Papers, Please, il videogioco indipendente di Lucas Pope, è stato pubblicato su App Store per iPad, ma con alcune differenze rispetto l’originale per PC. Infatti, nella versione per tablet, nel momento in cui i personaggi non giocanti sono costretti a passare attraverso lo scanner adibito alla ricerca di oggetti esplosivi o di contrabbando che possono essere immessi nel paese fittizio di Arstotzka, vengono mostrati in abbigliamento intimo e non completamente nudi. Era un’opzione facoltativa selezionabile nella versione PC del gioco, ma che su iPad è divenuta invece l’unica disponibile.
app store censura
Bang With Friends rimossa da App Store
Bang With Friends è una applicazione che avrebbe potenzialmente potuto cambiare il modo in cui interagiamo con le persone che conosciamo. Peccato che il suo fine principale, trovare un partner per una storia occasionale tra i propri amici di Facebook, non andava a genio ad Apple, che ha ritirato il software da App Store.
App Store aiuta gli ubriachi al volante? App Week
Che la tecnologia sia al servizio di tutti noi è un dato di fatto, talvolta però potrebbe non essere così utile come può sembrare. Secondo quanto riportato da CNET, quattro senatori americani hanno scritto una lettera aperta a Scott Forstall per chiedere ad Apple di rimuovere da App Store quelle applicazioni che permettono agli utenti US di condividere la posizione dei posti di blocco della polizia dedicati ai test del tasso alcolico.
Tali applicazioni sono conformi alle guidelines di App Store e una loro rimozione forzata potrebbe passare anche attraverso un aggiornamento delle regole. La censura di Apple, la stessa che ha più volte colpito alcuni contenuti discutibili (vedi le App per riprodurre il suono di rutti e puzzette), chiuderà un occhio alla richiesta dei quattro senatori?
Steve risponde su Final Cut Studio e chiama un dev scontento
L’oracolo di Cupertino ha parlato di nuovo ma stavolta è stato più chiaro del solito nel rispondere a due professionisti che per ragioni diverse hanno a che fare con i software e i servizi di Apple.
Steve Jobs ha risposto ancora ad una email di un utente che chiedeva delucidazioni sullo stato di Final Cut Studio e ha confermato che la nuova suite di montaggio e post-produzione video arriverà all’inizio del 2011.
Ma non è tutto. Un developer scontento per la bocciatura dell’applicazione della sua azienda su App Store ha ricevuto addirittura una telefonata dal capo supremo, che ha distorto un po’ la realtà e lo ha riportato a più miti consigli.
Stretta di Apple sulle app “troppo semplici”
Dopo la rimozione da App Store di numerose applicazioni dal contenuto esplicitamente erotico, Apple ha avviato una nuova fase delle “pulizie di primavera”. Secondo le testimonianze di molti sviluppatori le applicazioni “troppo banali”, che in buona sostanza riproducono solamente dei contenuti Web senza altro valore aggiunto, non sono più ben accette a Cupertino.
Non è in atto una rimozione di applicazioni già presenti nello Store, ma semplicemente adesso viene rifiutata una buona parte delle cosiddette applicazioni “cookie-cutter”, ovvero quelle apps “fatte con lo stampino” che si limitano a formattare un contenuto RSS e sono realizzate a partire da templates sempre uguali.
Via le app erotiche da App Store: Phil Schiller spiega perché
Simply Beach, app di costumi da bagno finita vittima della recente stretta puritana su App Store
Nei giorni scorsi un’ondata di puritanesimo si è abbattuta su App Store. Moltissime applicazioni il cui contenuto era anche solo lontanamente interpretabile come erotico sono state rimosse dall’App Store senza particolari spiegazioni.
Phil Schiller, Vice Presidente a capo della divisione Worldwide Product Marketing di Apple, ha spiegato al New York Times le ragioni che hanno portato a falcidiare questi applicativi. La prima e più importante? Le mamme arrabbiate per il turbamento dell’innocenza dei propri figli iPhone-dipendenti.
