.
Apple Vs Adobe
Il CTO di Adobe passa ad Apple
Il Chief Technology Officer di Adobe, Kevin Lynch, è stato assunto da Apple. Lo sostiene, con un tweet pubblicato nella serata di ieri, il reporter tecnologico di CNBC Jon Fortt. E la stessa emittente, poi, a confermare che Lynch, indipendentemente dal suo impiego futuro, lascerà la software house questa settimana. Il sigillo sulla fondatezza delle voci arriva infine da Adobe stessa, che conferma l’addio al proprio CTO con un documento ufficiale per poi aggiungere che la destinazione di Lynch è Cupertino.
Addio Flash Player Mobile: qualche considerazione
Mercoledì scorso Adobe ha annunciato ufficialmente lo stop allo sviluppo di Flash Player Mobile. La versione 11.1 per Android e Blackberry sarà l’ultima disponibile per dispositivi che non siano PC. E’ facile riassumere il tutto dicendo che “ancora una volta Steve Jobs aveva ragione“. E’ facile soprattutto perché è vero: i suoi Thoughts on Flash del 2010 (traduzione italiana) riassumono, con circa due anni di anticipo, le conclusioni cui Adobe è giunta, definitivamente, questa settimana. Ma ridursi a rinfacciare ad Adobe l’ostinazione degli ultimi anni è controproducente e rischia soprattutto di essere limitante. La portata della scelta della software house è molto più ampia e riveste un’importanza strategica fondamentale per il futuro del Web.
Adobe aggiorna Flash Builder e Flex con il supporto ad iOS
Lo scontro di piattaforme fra Apple e Adobe è ancora in corso, nonostante il livello del conflitto si sia notevolmente ridotto rispetto alla prima metà del 2010. Da una parte Adobe ha aperto a soluzioni che prendano in considerazione anche l’HTML5, dall’altra Apple ha scelto di concedere qualche libertà in più agli sviluppatori che vogliano usare compilatori di terze parti con la modifica di alcuni passaggi chiave dei T.O.S. dell’iOS Developer Program dello scorso settembre.
In ogni caso Adobe non ha abbandonato la strategia della compilazione multipiattaforma e ieri ha aggiunto un nuovo tassello al mosaico, aggiornando Flash Builder e Flex alle versioni 4.5 e integrando il supporto alla compilazione del codice per iOS, Blackberry e Android.
Adobe presenta una demo di un converter Flash to HTML5
Durante gli Adobe MAX sneak peek, Rik Cabanier ha mostrato una demo di un convertitore Flash to HTML5, come si può vedere dal filmato in apertura. John Nack (a capo del gruppo Photoshop in Adobe) fa alcune considerazioni interessanti al riguardo.
Apple non installa Flash sui nuovi Mac, ecco perché
Durante la conference call per l’annuncio dei risultati fiscali di lunedì scorso, ad una domanda di Gene Munster su Adobe Flash, Steve Jobs ha risposto: “Memoria flash? Noi andiamo pazzi per la memoria flash”. In quel momento non lo si poteva sapere ma era una velata anticipazione di quello che sarebbe stato presentato di lì a due giorni, vale a dire il nuovo MacBook Air che abbandona l’hard disk tradizionale in favore di una memoria a stato solido integrata.
Per un flash che arriva, ce n’è un altro che non è più benvenuto. Apple ha confermato che Flash Player d’ora in avanti non sarà installato di default sui nuovi Mac. I primi computer a rispecchiare la novità sono proprio i MacBook Air, ma una volta esaurite le scorte già pronte anche tutti gli altri modelli non avranno il plugin di Adobe installato di default.
La Commissione UE chiude due indagini antitrust su Apple
Joaquín Almunia
Con un comunicato ufficiale diffuso sabato scorso, il Commissario Europeo per la vigilanza sulla concorrenza Joaquín Almunia ha annunciato la chiusura di due indagini preliminari che l’organo della UE da lui presieduto aveva avviato nei confronti di Apple nella scorsa primavera.
La commissione voleva vederci chiaro sul bando ai compilatori di terze parti di applicativi per iOS come l’iPhone packager di Adobe incluso in Flash CS5. Le restrizioni della garanzia di iPhone 4 su base geografica in vigore nel vecchio continente erano la seconda questione oggetto di indagine.
I recenti cambiamenti ai T.o.S. dell’iOS Developer Program e la modifica della policy di garanzia dell’iPhone in Europa sono due misure ritenute sufficienti dalla Commissione per porre termine alle indagini.
