John Sculley: cacciare Steve Jobs da Apple fu un errore

La frase con cui Steve Jobs lo strappò alla Pepsi e lo convinse a diventare CEO di Apple – non vorrai mica vendere acqua zuccherata per tutta la vita? – è ormai entrata nella storia. Allora Jobs non sapeva ancora che quell’uomo, John Sculley, sarebbe stato corresponsabile della sua cacciata dall’azienda che aveva co-fondato. Oggi, a quasi 30 anni di distanza da quel 1985, Sculley torna a parlare della decisione di allontanare Steve dalla Apple e la definisce, senza mezzi termini, un errore.

jobs_and_sculley

Il commento di Sculley è stato riportato dal Times of India, nell’ottica di più ampia copertura del progetto Obi, uno smartphone a basso costo che l’ex-CEO Apple si appresta a lanciare sul mercato indiano.

La storia della Porsche 935 K3 sponsorizzata Apple che corse a Le Mans nel 1980

L’amore di Steve Jobs per le automobili e le motociclette tedesche è ben noto. Nella lobby dell’edificio Bandley 3, a Cupertino, dove lavorava il team Macintosh, Steve fece installare una moto BMW, perché fosse d’ispirazione per i suoi designer.
Per quanto dagli anni ‘90 in poi guidasse solo ed esclusivamente Mercedes, da giovane Jobs era un vero fanatico delle Porsche. Nel 1984 ne regalò una al miglior venditore di Macintosh degli Stati Uniti mentre quattro anni prima, nel 1980, una Porsche 935 K3 sponsorizzata Apple Computer partecipò alla 24 ore di Le Mans.

Apple iPorsche

Blue Busters e The Apple Boogie: le produzioni musicali Apple negli anni ’80


Gli ultimi tredici anni ci hanno abituato a keynote e presentazioni Apple sempre più “zen” (salvo rare eccezioni) con una scenografia minimalista che convoglia l’attenzione sul presentatore ma soprattutto sul prodotto presentato.
Non è sempre andata così. Negli anni ’80, prima della rottura fra Steve Jobs e la dirigenza Apple, i keynote sembravano veri e propri spettacoli di varietà per geek e nerd.
Spettacoli durante i quali trovavano spazio presentazioni multimediali come questo video musicale della canzone Blue Busters, parodia autorizzata della colonna sonora del Film GhostBuster con i computer di Big Blue, ovvero IBM, al posto dei fantasmi.

Il catalogo Apple per la stagione 1986/1987

C’è stato un momento nella storia in cui qualche divinità malevola, per motivazioni ancora sconosciute, ha decretato una sospensione del gusto che è durata un po’ più di dieci anni. Sono gli anni ’80, la decade in cui vestire con felpe slabbrate e calzini bianchi con pantaloni neri sopra il mocassino non era considerato riprovevole. Una volta ce l’avevo un po’ con quello stile così schifosamente superficiale che permeava tutto, poi però quando ho capito che la vera colpa di quegli anni era ben altra, ovvero l’aver generato i debiti sotto cui oggi rischiamo di soccombere, ho maturato una sorta di frivolo piacere mescolato ad uno strano senso di nostalgico mal digerito nel ripescare vari aspetti culturali di un periodo che ho la fortuna di aver vissuto nell’inconsapevolezza infantile.
Ho così rivalutato la storia musicale migliore, gli eventi storici più importanti in particolari settori (24 gennaio 1984, anybody?), il cinema. E perché no, anche gli ephemera come questa incredibile The Apple Collection, un catalogo di vendita per corrispondenza pubblicato con l’approvazione Apple per la stagione 1986/1987.

80s Phone case, con l’iPhone negli anni 80

In una delle scene di Wall Street (1986) Gordon Gekko è sulla spiaggia, l’oceano davanti a lui mentre sorge il sole. In mano ha un oggetto che un diciottenne di oggi potrebbe con ogni probabilità scambiare per un mattone beige con un’asticella. Ma non è un mattone, è un modello di telefono cellulare che andava forte in quegli anni, uno status symbol che uno spietato uomo di successo come Gekko non poteva di certo farsi mancare.
Non è un caso che nel sequel non del tutto riuscito di Wall Street, del 2010, Oliver Stone abbia tributato quel pezzo di modernariato in una delle prime scena del film, dato che il telefono cellulare, con la sua evoluzione, è un ottimo testimone dei rapidi cambiamenti degli ultimi 30 anni, non solo nel settore delle telecomunicazioni.
Come tutti gli oggetti-simbolo di un epoca anche il telefono alla Gekko ha i suoi estimatori. L’80s iPhone case in vendita sul sito di Urban Outfitters permette ai nostalgici di rivivere i fasti della superficialità yuppie di quegli anni rinunciando solo ad alcune delle caratteristiche di un’iPhone: ergonomia, estrema portabilità, buon gusto.

In un libro alcuni prototipi Apple degli anni ’80

Frog design è un agenzia di design fondata nel 1969 e divenuta un’istituzione nel campo della progettazione industriale. A Frog, fra la fine degli anni settanta e la prima metà degli anni ’80, Apple commissionò la realizzazione di alcuni dei suoi prodotti più caratteristici, come ad esempio l’Apple IIc.
Harmut Esslinger, fondatore di Frog, in un volume di recente pubblicazione ha inserito le immagini di alcuni dei prototipi che all’epoca vennero realizzati ma non furono mai commercializzati.

“Lavorammo a stretto contatto con Steve Jobs e con altri sviluppatori Apple al fine di rinnovare l’usabilità e l’aspetto dei computer spiega Hesslinger nel libro, A Fine Line: How Design Strategies Are Shaping the Future of Business, “Finimmo per creare prodotti divennero icone, senza alcun precedente storico.”

Dopo il salto trovate l’immagine intera. Alcuni di questi prototipi sembrano essere decisamente avanti rispetto al proprio tempo, altri invece portano impresso il marchio estetico dell’elettronica di consumo degli anni ’80. Qual’è il vostro preferito? Fatevi sentire nei commenti!