App Store e il lato umano della censura computerizzata
Il chiacchierato metodo di approvazione della applicazioni in App Store, contestato sia dei developers stessi che dall’utenza, ha recentemente avuto un “upgrade”: non solo è presente il controllo umano ma da qualche settimana le applicazioni vengono verificate anche da un apposito software in grado di percepire eventuali infrazioni presenti nel codice.
Un dato oggettivo, infatti, è utile ad Apple per giustificare la censura in App Store che tutti abbiamo imparato a conoscere: una motivazione inequivocabile, infatti, non permette recriminazioni. Fa sorridere in merito una recente notizia che vede Apple avvisare un developer di “non includere, nella prossima versione dell’applicazione, quelle API private che la iPhone SDK non permette“: un episodio non usuale nei tempi passati che fa quasi immaginare che la censura computerizzata abbia un “lato umano”.
Applicazioni rifiutate da App Store: sale la protesta
Il processo di approvazione delle applicazioni per uno sviluppatore credo che possa genericamente inteso come una sorta di “compito in classe delle scuole superiori”: si prepara il lavoro (anche se in questo caso anche a casa), lo si consegna e si attende ansiosi di conoscerne l’esito. Nel caso di App Store, il developer non si aspetta ovviamente di ricever un “10” ma piuttosto attende la comunicazione riguardante l’approvazione della propria App.
Un meccanismo che credo possa innescare un po’ di ansia (soprattutto per i piccoli developers che investono tempo e denaro nella programmazione di applicazioni per iPhone e iPod touch) che, unto alla “poca trasparenza di Apple”, crea malumori quando l’applicazione viene scartata. Ora è online un sito in cui tutti gli sviluppatori possono offrire informazioni sulle proprie applicazioni rifiutate. Apple è sempre di più nel centro del mirino.
App Store: Schiller difende il processo di approvazione delle App
Abbiamo riportato proprio in mattinata la notizia del cambiamento del metodo di approvazione delle applicazioni di App Store: è stato affiancato al giudizio umano un meccanismo che legge il codice e capisce se esso rispetta le regole della iPhone SDK (talvolta con qualche problemino).
Leggiamo ora su iPhoner.it che è lo stesso Phil Schiller, dopo parecchie polemiche alimentate soprattutto dal web, a scendere in campo per difendere il processo di approvazione di App Store. A quanto si legge, è possibile ipotizzare una dirigenza Apple relativamente scocciata dalle polemiche che sono montate attorno alle applicazioni per iPhone e iPod touch “non approvate”.
App Store: il processo di approvazione perde il lato umano
Sul processo di approvazione delle applicazioni in App Store, qui su TAL abbiamo speso barattoli e barattoli di inchiostro virtuale: tanta ammirazione per l’esimio lavoro portato avanti da Apple con il suo innovativo, e pluri-copiato, negozio virtuale di applicazioni e anche tante critiche sulla gestione dell’approvazione dei contenuti che in asso appaiono. Esclusioni ingiustificate (la famosa “censura made in Cupertino”) e talvolta qualche favoritismo di troppo verso i “big” dello sviluppo.
Tutto questo, però, potrebbe essere un vago ricordo dato che da pochissimo tempo Apple ha introdotto un metodo semi-automatico di approvazione delle App. Un meccanismo in grado di capire automaticamente se il codice dell’applicazione sottoposta ad approvazione rispetta le regole della “iPhone SDK” per poi permettere all’occhio umano di controllarne solo la “non oscenità” dei contenuti.
Action Babes disponibile su App Store, con censura
Nome: Action Babes 1.0
Categoria: Intrattenimento – Licenza: gratuita, poi 79 centesimi
Data di rilascio: 15/09/2009 – Piattaforma: iPhone – iPod touch (firmware 3.0)
Due mesi e mezzo fa vi avevamo parlato di una nuova sfida alla rigida censura di App Store da parte degli sviluppatori di Action Babes, un’applicazione che conteneva animazioni hot. Ci sono voluti due mesi e qualche compromesso, ma da oggi Action Babes è disponibile per lo scaricamento da App Store, per tutti i maggiori di 17 anni.
Anteprima: Apple censura anche la letteratura italiana
Probabilmente a Cupertino non apprezzano i Malavoglia di Giovanni Verga. 6– in letteratura italiana all’ufficio censura di Apple.