Apple ancora sotto accusa da parte di FTC
La FTC (Federal Trade Commission, l’associazione americana che si occupa, tra le altre cose, di garantire la libera concorrenza) non allenta la presa su Apple. Secondo quanto riportato dalla sempre ben informata Yukari Iwatani Kane del Wall Street Journal, la casa di Cupertino è ancora sotto indagine da parte della commissione, nonostante le recenti modifiche apportate ai T.o.S. dell’iOS developer program e la pubblicazione delle linee guida per lo sviluppo e la pubblicazione di applicazioni su App Store.
La storia è nota, anche confermata solo indirettamente dal riserbo che la FTC ha mantenuto sui documenti relativi a questa indagine. Apple è finita sotto inchiesta per le sue rigide regole sullo sviluppo delle app. Nello specifico il vecchio agreement poneva seri limiti alla pubblicazione di applicazioni sviluppate con tool diversi da Xcode.
Restrizioni di App Store, perché i cambiamenti? Sondaggio
Giovedì scorso, con una mossa inattesa, Apple ha allentato alcuni dei limiti dell’App Store. In particolar modo sono stati rivisti i paragrafi 3.3.1, 3.3.2 e 3.3.9 dei termini di servizio di iOS 4 che impedivano l’utilizzo di compilatori di terze parti come il packager for iPhone di Adobe e che, almeno sulla carta, mettevano i bastoni fra le ruote ad AdMob, la concessionaria di pubblicità mobile di Google, diretta concorrente di iAd. Per la prima volta Apple ha pure pubblicato le linee guida sulle metodiche di approvazione delle applicazioni su App Store.
Si tratta senza mezzi termini di una marcia indietro da parte di Apple rispetto a quelle posizioni prese da Steve Jobs in persona con la sua lettera aperta “pensieri su Flash” in cui veniva offerta una legittimazione alle restrizioni in atto.
[Sondaggio a fine articolo]
Adobe Flash CS5: Adobe riprende lo sviluppo del Packager for iPhone
Gli inaspettati cambiamenti di ieri che hanno drasticamente allentato, fra le altre, le restrizioni dell’App Store verso le applicazioni realizzate con compilatori di terze parti hanno avuto subito una conseguenza importante.
Adobe ha annunciato ufficialmente che è già ripartito il lavoro di sviluppo sul Packager per iPhone, un tool di compilazione integrato in Flash CS5 che permette ai developer di creare un’applicazione per iPhone direttamente dal codice sviluppato con Action Script 3.
Apple VS Adobe, la FTC “conferma” l’indagine sul SDK negando i documenti
E’ già da un paio di mesi che si vocifera di una possibile indagine della Federal Trade Commission sulla legittimità del paragrafo 3.3.2 dei nuovi T.O.S. dell’SDK di iOS 4, ovvero la postilla che ha tagliato fuori il compiler di applicazioni per iPhone che Adobe aveva integrato in Flash CS5 e, di fatto, i cross-compiler di terze parti. E’ stata proprio l’azienda di San José a depositare un esposto sulla questione presso la Commissione Federale per il Commercio.
Ora qualche conferma in più arriva da Wired. La FTC si è infatti rifiutata di fornire ai giornalisti le circa 200 pagine di documentazione raccolte sull’argomento a seguito della segnalazione di Adobe. Motivo: la possibilità che la diffusione dei contenuti interferisca con le indagini in corso e con i possibili provvedimenti che la FTC si riserva di prendere.
Adobe Vs. Apple: il 26% del Web è iPad ready
Una nuova ricerca condotta da Meefeedia, una sorta di motore di ricerca multimediale che indicizza i video di una vasta gamma di siti, suggerisce che allo stato attuale circa il 26% del Web è già iPad Ready, ovvero il 26% dei siti campione presi in analisi ha sostituito Flash (o fornito un’alternativa) con un player HTML5 e la codifica H.264 per i video.
Meefedia ottiene i propri dati da circa 30.000 siti (fra di essi anche Hulu, CBS Video, YouTube, ABC). La percentuale, che può sembrare bassa, in realtà mostra una crescita notevole se confrontata con la stessa analisi condotta 4 mesi fa, quando solamente il 10% dei siti analizzati rispondeva alle stesse caratteristiche di compatibilità con iPhone OS.
Adobe risponde ad Apple su Flash e l’Open Web
Continua lo scontro fra titani. Adobe ha risposto ufficialmente ai pensieri su Flash del CEO di Apple Steve Jobs con una vera e propria combo mediatica: una lettera aperta scritta a quattro mani dai cofondatori di Adobe Chuck Geschke e John Warnock (Our Thoughts on Open Markets); una nuova pagina sul sito Adobe che vuole fare chiarezza e asserire la “verità su Flash”; una nuova campagna pubblicitaria online (in Flash) sparata sui principali siti tecnologici e in un paginone di un noto quotidiano americano.
