Venerdì scorso, Spotify ha inviato un messaggio di posta elettronica ai suoi utenti invitandoli ad abbandonare l’abbonamento a Spotify registrato su App Store per iscriversi direttamente dal sito di Spotify.
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Antitrust mette Apple Music sotto indagine
Ufficiali governativi negli stati di New York e del Connecticut stanno investigando gli accordi tra Apple e le etichette discografiche per il lancio di Apple Music, nel tentativo di capire se questi accordi violano le leggi sulla concorrenza leale degli Stati Uniti.
AGCM: la garanzia Apple Care viola ancora il Codice del Consumo
Alla fine del 2011 l’Autorità Garante per la Concorrenza e il Mercato (AGCM) ha comminato ad Apple una multa da 900.000 € complessivi a causa delle pratiche commerciali scorrette nella commercializzazione dell’estensione di garanzia Apple Care Protection Plan (APP).
Apple ha perso l’appello, ha pagato e ha provveduto a informare meglio il consumatore con una pagina dedicata e riferimenti più espliciti alla garanzia biennale UE che al consumatore spetta di diritto.
Per l’AGCM, però, quelle pratiche non sono sufficienti: nel bollettino del 2 luglio 2012 l’autorità torna ad occuparti del caso, lamenta la reiterazione delle violazioni già contestate e minaccia provvedimenti che potrebbero arrivare perfino alla sospensione (per trenta giorni) delle vendite dei prodotti Apple nel nostro Paese.
Apple: nella causa sugli ebook il Governo sta col monopolio
In un documento depositato martedì presso la Corte Federale del Distretto Sud di New York, gli avvocati Apple hanno attaccato senza mezzi termini la causa antitrust che il Dipartimento di Giustizia ha intentato contro l’azienda, rea, secondo il Governo, di aver “cospirato” con alcuni editori per favorire l’innalzamento dei prezzi degli ebook sul mercato.
“Le accuse mosse dal Governo nei confronti di Apple”, si legge nel documento, “sono fondamentalmente fallate a fronte dei fatti e di fronte alla legge. Apple non ha ‘cospirato’ con nessuno, non era a conoscenza di alcuna ‘cospirazione’ da parte di altri e non ha mani ‘aggiustato i prezzi'”.
Antitrust e Apple Care: multa da 900 mila Euro per Apple
L’Antitrust italiana (AGCM) ha comminato una multa da 900.000 Euro alle tre società Apple che operano nel settore della vendita in Italia per la messa in atto di pratiche commerciali scorrette. La multa arriva a conclusione dell’indagine che l’Antitrust aveva aperto già da tempo in merito alla garanzia Apple e all’estensione di garanzia Apple Care. L’organo di vigilanza ha decretato che le informazioni per il consumatore erano fuorvianti e che non vi fosse la sufficiente chiarezza sui servizi di garanzia di legge e su quelli offerti a pagamento.
Sono tre le società del gruppo Apple che operano nel settore Retail in Italia e che sono coinvolte nel provvedimento: Apple Sales International, Apple Italia s.r.l. e Apple Retail Italia.
La cifra complessiva della multa è data dalla somma di due differenti sanzioni, dato che le pratiche commerciali scorrette che secondo l’Antitrust Apple ha messo in pratica nel nostro paese rientrano in due tipologie distinte.
La Commissione Europea indaga su iBookstore per pratiche anticoncorrenziali
La Commissione Antitrust dell’Unione Europea ha aperto un’indagine sulle pratiche anti-concorrenziali di Apple e cinque grandi editori, Hachette Livre, Harper Collins, Simon & Schuster, Penguin e Verlagsgruppe Georg von Holzbrinck, tutti rei, secondo l’accusa, di aver operato in maniera anti-concorrenziale sul mercato degli ebooks con una serie di accordi datati 2010.
Apple e gli editori, è questo che dice fra le righe il comunicato ufficiale diffuso oggi, avrebbero agito comunemente per minare alla base il predominio di Amazon nel settore e per riuscire ad introdurre sul mercato libri ad un prezzo medio più alto rispetto a quello – eccessivamente basso per gli editori – di 9,99€ che l’azienda di Jeff Bezos aveva reso ampiamente popolare.
Steve Jobs non sarà rieletto nel CDA Disney? [Aggiornato]
Oltre alla malattia (che è già abbastanza) potrebbero arrivare ulteriori cattive notizie per Steve Jobs da parte di Disney. Alle porte del consiglio annuale della Walt Disney Co. che si terrà nella giornata di mercoledì a Salt Lake City, un importante azionista ha sollevato qualche dubbio sull’eventuale rielezione dell’iCEO, nella board del colosso dell’intrattenimento mondiale, a causa delle sue frequenti assenze.
Questa “mozione” nasce dal fatto che il maggiore azionista individuale, ovvero Jobs (da solo detiene oltre il 7% di tutte le azioni Disney), è mancato ad oltre il 75% degli incontri dirigenziali negli ultimi quattro anni. Secondo l’Institutional Shareholder Services (ISS) le assenze sarebbero giustificate dai gravi problemi di salute dell’amministratore delegato dell’azienda di Cupertino ma, se dovesse essere rieletto, gli azionisti meriterebbero delle motivazioni più valide.
