Aveva promesso aumenti di stipendio per contrastare l’ondata di suicidi nello stabilimento di Shenzen e tecnicamente i patti sono stati rispettati, ma Foxconn ha previsto una scappatoia che permetterà all’azienda di contenere i costi dell’operazione. A farne le spese sono ancora i dipendenti, stavolta spostati come tante piccole pedine da una parte all’altra della Cina, da Shenzhen ad aree industriali del Nord dove la paga può essere più bassa. Nella fabbrica vicina al confine con Hong Kong rimarranno comunque coloro che lavorano alla linea di produzione dell’iPhone.
Nel frattempo il fratello del fondatore dell’azienda, T.C. Gou, ha in cantiere l’apertura di un centinaio di punti vendita esclusivamente dedicati alla commercializzazione dei prodotti Apple, quelli che i dipendenti della fabbrica non si potrebbero permetter di comprare neppure con una somma pari a quella guadagnata in un anno.