Il tema di questi tre interventi congiunti è la libertà di scelta. Adobe vuole ergersi a paladina della libertà, per gli sviluppatori e gli utenti, contro il tiranno Apple, colpevole di voler imporre un pensiero unico che uccide l’innovazione.
Scribd passa ad HTML5 e Opera non ama Flash per i video
“Stiamo buttando nel cestino tre anni di sviluppo Flash e scommettendo l’azienda su HTML5 perché riteniamo che HTML5 offra una esperienza di lettura drasticamente superiore rispetto a Flash. Ora ogni documento può diventare una pagina Web.”
Con queste parole Jared Friedman, co-fondatore e CTO di Scribd (tool online di condivisione di documenti e presentazioni), ha confermato a Tech Crunch la decisione dell’azienda di passare totalmente ad HTML, abbandonando il player Flash ad oggi utilizzato per permettere agli utenti di visualizzare e condividere documenti e slides.
Nel frattempo anche Opera Software, l’azienda che sviluppa l’omonimo browser, ha detto la sua su Flash e in particolar modo su come l’utilizzo della tecnologia di Adobe per la riproduzione dei video online “abbia davvero poco senso”.
H.264 sta già superando Flash?
Una delle critiche che i sostenitori di Flash muovono immancabilmente nei confronti di Apple a causa scelta di Cupertino di tenere la tecnologia di Adobe ben lontana dai propri dispositivi mobili, è che in questo modo gli utenti di iPhone, iPod touch e iPad non possono avere accesso al Web nella sua completezza.
Una recente analisi condotta da Encoding.com (azienda che si occupa della gestione della codifica dei video per giganti del calibro di MTV e MySpace) su 5 milioni di video processati nel corso dell’ultimo anno mostra che l’uso del formato H.264 è in netta crescita, mentre il trend dell’encoding con tecnologia Flash è, al contrario, in drastica discesa.
Apple VS Adobe, chi ha ragione? Sondaggio
L’introduzione di iPhone OS 4.0 ha segnato un nuovo capitolo nella guerra fra Adobe e Apple. Il nuovo contratto del SDK per iPhone OS 4.0 al punto 3.3.1 fa sapere che non verranno accettati su App Store i software sviluppati originariamente in un linguaggio diverso da C, C++ e Objective-C. Questo significa che i software compilati per iPhone attraverso tool di “traduzione” come quello che Adobe si prepara a lanciare in Flash CS5 non verranno accettati da Apple.
iPhone OS 4.0 riaccende la battaglia tra Apple e Adobe
Dopo aver appreso che la licenza del nuovo SDK per iPhone OS 4.0 esclude categoricamente l’utilizzo di strumenti di conversione per creare applicazioni eseguibili da iPhone/iPad, era lecito aspettarsi una dura reazione da parte dell’azienda maggiormente colpita da questa drastica decisione: Adobe e il suo Flash.
Come vi abbiamo fatto sapere ieri, nel nuovo contratto di licenza si esclude l’utilizzo di API private (niente di nuovo rispetto all’SDK precedente) e degli strumenti, come quello integrato in Flash CS5, che permettono agli utenti di creare applicazioni compatibili con i dispositivi mobili di Apple, a partire da linguaggi che non siano Objective-C, C o C++ (ad esempio, Action Script 3 di Flash).
Flash su iPhone e iPad, assente giustificato?
E’ opinione comune ormai che l’assenza di Flash dall’iPhone e in futuro da iPad sia legata in qualche modo ad una “battaglia finale” fra Apple e Adobe. Le motivazioni addotte da Jobs per giustificare il suo odio viscerale verso una “tecnologia morta” come Flash, per quanto siano comunque valide, potrebbero essere utili pretesti per cercare lo scontro a tutti i costi.
Il Flash developer Morgan Adams, in un suo contributo pubblicato su Roughly Drafted di D.E. Dilger ha fornito una nuova visione del problema. L’eccessivo consumo di cicli processore e quindi di batteria, l’instabilità e il gran numero di falle di sicurezza sono problemi reali di Flash, dice lo sviluppatore, ma il vero nocciolo della questione è da ricercarsi nel fatto che la tecnologia di Adobe fa semplicemente a cazzotti con le interfacce touch, soprattutto a causa del massiccio utilizzo del mouseover nelle animazioni sviluppate in Action Script.