La Commissione UE chiude due indagini antitrust su Apple
Joaquín Almunia
Con un comunicato ufficiale diffuso sabato scorso, il Commissario Europeo per la vigilanza sulla concorrenza Joaquín Almunia ha annunciato la chiusura di due indagini preliminari che l’organo della UE da lui presieduto aveva avviato nei confronti di Apple nella scorsa primavera.
La commissione voleva vederci chiaro sul bando ai compilatori di terze parti di applicativi per iOS come l’iPhone packager di Adobe incluso in Flash CS5. Le restrizioni della garanzia di iPhone 4 su base geografica in vigore nel vecchio continente erano la seconda questione oggetto di indagine.
I recenti cambiamenti ai T.o.S. dell’iOS Developer Program e la modifica della policy di garanzia dell’iPhone in Europa sono due misure ritenute sufficienti dalla Commissione per porre termine alle indagini.
Robert Reich difende Apple e l’innovazione
“Perché la Federal Trade Commission minaccia Apple con la possibilità di una causa legale per abuso del proprio potere economico, ma non alza neppure un sopracciglio contro la crescente ed enorme forza economica (e politica) della JP Morgan Chase o di una qualsiasi altra delle quattro grandi banche di Wall Street?”
Se lo chiede Robert Reich, professore di Diritto Pubblico a Berkeley e Segretario del Lavoro sotto la presidenza Clinton, in un intervento dal titolo eloquente, “Apple isn’t the Problem. Wall Street’s Big Banks are the Problem”, pubblicato sul suo blog e sull’Huffington Post.
Il tema dell’articolo è l’indiscrezione su una possibile indagine dell’antitrust nei confronti di Apple a seguito dell’inclusione di alcune postille nei Terms Of Service del SDK di iPhone OS 4 che impediscono l’uso di compilatori cross platform di terze parti come l’iPhone packager di Flash CS5 e la collezione e la condivisione di alcune tipologie di dati di profilazione degli utenti da parte delle apps, una mossa che potrebbe favorire iAd (sempre che la piattaforma di Apple usi davvero quei dati una volta a regime).
Indagini antitrust anche per iAd?
Secondo quanto riportato ieri dal New York Post, la Federal Trade Commission e il Dipartimento di Giustizia statunitense sanno lavorando ad un’indagine antitrust preliminare nei confronti di Apple per il blocco dei compilatori cross-platform per iPhone, introdotto nei T.O.S. del nuovo SDK per iPhone OS 4.
Il Wall Street Journal ha ripreso e confermato la notizia, conferendo un pizzico di credibilità in più all’indiscrezione. Secondo i reporter Thomas Catan e Yukari Iwatari Kane le autorità antitrust stanno cercando di fare chiarezza anche in merito ad un’altra sezione dei TOS che impedirebbe agli sviluppatori, di trasmettere dati analitici a terzi. Il sospetto è che in questo modo Apple potrebbe impedire l’accesso ai dati pubblicitari per i servizi concorrenti favorendo di fatto la propria nuova piattaforma iAd.
iTunes e Antitrust: no alla class action nel caso Somers v. Apple
Giusto mercoledì scorso parlavamo del caso noto come Apple iTunes iPod antitrust litigation per il quale è stato chiamato in causa anche DVD Jon, sviluppatore del programma doubleTwist. Nel frattempo Apple ha avuto la meglio nella prima fase di un analogo procedimento, Somers v. Apple Inc., volto a provare la natura monopolistica dell’operato dell’azienda di Cupertino nel mercato dei media digitali.
Apple iTunes e antitrust: DVD Jon diventa protagonista
Photo Credits: Cocoia Blog
Jon Lech Johansen, il programmatore norvegese meglio noto come DVD Jon, padre del software doubleTwist, è stato chiamato in causa nel caso noto come Apple iTunes iPod antitrust litigation, vale a dire il procedimento contro il sistema Fair Play che prese il via nel 2005 dalla denuncia dell’utente iTunes Thomas Slattery e che da allora si è “fuso” con altre due cause simili (fonte: wiki).
A DVD Jon è stato inviato un ordine di subpoena che obbliga il programmatore a produrre tutti i documenti che testimonino il suo rapporto con Apple. Gli avvocati dell’accusa vogliono capire a fondo quali rapporti intercorrano fra Johansen e l’azienda di Cupertino in relazione a doubleTwist. Il software di Jon permette agli utenti di sincronizzare moltissimi player MP3 o smartphone con la propria libreria musicale iTunes (comprese le tracce acquistate da iTunes Store), una pratica che Apple impedisce attraverso il sistema Fair Play, ovvero proprio la tecnologia chiamata in causa nel procedimento legale.
L’FTC indaga sui legami tra Apple e Google
La Federal Trade Commission americana (l’equivalente dell’Antitrust italiano) sta esaminando i rapporti che intercorrono tra Apple e Google per verificare se i loro legami intaccano, in qualche modo, le normative antitrust.
Come ben sappiamo, infatti, le due società sono molto vicine tra loro: basti pensare che Eric Schmidt (direttore generale di Google) e Arthur Levinson (ex direttore generale di Genentech) fanno entrambi parte dei Consigli di Amministrazione sia di Google che di Apple, violando (forse) la sezione 8 del The Clayton Antitrust Act del 1914 che vieta, per l’appunto, ad un soggetto di essere contemporaneamente amministratore di due società concorrenti. Ma il punto su cui la FTC si sta interrogando è proprio questo: Google ed Apple possono definirsi concorrenti?